LA FAMIGLIA CRISTIANA

Il matrimonio è un’istituzione voluta da Dio e stabilita in Eden, ed è un’unione d’amore fra un uomo e una donna che dovrebbe durare per tutta la vita, secondo l’ideale di Dio. Per i cristiani il matrimonio è un avvenimento serio e molto importante, poiché cambia la vita, e l’impegno che prendiamo non è solo con il coniuge, ma anche con Dio, visto che a Lui dobbiamo rendere conto anche del rapporto di coppia e dell’educazione dei figli. Il matrimonio cristiano è un contratto indissolubile che si contrae tra due persone che condividono la stessa fede e percorso di vita. Prima di arrivare a sancire l’unione tra marito e moglie è bene verificare se ci sono i presupposti per creare una famiglia stabile e duratura. Gli elementi essenziali che devono essere sempre presenti nella coppia sono: il rispetto, l’intesa, l’onore, la pazienza, la tolleranza e l’amore, che non è solo l’infatuazione iniziale. La relazione tra l’uomo e donna deve riflettere la stessa relazione che c’è fra Cristo e la sua Chiesa, dove l’amore, la spiritualità, la santità e l’intimità sono alla base della relazione. Nella famiglia cristiana il divorzio non è contemplato, tuttavia Gesù lo permise in caso di fornicazione o adulterio. Purtroppo alcuni rapporti coniugali non rispettano l’ideale di Dio, e quando ci si allontana dal Signore e dalle Scritture si corre il rischio che degenerino. Una buona terapia di coppia con un ministro di culto, e con la guida dello Spirito Santo si può ripristinare la pace e la presenza del Signore nella coppia. Dio benedice le famiglie dove i suoi membri si sostengono a vicenda e dove i genitori educano i loro figli ad essere persone che si distinguono nella società: per buona educazione e buona morale cristiana, poiché ubbidiscono al Signore. Le coppie che con il loro esempio e con le loro parole insegnano ai figli che Cristo è un Maestro affabile, affettuoso, tenero, pieno di attenzioni e compassioni per loro, il Quale vuole che anch’essi diventino Suoi figli e membra del Suo corpo che è la Chiesa o famiglia di Dio, saranno famiglie benedette!

In questo studio vedremo:

 

1 - L'ISTITUZIONE DEL MATRIMONIO

A. Cosa istituì Dio nell’Eden?

Genesi 2:24 «Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una sola carne».

Il sabato e il matrimonio furono istituiti da Dio e donati alla famiglia umana, subito dopo la creazione. Il loro scopo era quello di deliziare l’umanità con la gioia del riposo e dell’essere coppia, poiché ogni essere vivente ha bisogno di amare ed essere amato. Il Signore ha ideato il nucleo familiare perché è il contesto ideale nel quale crescere e sviluppare la propria personalità, individualità, moralità ed autostima, mentre si riceve una giusta educazione e formazione sociale e religiosa. Nell’istituire il sabato, Dio dona un tempo nel quale riposarsi e rigenerarsi, ma non solo fisicamente, soprattutto spiritualmente, poichè è un tempo di speciale comunione con il Creatore e Padre della vita. Nel formare la prima famiglia, Dio crea la prima cellula sociale, nella quale i componenti interagiscono e cooperano per il bene reciproco e nella quale ognuno ha un suo ruolo specifico. Nella coppia i coniugi si sostengono, si apprezzano, si confortano e si prendono cura l’uno dell’altro.

 

 


B. Perché Dio crea Uomo e Donna?

Genesi 1:26,27 «Poi Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza» e così «Dio creò l’uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina».

Il termine uomo è utilizzato in senso generico, si potrebbe anche tradurre con umanità, poiché include sia l’uomo che la donna. Sarebbe un errore pensare che l’uomo sia stato creato a immagine di Dio, mentre la donna a immagine dell’uomo. Proprio come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono Dio, così l’uomo e la donna insieme formavano «l’uomo». Siamo stati creati uguali, con la stessa dignità, ma non abbiamo le stesse mansioni o ruoli (1 Cor 11:3). Seppur la costituzione fisica dell’uomo e della donna sono diverse, di fatto siamo complementari per funzioni, capacità e siamo tenuti a cooperare. Dio ha creato la coppia con un orientamento sessuale preciso, dove l’uomo è attratto dalla donna e viceversa, aventi la capacità di generare e riprodursi; ecco perché Dio ha creato due generi sessuali. L’uguaglianza tra i due generi è fuori da ogni discussione, poiché entrambi sono essenziali e indispensabili l’uno per l’altro. Adamo, subito dopo esser stato creato, guardandosi attorno scopre di essere incompleto, si sente solo, e non trova nessuno simile a lui. Genesi 2:20 «L’uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi; ma per l’uomo non si trovò un aiuto che fosse adatto a lui». Dio è consapevole di questa mancanza, infatti Egli stesso dice: «Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui» (Gn 2:18). La parola ebraica neged, tradotta «adatto», è un termine che significa: «opposto a, corrispondente a…». Adamo doveva ricevere qualcuno che lo complementasse. Così Dio, fa «cadere un profondo sonno sull’uomo», prende «una delle costole di lui» (vv. 21,22), e forma Eva. Come Adamo si risveglia, riconosce subito la stretta e intima relazione con la donna appena creata, per questo esclama: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo» (Gn 2:23 – 1 Cor 11:8). Ma perché Dio sceglie una costola e non un osso della testa o del piede? Proprio perché dovevano essere uno al fianco dell’altro, con pari dignità e nessuno dei due avrebbe comandato o sarebbe stato sottomesso all’altro. Purtroppo il peccato ha infranto questa uguaglianza.

 


C. Quali sono gli elementi utili per un solido matrimonio?

 

Il matrimonio è di fatto un’unione d’amore e questo significa che contraendo matrimonio bisogna escludere qualunque tipo d’interesse egoistico che possa creare degli squilibri tra le parti. Un buon rapporto di coppia si basa su cinque elementi fondamentali che sono: accordo d’intenti, amore, sesso, dialogo e apprezzamento, intesa spirituale.

 

 

 

 

1. ACCORDO D’INTENTI

1 Corinzi 7:3,4 «Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito. La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie».

I rapporti che regolano la relazione tra marito e moglie dovrebbero basarsi sul rispetto e amore vicendevole. Nella coppia bisogna imparare a donarsi all’altro, come valido sostegno e non come stampella, dove ogni decisione è presa di comune accordo e nell’interesse reciproco. Una coppia per durare nel tempo deve avere interessi simili, obiettivi comuni e qualora ci sono punti di vista diametralmente opposti è indispensabile venirsi incontro, parlare e confrontarsi, prendendo sempre decisioni equilibrate per il bene comune. Non bisogna mai prevaricare o imporre la propria idea, o prendere decisioni tenendo l’altro all’oscuro.

 

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2. AMORE

1Corinzi 13: 4-7 «L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa».

Tutti gli essere umani hanno bisogno di amore. L’amore di cui parla la Bibbia non è di certo l’infatuazione iniziale che attira due persone una verso l’altra e nemmeno i gesti romantici, che hanno comunque il loro valore. Ma che cosa intende Dio con amore?  Lo stesso amore che ha avuto il Signore per noi, nel donarsi senza riserva, tanto da morire al posto nostro. L’amore ci spinge a mostrare vero e sincero interesse per il benessere dell’altro, mettendo il nostro io in secondo piano. L’amore nella coppia è fatto anche di piccoli gesti, carinerie, cortesia, complimenti, affettuosità, ma è soprattutto fedeltà reciproca e sapersi venire incontro nelle difficoltà, avversità o malattie; ma è anche perdonarsi e saper sopportare i difetti dell’altro amandolo per come è, senza volerlo cambiare. L’amore, quello autentico, viene fuori con il tempo, quando gli anni passano e la bellezza svanisce, solo allora si capisce che la mancanza dell’altro è un vuoto che non si può colmare con chicchessia. Purtroppo la parola amore oggi è usata a sproposito, in alcuni casi si usa il coniuge come un oggetto per le proprie esigenze e soddisfazione personali, e questo non è di certo l’amore di cui parla Dio. Amore significa: ricercare il bene e la fe­licità dell’altro, senza nulla a pretendere.

 

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3. SESSO

Ebrei 13:4 «Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti e il letto coniugale non sia macchiato da infedeltà; poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri».

Il sesso è una componente molto importante del matrimonio. Dio stesso lo ha creato e non solo con lo scopo di procreare, ma anche perché costituisse l’espressione sublime della pienezza dell’amore. Il sesso è riservato solo ed esclusivamente a coppie formate da uomo e donna che sono sposate. Il Signore si aspetta che i cristiani sposati siano leali al coniuge e fuggano via dalla tentazione di avere rapporti sessuali fuori dal matrimonio. Un vero cristiano non commette adulterio o fornicazione. La Bibbia è molto chiara su questo argomento e coloro che praticano l’immoralità sessuale, «non erediteranno il Regno di Dio» (1 Corinti 6:9,10). Per immoralità sessuale la Bibbia intende: rapporti sessuali tra persone non sposate tra loro, con persone dello stesso sesso, rapporti incestuosi o parentali, con animali o bambini. La sessualità è un elemento di profonda delicatezza, che ha implica­zioni sentimentali, sociali, etici e spirituali, ed è per questo che Dio l’ha riservata esclusivamente nella sfera del matrimonio.

 

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4. DIALOGO E APPREZZAMENTO

Romani 12:10 «Quanto all’amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all’onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente».

Filippesi 2:3 «Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso».

Prima o poi in ogni coppia sorgeranno delle incomprensioni o situazioni di non sempre facile soluzione, e questo perché il matrimonio unisce due persone che hanno diversa personalità e caratteri, differenti culture e vissuto. Inoltre bisogna tenere in conto che le donne in genere amano esternare i propri sentimenti e amano parlare, poiché attribuiscono al dialogo molta importanza che le rassicura e le fa sentire amate. Non è così per gli uomini, che sono molto meno propensi a parlare dei propri sentimenti, essendo per natura più istintivi e pragmatici; l’uomo di fronte ad un problema, tendenzialmente preferisce trovare soluzione immediata, senza perdersi in discorsi. Le coppie formate da persone avvedute, noteranno i bisogni e i sentimenti dell’altro e non li sottovaluteranno. Proverbi 16:20 «Chi presta attenzione alla parola se ne troverà bene, e beato colui che confida nel Signore!». Un buon marito deve saper ascoltare e rassicurare la propria moglie, facendole capire che per lui le sue opinioni e sentimenti sono importanti. 1Pietro 3:7 «Anche voi, mariti, vivete insieme alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più delicato. Onoratele, poiché anch’esse sono eredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite». La moglie, a sua volta, cercherà di capire il parere del marito, tenendolo in considerazione. Quando marito e moglie comprendono qual è il ruolo che Dio ha assegnano all’interno della coppia, e lo apprezzano, la loro unione diventa indissolubile. Altro aspetto importante all’interno di una coppia che dialoga per appianare le divergenze e per una buona intesa o riuscita del matrimonio, è la preghiera. Molte delle soluzione che cerchiamo per avere un matriomonio felice sono nelle mani di Dio, ed è per questo che è importante dialogare a tre. Ecclesiaste 4:12 «Se uno può sopraffare chi è solo, due gli possono resistere; una corda a tre capi non si rompe tanto presto». Nella coppia è fondamentale sapersi apprezzare, valorizzare. Purtroppo è molto più facile puntarsi il dito contro e rimproverarsi le cose negative, quando invece bisognerebbe fare il contrario, ossia riconoscere le cose positive e complimentarsi l’un l’altro. 

 

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 5. INTESA SPIRITUALE

Filippesi 2:2 «rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento».

La Parola di Dio esorta i credenti a contrarre matrimonio tra persone che condividano la stessa fede. 2 Corinzi 6: 14 «Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo diverso, perché quale relazione c’è tra la giustizia e l’iniquità? E quale comunione c’è tra la luce e le tenebre?». E questo per evitare inutili polemiche o contese; purtroppo quando si hanno fedi diverse i problemi sorgeranno inevitabilmente e si ripercuoteranno non solo all’interno della coppia, ma anche sui figli e sulla loro educazione. Anche se siamo persone differenti e con opinioni diverse, il Signore ci consiglia di divenire “una stessa carne”, ossia a essere uniti nei pensieri e negli intenti, ma soprattutto ad avere una stessa fede e la “mente di Cristo” (1Corinzi 2:16), ad essere persone spirituali. Efesini 4:5 «V’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo». Ma cosa si intende per spirituale o spiritualità? Il termine “spiritualità” rimanda alla parola “spirito”, che indica tutto ciò che ha a che fare con lo “spirito”, con il divino o trascendente. Una persona spirituale, secondo l’accezione biblica, è attratta da Dio e desidera piacere a Lui, mettendo in pratica tutti i Suoi insegnamenti; inoltre è disposta a lasciarsi plasmare e guidare dallo Spirito Santo (Romani 8:5; Efesini 5:1), per divenire come Gesù, riflettendo il Suo stesso carattere. Per spiegare cos’è la spiritualità e bene vedere cosa non lo è. Ad esempio… 1 Corinzi 2:14 «Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano spiritualmente.  L’uomo naturale o carnale non accetta le cose spirituali o gli insegnamenti di Dio, vive secondo i propri desideri e istinti che lo portano ad avere una pessima moralità. Galati 5:16-22 «Or io dico: Camminate secondo lo Spirito e non adempirete i desideri della carne, la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito, e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; e queste cose sono opposte l’una all’altra, cosicché voi non fate quel che vorreste. Ma se siete condotti dallo Spirito, voi non siete sotto la legge. Ora le opere della carne sono manifeste e sono: adulterio, fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, magia, inimicizie, contese, gelosie, ire, risse, divisioni, sette, invidie, omicidi, ubriachezze, ghiottonerie e cose simili a queste, circa le quali vi prevengo, come vi ho già detto prima, che coloro che fanno tali cose non erediteranno il regno di Dio. Ma il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo».

2 - L'INDISSOLUBILITÀ DEL MATRIMONIO

A. Perché il matrimonio è il fondamento della famiglia?

Genesi 2:24 «L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne»

Dio tramite la diversità sessuale tra maschio e femmina, giunge all’unità e complementarietà della coppia. In Eden, subito dopo che Eva è stata tratta da Adamo, viene celebrato il primo matrimonio della storia, e i due diventarono una cosa sola. Da allora e per tutte le generazioni a seguire, Dio stabilisce il matrimonio come fondamento della famiglia, e la famiglia come base della società. Il testo di Genesi 2:24 evidenzia tre elementi del matrimonio, che sono: distacco, unione, stessa carne. Dove il distac­co rappresenta le nozze; l’unione rappresenta l’amore; la stessa carne rappresenta l’intimità.

1. Distacco.  Con questo termine si intente: lasciare la famiglia di origine, il nido dove si è cresciuti per crearsi una propria famiglia. Questo distacco non vuol dire abbandonare i propri genitori, ma tagliare il cordone ombelicale che ci lega a loro, è indispensabile «lasciare» i genitori per «unirsi» o congiungersi all’altro; senza questo processo non può esserci il matrimonio.

2. Unione o attaccamento. Il termine ebraico tradotto con «si unirà» deriva da una parola che significa «attaccarsi a, legarsi a, congiungersi a, saldare» (Is 41:17). La forza di questa unione e l’intimità che c’è nella coppia è paragonabile a quella di Dio con il Suo popolo. Nella Bibbia l’impegno o la promessa con i quali i coniugi si legano l’un l’altro, è detta «alleanza o patto». La relazione tra marito e moglie deve essere plasmata secondo il patto eterno che Dio ha stabilito con il Suo popolo o Chiesa (Ef 5:21-33). Così come Dio è fedele nelle Sue promesse, allo stesso modo i coniugi cristiani saranno reciprocamente fedeli per tutta la durata della loro vita, solo la morte può scioglierli dal vincolo o patto matrimoniale. Romani 7:2 «Infatti una donna sposata è per legge legata al marito finché egli vive, ma se il marito muore, ella è sciolta dalla legge del marito». La promessa o impegno che viene presa in terra è sancita anche in cielo. Matteo 19:6 «Quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi». Ogni tentativo di rompere questo patto o unione nuocerà ad entrambi, perché avrà ripercussioni legali e spirituali. L’unione rappresenta l’amore, e quando l’amore è costante, unisce gli sposi. Del resto non avrebbe nessun senso contrarre matrimonio fra due persone che non si amano.


3. Una sola carne. Questa unione abbraccia svariate sfere, poiché non è solo un’unione fisica o sessuale, ma è anche sul piano mentale, emotivo e spirituale. Per diventare una carne sola, è necessario che le due persone prima si frequentino a lungo per conoscersi nel profondo, solo così possono diventare complementari e completamente fedeli l’uno all’altro. Quando due persone si sposano, si è anche pronti ad accettare qualsiasi cosa possa accadere al proprio coniuge, sia in bene che in male. Coloro che si sposano affermano la volontà di restare uniti in qualsiasi circostanza, anche se sopraggiunge una malattia invalidante o un tracollo finanziario. La coppia condivide tutto e non solo i beni materiali, ma anche le speranze, i sogni, le gioie, gli obiettivi, le paure, le delusioni, gli insuccessi e peggio ancora i fallimenti. “Diventare una sola carne” significa che i due diventano una sola persona, una sola anima e un solo spirito pur rimanendo due persone differenti. Inoltre nell’intesa sessuale bisogna evitare egoismi ed ec­cessi di qualsiasi genere.

 

 


B. Quali eccezioni sono tollerate nella Bibbia?

Marco 10:7-9 «Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie; e i due diverranno una stessa carne; così non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha unito!».

Nel piano di Dio il matrimonio è indissolubile. Tuttavia nel caso in cui la convivenza di due coniugi si renda impossibilitata ad andare avanti, il divorzio, come scelta di male minore, può essere accet­tabile. Ma non è biblicamente consentito un nuovo matrimonio, e meno che mai una convivenza con un altro coniuge. Il matrimonio è sacro perché Dio l’ha consacrato, è Lui che unisce un uomo ed una donna convertendoli in marito e moglie, non è certo l’uomo e nemmeno l’atto sessuale. Ma quand’ è che è possibile divorziare? Vediamo cosa dice il Signore. Quando i farisei chiesero a Gesù se: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?» (Mt 19:3). Egli risponde loro che il modello originale del matrimonio nell’Eden prevedeva un’unione eterna. I farisei non contenti incalzarono Gesù, facendogli notare che nella legge mosaica era previsto il divorzio, ma Gesù rispose: «Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così» (Mt 19:8). Poi continua, affermando che la sola ragione legittima per il divorzio è l’infedeltà sessuale (Mt 19:9). Matteo 5:32 «Ma io vi dico: Chiunque manda via la propria moglie, eccetto in caso di fornicazione, la fa essere adultera; e chiunque sposa una donna ripudiata, commette adulterio». La risposta di Gesù ai farisei sottolinea che la fedeltà è un vincolo ed un principio fondamentale, non basta uno screzio o un’incomprensione per abbandonare il proprio coniuge o tetto coniugale, le ragioni per divorziare devono essere più solide, e l’unica consentita è il tradimento o adulterio di uno dei due. Inoltre, anche in caso di infedeltà di uno dei coniugi non necessariamente si deve decretare la fine del matrimonio. Il Signore ci incoraggia a perseguire nel dialogo o confronto, e in un possibile chiarimento che potrebbe salvare il matrimonio. Un cristiano anche se viene tradito deve essere pronto a perdonare e ristabilire il rapporto, ovviamente la controparte deve essere profondamente pentita. Anche in caso di adulterio il coniuge ferito dovrebbe continuare a perseguire il desiderio originale di Dio, tramite il perdono e la riconciliazione cristiana. Sebbene l’ideale divino per il matrimonio è un’unione permanente e amorevole fino alla morte di uno dei coniugi, a volte è necessaria la separazione legale, come per esempio nell’abuso fisico, violento o vessatorio sul partner o sui figli. Una separazione o un divorzio per motivi come la violenza fisica e non per adulterio, non conferisce il diritto biblico di risposarsi, a meno che l’altro coniuge si sia risposato o abbia commesso fornicazione o sia deceduto.

3 - LA FAMIGLIA CRISTIANA

A. Il ruolo dei genitori

Genesi 1:28 «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta»

Adamo ed Eva furono la prima famiglia della storia, la prima chiesa e l’inizio della società. Dio diede a loro il dominio sul mondo (Gn 1:26; 2:15) e il compito di riempire la terra. La società è dunque costruita sul matrimonio e sulla famiglia. Anche se le statistiche demografiche ci segnalano che la terra non è più vuota, ma al contrario è sovrappopolata, e più che sottomessa è depauperata a causa del peccato e dell’incuria umana, l’ideale divino è sempre attuale. Tutte le coppie cristiane che decidono di mettere al mondo dei figli hanno l’obbligo di crescerli nella conoscenza e nel timore del Signore (Ef 6:4).

 

 

 

1. Il ruolo del padre.

La Bibbia accorda al marito o al padre la responsabilità di essere  il capo famiglia e sacerdote della stessa. Colossesi 3:18-21 «Mogli, siate sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. Mariti, amate le mogli e non v’inasprite contro di loro. Figli, ubbidite ai genitori in ogni cosa, poiché questo è accettevole al Signore. Padri, non provocate ad ira i vostri figli, affinché non si scoraggino». Il padre o marito è un tipo di Cristo.  «Il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, lui, che è il Salvatore del corpo. Ora come la chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa. Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata lavandola con l’acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile. Allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli, come la loro propria persona» (Ef 5:23-28). Come Cristo dirige la Chiesa provvedendo ad essa, allo stesso modo il marito dovrebbe dirigere la famiglia, e come marito, moglie e figli sono “sottomessi” all’autorità divina, allo stesso modo la famiglia ha per capo l’uomo, e questo non mette il marito in una posizione di comando, ma di servizio e responsabilità maggiore. Come Cristo ha dimostrato una sovranità amorevole tale da umiliarsi e farsi uomo e servo sofferente, così i componenti della famiglia hanno un proprio ruolo in umiltà e sottomissione all’interno del nucleo familiare. I figli devono imparare ad ubbidire alle regole dei genitori, la madre deve ricoprire il suo ruolo nella società e in casa, mentre il marito deve provvedere e guidare la famiglia con spirito di sacrificio. La sottomissione non deve essere intesa come signoreggiare o tiranneggiare sull’altro, ma al contrario, vuol dire essere dall’altro protetti e guidati. Quando i mariti o padri compiono i propri doveri verso le loro mogli e figli, devono mettere in pratica la loro autorità con la stessa tenerezza, dolcezza e compassione che Cristo ha verso i membri della Sua chiesa. Un buon padre o marito deve essere anche un buon sacerdote della famiglia, il suo compito è radunarla all’inizio di ogni giorno per affidarla alle cura del Signore, e alla fine della giornata guidarla nella lode e nel ringraziamento per le benedizioni ricevute. In ogni nucleo cristiano dovrebbe esserci il culto di famiglia, che è un momento di aggregazione che unisce, rinsalda e rafforza la sana spiritualità. Un padre avveduto trascorrerà del tempo con i propri figli: ascolterà le loro esigenze, li seguirà nella loro formazione educativa, scolastica, sportiva e religiosa. Passare del tempo con i propri figli è una buona abitudine che un genitore non dovrebbe far mancare mai, meglio ancora se questo tempo si trascorre immersi nella natura. Un figlio ha bisogno di avere come modello educativo e comportamentale la figura paterna, un bambino può imparare molte cose dall’educazione e dalle regole che gli vengono  impartite dal padre, come per esempio il rispetto, l’amore per la madre, l’amore per Dio e la Chiesa, l’importanza della preghiera, l’amore per gli altri, il servizio, come eseguire dei piccoli lavori e molto altro. Ma se il marito o padre non è mai a casa, o preferisce passare del tempo con gli amici o altrove, priverà i figli di queste gioie e del suo affetto.

2. Il ruolo della madre.

Il ruolo della madre all’interno della famiglia ha varie sfaccettature, che solo una donna può assolvere. Questa figura voluta e creata da Dio è il pilastro portante della famiglia, in quanto è più propensa a saper amministrare le risorse, le finanze, la casa; una madre è più sensibile ed attenta nel vedere e provvedere ai bisogni dei singoli. Sovente è la psicologa dei figli e loro educatrice, poiché li guida nella scelte e li segue nelle cose da fare; ma è anche l’angelo custode che si prende cura di loro quando questi si ammalano. Una madre si porta in grembo un figlio, lo allatta, lo svezza e mentre fa tutto questo, ha anche impegni lavorativi e casalinghi da svolgere, una vera manager per scelta e per natura. Dio le ha assegnato un compito molto importate che è quello di plasmare il carattere dei figli, per renderli partecipi alla vita eterna. Essere madri, mogli e donne in carriera nel ventesimo secolo non è sempre facile, ma è un’avventura affascinante, un lavoro appassionante. Ma può essere un compito ingrato o opprimente? No di certo! È una splendida possibilità lasciare un’impronta nella storia. Nella Bibbia la procreazione era una responsabilità condivisa, e questo è valido per ogni tempo…e non solo per la decisione di mettere al mondo dei figli, ma anche per la loro crescita ed educazione. I genitori hanno grandi responsabilità davanti a Dio per come crescono i figli. «Ecco, i figli sono un dono che viene dal Signore; il frutto del grembo materno è un premio» (Sal 127:3).

4 - EDUCARE I FIGLI

A. Cosa deve fare un buon genitore?

Efesini 6:4 «E voi, padri, non irritate i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’istruzione del Signore».

1. Impegno. Ogni buon genitore cristiano, oltre all’impegno di servire Dio e di prendersi cura del coniuge, ha l’obbligo e la responsabilità di accudire i figli che ha messo al mondo. I genitori hanno come compito quello di allevare i figli nel miglior modo possibile, cercando nel limite delle possibilità di non fargli mancare nulla, e tutto questo senza offuscare la propria esistenza o carriera, poiché il benessere dei figli comincia ancor prima della loro nascita. Sapevate che il feto nel grembo materno percepisce gli influssi prenatali che influiscono in maniera prorompente sulla salute spirituale, mentale e fisica?

 

2. Amore. Ovviamente l’amore che un genitore riversa sui figli dovrebbe essere incondizionato. Un figlio che si sente amato e voluto svilupperà un buon carattere, una sana autostima e una salute emotiva che lo renderà un adulto sereno ed equilibrato. Mentre i figli che non ricevono affetto o si sentono rifiutati o non importanti, crescendo cercheranno di colmare quel vuoto tramite comportamenti dannosi o lesivi per se stessi e per la società; inoltre un figlio che si sente indesiderato o non amato, da adulto tenderà a rifiutare Dio.  Per contro, i figli che hanno ricevuto l’amore dei loro genitori avranno ottime relazioni con il mondo circostante, sapranno amare Dio, gli altri e se stessi. É molto importante, anzi indispensabile inondare i figli di amore ed affetto, non facendogli mancare mai gesti di stima, simpatia, abbracci e baci, poiché questa è la migliore terapia che esista. 

 

 

3. Doveri spirituali. Una delle priorità dei genitori cristiani, è quella di educare i figli nella conoscenza di Dio e della Sua Parola, poiché la crescita spirituale è fondamentale. I genitori cristiani, seguendo l’esempio biblico di Giuseppe e Maria che presentarono Gesù al Tempio (Lc 2:22-39), dovrebbero fare altrettanto. Quando nasce un figlio, è buona abitudine presentare il pargolo al Tempio, per ricevere la benedizione e per ringraziare Dio, oltre che consacrare il figlio al Signore, impegnandosi a farlo crescere nei principi cristiani. I bambini devono trovare i loro spazi nella chiesa, e coloro che sono preposti come educatori spirituali si impegneranno a farli sentire parte del popolo di Dio, guidandoli attraverso programmi educativi o ludici a loro dedicati secondo le fasce di età. La formazione spirituale che il bambino riceve non è solo quella comunitaria, ma è soprattutto quella familiare. I genitori devono impartire ai propri figli la spiritualità in un crescendo continuo, fatto di tappe evolutive fino alla maggiore età, ed è per questo che il culto di famiglia alla sera è propedeutico a questa formazione. Il Signore ordina: «Li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città» (Dt 6:7-9; 11:18).

 

4. Doveri sociali. I genitori si impegneranno a dare ai loro figli una buona educazione e disciplina comportamentale, l’ubbidienza ed il rispetto, poiché il Signore dice: Proverbi 22:6  «Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà».  Ma in cosa consiste l’educazione? La disciplina è un processo di formazione nel quale il bambino riceve dal genitore la guida e l’esempio. È indispensabile impartire ai figli sani principi come l’onestà, la lealtà, la verità, l’ordine, la pulizia, la puntualità, la coerenza, la pazienza, la compassione, la generosità, il portare a termine un compito o un impegno e molto altro. Tutto queste cose e altre ancora, non devono mai essere insegnate sotto un clima di terrore o di paura, e meno che mai con punizioni corporali. La vera ubbidienza è seguire l’esempio: se un genitore è incoerente, il figlio non lo reputerà credibile e difficilmente metterà in pratica quello che gli viene detto; purtroppo i valori della famiglia e le idee religiose non sempre coincidono. I genitori possono dichiarare a parole di aderire a certi principi religiosi, ma poi comportarsi davanti al bambino in maniera incongruente e questo crea confusione, turbe e disordine mentale. Inoltre all’interno della famiglia i bambini imparano a socializzare anche con l’esterno. La socializzazione è il processo tramite il quale i pargoli imparano le regole basilari per relazionarsi nella società. Quindi, i comportamenti e il linguaggio usato in famiglia sarà proiettato anche all’esterno, per tanto è bene che i figli vedano e sentano genitori che si relazionano in modo saggio, pacato ed amorevole. Bisogna assolutamente evitare che i figli assistano a scene poco edificanti, come genitori che urlano e inveiscono uno contro l’altro. Il linguaggio e il comportamento appreso fra mura domestiche deve essere curato con molta attenzione, affinché riveli il carattere di Dio in ogni ambiente e circostanza.

5 - IMPLICAZIONI PRATICHE

IMPLICAZIONI PRATICHE:

Comprendo che il matrimonio cristiano è un impegno o patto che dura per tutta la vita, salvo complicazioni. Per tanto il matrimonio deve essere preceduto da un lungo fidanzamento, nel quale conoscersi bene, e solo dopo attenta valutazione programmare il matrimonio. La vita di coppia deve essere vissuta all’insegna dell’amore e rispetto reciproco, valorizzandosi e gratificandosi a vicenda, senza mai trascendere in atti vessatori o violenti. Ovviamente come cristiani eviteremo la convivenza e sceglieremo un partner che accetti e condivida pienamente la stessa fede; inoltre, seguendo la buona morale cristiana, delimiteremo il sesso solo all’interno della coppia sposata. Quando il tempo e le circostanze lo permetteranno è buona cosa pianificare l’arrivo di qualche figlio, al quale dare la giusta attenzioni e una buona educazione sociale e religiosa secondo gl’insegnamenti della Bibbia.
 

DECISIONI:

  • Decido di fare del mio meglio per realizzare l’ideale divino in rapporto a tutti gli elementi come: fidanzamento, matrimonio e fa­miglia.
  • Decido di scegliere un solo partner con il quale trascorrere tutta la vita, restandogli fedele.
  • Decido di prendermi cura del coniuge e dei figli che verranno, secondo quanto il Signore mi insegna.
  • Decido di impegnarmi a fare conoscere questo studio ai miei conoscenti, con tatto e nel rispetto della loro libertà.
     
     

 

 

 
 
 

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