LE QUATTRO BESTIE E IL PICCOLO CORNO

Per coloro che si apprestano a leggere e studiare il libro di Daniele per la prima volta, è bene conoscere un dettaglio di non poco conto, ossia che i capitoli non sono cronologici. Il capitolo 7 del libro di Daniele è un testo parallelo al capitolo 2 dello stesso libro, ed è ricco di molti simboli profetici. In questo capitolo, appaiono elementi nuovi che non sono presenti nel capitolo 2, e sono: la nascita dell’Europa e di un anticristo. 

 

 

1- INTRODUZIONE

Daniele 7:1-3 «Nel primo anno di Belshatsar (o Baldassar), re di Babilonia, Daniele fece un sogno, mentre era a letto, ed ebbe delle visioni nella sua mente. Poi scrisse il sogno e ne fece il racconto. Daniele disse: «Io guardavo, nella mia visione notturna, ed ecco scatenarsi sul mar Grande i quattro venti del cielo.  Quattro grandi bestie salirono dal mare, una diversa dall’altra».

Il contesto storico in cui si svolgono i fatti narrati è il 553 a.C. Siamo nel primo anno del regno di Baldassarre, che è co-reggente con suo padre Nabonedo. Il profeta Daniele ha una rivelazione e questa visione viene riportata nei capitoli 7 e 8. Da notare, che le visioni  furono date al profeta quando ancora regnava l’ultimo re di Babilonia, Belshatsar (Baldassarre). Quindi, in un periodo antecedente ai fatti narrati nei due capitoli 5 e 6. Nel capitolo 5 viene narrata la caduta di Babilonia sotto il dominio medo-persiano, e nel capitolo 6 il regno medio-persiano. Passiamo ora all’interpretazione dei simboli profetici, che come vedremo non provengono mai da un’interpretazione arbitraria o soggettiva, ma è sempre e solo la Bibbia a fornirci le chiavi dell’interpretazione dei simboli.

 

 

Cosa rappresentano i quattro venti?  Sono  le guerre o i giudizi di Dio.

Geremia 49:36-37 «Io farò venire contro Elam i quattro venti dalle quattro estremità del cielo; li disperderò a tutti quei venti e non ci sarà nazione dove non giungano i fuggiaschi di Elam. Renderò gli Elamiti spaventati davanti ai loro nemici e davanti a quelli che cercano la loro vita; farò venire su di loro la calamità, la mia ira ardente», dice l’Eterno. «Manderò dietro di loro la spada finché non li avrò consumati».

Il vento rappresenta la potenza di Dio espressa nei Suoi giudizio, e questo può avvenire  con l’ausilio di forze celesti o terrestri, provenienti da tutte le direzioni, per giudicare le nazioni come Egli vuole (Ap 7: 1; 9:14-15). Nella Bibbia troviamo oltre 90 riferimenti al vento nell’AT e circa 30 nel NT; ben oltre la metà sono legati a eventi che ci parlano della sovranità e del potere decisionale di Dio.

 

Cosa rappresenta il Mar Grande? È il Mar Mediterraneo

Giosuè 1:3-4  «Io vi ho dato ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà, come ho detto a Mosè. Il tuo territorio si estenderà dal deserto e da questo Libano fino al grande fiume, il fiume Eufrate, tutto il paese degli Hittei fino al Mar Grande, a ovest».

Questo testo di Dn 7:1-3 ci indica il luogo dove questi fatti si svolgono, che è appunto intorno al Mar Mediterraneo. Le quattro bestie rappresentano quattro regni, da notare che nel capitolo 7 il termine re e regno sono usati come sinonimi. Come posiamo notare da questo versetto, la spiegazione del simbolo la troviamo nel capitolo stesso.

Daniele 7:17 «Queste grandi bestie, che sono quattro, rappresentano quattro re che sorgeranno dalla terra;

Le quattro bestie uscivano dal mare. Il mare nel linguaggio profetico indica popoli, nazioni o moltitudini di persone.

Apocalisse 17:15 «Poi mi disse: «Le acque che hai visto, dove siede la meretrice, sono popoli, moltitudini, nazioni e lingue ».

Il profeta Daniele in questi primi versetti fa una sintesi della visione; poiché vide sorge quattro grandi regni, intorno al Mar Mediterraneo. Questi imperi salivano al potere, duravano un tempo stabilito e poi venivano conquistati da altri, attraverso il potere militare.

2 - LE QUATTRO BESTIE

Chi o cosa rappresenta il leone alato?

Daniele 7:4 «La prima era simile a un leone ed aveva ali di aquila. Io guardavo, finché le furono strappate le ali; poi fu sollevata da terra, fu fatta stare ritta sui due piedi come un uomo e le fu dato un cuore d’uomo».

Il leone con le ali d’aquila rappresenta Babilonia. Mentre nel capitolo 2 di Daniele, Babilonia è rappresentata dalla testa d’oro della statua (sogno da Nabucodonosor). L’impero babilonese era conosciuto per l’effige del leone alato, che rappresentava per l’appunto questo regno.  Anche nella Bibbia, il simbolo del leone identifica o rappresenta Babilonia (Geremia 4:6-7, 50:17). Inoltre, le ali d’aquila rappresentano la rapidità nelle conquiste militari (Lam. 4:19). Nella visione Daniele vide che le ali furono strappate e questo significa che Babilonia cessò di  conquistare le altre nazioni. Il leone fu fatto per stare in piedi come un uomo e gli fu dato il cuore di un uomo. Con quest’immagine, il  profeta ribaltata la maestà di questo impero decretandone la fine. Il “cuor d’uomo” potrebbe rappresentare la codardia e la debolezza del re; poiché questa parte della profezia descrive gli ultimi anni del regno, sotto il dominio di Belshatsar.

 

 

 

Chi o cosa rappresenta l’orso?

Daniele 7:5  «Ed ecco un’altra bestia, la seconda, simile ad un orso; si alzava su di un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: “Levati, mangia molta carne”».  

L’orso rappresenta l’impero che ha conquistato Babilonia, ed è l’impero della Medo-Persia 539 a.C.  In Daniele 2, i medo-persiani sono rappresentati dalle braccia e dal petto d’argento delle statua dai vari metalli. In questa visione Daniele vede l’orso sollevarsi su un lato, e questo significa che i Persiani avevano un ruolo maggiore rispetto ai Medi. Quest’animale profetico riceve un comando che è quello di divorare molta carne, il che significa conquistare. Le costole nella sua bocca sono ciò che resta della carne mangiata e, quindi, rappresentano tre grandi conquiste: Lidia (547 a.C.), Babilonia (539 a.C.) ed Egitto (525 a.C.).

 

 

 

Chi o cosa rappresenta il leopardo?

Daniele 7:6 «Dopo questo, io guardavo, ed eccone un’altra simile a un leopardo, che aveva quattro ali di uccello sul suo dorso; la bestia aveva quattro teste e le fu dato il dominio ».

Il leopardo a quattro teste con quattro ali rappresenta l’impero greco-macedone 331 a.C. In Daniele 2, la Grecia è rappresentata dal ventre e dalle cosce di bronzo della statua. Le ali, come abbiamo già visto, rappresentano velocità di conquista. Ma in questo caso le ali sono quattro e questo  rappresenta la rapidità nelle conquiste, come la storia c’insegna: Alessandro Magno conquistò vasti regni in un tempo molto breve. Dopo la morte di Alessandro Magno, l’impero fu diviso in quattro parti, ecco cosa rappresentano le quattro teste.  Il territorio fu spartito in quattro parti e  i quattro governati furono i quattro generali dell’ esercito di Alessandro Magno e sono: Cassandro, Lisimaco, Tolomeo e Seleuco.

 

 

 

Chi o cosa rappresenta la quarta bestia?

Daniele 7:7 «Dopo questo, io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco una quarta bestia spaventevole, terribile e straordinariamente forte; essa aveva grandi denti di ferro; divorava, stritolava e calpestava il resto con i piedi; era diversa da tutte le bestie precedenti e aveva dieci corna».

La bestia terribile rappresenta l’Impero romano. In Daniele 2, Roma è rappresentata dalle gambe di ferro della statua. Il metallo descritto nelle gambe e nei denti della bestia, che sono di ferro, ci indicano  un legame profetico. Perché è proprio il ferro che rappresentava e descriveva molto bene questa grande potenza militare. Il profeta Daniele non ha potuto paragonare questa bestia a nessun animale a lui conosciuto, tanto era terribile, terrificante ed estremamente forte. L’impero romano fu spietato nella sua avanzata, distruggendo senza pietà i popoli che conquistava, uccideva migliaia di prigionieri o li vendeva o usava come schiavi. Ecco  cosa rappresentano i grandi denti di ferro che masticano ciò che attaccavano e i suoi piedi schiacciavano e calpestavano tutto ciò che era sul loro cammino. Le dieci corna sulla testa della bestia rappresentano le divisioni dell’impero romano. In Daniele 2, possiamo notare che i piedi di ferro e d’argilla della statua hanno 10 dita che  rappresentano le dieci grandi tribù barbariche che diedero vita all’Europa: alemanni, anglosassoni, franchi, burgundi, visigoti, svevi, longobardi, vandali ostrogoti ed eruli. Quindi, le dieci dita come le dieci corna della bestia rappresentano dieci popoli o nazioni. La maggior parte dei commentatori vede nelle 10 corna una duplice profezia, e sono una coalizione di regni, che sorgeranno alla fine dei tempi e saranno capeggiati dall’Anticristo finale, come descritti in Apocalisse 17.

Apocalisse 17: 12 «Le dieci corna, che hai visto, sono dieci re i quali non hanno ancora ricevuto il regno, ma riceveranno potestà come re, per un’ora, insieme alla bestia».

Ci sono indicazioni sia in Daniele che in altre parti della Bibbia, che  Dio farà rivivere o ristabilire l’Impero romano in un prossimo futuro. Questo lo si evince anche dal fatto che i piedi della statua di Daniele 2, sono formati da ferro e argilla; quindi, troviamo ancora la presenza del ferro  che è simbolo di l’Impero romano.

 

Il profeta Daniele riceve l’interpretazione della visione dai versetti che vanno dal 15 al 27

Daniele 7:15-18 «Quanto a me, Daniele, il mio spirito fu turbato dentro di me e le visioni della mia mente mi spaventarono. Mi avvicinai a uno dei presenti e gli chiesi il vero senso di ciò che avevo visto. Egli mi rispose e mi diede l’interpretazione delle visioni: “Queste quattro grandi bestie sono quattro re che sorgeranno dalla terra; poi i santi dell’Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, eternamente».

3 - IL PICCOLO CORNO - L'ANTICRISTO

Chi o cosa rappresenta il piccolo corno?

Daniele 7:8  «Stavo osservando le corna, quand’ecco in mezzo ad esse spuntò un altro piccolo corno, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte; ed ecco in quel corno c’erano degli occhi simili a occhi di uomo e una bocca che proferiva grandi cose».

Poi Daniele vide spuntare un piccolo corno, diverso da tutti gli altri, intento a diveltere tre  delle dieci corna. Il profeta Daniele notò che aveva occhi come un uomo e una bocca che pronunciava grandi parole. Come vedremo nel proseguo del capitolo, il piccolo corno rappresenta il potere dell’anticristo. Il termine anticristo, in greco significa “colui che è contro Cristo” ma anche “colui che si pone al posto di Cristo”. Nella Bibbia la parola anticristo appare solo nelle epistole di Giovanni (1Giovanni 2:18-22, 4:3, 2 Giovanni1:7). Questo potere falsamente religioso tenta di usurpare l’autorità di Cristo. Giovanni usò la parola anticristo nella forma plurale parlando dei falsi insegnanti che erano usciti dalla chiesa come quello che negava l’incarnazione di Gesù, insegnando che in realtà Gesù non aveva un corpo umano, anche se sembrava averne avuto uno quando era nel mondo, e molte altre eresie. Giovanni disse che tuti questi anticristi sarebbero usciti dalla chiesa, come infatti avvenne; infatti, la storia della chiesa è piena di falsi insegnanti che sembravano essere cristiani ma non appartengono a Cristo ( 2 Corinzi 11:13-15). Giovanni, che conosceva molto bene il libro di Daniele, quando scrive nell’Apocalisse dell’anticristo finale è molto dettagliato e preciso. Infatti, nel libro dell’ Apocalisse ritroviamo tutti i simboli che sono in Daniele.

 

 

Daniele 7:19-25 «Allora desiderai sapere la verità intorno alla quarta bestia, che era diversa da tutte le altre e straordinariamente terribile, con denti di ferro e artigli di bronzo, che divorava, stritolava e calpestava il resto con i piedi, e intorno alle dieci corna che aveva sulla testa, e intorno all’altro corno che spuntava e davanti al quale erano cadute tre corna, cioè quel corno che aveva occhi e una bocca che proferiva grandi cose e che appariva maggiore delle altre corna.  Io guardavo e quello stesso corno faceva guerra ai santi e li vinceva,  finché giunse l’Antico di giorni e fu resa giustizia ai santi dell’Altissimo, e venne il tempo in cui i santi possedettero il regno. Ed egli mi parlò così: “La quarta bestia sarà un quarto regno sulla terra, che sarà diverso da tutti gli altri regni e divorerà tutta la terra, la calpesterà e la stritolerà.  Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno; dopo di loro ne sorgerà un altro, che sarà diverso dai precedenti e abbatterà tre re.  Egli proferirà parole contro l’Altissimo, perseguiterà i santi dell’Altissimo con l’intento di sterminarli e penserà di mutare i tempi e la legge; i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo».

 

Ora vedremo dieci caratteristiche del potere del piccolo corno:

  • Il “piccolo corno” è piccolo in quanto ha un regno di dimensioni ridotte: “… spuntò un altro piccolo corno” (v. 8). Le corna come abbiamo visto rappresentano re e regni (Daniele 7:24, 8:22), in questo caso descrive un anticristo, che è un uomo ed è un falso alleato di Cristo, ma è anche una figura politica, in quanto re. Il piccolo regno è l’attuale Vaticano, che è sempre stato uno regno piccolissimo.

  • Emerge tra le dieci corna: “Stavo osservando le corna, quand’ecco in mezzo ad esse spuntò un altro piccolo corno” (v. 8). Le corna rappresentano i 10 regni che si sono formati dopo la divisione dell’Impero romano e sono le 10 tribù barbariche. L’anticristo sorge nel territorio che era stato dell’Impero romano. Il Vaticano si trova a Roma, e Roma è parte di una delle 10 corna, ossia l’inizio dell’Europa unita dopo la divisione dell’Impero romano.

  • L’anticristo sorge dopo le dieci corna: “Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno; dopo di loro ne sorgerà un altro” (v. 24). L’anticristo appare dopo la caduta dell’Impero romano, cioè dopo il 476 d.C. Il papa ottenne progressivamente prestigio dal punto di vista religioso e politico; ma il papato acquisì il dominio e potere alcuni secoli dopo la caduta dell’Impero romano. Anche l’Anticristo finale appare con le 10 corna (Apocalisse 17).

  • Abbatte tre corna: “…davanti al quale tre delle prime corna furono divelte” (v. 8); “… e abbatterà tre re” (v. 24). Tre delle dieci tribù barbariche sono state sterminate dall’anticristo. La fine di tre dei dieci regni barbarici e precisamente: gli Eruli, i Vandali, gli Ostrogoti, avvenne per mano del papato.

  • Perché il piccolo corno è diverso dalle dieci corna? “Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno; dopo di loro ne sorgerà un altro, che sarà diverso dai precedenti” (v. 24). Perché il suo potere non è solo temporale o politico, ma è soprattutto un potere religioso, infatti il testo sottolinea che: “Egli proferirà parole contro l’Altissimo, perseguiterà i santi dell’Altissimo” (v.25). Il Papato è un potere religioso, ma anche politico, in quanto Stato.

  • Il piccolo corno ha occhi e bocca: “Ed ecco in quel corno c’erano degli occhi simili a occhi di uomo e una bocca” (v. 8). Questo potere politico-religioso ha un rappresentante sulla terra che è uomo, un capo che parla per conto di questo potere. Cosa vuol dire che ha occhi e bocca? Il termine vescovo deriva da una parola greca epískopos, che vuol dire sorvegliante. Quest’uomo ha il potere di controllare (occhi) e di influenzare tramite per le sue parole (bocca) le vicende politiche e religiose. Inoltre, Daniele specifica che “appariva maggiore delle altre corna” (Daniele 7:21). Questo potere crebbe al di sopra delle altre corna e sussiste nei secoli, è presente nel nostro tempo, anche se non si è ancora manifestato nella sua fase finale. 2 Tessalonicesi 2:6 -8 «E ora sapete ciò che lo ritiene, affinché sia manifestato a suo tempo. Il mistero dell’empietà infatti è già all’opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene al  presente sia tolto di mezzo. Allora sarà manifestato quell’empio, che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all’apparire della sua venuta». Il Papa è il capo del governo e della Chiesa Cattolica Romana ed ha sempre avuto un grande ascendente sui re della terra, le sue ingerenze hanno influenzato le  scelte e decisioni di molti sovrani. Per secoli la parola del Papa ha fatto tremare i re europei e non solo.

  • Parla contro Dio: “e una bocca che proferiva grandi cose” (v. 8); “Egli proferirà parole contro l’Altissimo” (v. 25). Anche in Apocalisse 13 il concetto viene ripetuto per l’Anticristo finale: “E le fu data una bocca che proferiva cose grandi e bestemmie” (Apocalisse 13:5). Qui è interessante comprendere il concetto di bestemmia, perché questo ci svela ulteriori dettagli per comprendere e identificare meglio chi è l’anticristo. Nella Bibbia per ben due volte Gesù fu accusato di bestemmia dai farisei; fu accusato di bestemmia perché diceva di avere il potere di perdonare i peccati. Marco 2:5-7 Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati». Erano seduti là alcuni scribi e ragionavano così in cuor loro: «Perché costui parla in questa maniera? Egli bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non uno solo, cioè Dio?» Ma anche perché si era dichiarato uguale a Dio (Giovanni 10:30,33). Giovanni 10:33 «I Giudei gli risposero: “Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”». Gesù, essendo Dio, poteva perdonare i peccati e affermare di essere uguale a Dio. L’anticristo, si arroga il diritto di poter perdonare i peccati e si dichiara Dio in terra, si palesa come un suo vice o successore, ecco perché anche lui bestemmia! 2 Tess. 2 :3-4 Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio. Come già detto, chiunque si arroghi il diritto di poter perdonare i peccati e  dichiararsi di essere come Dio, o come suo successore in terra, equivale a bestemmiare. Fonti cattoliche dicono chiaramente che il Papa ha questo potere. “Questa autorità giudiziaria include anche il potere di perdonare i peccati” (“The Catholic Encyclopaedia”, Vol. 12, articolo “Pope”, pag. 265). “Il Papa non è solamente il rappresentante di Gesù Cristo, ma è Gesù Cristo stesso, nascosto sotto il velo della carne” (Papa Pio X, da patriarca di Venezia. “Catholic National”, 1895).

  • Perseguita il popolo di Dio: “Io guardavo e quello stesso corno faceva guerra ai santi e li vinceva” (v. 21); “… perseguiterà i santi dell’Altissimo” (v. 25). L’anticristo dal suo sorge ad oggi ha sempre perseguitato il popolo di Dio, ma nella sua fase finale sarà molto più prepotente e arrogante. La storia presenta un conto pesante e agghiacciante, si stima che il Papato abbia fatto uccidere tra i 50 e i 100 milioni di persone: valdesi, albigesi, catari, ugonotti, luterani e molti altri. Il Papato ha ucciso più persone che le due guerre mondiali messe insieme. “La Chiesa di Roma ha sparso più sangue innocente di ogni altra istituzione che sia mai esistita tra l’umanità” (W.E. Lecky, “Rise and influence of rationalism in Europe”, vol. 2, pag. 32).

  • Il piccolo corno o anticristo pensa di cambiare la legge e i tempi: “penserà di mutare i tempi e la legge” (v. 25). L’anticristo pensa di avere il potere di cambiare anche la legge di Dio, che ovviamente è immutabile e che nessuno può cambiare veramente, ma lui ci proverà a cambiarla. Il Papato ha provato a cambiare la legge di Dio, nonostante queste sia immutabile ed eterna. Nel catechismo della chiesa cattolica troviamo un’alterazione dei dieci comandamenti. Il secondo comandamento come scritto nel decalogo dato a Mosè, viene soppresso. Mentre il quarto comandamento (il riposo sabatico) si trasforma in: “Ricordati di santificare le feste”, che diventa il terzo, visto che il secondo è sparito. Infine, l’ultimo viene diviso in due per far tornare i conti. Basta confrontare i comandamenti contenuti in Esodo 20 o Deuteronomio 5, con quelli del catechismo cattolico per vedere le alterazioni. “Il papa ha così grande autorità e potere che può modificare, esporre, o interpretare anche leggi divine. […] Può modificare la legge divina, poiché il suo potere non è d’uomo, ma di Dio” (“Prompta Bibliotheca”, articolo “Papa” II vol. 6, pag. 29, Lucius Ferraris). Perché i cattolici osservano la Domenica invece del Sabato, perché la Chiesa Cattolica ha trasferito la solennità dal Sabato alla Domenica” (“The Convert’s Catechism of Catholic Doctrine”, Peter Geiermann, St. Louis, B. Herder Book Co., 1957 ed., pag. 50). “La chiesa è al di sopra della Bibbia, e questo trasferimento dall’osservanza del Sabato alla domenica ne è la prova” (“The Catholic Record”, London, Ontario, Canada, 01/09/1923).

  • Durata del dominio/persecuzione: “I santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo” (v. 25). L’espressione “tempo” indica un anno ebraico (vedi Daniele 4:23) mentre l’espressione “dei tempi” nell’originale è un duale, ovvero vuole dire “due tempi”. Il periodo di tempo in Danile è profetico ed equivale : 1 anno + 2 anni + ½ anno = 3 ½ anni, ossia 1260 anni. Il titolo di Papa, ossia Vescovo universale, venne per la prima volta dato dall’empio imperatore Foca al vescovo di Roma nell’anno 610.  A metà dell’VIII secolo il pontefice romano divenne sovrano su un vasto territorio della penisola, dall’Emilia alla Campania fino al Tirreno Adriatico. Fu il passaggio dei territori appartenuti all’impero bizantino, liberati  dal dominio  longobardo ad opera dei Franchi a consentire la creazione dello Stato pontificio, fino alla Sua caduta 1870, esattamente 1260 anni dopo ( 610 +1260 = 1870).  È interessante notare che questo periodo di tempo si ritrova anche nell’Apocalisse, riferito proprio alla durata di tempo dell’anticristo finale: 1260 giorni (vedi Apocalisse 12:6), 42 mesi (vedi Apocalisse 13:5), 3 ½ anni letterali. Questa è la durata di tempo nel quale l’anticristo finale perseguiterà i santi, ma ovviamente Dio proteggerà la Sua chiesa. Apocalisse 12:14 «Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto nel suo luogo, dove essa è nutrita per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo, lontano dalla presenza del serpente».

Tutti i riformatori protestanti e non solo (anche alcuni cattolici) identificano l’anticristo con il papato. Le caratteristiche date in Daniele e nell’Apocalisse sono tante e molto dettagliate, senza ombra di dubbio possiamo affermare che il papato incarna tutte le profezie del piccolo corno o anticristo. Ovviamente la Bibbia parla di un’istituzione e non condanna le persone che appartengono alla chiesa cattolica romana.

4 - IL GIUDIZIO DI DIO

Dopo aver visto il piccolo corno, Daniele vide in visione il giudizio che si svolgerà in cielo durante il millennio. Quando il profeta deve descrivere le scene che si svolgono in cielo, Daniele passa dalla prosa alla poesia.

Daniele 7: 9-10 «Io continuai a guardare finché furono collocati troni e l’Antico di giorni si assise. La sua veste era bianca come la neve e i capelli del suo capo erano come lana pura; il suo trono era come fiamme di fuoco e le sue ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva, uscendo dalla sua presenza; mille migliaia lo servivano e miriadi di miriadi stavano davanti a lui. Il giudizio si tenne e i libri furono aperti».

Daniele 7: 26- 28 «Poi si terrà il giudizio e gli sarà tolto il dominio; verrà distrutto e annientato per sempre. Allora il regno, il potere e la grandezza dei regni che sono sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutte le potenze lo serviranno e gli ubbidiranno”. Qui finisce il racconto. Quanto a me, Daniele, fui molto spaventato dai miei pensieri e il mio volto cambiò colore. Ma conservai tutto questo nel mio cuore».

Daniele vide i troni collocati per l’opera del giudizio che si terrà durante il millennio. La scena si svolge ovviamente in cielo, poiché il trono di Dio è in cielo (Salmo 11:4). Anche se il giudizio effettivo lo terrà Gesù Cristo, Daniele vide il Padre venire e sedersi per presiedere durante il giudizio. Dio Padre è chiamato l’Antico di Giorni, e questo significa la Sua eternità (Salmi 90:2; Apocalisse 4:8). La gloria del Padre è descritta con un linguaggio umano: la Sua veste era bianca come la neve e anche i Suoi capelli erano luminosi. Questa immagine descrive la maestà e santità di Dio. Il Signore è un giusto Giudice che giudica secondo la Sua legge (Salmi 119:172). Il trono era di fuoco con ruote infuocate. Anche il profeta Ezechiele ebbe una visione simile dove vide il fuoco e le ruote del trono di Dio (Ezechiele 1:26-27, 10:1,6-7). Il fuoco che usciva dalla Sua presenza come un ruscello, rappresenta come Dio consumerà e eliminerà il peccato dalla terra. La Bibbia dice che Dio è un fuoco consumante (Esodo 24:17, Deuteronomio 4:24, 9:3, Ebrei 12:29). 

 

 

Daniele 7:11-12 «Allora io guardai a motivo delle grandi parole che il corno proferiva; guardai finché la bestia fu uccisa, e il suo corpo distrutto e gettato nel fuoco per essere arso. Quanto alle altre bestie, il dominio fu loro tolto, ma fu loro concesso un prolungamento di vita per un periodo stabilito di tempo».

La visione si sposta nuovamente sulla terra. In questa visione viene mostrato al profeta Daniele la fine del piccolo corno (Papato), e  gli altri imperi che avevano cessato di esistere. Anche se il dominio fu tolto a Babilonia, Medo-Persia, Grecia e Roma imperiale, essi prolungarono la loro esistenza come nazioni: Iraq, Iran, Grecia, esistono ancora oggi. Il prolungamento può essere inteso anche come la cultura di questi imperi, che venne assorbita e tramandata a quelle successive. I riti pagani di Babilonia sussistono ancora oggi, come il pensiero filosofico dei greci e via discorrendo.  Il Papato invece continuerà ad esistere esercitando il suo potere fino alla seconda venuta di Gesù; quando il dominio le sarà tolto e sarà completamente distrutto. In Daniele 7, vediamo che l’anticristo esce da Roma (Vaticano), perché Daniele aveva visto il piccolo corno sulla testa della quarta bestia (Impero romano). La bestia sarà distrutta solo alla seconda venuta di Gesù Cristo, attraverso il fuoco. Un testo parallelo lo troviamo nell’Apocalisse, dove leggiamo che la bestia che sale dal mare, il papato, è distrutta nello stagno di fuoco al ritorno di Gesù (Apocalisse 19:20).

 

Daniele 7:13-14  «Io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell’uomo; egli giunse fino all’Antico di giorni e fu fatto avvicinare a lui. A lui fu dato dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà mai distrutto».

Questi due versetti della visione sono scritti nuovamente in poesia, perché la scena si sposta di nuovo in  cielo. Daniele vide Gesù, descritto come “uno simile a un Figlio dell’uomo” (v. 13) venire con le nuvole del cielo. Sebbene questo linguaggio sia usato nel Nuovo Testamento per riferirsi alla seconda venuta, questo versetto parla dell’investitura di Gesù Cristo come Re e Giudice. È evidente che la scena qui descritta non è la seconda venuta, Gesù non viene verso  la terra ma va verso l’Antico di giorni. A Gesù viene dato “dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero”. Nella parabola delle dieci mine, Gesù disse: “Un uomo nobile andò in un paese lontano, per ricevere l’investitura di un regno e poi tornare. E, chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci mine e disse loro: “Trafficate fino al mio ritorno”(Luca 19:12-13). Nella parabola Gesù rappresentò Sé stesso con l’uomo nobile ed insegnò che sarebbe partito per un paese lontano, simbolo del cielo, per ricevere un regno e poi ritornare. Parlando del Suo ritorno, Gesù disse anche: “E siate simili a coloro che aspettano il loro signore quando ritorna dalle nozze, per aprirgli appena egli arriva e bussa” (Luca 12:36). Gesù paragonò Sé stesso al padrone che ritorna dalle nozze; ci saranno delle nozze celebrate da Gesù prima del Suo ritorno. In Apocalisse 19 si parla delle nozze dell’Agnello subito prima della scena del ritorno di Gesù (vedi Apocalisse 19:6-16). Il ricevimento del regno da parte di Gesù è il matrimonio dell’Agnello, il matrimonio tra Gesù e la Sua sposa, la Nuova Gerusalemme (vedi Apocalisse 21:9-10). Poi Gesù tornerà per portarci alla cena delle nozze. Nell’Apocalisse la chiesa non è rappresentata dalla sposa, come in altri passaggi, ma dagli invitati.  Non dobbiamo pensare al regno di Dio in termini territoriali, ma in riferimento ai sudditi del regno, coloro che avranno scelto Gesù come loro re. Gesù riceverà il regno nel senso che la lista dei sudditi del regno, i salvati, sarà finalmente completa.

La visione termina con tutti i popoli che servono Gesù; ovviamente, questo avverrà solo dopo la seconda venuta (vedi Apocalisse 7:15, 11:15, 22:1-4).

In Daniele 2, 7 troviamo la stessa sequenza rappresentata con simboli diversi:

1 Babilonia

2 Medo-Persia

3 Grecia

4 Roma

5 Europa con Anticristo

6 Stato Pontificio

7 Nuovo ordine mondiale (10 Nazioni Unite) con Anticristo

8 Ritorno di Gesù (distruzione del piccolo corno e regno dato ai santi)

9 Giudizio

5 - I LIBRI FURONO APERTI

Daniele 7:10 «Il giudizio si tenne e i libri furono aperti»

Daniele fu proiettato in visione all’inizio del giudizio che si svolge durante il millennio. I libri del cielo furono aperti e la vita degli uomini fu esaminata. Si noti che Daniele usò il plurale: ci sono diversi libri in cielo. In questi libri è contenuta un archivio perfetto della vita di ogni persona: “Perché Dio farà venire in giudizio ogni opera, anche tutto ciò che è nascosto, sia bene o male” (Ecclesiaste 12:14). La nostra vita può scampare al giudizio di condanna solo se coperta dal sangue e dalla perfetta giustizia di Cristo. Mentre per gli impenitenti è un giudizio di condanna, per i salvati ci sarà solo un giudizio retributivo. 

Apocalisse 20:12 «E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati in base alle cose scritte nei libri, secondo le loro opere».

2Corinzi 5:10 «Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male».

Questi sono i libri in cielo: il libro del ricordo che è probabilmente un altro modo per definire il libro della vita.

Malachia 3:16 «Allora quelli che hanno timore del SIGNORE si sono parlati l’un l’altro; il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il SIGNORE e rispettano il suo nome».

Il libro del peccato: non è menzionato per nome nella Bibbia, ma da alcuni passaggi comprendiamo che tutti i peccati, che siano pensieri, parole o azioni, sono registrati in questo libro (Isaia 65:5-6, Matteo 12:36). Il libro della vita: in questo libro sono scritti tutti i nomi di coloro che sono salvati. Paolo lo cita in Filippesi 4:3, e anche Luca lo cita in Luca 10:20. Giovanni lo menziona molte volte nel libro dell’Apocalisse, dove è chiamato anche il libro della vita dell’Agnello (vedi Apocalisse 3:5, 13:8, 17:8, 20:12,15, 21:27, 22:19).

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