CONOSCERE IL DIO CREATORE E REDENTORE

 

Chi è Dio? Qual è la migliore definizione che possiamo dare di Dio? La risposta migliore la troviamo nella Bibbia ed è quella dell’apostolo Giovanni, il quale risponde a questa domanda con tre parole soltanto: «Dio è amore» (1 Giovanni 4:8). Questa risposta, pur essendo la più semplice, è anche la più esaustiva, la più profonda. Giovanni non dice che Dio ha amore, ma che è amore; poiché Egli è l’essenza e l’origine dell’amore in assoluto. Se cercassimo di spiegare Dio con la sola sapienza umana, resteremmo alquanto delusi, poiché è un po’ come se usassimo una lente d’ingrandimento per studiare le galassie. L’intelletto umano non è in grado di scrutare o scandagliare le profondità del divino, ma è piaciuto al Signore rivelarsi a noi, e noi possiamo conoscerlo per quel tanto che possiamo intenderlo attraverso le rivelazioni che il Signore ci concede. Dio è il Creatore, la Sorgente della vita, il Sostentatore, il Sovrano di tutta la creazione. Egli è giusto, santo, eterno, misericordioso, pietoso, lento all’ira, ricco di amore e di fedeltà, e tutte queste qualità sono presenti in Dio Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. In questo studio ci limiteremo solo ad alcune nozioni di base fondamentali, nel proseguo degli studi capiremo qualche cosa in più. Inoltre, nel sito troverete altri studi ed approfondimenti su Dio.

 

In questo studio vedremo:

 

1 - LE QUATTRO RIVELAZIONI DI DIO

 

Quali sono le 4 rivelazioni di Dio?

Creazione/Natura – Coscienza – Sacre Scritture – Gesù Cristo

Se osserviamo attentamente l’universo possiamo dire che è frutto del caso o della creazione? C’è posto per Dio nel creato? Possiamo provare che Dio esiste? E se no, si potrebbe provare che non esista? Il fatto che Dio non si veda, non vuol dire che non esista! Quante cose non si vedono: la corrente elettrica, il vento, il calore, il freddo… Ci sono cose che non si vedono ma sono più reali del visibile, e si possono percepire intensamente, come ad esempio, il profumo, la luce. Noi non vediamo Dio, ma possiamo conoscere molto di Lui e su di Lui. Dio esiste, parla è si rivela e ognuno di noi lo può sperimentare se lo vuole. L’esistenza di Dio non si può provare con criteri scientifici, tuttavia, per mezzo della fede e delle esperienze personali che si possono avere con Dio, oltre allo studio delle Scritture, noi possiamo conoscere Dio. La Bibbia ci dice che c’è un solo Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo, che è immortale, onnipotente, onnisciente, onnipresente, immutabile ed eterno. Egli è degno dell’adorazione e del nostro servizio. Nello studio precedente abbiamo visto che il compito dell’uomo è quello di cercare Dio, mentre quello di Dio è di lasciarsi trovare. In Atti 17, Paolo specifica che il Creatore è vicino ad ognuno di noi, ma solo chi lo cerca, lo trova. Dio si rivela e parla a noi in almeno quattro modi diversi.

 


1. La natura ci parla di Dio?

Romani 1:19,20 «poiché ciò che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, perché Dio lo ha loro manifestato. Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili».

Se ci fermiamo ad osservare i cicli biologici della natura si resta estasiati. Tutto è ordine e tutto segue delle leggi ben precise. Se non ci fosse una mente dietro a tutto quello che vediamo intorno a noi, non sarebbe possibile concepire questo tramite la casualità o l’evoluzione. Se l’universo fosse il prodotto della casualità dovrebbe essere nel caos, invece è ordine e precisione, e questo perché tutto quello che vediamo intorno a noi e nell’universo è pensato, voluto, realizzato, sostenuto e preservato dalla mente del Dio Creatore. Inoltre, le leggi della fisica, come la legge di attrazione e respingimento, i moti di rotazione dei pianeti, la legge dell’entropia ed altre ancora, dimostrano proprio quest’ordine e precisione. Ed è per questo che non stupisce affatto che eminenti scienziati siano arrivati alla conclusione che Dio è “visibile” proprio attraverso la creazione stessa. Inoltre, ti sei mai chiesto perché dividiamo il mese in settimane? Questo deriva dalla settimana creativa di Dio e non dall’astronomia o dalla fisica, ed è questa una delle tante prove che dimostrano che Dio esiste ed è il Creatore.

 

 


2. Com’è che Dio si rivela attraverso la coscienza?

Romani 2:14-15 «Infatti quando i gentili, che non hanno la legge, fanno per natura le cose della legge, essi, non avendo legge, sono legge a se stessi; questi dimostrano che l’opera della legge è scritta nei loro cuori per la testimonianza che rende la loro coscienza, e perché i loro pensieri si scusano o anche si accusano a vicenda».

Nella ricerca di Dio, il cuore precede la ragione, ed è proprio per questo che la ragione si mette a cercare Dio, il quale ha voluto che le verità divine passino prima dal cuore e poi alla mente e non viceversa. Quello che il cuore accetta, di solito lo accetta anche la ragione; il cuore: “ha le sue ragioni che la ragione ignora”. La conoscenza di Dio è accordata solo a quanti la chiedano esplicitamente e desiderano questa rivelazione. Il grande filosofo Kant disse: “Due cose riempiono di stupore l’anima mia, i cieli stellati al di sopra di me, e la legge morale dentro di me”.
Questa legge morale, che è scritta nel cuore, altro non è che la legge del bene e del male, è la coscienza morale in noi, che ci approva quando facciamo del bene e ci disapprova quando facciamo male. La coscienza è quella “voce interiore” che testimonia di Dio e che Dio usa per parlarci di Sé. La coscienza comanda e vuole esser ubbidita, proibisce ed ordina, condanna o approva, le decisioni prese sono irrevocabili, svolge la sua missione per la quale è stata messa nel cuore dell’uomo. Ti è mai capitato di provare il rimorso di coscienza, sentendoti in colpa per aver commesso qualcosa di sbagliato, correndo poi ai ripari con l’ammissione di colpa e cercando di rimediare all’atto compiuto? Ecco, quella è la coscienza! La voce della coscienza è qualcosa di innato che, se non è messa a tacere, spinge l’uomo verso il bene e altro non è che una via di comunicazione aperta 24 ore su 24 con Dio.
La voce della coscienza è dentro ognuno di noi è qualcosa di innato, essa non si può mettere a tacere e questa spinge l’uomo verso il bene. Il bisogno di sana spiritualità è insito nella natura umana e questo ci sprona verso la ricerca di Dio e come dice l’Ecclesiaste «il pensiero dell’eternità» nei nostri cuori ci parla di un Creatore che ci chiama a Sé, così la voce della coscienza ci chiama a vivere secondo la Sua volontà che è quella di un Dio giusto e santo. Agostino diceva: «Tu ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore non troverà pace finché non riposerà in te».

 

 


 

3. Com’è che Dio si rivela tramite le Scritture?

Isaia 46:9,10 «Ricordate le cose passate di molto tempo fa, perché io sono Dio e non c’è alcun altro; sono Dio e nessuno è simile a me, che annuncio la fine fin dal principio, e molto tempo prima le cose non ancora avvenute, che dico: “Il mio piano sussisterà e farò tutto ciò che mi piace”».

La Bibbia incarna e rende reale la Parola di Dio, e quindi Dio stesso. Tramite la Scrittura possiamo conoscere il carattere di Dio, il quale ci rivela la Sua volontà ed i piani che ha per l’umanità. Tramite le profezie possiamo comprendere che Dio conosce ogni cosa e le rivela prima che accadano; inoltre, la realizzazione delle profezie sono una prova dell’autenticità del testo sacro. Noi oggi possiamo affermare con assoluta certezza che la maggior parte di quanto profetato ha trovato il suo adempimento; l’archeologia e la storia dimostrano che eventi, luoghi e personaggi descritti nella Bibbia sono realmente esistiti. Inoltre, vi sono profezie che sono in fase di realizzazione, di alcune di queste stiamo vedendo l’adempimento sotto i nostri occhi. Con i prossimi studi avremo modo di considerare alcuni di questi avvenimenti profetici.

 

 


4. Com’è che Dio si rivela in Gesù Cristo?

Giovanni 14:8-9 «Filippo gli disse: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”.  Gesù gli disse: «Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici: “Mostraci il Padre”?».

Gesù Cristo è la rivelazione di Dio per eccellenza, Egli è Colui che ci ha mostrato il Suo carattere e la Sua natura. Colossesi 1:15 «Egli è l’immagine dell’invisibile Dio…» . Gesù venendo sulla terra ha preso un corpo umano e si è sottomesso volutamente a Dio Padre, non facendo mai nulla di Sua propria volontà, ma avendo come unico scopo quello di rivelarci e mostrarci attraverso la Sua vita: l’Amore del Padre e la salvezza eterna. Gesù venendo sulla terra come secondo Adamo è venuto a dimostrare all’umanità ed anche agli angeli, cosa vuol dire ubbidienza e sottomissione, che non è prevaricazione e nemmeno cieca osservanza di regole per evitare una punizione. Il senso di sottomissione nella Bibbia è di fatto una relazione d’Amore tra persone che si amano e si rispettano nei propri ruoli. Facciamo un esempio: un bambino riconosce il ruolo del genitore e si sottomette alle regole educative e comportamentali che questi gli impartirà per il suo bene, e sarà per lui un gioco e un piacere imitare il genitore.
Gesù Cristo prendendo la natura umana ha voluto dimostrare proprio questo, l’importanza di riconoscersi nei propri ruoli. Gesù, venendo come uomo ha dovuto dipendere totalmente da Dio (il Padre), esattamente come dovremmo fare anche noi. Dobbiamo rilevare ed ammettere che siamo creature e che esiste un Creatore dal quale dipendiamo per ogni cosa; inoltre, avere una comunione stretta con Dio ci permette di non peccare. La caduta di Adamo ed Eva è stata proprio a causa di questo, aver disobbedito ed essersi allontanati da Dio, questa ribellione ha prodotto la morte fisica di ogni essere vivente e la perdita della vita eterna.
Se dovessimo usare una metafora per spiegare questo, potremmo dire che: il genere umano è come una batteria di un cellulare o di un computer portatile, e fintanto che questi sono attaccati all’alimentazione tutto procede nel migliore dei modi, ma quando si staccano dalla fonte energetica, l’autonomia è di breve durata, e se non vengono alimentati nuovamente si spengono. La fonte in questione che fornisce l’energia e vita all’apparecchio, nella nostra allegoria è Dio. Purtroppo, l’umanità si è staccata dalla fonte della vita e non è più in grado di rialimentarsi, pertanto duriamo il tempo di una sola batteria carica e poi ci spegniamo (moriamo). Ed è per questo che Gesù è venuto come uomo sulla terra, e tramite il Suo sacrificio sulla croce, ha ricollegato le parti separate, dandoci nuovamente vita. 1 Giovanni 5:12 «Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita». La rivelazione più chiara che si possa avere di Dio è nella persona di Gesù Cristo; poiché è l’incarnazione di Dio. Gesù Cristo è venuto per farci conoscere chi è Dio Padre attraverso la Sua vita, ecco perché nel versetto di Giovanni 14:8-9 dice: “Chi ha visto me, ha visto il Padre”. Chi conosce la persona di Gesù Cristo, conosce anche la persona e il carattere del Padre.

Nota: Gesù Cristo non è inferiore a Dio Padre e non è una creatura. Egli lo è diventato per un tempo stabilito, come vedremo nel prossimo studio. Gesù non ha principio né fine, Egli è l’Alfa è l’Omega, il Primo è l’Ultimo. Gesù è Dio, come lo è il Padre e lo Spirito Santo.

Apocalisse 2:8 «E all’angelo della chiesa in Smirne scrivi: queste cose dice il primo e l’ultimo, che morì e tornò in vita.

2 - CHI È DIO? COME SI MANIFESTA?

 

A. Quanti Dio esistono?

Efesini 4:5,6 «Vi è un unico Signore, un’unica fede, un unico battesimo, un Dio unico e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in voi tutti».

In tutta la Bibbia si attesta che Dio è uno solo, non ci sono altre divinità o dèi esistenti. Le Sacre Scritture contrappongono l’unicità di Dio alla visione politeistica dei popoli pagani, poiché questi veneravano una molteplicità di dèi e divinità tutte distinte, divise ed anche in guerra tra loro. Queste presunte divinità, di fatto, erano inesistenti poiché create dall’uomo, ma presenti nell’immaginario collettivo, con l’aggravante che riflettevano i vizi e le nefandezze umane, non le virtù del divino. Non avevano nulla di spirituale e non erano di certo modelli da imitare. Quando il Dio della Bibbia si manifesta o palesa in tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo, si contrappone a queste presunte divinità è questo un insegnamento completamente differente dal politeismo pagano, in quanto Dio non è una Triade di persone; spesso si confonde la Tri-unità di Dio con le Triadi. Nella Tri-unità di Dio le persone che la compongono sono perfettamente unite tra loro, infatti hanno unità di intenti, di azione e di interesse verso l’umanità, cooperano con una stessa mente e sono indissolubilmente unite nel cercare di salvare l’umanità. Sono tre persone co-eguali e co-eterne e seppur differenti tra loro, restano Uno. Dove il Padre è Dio, Gesù è Dio e lo Spirito Santo è Dio. Questo concetto si evince con maggior chiarezza nel Nuovo Testamento e come vedremo tra poco, anche nei testi ebraici emerge questo aspetto che è intrinseco. La Tri-unità di Dio resta, tuttavia, di non facile comprensione per la mente umana, però questo non significa che essa non sia vera e come vedremo ora, è un insegnamento biblico. Pur affermando che esiste un solo Dio, la Bibbia ci rivela in modo chiaro ed inequivocabile che è una divinità al plurale. Il termine Dio altro non è che la traduzione di Elohim, e come vedremo è una pluralità di persone o unità composta e non unità singola.

 

 


B. Cosa vuol dire il termine “Dio”?

«šema‛    yiśrā’ēl   YeHWāH        ’ælōhênû                 YeHWāH ’eḥād»
«Ascolta,  Israele:  l’Eterno,  l’Iddio nostro (Elohim),  l’Eterno è uno» (Deuteronomio 6:4).

La traduzione di questo testo è la seguente: “ Yahweh, il nostro Elohim, è Echad Yahweh”.
– Yahweh: uno dei nomi di Dio (l’Eterno)
– Elohim: Dio al plurale (insieme di persone)
– Echad: indica una unità composita, qualcosa che è singolare e plurale al contempo, esempio un popolo, un plotone, una banda musicale. Per cui, parafrasando, possiamo tradurre: “Esiste una sola Divinità, composta da più persone”; inoltre, il termine Elohim è usato per indicare un minimo di tre persone. Le scritture insegnano che Dio è Uno e che, all’infuori di Lui, non vi è altra divinità. Ma notiamo anche come la divinità è un’unità composta, in essa vi sono tre persone distinte e coeterne. Non che vi sono tre dèi, ognuno dei quali è indipendente ed esistente in sé stesso, ma i tre cooperano con una sola mente ed un solo scopo, cosicché, nel senso più vero della parola, sono “Uno”. Nella Scrittura ebraica Elohim è un plurale di persone, mentre per indicare Dio al singolare si usa El o Eloah.

 


C. La creazione è stata fatta da un Elohim che è la Tri-unità di Dio.

Giovanni 1:1-3«Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio.  Egli (la Parola) era nel principio con Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta» (vedi anche Genesi 1-1-3).

In ogni religione è comune il concetto che ogni cosa sia creata da un dio, termine questo che esprime qualcosa di vago e impersonale. Secondo la Bibbia invece, il Creatore è una divinità ben precisa, che si è presentata con il nome proprio YHWH e si definisce un Elohim, che è più di una Persona, cioè una divinità o un Dio. In Genesi 1:1-3, si parla di un Dio Creatore o l’esecutore effettivo di ogni cosa, che secondo l’Antico Testamento è YHWH, il quale nel Nuovo Testamento viene definito la Parola, vale a dire Gesù Cristo. Gesù è il Creatore, Colui che con la Sua Parola ha fatto esistere la terra e i suoi abitanti (Col 1:16,17; Ef 3:9; Eb 1:2).
Salmo 33: 6, 8 «I cieli furono fatti per mezzo della parola di YHWH, e tutto il loro esercito mediante il soffio della sua bocca…. Tutta la terra tema l’Eterno (YHWH), e tremino davanti a lui tutti gli abitanti del mondo. Poiché egli parlò e la cosa fu; egli comandò e la cosa sorse». Dio (Yhwh Elohim) è chiamato Padre proprio per la capacità creativa (Ml 2:10); il Dio Creatore è chiamato Padre in tutta la Bibbia, da non confondersi però con Dio Padre del N.T., dove qui è una singola persona, mentre nel V.T. sono l’unità delle Tre persone. Gesù stesso nel V.T è chiamato “Padre” in quanto Creatore, come scritto in Isaia 9:5.

 


D. L’uomo è creato a immagine di Dio. 

Genesi 1:26 «Poi Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza…”».

L’essere creati ad immagine di Dio implica l’avere qualità, fisiche, morali, spirituali; ossia avere un corpo, una mente e uno spirito. Anche se abbiamo perso la vera immagine di Dio a causa del peccato e della morte, conserviamo ancora i tratti della nostra creazione e come Dio possiamo: creare, amare, parlare, muoverci, interagire ed altro ancora…

 

Nota: Questo “ facciamo a nostra”  è un plurale di persone e non può essere inteso come un pluralis maiestatis, in quanto questa  forma grammaticale era sconosciuta ai patriarchi della Bibbia, non era nella loro cultura e nella loro grammatica, non era praticato nell’ambiente culturale dove si è compilata la Bibbia.

 

 


E. Quali sono le tre persone della Tri-unità?

Matteo 28:19, 20 «Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,  insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente. Amen».

Le persone che compongono Dio sono: Padre, Figlio e Spirito Santo come si evince chiaramente da questi testi e molti altri ancora, come Matteo 3: 6,17, dove le Tre persone sono presenti simultaneamente

 


F. Gesù conferma la Tri-unità di Dio.

Giovanni 14:23-26 «Gesù rispose e gli disse: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui…. ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto».

In questo brano Gesù dice espressamente: “noi verremo …e faremo dimora”, e nel v. 26 specifica anche la dimora dello Spirito Santo in noi in un tempo a seguire, poiché lo Spirito Santo non era ancora stato dato, non era disceso con potenza al tempo in cui Gesù pronuncia queste parole, ma promette che avverrà subito dopo la Sua morte ed ascensione. Luca 10:22 «Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».

3 - GLI ATTRIBUTI DI DIO

 

Affinché Dio possa definirsi tale, deve possedere 5 caratteristiche ben precise, le quali non possono essere presenti in nessun altro, e sono: Onnipotenza, Onnipresenza, Onniveggenza, Immutabilità ed Eternità, oltre all’Amore che è l’essenza della Sua natura e carattere. Questi 5 attributi sono presenti nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo.

A. Primo attributo di Dio: Onnipotente.

Geremia 32:27«Ecco, io sono l’Eterno, il DIO di ogni carne; c’è forse qualcosa troppo difficile per me?».

Questo versetto ci dice che la potenza di Dio è assoluta e non vi è nulla di troppo difficile per il Signore, Egli può ogni cosa, non ha limiti. Non vi dà un profondo senso di sicurezza sapere che non c’è niente d’impossibile per il Signore? Sapere che Dio può compiere qualsiasi intervento o miracolo per noi in ogni momento, secondo la Sua volontà, infonde speranza, sicurezza, pace e tranquillità.

 


B. Secondo attributo di Dio: Onnisciente.

Amos 3:7 «Poiché il Signore, l’Eterno, non fa nulla, senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti ».

Questo versetto ci dice che Dio conosce ogni cosa, anche il futuro. Non provate un senso di sollievo al pensiero che solo Dio conosce il futuro e che Egli lo ha rivelato a noi in un magnifico libro, che è la Bibbia! Il Signore conosce il cuore di ogni uomo, conosce tutti i nostri pensieri, sa ciò di cui abbiamo bisogno ancora prima che Glielo chiediamo. Tutte le cose sono nude e scoperte davanti a Lui.

 


C. Terzo attributo di Dio: Onnipresente.

Geremia 23:23,24 «Sono io soltanto un DIO da vicino», dice l’Eterno, «e non anche un DIO da lontano? Potrebbe uno nascondersi nei nascondigli senza che io lo veda?», dice l’Eterno. «Non riempio io il cielo e la terra?», dice l’Eterno».

Questo versetto ci dice che Dio, attraverso il Suo Spirito, è presente in ogni luogo. Geremia 23:23,24 «Sono io soltanto un Dio da vicino», dice l’Eterno, «e non anche un Dio da lontano? Potrebbe uno nascondersi nei nascondigli senza che io lo veda?», dice l’Eterno. «Non riempio io il cielo e la terra?», dice l’Eterno… In tutta la creazione non vi è un solo posto che non sia raggiunto dalla Sua presenza. Quanto è consolante sapere che Egli è in ogni luogo e ci può soccorrere, sostenere e proteggere in qualsiasi momento. Attraverso il Suo Spirito, Dio può raggiungere ogni angolo della terra e perfino essere dentro il nostro cuore! Salmo 11:4 «Sebbene Dio è nel suo tempio santo; il Signore ha il suo trono nei cieli; i suoi occhi vedono, le sue pupille scrutano i figli degli uomini».

 


D. Quarto e quinto attributo di Dio: Immutabile ed Eterno.

Giacomo 1:17«ogni buona donazione e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre dei lumi, presso il quale non vi è mutamento né ombra di rivolgimento».

Questo versetto ci dice che Dio non cambia mai, che è per l’appunto immutabile ed eterno. Il Signore non può cambiare né in meglio né in peggio. Dio non può cambiare in meglio, perché Egli è da sempre perfettamente giusto, buono e santo e non può cambiare in peggio, altrimenti non sarebbe più Dio. In un mondo dove tutto è in continuo mutamento, con sconvolgimenti sempre più frequenti, non è straordinario sapere di avere un punto fermo a cui affidare le nostre speranze, sogni e progetti, sapendo che Dio non ci deluderà mai e non verrà mai meno?

 

 

Perché è importante conoscere l’immutabilità di Dio?

(vedi anche: Malachia 6:6 – Apocalisse 1:8 – Ebrei 13:8)

La Bibbia è piena di promesse di Dio. Tuttavia, per riporvi fiducia è indispensabile conoscere Colui che le ha fatte; poiché il Signore è assolutamente coerente e puntuale con quanto proferisce: quello che dice, quello realizza, non cambia e non muta mai ed è sempre lo stesso nei secoli. Salmi 102:27 «Ma tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non avranno mai fine». Malachia 3:6a «Poiché io, il Signore, non cambio». L’immutabilità di Dio, o la Sua invariabilità, fa parte della Sua natura divina, ed è una Sua peculiarità che lo contraddistingue da chiunque altro. Dio è l’ETERNO, immutabile e stabile nei secoli, Egli è Colui che non cambia, anche perché, se lo facesse, smetterebbe di essere Dio.
Sovente si sentono affermazioni come questa: “Dio nel Vecchio Testamento è un Dio crudele, tiranno e vendicativo! Mentre Dio nel Nuovo Testamento è buono, docile e misericordioso!”. Queste affermazioni, oltre ad essere false, contraddicono la Bibbia stessa, la quale afferma l’esatto contrario, ossia che Dio è immutabile ed è sempre lo stesso. Ebrei 13:8 «Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno». Quanto è importante sapere di avere un punto fermo nella vita! Dio è quel punto fermo, qualcuno su cui fare affidamento, contare e confidare, una certezza assoluta. Egli è Colui che non viene mai meno in nessuna circostanza. Il nostro Dio non cambia mai i Suoi scopi, la Sua volontà, i Suoi piani, che porta a termine sempre e comunque.
Quando Dio ha creato l’uomo e lo ha posto nell’Eden, l’intento era che questi vivesse in eterno, senza conoscere il dolore, la sofferenza e meno che mai la morte. L’uomo ha sovvertito i piani di Dio, ma questo progetto edenico resta in essere, si realizzerà comunque. Non sarà di certo la morte ed il peccato, che ora regnano sulla terra, ad impedire a Dio di portare a termine i Suoi piani o quello che Egli ha stabilito. Il Signore nel creare l’umanità aveva già messo in preventivo che l’uomo potesse venire meno, che potesse cadere, come poi avvenne; ed è per questo che è stato preparato un piano alternativo di salvezza, qualora l’umanità avesse perso la vita eterna ed è interessante notare che era già stato stabilito prima della fondazione del mondo, prima che fosse creato l’uomo. 1 Pietro 1:18-20 «sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. Già designato prima della fondazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi». Dio, a prescindere dagli eventi, sta portando avanti il Suo piano come lo aveva progettato e lo porterà a compimento. La prima e la seconda venuta di Gesù Cristo servono a questo scopo, portare a termine il progetto iniziale. Con il primo avvento di Gesù Cristo, Dio ha permesso all’umanità di potersi riappropriare della vita eterna persa nell’Eden, cosa che si realizzerà nel concreto dopo il Suo secondo avvento, quando Dio ricreerà nuovi cieli e nuova terra, il nuovo Eden e tutti coloro che desiderano farne parte potranno entrare liberamente nel Regno di Dio e vivere eternamente con Lui. Come puoi ben vedere il nostro Dio è un Dio che non cambia, rimane costante e stabile nei suoi piani, finirà quello che ha iniziato.
Numeri 23:19 «Dio non è un uomo, perché possa mentire, né un figlio d’uomo, perché possa pentirsi. Quando ha detto una cosa, non la farà? O quando ha dichiarato una cosa, non la compirà?».  Lungi dall’essere un Dio tiranno, crudele, lontano, disinteressato, come alcuni Lo vogliono dipingere, al contrario è un Padre amorevole che desidera ardentemente relazionarsi con ognuno dei Suoi figli ed elargire a tutti aiuti e benedizioni a profusione. È fondamentale conoscere Dio per quello che Egli è veramente e non per quello che vogliamo che sia o per come lo vogliamo immaginare, così facendo corriamo il pericolo di crearci un dio a nostra immagine e somiglianza, un dio che non può ascoltare, parlare e meno che mai salvare; un dio che è solo frutto della nostra fantasia. Ed è per questo motivo che molti non ricevono risposte da parte dell’Eterno, perché non si stanno relazionando con il vero Dio, ma con il dio che si sono creati nella loro mente, che è di fatto inesistente. Gesù ci insegna ed esorta a conoscere il vero Dio. Giovanni 17:3 «Or questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato». Se osserviamo attentamente la persona di Gesù Cristo, nel Suo parlare ed operare, possiamo vedere e conoscere Dio. Gesù nella Sua persona ha reso visibile il carattere e la natura di Dio. La più sublime ed eccelsa manifestazione d’amore di Dio ha avuto luogo in Gesù Cristo, e per mezzo di Lui possiamo conoscere sia il Padre che lo Spirito Santo.

4 - PERCHÈ DOVREMMO CREDERE IN DIO?

 

A. Cosa implica credere in Dio?

Marco 9:24 «Subito il padre del fanciullo, gridando con lacrime, disse: «Io credo Signore, sovvieni alla mia incredulità».

Credere in Dio non è come credere nell’esistenza di Babbo Natale, Napoleone, Buddha o qualsiasi altro essere. Credere in questi personaggi, veri o presunti che siano, non ci cambiano l’esistenza e non possono nemmeno spiegarci il senso della vita. Invece, credere in Dio, nel vero Dio Creatore e Redentore ci permette di conoscere il nostro passato (origine della vita), il nostro presente e soprattutto il futuro, che passeremo nella nuova terra o paradiso.

Dio è Colui che ci dà la vita, ci sostiene, ci preserva dal male, provvede per noi e soprattutto ci perdona e dona la vita eterna, che non potremmo avere se non per dono gratuito ed immeritato. Dio esiste, e noi siamo i figli dell’Essere più importante di tutto l’universo. Credere è: “avere fiducia di…, avere convinzione che…, contare su…, affidarsi a…”. Significa avere una relazione vitale e parentale con Dio. Quando affermiamo di credere in Lui, non ci limitiamo ad ammettere che Egli esiste solamente, c’è molto di più! Vuol dire innanzitutto relazione, dialogo, incontro, interazione; chi crede in Dio, si affida a Lui, conta su di Lui, ha piena fiducia in Lui. Un credente è certo che Dio opererà per lui nel migliore dei modi, avendo la consapevolezza che Dio è con lui qualunque cosa accada. Inoltre, credere vuol anche dire sentirsi amati, capiti, apprezzati, in un interscambio relazionale. Ma come si alimenta questa fede o fiducia in Dio?

Romani 10:17 «La fede dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Dio». Ebrei 11:6 «Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano». La fede o fiducia in Dio si alimenta con l’ascolto della Sua Parola, con lo studio quotidiano della stessa. Tanto più ascolto Dio, tanto più sarà maggiore la conoscenza che ho di Lui e di conseguenza maggiore sarà la mia fiducia in Lui. La vera fede è obbedienza, ossia, odo quello che Egli mi dice e modifico la mia vita in funzione del messaggio ricevuto. Avere fede significa progettare e costruire la propria vita con Dio e per Dio, e non a prescindere dal Signore. Chi crede s’impegna a vivere come Dio vuole, riflettendo la Sua natura, il Suo carattere, lasciandosi plasmare e guidare dal Suo Spirito.

 


B. Perché dobbiamo conoscere Dio?

1 Giovanni 3:1,2 « Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio. La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è».

Perché Dio ci ama, e vuole prendersi cura di noi oltre che salvarci dalla morte eterna; poiché abbiamo perso la nostra vera identità di figli di Dio e l’essenza del nostro essere a causa del peccato. Non siamo nati per soffrire e morire, ma per vivere in eterno in un mondo perfetto e con un corpo glorioso e immortale simile al Suo.

5 - I NOMI DI DIO

 

Al tempo in cui le Scritture furono redatte, i nomi avevano una valenza differente da quella odierna. Ancora oggi in alcuni paesi medio orientali il nome che si sceglie per un nascituro deve designare il Suo carattere; in tutto il mondo semitico il nome è la realtà stessa di una cosa: ciò che non ha nome non esiste. Il nome è l’essenza stessa della persona, la sua vera natura, ed ecco perché quando si vuole conoscere una persona, la prima cosa da fare è conoscerne il nome. Nella Bibbia i nomi servivano non solo a identificare persone, luoghi, situazioni, ma soprattutto a dargli un particolare significato; abitudine questa che differisce totalmente dalla concezione occidentale.

Quando dobbiamo mettere un nome a un nascituro, solitamente diamo più importanza alla pronuncia fonetica, se è piacevole da pronunciare, mentre nella cultura orientale esso identifica tutto un programma di vita, esso designa il carattere della persona. Ecco perché nella Bibbia in certi casi Dio ha mutato il nome ad alcuni personaggi, come in Genesi 17:4… Abramo (padre eccelso), diventa: Abrahamo (padre di una moltitudine); Numeri 13:8… Osea (salvezza), diventa: Giosuè (Yahu è salvezza); Isaia 14:12…Lucifero (portatore di luce), diventa: Satana (oppositore, calunniatore). Questo vale anche per Dio, che nella Bibbia ha molteplici nomi ed appellativi ed ognuno di esso descrive una Sua peculiarità o aspetto della Sua persona. La Bibbia rivela le caratteristiche di Dio mediante i Suoi nomi, le Sue azioni e le Sue qualità. Inoltre, Dio non è legato a un solo nome specifico.

 

A. Cosa significa: ELOHIM? Genesi 1:1

In Genesi 1 è detto: «Dio (Elohim) creò i cieli e la terra». Il termine generico con cui è conosciuto è appunto Dio, che è la traduzione di Elohim. Questa parola è menzionata 32 volte nel primo capitolo della Genesi, ed oltre 2500 nel A.T. dove indica un plurale di persone, ed è anche un intensivo che esprime la pienezza della divinità concentrata nel Dio unico. Il termine Elohim è una forma plurale di incerta etimologia (plurale di Eloah o El), che vuol dire il Supremo o anche il Potente. Eloah è la forma singolare di Elohim, mentre El costituisce la particella semantica per il divino, ed è inserita in molte parole composte, come El – Shaddai, El-Elyon, El-Olam, ed altri nomi simili. La particella El da sola significa genericamente Potente.

B. Cosa significa: YHWH o YAHWEH?

Questo nome si incontra 6800 volte nell’A.T., ed è il più usato per designare Dio e deriva dalla radice ebraica Hawàh che significa “esistenza”. In Esodo 3:14 Dio si identifica con il nome Ehyeh Asher Ehyeh, dove il verbo si traduce in “Io sono colui che è”, o “Io sono colui che sono”, ma anche “Sarò chi sarò” o “Io sono”. Il tetragramma è composto dalle lettere ebraiche yod, he, waw, he. Queste quattro consonanti formano il nome YHWH, dalla pronuncia a noi sconosciuta. Inoltre un ebreo non pronunciava mai il nome di Dio, e questo ha contribuito alla perdita dell’esatta pronuncia. I Masoreti, per rendere comprensibile i testi dell’A.T., inventarono dei segni vocalici con i quali vocalizzarono la Tanakh (Antico Testamento), ed ogni qual volta si incontrava il tetragramma (YHWH), si doveva leggere aDoNaY (Signore). Il lettore giudeo sapeva che aveva sotto gli occhi due parole in una, l’una tutta di vocali e l’altra tutta in consonanti. Però i traduttori cristiani del medio evo trascrissero la parola erroneamente con YeHoWaH esprimendo con un’unica parola le due presenti. La pronuncia YeHoWaH, italianizzato in un improbabile e fantasioso “Geova”, nome questo inventato dall’uomo e non biblico. Con il passare dei secoli e delle traduzioni, Yahweh è diventato il termine più comunemente usato per chiamare o nominare Dio.

Oltre a questi nomi, nella Bibbia ne troviamo altri, come ad esempio: Elyon (Altissimo) ed El Elyon (Dio Altissimo), che sottolinea la sua supremazia; Adonai (Signore) che descrive Dio come un potente governante, l’essere supremo; Shaddai o El Shaddai (Dio Onnipotente), il quale indica che Dio può tutto; il Geloso in Esodo 34:1; El-Olam (Dio eterno). Il Primo ed Ultimo, l’Amen, Alfa ed Omega, Theos, Kyrios …e molti altri nomi. In diverse occasioni Dio si è addirittura rivelato più intimamente come Padre, chiamando Israele «mio figlio, il mio primogenito» (Esodo 4:22). Ogni nome descrive un aspetto del suo carattere. Ogni tentativo di etichettare Dio con un nome proprio unico e solo è fortemente restrittivo e fuorviante.

6 - COME SI ADORA DIO?

 

Come adorare Dio?

Giovanni 4:24 «Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità».

Dio è Spirito e per tanto è vietato farsi qualsiasi rappresentazione, nessun oggetto, statua o simulacro che possa raffigurarlo. L’adorazione consiste nella disposizione del cuore a lodare Dio con parole di ringraziamento e di riconoscenza, avendo sempre rispetto e reverenza della Sua persona. L’adorazione si può esprimere anche attraverso i canti o inni di lode, ma anche con le preghiere che dovrebbero esser fatte possibilmente in ginocchio.


Romani 12:1-2 «Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio. E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio».

La vera adorazione consiste nel riconoscere ogni Suo insegnamento contenuto nella Bibbia come norma di vita, pertanto faremo le cose che sono a Lui gradite. Il cristiano si impegna a eliminare tutti quei comportamenti e cattive abitudini che non riflettono il Suo carattere, lasciandosi trasformare e rinnovare dalla potenza dello Spirito Santo. Dobbiamo imparare a mettere in pratica i Suoi comandamenti, che sono la Sua santa e perfetta volontà. Inoltre, l’adorazione è anche comunitaria. Ebrei 10:25 « non abbandonando il radunarsi assieme di noi come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete approssimarsi il giorno». Questo comporta andare nella casa di Dio ogni sabato, per assistere al culto di adorazione insieme agli altri fratelli. E come dice la Scrittura purifichiamo le nostre vite prima di entrare nei Suoi cortili e nel Suo santuario, confessiamo i nostri peccati chiedendo perdono, prima di lodare Dio per le benedizioni ricevute durante la settimana. E se abbiamo avuto un diverbio con qualcuno, cerchiamo la riconciliazione prima di entrare in chiesa a lodare Dio. Inoltre, la vera adorazione non finisce con le ore del culto, ma continua con le attività socialmente utili, che i membri di chiesa praticano durante la settimana, come prendersi cura delle persone bisognose, visitare gli ammalati, portare indumenti e cibo ai senza tetto, visitare i carcerati, pregare con chi soffre o è in difficoltà, fare evangelizzazione, ecc.

 

RIFLESSIONE:

Un giovane ateo si recò da un vecchio saggio e gli chiese:
Come posso fare per conoscere Dio? –

Per tutta risposta, il vecchio lo invitò a fare il bagno con lui nel fiume. Una volta dentro, però, lo afferrò saldamente per i capelli e lo immerse nell’acqua. Il giovane si dibatté affannosamente, cercando di liberarsi; ma senza riuscirvi. Il vecchio lo tenne immerso sott’acqua fino al limite della sopportazione, e poi lo lasciò riemergere.

–     Ma sei impazzito? – protestò il giovane, ansimando.
–     No – rispose il vecchio – Volevo solo rispondere alla tua domanda, per farti capire che riuscirai a conoscere Dio soltanto se lo desideri come desideravi l’ossigeno quando eri sott’acqua.

 

7 - IMPLICAZIONI PRATICHE

 

IMPLICAZIONI PRATICHE:

Alla luce di quanto ho appreso, voglio conoscere meglio Dio, voglio approfondire questo argomento che è di vitale importanza; devo prendere l’abitudine di incontrare il Signore ogni giorno, tramite la lettura della Bibbia e la preghiera. Voglio avere la buona abitudine di appartare un tempo di qualità ogni giorno per leggere e studiare la Bibbia e per passare del tempo in preghiera, dialogando con Lui come si dialoga con un amico. Voglio imparare ad ascoltare la Sua voce e quanto mi dirà per il mio bene, cercando inoltre di modificare la mia vita secondo le direttive ricevute. Voglio sperimentare tutti i giorni l’amore che Dio ha per me; inoltre voglio essere riconoscente per tutte le Sue benedizioni che elargisce e riversa su di me ogni mattina. Voglio e devo amare Dio con tutto il cuore (Matteo 22:37-40), come Lui ha amato me, tanto da mandare Suo Figlio per salvarmi. Voglio conoscere meglio la persona di Gesù Cristo, perché è Lui che mi rivela il carattere di Dio, ed è Lui il modello da seguire e imitare. Devo imparare a mettere Dio al primo posto nella vita (Matteo 6:33), dandogli la precedenza che Egli merita.

DECISIONI:

  • Decido di conoscere meglio il Dio Creatore e Sostentatore, le Sue rivelazioni, tramite la lettura quotidiana della Bibbia.

  • Decido di coltivare l’amicizia con Gesù, che mi rivela e dona il Suo carattere.

  • Decido di voler essere come Lui, mettendo in pratica i Suoi comandamenti che sono la Sua volontà.

  • Decido di testimoniare di Gesù agli altri, per aiutarli a conoscere meglio Dio.

  • Decido di condividere questo link, affinché tutti possano conoscere le verità contenute nella Bibbia.

 
 

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