LA LEGGE DI DIO

Ma perché Dio considerava Abramo, Mosè, Davide, Daniele e molti altri profeti i Suoi amici? Cosa avevano in comune tutte queste persone? Erano uomini che sapevano ascoltare la Sua voce ed ubbidivano ai Suoi comandi, erano fedeli. Esodo 19:5 «Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia». Se ubbidiamo alla Sua voce, certamente diventiamo il Suo popolo, il Suo tesoro sulla terra. Se osserviamo e mettiamo in pratica la Sua legge possiamo essere anche noi amici di Dio. I solenni  principi della legge del Signore li troviamo nelle tavole della legge e sono stati manifestati nella vita di Cristo, in quanto essi sono l’espressione dell’amore di Dio, della sua volontà, sono il riflesso del Suo carattere. Nei primi quattro comandamenti troviamo la sintesi di come adorare Dio; mentre nei restanti sei vediamo come l’uomo si deve rapportare con i suoi simili; questi comandi sono tutti vincolanti, immutabili e validi in ogni tempo. I dieci comandamenti ci segnalano il peccato o la trasgressione, e tramite l’opera dello Spirito Santo ci viene indicato il bisogno di un Salvatore, in quanto la legge non produce salvezza, ma solo conoscenza di peccato. La salvezza è per sola grazia e non per opere, però i suoi frutti si manifestano nell’ubbidienza ai comandamenti.

In questo studio vedremo:

 

1 - LA LEGGE

A. Chi diede la Legge? Chi la scrisse?

Esodo 24:12 «Poi l’Eterno disse a Mosè: Sali da me sul monte e rimani là; e io ti darò delle tavole di pietra, la legge e i comandamenti che ho scritti, perché tu li insegni loro».

Esodo 31:18 «Quando l’Eterno ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della testimonianza, tavole di pietra, scritte col dito di Dio».

Tutto il creato è governato da leggi, dal microcosmo al macrocosmo, dal minuscolo batterio o dall’invisibile atomo fino all’universo intero, tutto si muove in funzione di leggi: non c’è luogo dove non vi siano. L’umanità presa collettivamente o individualmente è assoggettata a delle regole. Il nostro quotidiano è governato da leggi fisiche, giuridiche, sociali, psicologiche, matematiche, finanziarie e quant’altro; ma il nostro intento non è quello di parlare di tutte queste, ma di una legge poco conosciuta che è la legge morale di Dio e del Suo Legislatore. Questa legge doveva e deve essere la base della legislazione morale di tutti i popoli, affinché regnasse la pace, l’ordine e la felicità, questa legge è IL DECALOGO. Dio desiderava che fosse scritta in forma lapidaria, immortale, eterna ed immutabile e questo avvenne dopo che il popolo d’Israele fu liberato dalla schiavitù d’Egitto, mentre era sulla via verso la terra promessa di Canaan; quando si accamparono presso il Monte Sinai ricevettero la legge di Dio. Questa legge ha una caratteristica senza pari, perché sono le uniche parole che Dio ha rivolto oralmente e in modo udibile da tutto il popolo (Dt 5:22). Inoltre, perché fosse stabile e perenne non l’ha affidata alla memoria umana, l’ha incisa Egli stesso «con il suo dito», su due tavole di pietra, che poi avrebbero dovuto conservare nel tabernacolo, dentro l’arca (Es 31:18; Dt 10:2). In Esodo 20 è scritto che dopo che Dio pronunciò i dieci comandamenti, chiamò Mosè sul Monte Sinai e gli diede le tavole di pietra sulle quali Egli stesso aveva scritto la Sua legge; ma questa legge non doveva restare scritta solo sulle tavole, essa doveva essere incisa nel cuore e nella mente dell’uomo. Qui sotto riportiamo l’elenco completo, esattamente come Mosè lo ha ricevuto, senza alterazioni, adattamenti o manipolazioni.

 

 


B.  I 10 COMANDAMENTI: LA LEGGE MORALE

Esodo 20 (oppure Deuteronomio 5)

 

Comandamenti che riguardano Dio

1° Comandamento (v.2,3) «Io sono l’Eterno, il tuo DIO, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avrai altri dei davanti a me».

2° Comandamento (v.4-6) «Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai (venerare), perché io, l’Eterno, il tuo DIO, sono un Dio geloso che punisce l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso benignità a migliaia, a quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti».

3° Comandamento (v.7) «Non userai il nome dell’Eterno, il tuo DIO, invano, perché l’Eterno non lascerà impunito chi usa il suo nome invano».

4° Comandamento (v.8-11) «Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Lavorerai sei giorni e in essi farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è sabato, sacro all’Eterno, il tuo DIO; non farai in esso alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero che è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e il settimo giorno si riposò; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno di sabato
e l’ ha santificato».

 

Comandamenti che riguardano l’uomo (il prossimo)

5° Comandamento (v.12) «Onorerai tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano lunghi sulla terra che l’Eterno, il tuo DIO, ti dà».

6° Comandamento (v.13) «Non ucciderai».

7° Comandamento (v.14) «Non commetterai adulterio».

8° Comandamento (v.15) «Non ruberai».

9° Comandamento (v.16) «Non farai falsa testimonianza contro il tuo prossimo».

10° Comandamento (v. 17-19) «Non desidererai la casa del tuo prossimo; non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo». Ora tutto il popolo udiva i tuoni, il suono della tromba e vedeva i lampi e il monte fumante. A tale vista, il popolo tremava e si teneva a distanza. Perciò essi dissero a Mosè: «Parla tu con noi e noi ti ascolteremo, ma non ci parli DIO perché non abbiamo a morire».

Nota: La Chiesa cattolica nel suo catechismo ha alterato questo elenco, avendo eliminato il 2° (divieto di farsi statue ed immagini o reliquie e relativa venerazione delle stesse), ha modificato il 4° (osservanza del sabato e NON della domenica o di altre feste). Inoltre nel loro elenco “ricordati di santificare le feste” (comandamento inventato dal clero e non biblico) diventa il 3°, visto che è sparito il 2°. Infine, per far tornare i conti hanno diviso l’ultimo in due parti.

Giovanni 14:21 «Chi ha i miei comandamenti e li osserva, è uno che mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio; e io lo amerò e mi manifesterò a lui»

 

 


C. Qual è il principio alla base della legge di Dio?

Tito 3:4 Ma quando apparvero la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore verso gli uomini. 1Giovanni 4:8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

Matteo 22:36-40 «Maestro, qual è il grande comandamento della legge?».  E Gesù gli disse: «”Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente”. Questo è il primo e il gran comandamento. E il secondo, simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti».

Ogni legge rispecchia il pensiero del suo legislatore, ed anche la legge del Signore non fa eccezione; poichè Egli è un Dio d’amore, la Sua legge non può che essere una legge il cui principio fondante e fondamentale è l’Amore! Questo principio è l’adempimento della legge stessa. Pensa se nel mondo tutti rispettassero i dieci comandamenti…quanto sarebbe diverso, un pianeta senza crimini, furti, adulteri, violenze, guerre di religioni e nefandezze varie, e questo perché le persone si amano e riflettono il carattere di Dio che è Amore. Purtroppo tutto questo per ora è solo utopia, ma molto presto con l’imminente ritorno di Cristo diventerà realtà. Fino ad allora cerchiamo di prendere in seria considerazione i comandamenti, rispettando questa legge che è divisa in due parti: i primi quattro comandamenti ci dicono come relazionarci con Dio, mentre i restanti sei come interagire con il nostro prossimo. Il testo che troviamo in Matteo 22 ci riporta la risposta di Gesù alla domanda circa quale fosse il grande comandamento della legge. Il Signore enunciò i due grandi principi che sono alla base della legge di Dio.

“Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente” (v. 37): questo è il principio alla base dei primi quattro comandamenti. Amare Dio significa non avere altri dei, divinità o idoli moderni nella mente e nel cuore che occupano il posto che spetta solo a Dio. Vuol dire anche: non farsi immagini o sculture di esseri umani o simili, ed è vietato prostrarsi davanti a queste statue o reliquie che rivolgergli preghiere; poiché si deve venerare o adorare e pregare solamente Dio. Non nominare il Suo nome invano e rispettare e santificare il Suo santo sabato, che non è la domenica come molti vogliono farci credere.

“Ama il tuo prossimo come te stesso” (v. 39): questo è il principio alla base degli ultimi sei comandamenti. Amare il prossimo significa onorare i genitori, ossia prendersi cura di loro senza fargli mancare nulla. Non uccidere, che non vuol dire solamente togliere la vita fisica, si uccide anche con le parole e con la violenza verbale. Non commettere adulterio, non rubare, non mentire contro il prossimo e non desiderare cosa alcuna del tuo prossimo. I due grandi comandamenti esposti da Gesù non sostituiscono affatto i dieci comandamenti, come alcuni vorrebbero far credere, sono soltanto un riassunto. Gesù non fece altro che citare ciò che Dio aveva già detto a Israele: i due grandi comandamenti sono tratti dall’Antico Testamento (Deuteronomio 6:5 e Levitico 19:18). La legge è l’espressione del pensiero di Dio, essa è un’immagine trascendente del carattere di Dio, che è: santità, giustizia e misericordia perfetta. Qui di sotto schemino che dimostra che la legge è il carattere di Dio.

1Pietro 1:16 poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo».

Romani 7:12 Così, la legge è certamente santa, e il comandamento santo, giusto e buono.

 

 


D. Mosè, oltre ai 10 comandamenti ha ricevuto altro?

Deuteronomio 31: 24-26 «Quando Mosè ebbe finito di scrivere in un libro tutte le parole di questa legge, diede quest’ordine ai Leviti che portavano l’arca del patto dell’Eterno, dicendo: «Prendete questo libro della legge e mettetelo accanto all’arca del patto dell’Eterno, il vostro Dio, perché rimanga là come un testimone contro di te»

Mosè ha ricevuto e scritto tutte le altre Leggi per il popolo d’Israele in un libro (la legge mosaica). È bene notare che c’è una differenza importante tra la Legge MORALE e quella CERIMONIALE. Alcune di queste leggi dette “mosaiche”, riguardavano gli affari pubblici d’Israele (leggi civili), altre regolavano i rituali del santuario (leggi cerimoniali), altre ancora erano leggi sulla salute, sull’igiene o mediche, ect. Dio, tramite Mosè comunica al popolo queste leggi supplementari, intimandogli di scriverle nel «libro della legge». Queste leggi aggiuntive sono conosciute come il «libro della legge di Mosè» (Gs 8:31; Nm 8:1; 2 Cr 25:4) o «legge di Mosè». La differenza sostanziale sta nel fatto che la legge scritta da Dio stesso su tavole di pietra e posta DENTRO l’arca del patto, non può essere modificata o abolita, poiché è una legge perenne. Mentre l’altra legge, quella cerimoniale o mosaica, scritta su pelli di animali (in seguito papiri) da un uomo e posta FUORI dall’arca, è una legge provvisoria o transitoria.

 

 

2 - QUAL È LO SCOPO DELLA LEGGE?

A. Perché è stata data la Legge?

Romani 7:7 «…anzi io non avrei conosciuto il peccato, se non mediante la legge; infatti io non avrei conosciuta la concupiscenza, se la legge non avesse detto: «Non concupire».

Lo scopo della legge è dare conoscenza ed è stata data perché l’uomo potesse distinguere il bene dal male; senza la legge non vi è conoscenza del peccato. Romani 3:20 «perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge; mediante la legge infatti vi è la conoscenza del peccato». Paolo prende come esempio il decimo comandamento che dice di non desiderare la moglie, la casa o qualunque altra cosa del prossimo ed afferma che non avrebbe saputo che la concupiscenza è peccato se la legge non avesse detto: “Non concupire”. Non l’avrebbe identificato come tale! Quindi, la legge è il mezzo che serve a mettere in rilievo il problema facendoci comprendere cosa è peccato. Giacomo 1:23-25 «Poiché, se uno è uditore della parola e non facitore, è simile a un uomo che osserva la sua faccia naturale in uno specchio; egli osserva sé stesso e poi se ne va, dimenticando subito com’era. Ma chi esamina attentamente la legge perfetta, che è la legge della libertà, e persevera in essa, non essendo un uditore smemorato ma un facitore dell’opera, costui sarà beato nel suo operare». I dieci comandamenti sono una guida morale per avere una vita integerrima, sono un codice perfetto di etica e moralità. I comandamenti si potrebbero comparare a dei segnali stradali, i quali vengono posti lungo il tragitto che dobbiamo percorrere al fine di transitare sulla strada in tutta sicurezza, segnalandoci di volta in volta i vari pericoli che potrebbero esserci lungo il cammino. I dieci comandamenti devono esser vissuti come una protezione, sono dei salva vita per non impattare contro un pericolo, ci avvisano per tempo; sta poi alla nostra coscienza se rispettare il segnale di pericolo o tirare dritto, violando la legge. La legge di Dio non è un insieme di divieti, ma di consigli per fare la scelta giusta, per prevenire ed evitare il male. Salmo 1:2,3 «ma il cui diletto è nella legge dell’Eterno, e sulla sua legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato lungo i rivi d’acqua, che dà il suo frutto nella sua stagione e le cui foglie non appassiscono; e tutto quello che fa prospererà».

Inoltre la legge di Dio ci sprona alla conversione, essa è lo strumento che lo Spirito Santo utilizza per condurci a Cristo e cambiare vita. Quando contempliamo il nostro carattere nello specchio della legge, ci rendiamo conto che siamo dei peccatori senza speranza, ed abbiamo un urgente bisogno di un Salvatore. Ecco che la buona notizia del Vangelo diventa per noi densa di significato. La legge, dunque, ci indica Cristo come il solo che può tirarci fuori dalla nostra disperata condizione di morte. Paolo nell’epistola ai Galati, scriveva così…Galati 3:24 «Così la legge è stata nostro precettore (tutore) per portarci a Cristo, affinché fossimo giustificati per mezzo della fede». Se ci rivolgiamo al nostro Salvatore, pentiti, Egli ci perdonerà e ci metterà nuovamente a nostra disposizione il dono della vita eterna (Gv 3:16). Lo scopo della legge è quello di darci la vera libertà. Cristo disse che: «chi commette il peccato è schiavo del peccato» (Gv 8:34). Quando violiamo la legge di Dio, non abbiamo alcuna libertà, poichè siamo dipendenti dal peccato e schiavi di Satana. Ma Gesù ci rassicura che: «se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi» (Gv 8:36). Solo l’ubbidienza alla legge di Dio ci assicura la vera libertà. Se restiamo dentro i parametri della legge di Dio sperimenteremo la vera libertà dal peccato e da tutto quello che ne consegue: ansie, rimorsi di coscienza, sensi di colpa, frustrazione, fallimento, rabbia, e da tutti i sentimenti negativi che logorano la mente e lo spirito. Per ricevere questa libertà, Gesù ci invita ad andare a Lui così come siamo, con il peso di tutti i nostri peccati, confessarli e depositarli ai Suoi piedi; Egli si farà carico di ogni cosa e ci libererà da ogni colpa, donandoci la Sua pace, oltre al perdono. Se facciamo le cose che il Signore ci ordina di compiere saremo finalmente liberi e non più schiavi di Satana. Solo la grazia redentrice di Cristo, che non annulla la legge, ci conferisce la Sua potenza che ci libera dal peccato, poiché «dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà» (2 Cor 3:17).

 

 


B. Cosa è la trasgressione della legge?

1 Giovanni 3:4 «Chiunque commette il peccato, commette pure una violazione della legge; e il peccato è violazione della legge».

Quando infrangiamo delle regole nella vita sociale abbiamo delle implicazioni oggettive nell’immediato; ad esempio, se rechiamo del danno a qualcuno o a qualcosa, siamo chiamati a risponderne in tempi brevi e le sanzioni possono andare da una semplice ammenda fino al carcere. Ogni infrazione produce delle conseguenze e delle reazioni. Così è anche per la Legge di Dio quando viene violata ci sono delle conseguenze e non solo sul piano oggettivo, ma anche su quello morale, spirituale, fisico e psicologico. Ogni peccato produce in noi sentimenti dannosi come il senso di colpa, tensione, paura, e molto altro. Sul piano fisico ci possiamo sentire abbattuti, tristi, irritati o senza voglia di fare alcunché. Sul piano spirituale e morale ci stiamo allontanando da Dio, siamo in una situazione di pericolo di morte, non fisica ma eterna. Infrangere i comandamenti non è solo un danno verso Dio o il prossimo, ma lo è prevalentemente verso se stessi. Il peccato è la violazione della legge; ogni volta che ne commettiamo uno, trasgrediamo la legge e ci allontaniamo da Dio. Come facciamo a sapere che cosa è peccato? La legge di Dio ce lo rivela, la trasgressione o violazione della legge è peccato.

 

 

 


C. Coloro che conoscono la legge di Dio e la trasgrediscono consapevolmente si possono salvare lo stesso?

Giacomo 2: 10,11 «Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma viene meno in un sol punto, è colpevole su tutti i punti. Difatti, colui che ha detto: «Non commettere adulterio», ha anche detto: «Non uccidere». Per cui se tu non commetti adulterio ma uccidi, sei trasgressore della legge».

Romani 6:23 «Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore».

Nessuno di quelli che violano consapevolmente ed ostinatamente la legge di Dio si potranno salvare! La Legge morale di Dio o dieci comandamenti sono una guida che dobbiamo usare e seguire per avere una vita santa e irreprensibile, dobbiamo imparare a vivere come Dio è e vuole, riflettendo al mondo il Suo carattere. Nessun peccatore ostinato e perseverante nell’errore sarà presente nel Suo Regno, ma solo persone convertite, nate a nuova vita e che hanno sperimentato la santificazione. Violare un solo comandamento in modo perentorio è sufficiente per separarmi da Dio e dalla salvezza, come dice l’apostolo Giacomo: «Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato» (Giacomo 4:17). Chi vive nel peccato è morto spiritualmente. Il vero culto di adorazione a Dio ha a che fare con il cuore e non solo con il comportamento esteriore. Facciamo un esempio, quando Dio dice: “Non uccidere”, questo non si limita solo ad astenersi dal togliere la vita ad un essere vivente; il comandamento implica molto altro. Gesù spiegò che la rabbia, l’odio o il rancore verso il nostro prossimo equivalgono come all’omicidio agli occhi di Dio. La lingua uccide molto di più della spada; quando offendiamo, spettegoliamo, critichiamo, ignoriamo o isoliamo una persona la stiamo “uccidendo”. Gesù disse: «Voi avete udito che fu detto: “Non commettere adulterio”. Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Matteo 5:27,28). Anche se non commettiamo fisicamente l’adulterio, ma lo abbiamo pensato o desiderato nel nostro cuore, sarà considerato da Dio un peccato, esattamente come averlo commesso.

3 - PERCHÉ LA LEGGE DI DIO È ETERNA?

A. La Legge di Dio era conosciuta prima del Sinai?

Genesi 26:5 perché Abrahamo ubbidì alla mia voce e osservò i miei ordini, i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi».

Poiché la legge morale dei dieci comandamenti è il riflesso del carattere di Dio, i suoi principi non possono che essere perenni ed immutabili  in ogni luogo e tempo, esattamente come l’Eterno è. La legge è esistita molto prima che Dio desse il decalogo a Israele, poiché l’Eterno è prima di ogni cosa, e ancor prima che l’uomo facesse la sua comparsa, già qualcuno era venuto meno a questa legge: Lucifero e i suoi angeli si ribellarono e questo rende evidente che la legge era preesistente alla creazione dell’umanità (2 Pt 2:4). Quando Dio crea Adamo ed Eva a Sua immagine, li crea con i principi morali della Sua legge nelle loro menti, in modo che potessero adempiere naturale e liberamente alla Sua e alla loro volontà, altrimenti non sarebbero a Sua immagine e somiglianza ma degli automi; purtroppo però, trasgredirono la legge di Dio, introducendo il peccato e la morte nella razza umana (Rm 5:12). I nostri progenitori conoscevano la voce e la volontà di Dio, poiché il Signore comunicava oralmente con loro, e questi trasmisero la legge del Signore ai loro figli e alle loro discendenze. Anche il figlio di Adamo ed Eva trasgredì la legge di Dio, proprio come i suoi genitori. Genesi 4: 6- 8 Allora l’Eterno disse a Caino: «Perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto? Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare». In Genesi 4 troviamo la storia di Caino, figlio di Adamo ed Eva, il quale era invidioso di suo fratello Abele e serbava nel suo cuore rancore contro di lui, tanto da ucciderlo. Però, prima che questo accadesse, Dio parlò a Caino dicendogli che il peccato stava in agguato alla porta. Ma come faceva Caino a sapere che l’odio e l’omicidio erano un peccato? La legge di Dio doveva essere già conosciuta, perché senza legge non c’è conoscenza di che cosa sia il peccato. Caino sapeva cosa era giusto e cosa era sbagliato e sapeva anche che, uccidendo suo fratello avrebbe violato la legge di Dio.

Più avanti, nel racconto di Genesi vediamo che Abraamo ubbidì alla mia voce di Dio e osservò quello che gli venne ordinato tramite la legge e i comandamenti. Anche i suoi discendenti conoscevano i comandamenti, infatti vediamo che Giacobbe è al corrente del 1° e 2° comandamento, facendo rimuovere gli idoli. Genesi 35:2 Allora Giacobbe disse alla sua famiglia e a tutti quelli che erano con lui: «Rimuovete dal vostro mezzo gli dei stranieri (idoli), purificatevi e cambiate le vostre vesti. Giuseppe sicuramente conosceva il 7° comandamento e per questa ragione si astiene dal commettere adulterio. Genesi 39: 7- 9 «Dopo queste cose, avvenne che la moglie del suo padrone mise gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Coricati con me».  Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: “Ecco, il mio padrone non si preoccupa di quanto ha lasciato in casa con me e ha messo nelle mie mani tutto quanto ha.  Non c’è alcuno più grande di me in questa casa; egli non mi ha proibito nulla tranne te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei io fare questo grande male e peccare contro Dio?”». Uno studio accurato della Genesi mostra chiaramente che i dieci comandamenti erano conosciuti prima del Sinai e, questo lo si evince dal fatto che Mosè insegnava gli statuti di Dio e le Sue leggi ancor prima di ricevere le tavole e tutte le altri leggi (Es 16; 18:16).

 

 


B. La legge poco prima il ritorno di Cristo. 

1 Timoteo 5:24 «I peccati di alcune persone sono manifesti prima ancora del giudizio; di altre, invece, si conosceranno in seguito».

La Bibbia ci mostra come la legge di Dio è il bersaglio degli attacchi di Satana e che questa battaglia raggiungerà il suo culmine poco prima del secondo avvento di Gesù Cristo.  La profezia di Apocalisse 16:13 e 19:20 ci mostra come Satana ingannerà e guiderà la maggior parte delle persone a disubbidire a Dio e lo farà principalmente attraverso dei falsi ministri di culto. Il nemico di Dio cercherà di dirigere l’attenzione del mondo verso la “bestia” e “l’immagine della bestia”  invece che verso Dio. Apocalisse 13:4 «E adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?» In questo contesto storico i santi di Dio difenderanno la legge, e con la loro ubbidienza, perseveranza e testimonianza si schiereranno a sostegno della legge di Dio, mettendo a repentaglio la loro vita. Le Scritture descrivono il popolo di Dio come quelli che: «osservano i comandamenti di Dio e custodiscono testimonianza di Gesù» (Ap 12:17;14:12) e che sono in attesa del ritorno di Cristo, per il quale si preparano e sono attivi nel proclamare il Vangelo eterno. 1 Giovanni 5.3 «Questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi» (1 Gv 5:3).

4 - GESÙ CRISTO E LA LEGGE

A. Gesù ha osservato la Legge?

Matteo 5:17«Non pensate che io sia venuto ad abrogare la legge o i profeti; io non sono venuto per abrogare, ma per portare a compimento».

In molti passaggi del Nuovo Testamento viene spiegato come la morte di Cristo ha messo fine alla legge cerimoniale o rituale, ma allo stesso tempo afferma la continua validità della legge morale, ossia i 10 comandamenti. La morte del Salvatore porta a compimento il simbolismo profetico del sistema sacrificale, di cui il rituale nel santuario era una figura; Gesù Cristo è il vero e solo l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Il profeta Daniele aveva predetto che la morte del Messia avrebbe fatto «cessare sacrificio e offerta» (Dn 9:27), e quando Gesù morì, la cortina del tempio che separava il luogo santo dal santissimo si squarciò in due da cima a fondo (Mt 27:51). Con questo intervento soprannaturale si sanciva la fine dei sacrifici animali nel tempio e di tutto il rituale cerimoniale. Il sacrificio espiatorio del Salvatore «ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce» (Col 2:14; Dt 31:26). Da questo momento in poi, non è più necessario compiere cerimonie o riti espiatori che sono insufficienti e incapaci a cancellare i peccati e purificare le coscienze (Eb 10:4; 9:9,14). Ebrei 7: 12; 18,19 «Infatti, se viene cambiato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un cambiamento di legge… Si ha così l’annullamento del comandamento precedente, a motivo della sua debolezza e inutilità, la legge infatti non ha portato nulla a compimento, è l’introduzione di una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio».  La legge cerimoniale era diventata una barriera tra gli ebrei e le altre nazioni, la morte di Cristo ha abolito questa «legge fatta di comandamenti in forma di precetti» facendo crollare «il muro di separazione» tra giudei e stranieri convertiti, in modo da avere  un’unica famiglia di credenti riconciliati in «un corpo unico mediante la sua croce» (Ef 2:14-16).

Però, anche se la morte di Cristo pone fine alle legge cerimoniale, dall’altra consolida quella dei dieci comandamenti. Cristo toglie via la maledizione della legge, liberando i credenti dalla sua condanna. Ma questo non significa che possiamo violare o non osservare la legge e suoi principi. Gesù ha in grande considerazione i dieci comandamenti, visto che è stato Lui, «l’IO SONO», a proclamare la legge morale dal monte Sinai (Gv 8:58; Es 3:14). Quando il Signore è venuto in terra ha osservato ogni dettaglio della legge, mettendo in pratica la volontà del Padre. Giovanni 15:10 «Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore». Cristo è venuto sulla terra, non solo per redimere l’uomo ma anche per rivendicare l’autorità e la santità della legge di Dio, dando un esempio di come relazionarsi con essa. Il Signore ha vissuto egli stesso una vita di ubbidienza, esortando i suoi discepoli ad osservare i comandamenti. Quando il Signore viene interrogato sui requisiti per la vita eterna, Egli sottolinea che: «Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti» (Mt 19:17)Matteo 19:16-19 Ed ecco, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro buono, che devo fare di buono per avere la vita eterna?». Ed egli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non uno solo, cioè: Dio. Ora, se tu vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Egli gli disse: «Quali?». Gesù allora disse: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, onora tuo padre e tua madre e ama il tuo prossimo come te stesso». Inoltre, egli mette in guardia contro ogni trasgressione, poiché dice: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli». Ai trasgressori viene sbarrata la strada del regno di Dio (Mt 7:21-23).

Cristo adempie la legge, senza eliminarla o distruggerla, ma incarnandola in una vita di ubbidienza. Allo stesso modo, se amiamo i figli di Dio, amiamo Dio e «osserviamo i suoi comandamenti» (1 Gv 2:3). Cristo può adempiere la promessa del suo nuovo patto: «Io metterò le mie leggi nelle loro menti, le scriverò sui loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo» (Eb 8:10). Gesù ha osservato la legge di Dio, incarnandone i suoi due principi fondamentali: ha amato Dio e il Suo prossimo di un amore perfetto. Affermando in oltre con chiarezza che non è venuto per abolirli o distruggerli, ma al contrario per compierli. Inoltre, Gesù è andato oltre, ha spiegato che il comandamento andava ben oltre la lettera scritta, vediamo alcuni esempi:

Matteo 5:21, 22 «Voi avete udito che fu detto agli antichi: “Non uccidere”; e: “Chiunque ucciderà, sarà sottoposto al giudizio”; ma io vi dico: Chiunque si adira contro suo fratello senza motivo, sarà sottoposto al giudizio; e chi avrà detto al proprio fratello: “Raca”, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto: “Stolto”, sarà sottoposto al fuoco della Geenna». 

Matteo 5: 27-29 «Voi avete udito che fu detto agli antichi: “Non commettere adulterio”.  Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Ora, se il tuo occhio destro ti è causa di peccato, cavalo e gettalo via da te, perché è meglio per te che un tuo membro perisca, piuttosto che tutto il tuo corpo sia gettato nella Geenna».

Luca 14 1:6 «Or avvenne che, come egli entrò in casa di uno dei capi dei farisei in giorno di sabato per mangiare, essi lo osservavano; ed ecco, davanti a lui c’era un uomo idropico. E Gesù, rispondendo ai dottori della legge e ai farisei, disse: «È lecito guarire in giorno di sabato?».  Ma essi tacquero. Allora egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi, rispondendo loro disse: «Chi di voi se il suo asino o bue cade in un pozzo, non lo tira subito fuori in giorno di sabato?». Ma essi non gli potevano rispondere nulla in merito a queste cose».

La vera osservanza della legge ha a che fare con il cuore e non solo con il comportamento esteriore. Osservare la legge in modo letterale, non è esattamente quello che Dio richiede; per esempio, se prendiamo in esame il comandamento: “non uccidere”, limitandoci a non togliere la vita a qualcuno, ma nutriamo verso la persona, odio o risentimenti, stiamo violando la legge di Dio. C’è molto di più dietro a questo comandamento; Gesù spiegò come la rabbia e il rancore sono come l’omicidio agli occhi di Dio. Solitamente la strada che porta una persona a commettere un omicidio comincia proprio con questi sentimenti distruttivi; pensa a quante persone si possono “uccidere” o ferire con la lingua o con l’uso errato di parole mal pronunciate, sicuramente molte di più che con un’arma. Gesù affermò che chi guarda una donna desiderandola ha già commesso adulterio nel suo cuore; l’eventuale atto di commettere adulterio non farebbe altro che rivelare cosa già c’era nel cuore. Anche se poi non commetterà fisicamente adulterio, sarà considerato da Dio colpevole. Gesù, ha inoltre spiegato ed insegnato ad osservare il Suo santo sabato in modo corretto, e non come i farisei che lo avevano aggravato di pesi che la legge non richiedeva. Il Signore compie sette miracoli in giorno di sabato, proprio per dimostrare che il comandamento non è solo astenersi da alcune attività, ma è soprattutto prodigarsi per quelle spirituali e fare del bene al prossimo. Da questi e molti altri testi possiamo vedere come Gesù insegnava la Legge di Dio e la considerava valida e vincolante.

Giovanni 14:15 «Se mi amate, osservate i miei comandamenti.

Giovanni 14:21 Chi ha i miei comandamenti e li osserva, è uno che mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio; e io lo amerò e mi manifesterò a lui».

5 - QUALE RELAZIONE C'È TRA GRAZIA E LEGGE?

A. La salvezza può arrivare dall’osservanza della legge?

Efesini 2:8,9 «Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori.

Romani 3:20 perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge; mediante la legge infatti vi è la conoscenza del peccato».

La risposta alla domanda è: assolutamente no! La salvezza è un DONO gratuito da parte di Gesù Cristo per noi tutti! Ribadiamo il concetto che dall’osservanza dei comandamenti non si ottiene la salvezza eterna, ma per sola fede, accettando Gesù Cristo come Signore e Salvatore della propria vita! Ubbidiamo ed osserviamo la legge non per ottenere la salvezza, ma perché siamo già stati salvati. Dio richiede ubbidienza ai comandamenti in risposta al Suo Amore; se accetto il dono della salvezza in Cristo, accetto anche di vivere come Lui mi indica. Gesù durante tutta la Sua vita terrena è stato costantemente sottomesso alla volontà di Dio Padre e con questa dipendenza o comunione ha dimostrato al mondo che è possibile vivere senza mai peccare: Egli era sempre in perfetta armonia con la legge. Anche noi, attraverso la comunione con Gesù, possiamo ottenere questa vittoria; è possibile osservare i Suoi comandamenti e non peccare. 1 Giovanni 3:6 «Chiunque dimora in lui non pecca; chiunque pecca non l’ha visto né l’ha conosciuto». Il compito della legge è come quello di un tutore, il quale nel prendersi cura del suo assistito vede che in questi c’è un malessere, ma essendo impossibilitato a poterlo guarire, lo conduce verso chi lo può fare. Galati 3:24 «Così la legge è stata nostro precettore per portarci a Cristo, affinché fossimo giustificati per mezzo della fede».

La legge evidenzia il problema ma non la sua soluzione, però ci indica chi ha ed è la soluzione: Gesù Cristo. La disubbidienza di Adamo ed Eva ha attirato la condanna a morte su tutta l’umanità per aver violato o infranto la legge di Dio, introducendo il peccato (separazione da Dio) e quindi la morte. Con questa condanna l’essere umano sarebbe perso per sempre, ma come abbiamo già visto, Dio, che è ricco di misericordia, ha previsto un piano di salvezza affinché l’umanità non perda la vita eterna. Gesù si è sostituito a noi ed è morto al posto nostro, soddisfacendo quanto la legge richiedeva, e la morte che toccava a noi in quanto peccatori è caduta su di Lui. Isaia 53 4,5 «Eppure egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori; noi però lo ritenevamo colpito, percosso da Dio ed umiliato. Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamola pace è su di lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti». Questa Grazia gratuita non può esser meritata dagli uomini e nemmeno si ottiene dall’osservanza dei comandamenti e non può neanche essere considerata come ricompensa delle nostre opere o azioni, altrimenti non sarebbe più Grazia ma retribuzione: essa è un Dono di Dio e si accetta per sola fede. Il peccatore, posto sotto la Grazia per fede, sfugge alla punizione prevista dalla condanna della legge che è caduta su Gesù. Romani 8:1,3 «Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte».

 

 


B. Un cristiano che vive sotto la grazia, è affrancato dalla legge di Dio?

Romani 6:14,15 «Infatti il peccato non avrà più potere su di voi, poiché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia. Che dunque? Peccheremo noi, perché non siamo sotto la legge, ma sotto la grazia? Così non sia».

Romani 3:31 «Annulliamo noi dunque la legge mediante la fede? Così non sia, anzi stabiliamo la legge».

La risposta alla domanda è: assolutamente no! La grazia in ambito giuridico è un perdono immeritato che un governatore o presidente concede ad un reo che è sotto condanna. Lo perdona, però non lo esenta dal rispettare le leggi vigenti o in vigore. L’uomo perdonato da Dio che vive sotto la Grazia ha una doppia responsabilità, rispettare la legge e non perdere la grazia ottenuta. La persona che rifiuta di osservare la legge di Dio e dice che vive sotto la grazia, si contraddice e rende vano il sacrificio di Gesù Cristo. Se la legge è stata soppressa, come qualcuno vorrebbe far credere, e se Cristo è stato lo strumento di questa soppressione, come mai Egli ha dovuto morire per soddisfare le esigenze della legge? Abolita la legge, non è più necessaria la grazia e la crocifissione del Salvatore non ha più alcun significato, è inutile, poiché «infatti dove non c’ è legge, non vi è neppure trasgressione» Romani 4:15. Senza legge non esiste peccato, così come senza Grazia non c’è salvezza. La morte di Cristo al Calvario mostra proprio questo, che la legge è immutabile. Del resto Gesù disse: «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento» (Matteo 5:17). La legge e la grazia, lungi dall’escludersi a vicenda, si completano armoniosamente.

6 - IL GIUDIZIO DI DIO E LA LEGGE

A. Saremo giudicati con le tavole della legge?

Ebrei 9:27 «E come è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ciò viene il giudizio».

Si, certamente!  1Pietro 4:17 «Poiché è giunto il tempo che il giudizio cominci dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di coloro che non ubbidiscono all’evangelo di Dio?» Ogni tribunale umano possiede un Codice civile e penale che fa da base, da regola. Anche il cielo possiede un codice: il Decalogo che servirà come regola nel giudizio finale. Ecclesiaste 12: 13,14 «Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso: “Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto dell’uomo”. Poiché Dio farà venire in giudizio ogni opera, anche tutto ciò che è nascosto, sia bene o male».
Giacomo esprime lo stesso concetto con maggior chiarezza. Giacomo 2:12 «Parlate quindi e agite come se doveste essere giudicati dalla legge della libertà»; per meglio comprendere questo versetto sarebbe utile leggere il contesto, infatti nei versetti che precedono questo sta parlando della legge di Dio, il Decalogo (2:11), con il quale saremo giudicati. Perché è detta: “legge di libertà”? Perché ci libera dalla condanna della morte, prodotta dalla schiavitù del peccato. La triste condizione spirituale del mondo di oggi è la diretta conseguenza del rilassamento spirituale dovuta dalla negligenza totale o parziale di mettere in atto la volontà di Dio, ossia rispettare i comandamenti e di vivere secondo la propria volontà o secondo le proprie voglie o regole.

Ma come tutte le leggi hanno causa ed effetto, anche per la legge di Dio vale lo stesso principio: l’uomo non può trasgredire la legge di Dio e restare impunito. La libertà dell’uomo non sta nel vivere come più gli piace o nella trasgressione, anche se Dio permette che si scelga questa opzione; in realtà chi trasgredisce i comandamenti è perché è schiavo del peccato. La libertà che Dio offre all’umanità è quella di non essere dipendenti dal male, ma quella di scegliere il bene ed aborrire il male, scegliere la vita e non la morte. Questa è la vera scelta che dobbiamo fare. Deuteronomio 30:19 «… che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza…» La vera libertà è l’ubbidienza volontaria al bene. Il giudizio di Dio arriverà e sarà inevitabile, molto presto le ultime sette piaghe si abbatteranno sull’umanità ribelle, e saremo giudicati con le tavole della legge che sono nel «tabernacolo della testimonianza in cielo» (Ap 15:5). Proprio come il «tabernacolo della testimonianza» che Mosè ha eretto, il quale conteneva le tavole della legge (Nm 1:50,53; 17:8; 18:2). 
I dieci comandamenti quelli originali sono conservati nel cielo. Apocalisse 11:19 «Allora si aperse nel cielo il tempio di Dio e in esso apparve l’arca del suo patto, e ci furono lampi, voci, tuoni, un terremoto e una forte tempesta di grandine». L’arca del patto nel santuario del cielo contiene le parole del patto eterno, il decalogo originale. Il giudizio finale di Dio avrà luogo con l’apertura del santuario del cielo (Ap 11:18) e ciò dimostra, che la legge di Dio sarà il criterio e la regola su cui si baserà il giudizio universale.

 


B Che cosa realizza Dio nella vita del credente tramite la legge?

Ebrei 8:10 «Questo è il patto che farò con la casa d’Israele dopo quei giorni», dice il Signore: “io metterò le mie leggi nelle loro menti, le scriverò sui loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo”».

Dio desidera che i principi della Sua legge siano messi in pratica da noi e per fare questo ci aiuta con la Sua presenza nel nostro cuore. Lo Spirito Santo in noi ci aiuta in questo processo decisionale e comportamentale. Le promesse dei comandamenti: “Non ruberai, non ucciderai, non mentirai, etc.” si convertono in decisioni pratiche nell’immediato: “Non rubo, non mento, non uccido, etc.” sono decisioni irremovibili, decido da subito di vivere come Dio vive e di esser come Lui. E tutto questo avviene in modo naturale e spontaneo, poiché Lui vive in me e non devo neanche pensare di doverlo fare, come non devo pensare di dover respirare altrimenti muoio. Questo vuol dire: “mettere la Sua legge nella tua mente e scriverla sul tuo cuore”.

7 - IMPLICAZIONI PRATICHE

IMPLICAZIONI PRATICHE:

Mi impegno a riconsiderare la legge di Dio, adeguando la mia vita a quanto il Signore mi dice tramite essa, pertanto devo rivedere i 10 comandamenti alla luce di quanto ho appreso con questo studio; inoltre vedo che i 10 comandamenti della Bibbia differiscono da quelli del catechismo cattolico. Mi impegno a mettere in pratica tutti i principi enunciati nei comandamenti, correggendo ogni aspetto trascurato e non conformi alla Sua volontà con l’aiuto dello Spirito Santo. Voglio specchiarmi ogni giorno in questa legge di libertà al fine di migliorarmi e riflettere sempre più il Suo carattere per essere come Lui è. Ho compreso inoltre che la salvezza è un immeritato regalo, un dono di Gesù all’umanità e per tanto non devo fare nulla per ottenerla, non si merita e non si guadagna con le opera buone; Gesù me l’ha donata, devo solo accettarla per fede. Ho compreso che le buone azioni, come il mettere in pratica i 10 comandamenti sono la conseguenza della grazia ricevuta e non il mezzo per essere salvati; ma che sollievo, che liberazione leggere questo! Voglio inoltre intensificare la mia testimonianza cristiana, in modo da aiutare altri a conoscere queste importanti verità; devo divulgare queste straordinarie lezioni che sto apprendendo.

 

DECISIONI:

  • Decido di farmi un esame di coscienza per esaminare il mio stato spirituale, usando come specchio la legge morale o 10 comandamenti.

  • Decido di iniziare a mettere in regola quello che non è conforme alla volontà di Dio.

  • Decido di adorare solo Dio Padre, Gesù e lo Spirito Santo; e di adorarli solo in spirito.

  • Decido di intensificare la mia testimonianza cristiana, in modo da aiutare altri a conoscere le co­se straordinarie che sto imparando.

  • Decido di condividere questo link con i miei conoscenti e non solo.

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