Parabola del seminatore

Marco 4: 3 – 8 «Ascoltate! Ecco, il seminatore uscì a seminare.  Or avvenne che mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada e gli uccelli del cielo vennero e la mangiarono.  Un’altra cadde in luoghi rocciosi dove non c’era molta terra e subito spuntò, perché non c’era un terreno profondo. Ma quando si levò il sole fu riarsa; e poiché non aveva radice si seccò. Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Un’altra cadde in buona terra e portò frutto che crebbe, e si sviluppò tanto da rendere l’uno trenta, l’altro sessanta e l’altro cento».

 

In questo studio vedremo:

 

1 - INTRODUZIONE

Con la parabola del seminatore Gesù Cristo ci illustra quattro tipologie di persone e le loro reazioni, dopo aver ricevuto la Sua Parola. Anche tu che stai leggendo sei in una di queste quattro categorie, vuoi sapere quale? Buona lettura allora!
Gesù usava sovente prendere delle immagini o avvenimenti della natura per spiegare importanti verità sul regno di Dio e sulla vita eterna, le quali erano molto familiari e comprensibili a chi stava ascoltando il messaggio. Cristo esclamò: «Ecco, il seminatore usci a seminare», ma chi è questo Seminatore? «Colui che semina la buona semenza, è il Figliuol dell’uomo» (Matteo 13:37). Come l’agricoltore che semina i campi, Gesù è venuto a spargere il seme celeste della verità nel cuore delle persone. Partendo dal seme naturale gettato sul terreno, Cristo desidera richiamare la nostra attenzione sul seme dell’Evangelo la cui semina porta il credente a consacrarsi a Dio e portare frutto alla Sua gloria. Cristo era venuto non come Re e Sovrano d’Israele, non era venuto per rovesciare regni, ma come un umile seminatore che sparge il seme. Il Messia non ambiva a ricevere trionfi terreni e grandezza nazionale, da sudditi che lo acclamassero come re; bensì per raccogliere una messa per il Regno di Dio, fatta dopo un duro e paziente lavoro di sofferenza ed anche di delusioni. I farisei come i discepoli non l’avevano capito appieno, e mentre i primi rigettarono completamente il messaggio, i secondi  mostrarono interesse e, in privato, si rivolsero a Gesù chiedendo spiegazioni. Il Signore spiegò loro la parabola, e questo è possibile anche oggi, poiché a tutti coloro che si avvicinano a Lui  con cuore sincero e con il desiderio di capire la Sua Parola, riceveranno tutte le spiegazione necessarie. Chi studia la Parola di Dio con mente e cuore aperto e sotto l’azione dello Spirito Santo non rimarrà mai all’oscuro; il Signore schiuderà i misteri del regno dei cieli e i cuori che desiderano conoscere la verità capiranno. Gesù come uomo è stato esposto al dolore e alla tentazione, Egli è venuto per seminare con lacrime e annaffiare col Suo sangue il seme della vita per un mondo perduto. Il “seme” nella Bibbia rappresenta la Parola di Dio, ma anche Cristo stesso, la Parola fatta carne.

Giovanni 12: 24 «In verità, in verità vi dico che se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto».

Allo stesso modo anche noi, Sui servi e discepoli dobbiamo uscire a seminare. Dobbiamo spargere il seme, che in alcuni casi sarà con fatica, a volte con lacrime, sofferenze, tra rinunce e sacrifici…. ma “Il seminatore semina la Parola”. Siamo chiamati a contrastare il lavoro di Satana che sparge ogni giorno il seme dell’errore, dell’incredulità, della menzogna e del male. Cristo è venuto per seminare la verità in questo mondo, che è l’opposto della menzogna, ed anche noi seguendo il Suo esempio, saremo operai obbedienti e solerti. Ogni seme contiene un principio germinativo che custodisce la vita della pianta. Così anche nella Parola di Dio c’è vita: «Le parole che vi ho detto, disse Gesù, sono spirito e vita» (Giovanni 6:63). «Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna» (Giovanni 5:24). Dobbiamo far zampillare “l’acqua della vita”, la verità che scaturisce dalla sorgente che è la Parola di Dio: «Predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo riprendi, rimprovera, esorta con ogni pazienza e dottrina» (2 Timoteo 4:2).  «Seminate in riva a tutte le acque» (Isaia 32:20) senza aggiungere o togliere nulla alle Sue parole, affinché non t’abbia a riprendere, e tu non sia trovato bugiardo. Ogni ministro e discepolo di Cristo dovrebbe esclamare come Giovanni:

«E la vita è stata manifestata e noi l’abbiamo veduta e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che ci fu manifestata» (1 Giovanni 1:2).

Adesso… andiamo a vedere i “quattro terreni”.
 

2 - IL SEME LUNGO LA STRADA

Matteo 13:19 «Tutte le volte che uno ode la parola del Regno e non la intende, viene il maligno e porta via quel che è stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto la semenza lungo la strada». 

La parabola del seminatore ha come scopo quello di mettere in evidenza i vari terreni in cui il seme viene gettato. Poiché dall’accettazione o dal rifiuto del “seme” dipende il destino eterno di ogni persona! Il seme caduto lungo la strada rappresenta la Parola di Dio seminata nel cuore di ascoltatori non interessati e distratti o assorti in altri interessi. Il paragone con il sentiero o con una strada parecchio battuta e calpestata da uomini e da animali rende bene l’idea, poiché è un terreno indurito che neanche l’acqua riesce a permeare, esattamente come il cuore di chi preferisce le cose materiali o peccaminose a quelle spirituali. Chi percorre abitudinariamente la strada del peccato e dei piaceri, è fagocitato dalla mondanità e da tutto quello che è effimero e transitorio. Le ambizioni egoistiche e le vanaglorie terrene con le passioni peccaminose non consentono al seme dell’Evangelo di attecchire in loro…« perché nessuno di voi s’indurisca per la seduzione del peccato» (Ebrei 3:13).
Quando l’Evangelo arriva alle loro orecchie, queste persone non sono in grado d’intendere la gravità della loro condizione, non percepiscono il pericolo che corrono nel rifiutare l’amore di Cristo e la Sua grazia, e l’azione dello Spirito Santo che ci trasforma in figli di Dio. Come gli uccelli sono pronti a beccare la semenza caduta lungo la strada, allo stesso modo Satana e i demoni sono pronti a eliminare dall’anima il seme della verità divina. Ogni volta che vedono qualcuno ascoltare la Parola di Dio, temono che questa possa fare breccia nel cuore, risvegliandolo dal torpore spirituale, allora si prodigano per evitare che questo accada. Satana e i suoi angeli sono presenti perfino nelle chiese in cui si predica l’Evangelo, e mentre lo Spirito Santo cerca di toccare i cuori con il messaggio celeste, il nemico è all’erta per renderlo inefficace. Mentre Cristo attira le persone a sé con il Suo amore, Satana cerca di fare l’opposto, ossia sviare le persone distogliendole dal Salvatore per attirarle a sé, occupando la mente degli uomini con piani mondani, soldi facili, successo, vizi e peccati vari; inoltre coloro che sono in suo potere sono portati alla critica malevola, al giudizio e all’incredulità.
Purtroppo il nemico di Dio ha molti accoliti anche tra i sedicenti cristiani, i quali  senza rendersene conto aiutano il tentatore a soffocare il seme dell’Evangelo. Persino dal pulpito, che è un luogo sacro e che non dovrebbe mai esser usato per predicare messaggi profani, politici, cose frivole o sarcastiche, pettegolezzi e calunnie, può servire al nemico di Dio per portare via il seme della Verità. Quando ascoltiamo o usiamo un sermone per farne oggetto di critica o per mettere in rilievo difetti o per giudicare il predicatore, stiamo permettendo a Satana di portare via il seme della Parola. Quando il buon seme non trova posto per fare radici, Satana lo porta via.
E tu, hai mai sperimentato di essere la strada che non riceve il seme? O di seminare la Parola di Dio e vedere Satana portare via il seme gettato?
 

3 - IL SEME TRA LE ROCCE

Matteo 13:20, 21 «E quegli che ha ricevuto la semenza in luoghi rocciosi, è colui che ode la Parola e subito la riceve con allegrezza; però non ha radice in sé, ma è di corta durata; e quando venga tribolazione o persecuzione a cagione della Parola, è subito scandalizzato». 

Il seme che cade tra le rocce trova poco terreno e quindi non ha sufficiente profondità per radicarsi, ed anche se germoglia, non trovando nutrimento per sostenersi si secca e muore rapidamente. Allo stesso modo, molti di coloro che ascoltano o leggono la Parola di Dio restano affascinati dal personaggio Gesù, dalla Sua vita e dalle Sue gesta, ed alcuni credono in Lui fermamente, ma poi sono come il terreno roccioso: simili alle rocce coperte da un sottile strato di terra, per tanto questa Parola letta o ascoltata non ha radici per attecchire nel cuore. Credere in Gesù a livello concettuale non comporta grandi sacrifici o cambiamenti, mentre vivere come Lui comanda sì, ed è per questo che molti si arrendono ancor prima di iniziare il viaggio. L’io naturale o carnale non permette all’io spirituale di crescere e portare frutto: gli interessi terreni, i “piaceri” della vita e le passioni mondane prendono il sopravvento e tutto viene soffocato al più presto.
Molti di coloro che ascoltano gli appelli del Maestro, temporeggiano, poichè non sono poi così convinti di lasciare tutto quello che li seduce per seguire Gesù, e meno che mai prendono in considerazione ciò che la Parola esige da loro. Queste persone non sono disposte a riesaminare la loro vita alla luce della Scrittura e non si sottomettono a Dio completamente, non vogliono cambiare carattere ed abitudini, né eliminare i peccati che la Parola di Dio evidenzia loro. Le radici non trovano terreno per ancorarsi nel cuore, e la pianta si secca rapidamente.Il terreno roccioso rappresenta coloro che confidano in se stessi e non in Cristo, non hanno “radici in sé” perché non sono legati a Cristo. Ci sono poi anche quelli che accettano l’Evangelo e si battezzano per sfuggire alla morte eterna, i quali  frequentano anche la Chiesa pensando che le prove e le difficoltà saranno loro risparmiate, e finché tutto va bene nella vita sembrano anche dei veri cristiani, ma alla prima dura prova crollano, rinnegando quanto appreso. Così colui che “non ha radice in se, ma è di corta durata”, quando si scatena una «tribolazione o persecuzione a cagione della Parola, è subito scandalizzato» (Matteo 13:21). Quando la Parola di Dio mette in luce qualche peccato accarezzato o abitudine da correggere, esige anche il cambiamento e questo comporta rinunce e sacrificio. Purtroppo, per alcuni questo è un costo troppo elevato e uno sforzo troppo grande dover effettuare un cambiamento radicale della propria vita e così, guardando gli inconvenienti e le difficoltà presenti e le preoccupazioni terrene, finiscono per dimenticare le realtà eterne e continuano a vivere come hanno sempre vissuto… esattamente come i discepoli che voltarono le spalle a Gesù, sono pronti a dire: «Questo parlare è duro; chi lo può ascoltare? » (Giovanni 6:60).
Chi si professa cristiano o credente deve credere che Gesù Cristo gli darà la forza e le capacità necessarie per vincere su ogni peccato, ma se non ha una relazione personale con il Salvatore questo non accadrà mai. Una cosa è riconoscere l’azione dello Spirito Santo e un’altra è accettare la Sua opera di convincimento di peccato, pentimento ed abbandono dello stesso. Chi non e disposto a lasciarsi  trasformare dallo Spirito Santo a immagine e somiglianza di Gesù Cristo non potrà entrare nel regno di Dio. Cristo disse a Nicodemo:«Bisogna che nasciate di nuovo» e «Se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio». (Giovanni 3:7, 3). La vera santità è una consacrazione totale a Dio, poiché richiede una dedizione senza riserve, un servizio completo dove tutto il nostro essere: cuore, mente, anima, spirito e tutte le nostre facoltà ed energie sono rivolte a Lui e per la Sua opera. Chi vive per sé stesso non è cristiano e non è un vero discepolo. Lo stesso Gesù Cristo ci ha lasciato il Suo esempio: Egli ha lasciato il cielo e si è dato interamente per amore nostro… allo stesso modo coloro che accettano Cristo saranno pronti a sacrificare tutto per il loro Redentore. Un cristiano vive per onorare, glorificare e testimoniare Gesù Cristo, e questo sarà per lui una vera gioia ed il primo pensiero della giornata. Se amiamo Gesù vivremo per Lui e come Lui, e sarà un vero piacere per il credente osservare i Suoi comandamenti e lavorare per Lui, avendo come obiettivi gli stessi del Salvatore, che sono: amare, aiutare, sfamare, liberare, guarire e salvare quante più persone possibili. Ecco la vera religione di Cristo! Una semplice teoria della verità o una pseudo professione di discepolato non salverà nessuno e neanche noi stessi. Non potremo mai appartenere a Cristo o essere con Lui al Suo apparire se non ci diamo completamente a Lui in questa vita e senza riserve. Tutto quello che non raggiunge questo ideale è pura illusione di essere quello che non si è. 
E tu, hai calcolato il prezzo del tuo discepolato? Il tuo cuore è terreno fertile o roccia?
 
 

4 - IL SEME TRA LE SPINE

Matteo 4: 22 «Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l’inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa».

I semi lanciati sul terreno non sempre cadono nel posto giusto, a volte può accadere che cadano lungo la strada o tra le rocce, ma anche tra le erbacce o arbusti  spinosi. I rovi e le spine crescono spontanei e sono sempre pronti a invadere il campo, per tanto bisogna essere continuamente all’opera per eliminarli. I “rovi e le spine” rappresentano l’opera di Satana, il quale invade la mente ed il cuore con il peccato e le preoccupazioni o sollecitudini della vita, e con tutte quelle malsane abitudini che soffocano la verità. Le spine del peccato crescono in qualunque suolo senza bisogno di cure, mentre il seme della grazia va coltivato con pazienza e perseveranza.Se il cuore e la mente non sono costantemente sottomessi al potere e all’azione dello Spirito Santo, il quale è intento ad affinare e nobilitare il carattere, le malsane abitudini si ripresenteranno sempre nella vita, soffocando o fagocitando quelle positive. Possiamo anche dire di credere in Dio, ma se non veniamo rigenerati e trasformati a Sua immagine, a nulla serve credere soltanto concettualmente. Il peccato deve essere sconfitto e debellato, prima che esso sconfigga noi. Cristo ha specificato quali siano i pericoli  che corriamo nel racconto di Marco, e sono:  «le cure mondane e l’inganno delle ricchezze e le cupidigie delle altre cose» (Marco 4:19); Luca 8:14: «Quello che è caduto tra le spine sono coloro che ascoltano, ma se ne vanno e restano soffocati dalle preoccupazioni, dalle ricchezze e dai piaceri della vita, e non arrivano a maturità». Molti seguaci di Cristo dimenticano velocemente le Sue promesse, non hanno sufficiente fiducia nella presenza del Signore e nelle continue premure che Lui ha per ognuno di noi, così facendo si separano da Cristo e provvedono da se stessi ai loro bisogni.
Sono in molti a lasciarsi assorbire e soverchiare dagli impegni quotidiani come: accudire la casa, i figli, impegni scolastici, lavorativi, spesa, bollette da pagare e molto altro, tanto da non  trovare più tempo per la preghiera e lo studio quotidiano della Parola, nel cercare e servire Dio. Così facendo le ricchezze celesti e i valori eterni passano in secondo piano, mentre quelli mondani prendono il primo posto. Ecco come le spine soffocano la Parola; l’anima cessa di attingere nutrimento da Cristo e la vita spirituale si estingue rapidamente. L’amore per le ricchezze, l’accumulare case, terreni, auto di lusso, yacht e conti in banca da capogiro ed altro ancora, esercita un potere che infatua, inganna e intrappola le persone. Dimentichiamo troppo spesso che ogni donazione o bene terreno che abbiamo proviene dalla mano di Dio, è una Sua donazione e non ci è stato dato per fini egoistici o per vanagloria, ma per essere riconoscenti e grati al Signore per come Lui provvede per noi e non solo, visto che, con quello che Dio ci concede, lo dobbiamo usare anche per provvedere per coloro che sono nel bisogno. Giacomo 2: 14-16 «A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve?  Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta».
Inoltre il pericolo più grosso lo corrono i giovani, i quali sono sempre alla ricerca “dei piaceri della vita”, ossia nel divertimento e nello sballo a tutti i costi, con le grandi abbuffate e bevute, con l’uso di sostanze eccitanti… fumo,  droghe,  scommesse,  giochi d’azzardo e molte altre cattive abitudini edonistiche che indeboliscono le energie fisiche, offuscano la mente, intorpidiscono lo spirito e sono: «carnali concupiscenze che guerreggiano contro l’anima» (1 Pietro 2:11). Tutti questi “arbusti spinosi” servono a Satana per irretire l’anima ed allontanarla da Dio e dalla vita eterna; ecco perché la Scrittura ci avverte: 1 Giovanni 2:15, 16 «Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amor del Padre non è in lui. Poiché tutto quello che è nel mondo: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita non è dal Padre, ma è dal mondo». 
Luca 21:34 «Badate a voi stessi, perché i vostri cuori non siano intorpiditi da stravizio, da ubriachezza, dalle ansiose preoccupazioni di questa vita e che quel giorno non vi venga addosso all’improvviso come un laccio».
1Timoteo 6:9,10 «Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione.  Infatti l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori»
E tu, hai mai sperimentato l’essere stato “soffocato” da Satana e dalle sue concupiscenze mortali? Quali rimedi hai adottato?

5 - IL SEME CADUTO NELLA BUONA TERRA

Luca 8:15 « E quello che è caduto in un buon terreno sono coloro i quali, dopo aver udito la parola, la ritengono in un cuore onesto e buono, e portano frutto con perseveranza».

Eccoci giunti all’ultimo terreno della parabola. Il Salvatore disse che il seme caduto nella buona terra è: «colui che ode la Parola e l’intende; che porta del frutto e rende l’uno il cento, l’altro il sessanta e l’altro il trenta» (Matteo 13:23). Il “cuore onesto e buono” di cui parla la parabola non è un cuore senza peccato, ma è un cuore onesto, perché si riconosce peccatore e si lascia convincere dallo Spirito Santo, confessando le proprie colpe. Questo cuore sente il bisogno dell’amore divino e nutre il sincero desiderio di conoscere la verità per obbedire ad essa. Isaia 66:2…. «Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla mia parola». Il cuore buono è un cuore che si fida della Parola di Dio, ossia ha piena fiducia in Dio e in quello che Dio farà per Lui, poiché senza fede è impossibile piacere a Dio: «chi s’accosta a Dio deve credere ch’Egli è, e che è il rimuneratore di quelli che lo cercano» (Ebrei 11:6).
Gesù sottolinea un aspetto molto importante ed è: «Ma quei che ha ricevuto la semenza in buona terra, è colui che ode la Parola e l’intende» (Matteo 13:23). Ascoltare la Parola e viverla sono due cose diametralmente opposte: solo chi ascolta e riceve la Parola come voce di Dio che gli parla personalmente imparerà davvero e, solo chi apre il cuore e la mente per capirla e metterla in pratica gusterà la vita eterna. Non basta semplicemente ascoltare o leggere la Parola è necessario meditare su di essa con viva attenzione e preghiera, solo allora le parole della verità diventeranno spirito e vita, altrimenti resteranno lettera morta. Solo coloro i cui pensieri diventeranno nobili, santi ed elevati, derivanti dalla comunione con Dio e dallo studio delle Scritture, potranno manifestare i “frutti ”. Coloro che hanno udito la Parola ed obbediscono senza temporeggiare, mieteranno abbondanti raccolti, poiché si vedranno le opere buone che accompagnano un vero credente e sono: un carattere rinnovato, una vita cristiana vittoriosa sul peccato e zelanti nel servizio altruistico. Inoltre, nessuno di coloro che accettano la Parola di Dio sarà affrancato dalle prove e dalle difficoltà, poiché queste si presenteranno nella vita di ognuno di noi; anche se non sempre comprendiamo appieno i motivi del perché Dio permetta che questo avvenga, però sappiamo per certo che i disegni divini a nostro riguardo sono per il nostro bene. Ogni credente è consapevoli del fatto che la vita spirituale si fortifica nel conflitto e tra mille avversità. Inoltre, sappiamo anche che ci stiamo avvicinando velocemente al ritorno di Cristo, e la generazione che incontra il Signore, passerà per il più arduo crogiuolo della storia. Daniele 12:10 «Molti saranno purificati, imbiancati, affinati; ma gli empi agiranno empiamente e nessuno degli empi capirà, ma capiranno i saggi». Isaia 48:10 «Ecco, io ti ho voluto affinare, ma senza ottenere argento; ti ho provato nel crogiuolo dell’afflizione». Dobbiamo maturare nella prova e nella perseveranza proprio come fanno gli agricoltori. Bisogna imparare a coltivare il cuore come un terreno, il quale deve essere arato e questo comporta un profondo pentimento dei peccati.
Serve che siano estirpate le erbacce o arbusti spinosi che sono le malvagie tendenze naturali del cuore e le cattive abitudini o tentazioni con le quali Satana vuole soffocare la Parola, le quali si possono vincere solo nel nome e con la potenza di Gesù e non con le nostre sole forze. Giacomo 5:7 «Ecco, l’agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione». Allo stesso modo il cristiano deve attendere con pazienza il frutto della Parola di Dio nella sua vita. Il nostro compito è di accettare la Parola di Dio, aggrappandoci fermamente ad essa e sottomettendoci pienamente al suo controllo. Gesù disse: « Se uno mi ama osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui » (Giovanni 14:23). Non vivremo più egoisticamente per noi stessi, ma per Cristo e, sarà Lui a vivere in noi riproducendo la Sua stessa vita, poiché avremo la Sua mente! Il Suo carattere sarà riflesso in noi e così porteremo i frutti dello Spirito Santo “qual trenta, qual sessanta e qual cento”. Il compito dei seminatori è di preparare i cuori a ricevere l’Evangelo. C’è bisogno di operai che mettano mano all’aratro della verità per dissodare terreni incolti, ossia predicare il Vangelo dove questo non è ancora arrivato e salvare quante più persone possibili. Per fare questo servono operai preparati che destino l’interesse per le grandi verità contenute nella Parola e sul destino eterno che ci attende. Il cuore di molti è indurito come un sentiero calpestato e potrà sembrare persino inutile predicare il Cristo a queste persone, ma dove falliscono i nostri ragionamenti, vince l’amore di Cristo, che è il solo che potrà intenerire un cuore di pietra e permettere al seme della verità di attecchire. I seminatori dovranno fare in modo che il seme non rimanga soffocato dalle spine o muoia per la poca profondità del terreno. I piaceri del mondo, le ansie o le preoccupazioni saranno scalzate e perderanno la loro attrattiva; Satana sarà cacciato via e solo così la pianta potrà crescere portando frutto alla gloria di Dio.
E tu, quale terreno sei? Inoltre, hai mai seminato: come e dove?
 
 

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