Senza ombra di dubbio uno dei mali che attanaglia la società odierna è il risentimento. Non passa giorno senza che assistiamo a fatti cruenti, liti e omicidi a causa del risentimento. Chiunque si trovi a vivere o condividere uno stesso ambiente con una o più persone per un tempo prolungato, prima o poi entrerà in conflitto con chi gli è vicino, volente o nolente. Purtroppo, a volte è inevitabile prevenire attriti, incomprensioni, stress, ect.  Sempre più spesso sperimentiamo un senso di animosità verso gli altri, ma anche di repulsione verso il mondo in generale. Ma quali sentimenti proviamo quando veniamo offesi, criticati o ingiuriati? Di solito, dopo un diverbio, lite o contesa si sperimenta: odio, livore, frustrazione, astio, ostilità, inimicizia, invidia, malignità, acredine, malevolenza, vendetta… e altro ancora. Ma vale davvero la pena provare risentimento? Vediamo cosa ci consiglia il Signore.  

 

 

1- IL RISENTIMENTO E I SUOI EFFETTI NEGATIVI

Se coltiviamo uno o più sentimenti negativi per lungo tempo, inevitabilmente esploderemo all’improvviso con scatti di rabbia incontrollata, e saremo portati a vomitare tutto il nostro dolore alla prima persona che abbiamo di fronte. Gli psicologi, sostengono che l’interiorizzazione delle emozioni negative, come la rabbia, la  vergogna, l’ira, il rancore, ect, insieme alla scarsa autostima o visione svalutativa di sé, provoca forme d’odio represso nei confronti di coloro che vengono ritenuti, a torto o a ragione, responsabili della frustrazione o dell’offesa subita; tutto questo viene esternato con aggressioni verbali, fisiche e in casi estremi con omicidi.

C’è da sottolineare che prima che il risentimento si manifesti con episodi drammatici, si passa da vari stadi, uno di questi è il ripensare continuamente all’evento e alla persona che l’ha causato. Il rimuginare l’episodio nella mente fomenta il rancore e il senso di vendetta, e questo alimenta il nostro stare male con conseguenze deleterie sul nostro corpo e psiche. Quando si subisce un torto o una ferita emozionale, questa innesca uno stato di prostrazione e di afflizione, che a sua volta fa emergere stati di ansia o di paura inconsce o immotivate, che nel peggiore dei casi conducono alla depressione. I pensieri e le emozioni negative quando sedimentano troppo a lungo, possono produrre malattie fisiche e psicologiche serie e invalidanti; ecco perché è necessario intervenire tempestivamente e in modo adeguato. Il risentimento non è altro che: “sentire ancora, sentire di nuovo”, è il ritornare con la mente sul problema e sul proprio stato emotivo, senza possibilità di allontanarsi dall’offesa o dal torto subito. In questi casi è necessario chiedere aiuto ad un professionista o ad un consulente spirituale!

 Proverbi 17:22 «Un cuore allegro è un buon rimedio, ma uno spirito abbattuto fiacca le ossa».

Per quanto desideriamo andare d’accordo con tutti, non sempre avviene, poiché ci saranno situazioni critiche e tutti gli sforzi per il quieto vivere verranno meno; perdere le staffe e il controllo della situazione è un attimo. Arriva sempre il momento nel quale deluderemo o saremo delusi da qualcuno, che feriremo o che saremo feriti, anche da coloro che amiamo di più. Purtroppo, sperimenteremo cosa sono le critiche, le offese, gli insulti, gli abbandoni e cose simili. Dobbiamo però comprendere che sovente la radice profonda del risentimento si trova nell’invidia e nella gelosia. Quindi, valuta se chi ti sta attaccando in realtà ti sta invidiando, o se sei tu che stai invidiando la posizione dell’altro.

Ma come affrontare tutto questo alla luce della Parola di Dio?

Efesini 4:26-29 «Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo… Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta».

Il Signore ci consiglia ed esorta a porre rimedio prima che arriva la sera: dobbiamo risolvere la questione che ha causato il problema e per la quale ci siamo arrabbiati o offesi, prima che finisca la giornata. Non dobbiamo andare a dormire con le tensioni interiori e i pensieri negativi nella testa. Quello che la Bibbia ci suggerisce è di trovare una soluzione prima che il sole tramonti, e se questo non è possibile per svariate ragioni, lasciamo i problemi e le questioni in sospeso ai piedi del Signore; Egli troverà la giusta soluzione e solo dopo aver pregato, possiamo andare a coricarci con la pace nel cuore. Questo darà serenità alla nostra mente e al corpo; poiché è ai piedi della croce che sperimentiamo il perdono di Cristo per le nostre azioni, ma allo stesso tempo riceviamo la forza necessaria per perdonare gli altri e ritrovare la compassione.

È importante che impariamo ad affrontare e gestire gli inevitabili torti e le ferite che patiremo nella vita con il giusto rimedio, che è il perdono. Efesini 4:32 «Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo». L’ammonimento è chiaro: quando subiamo un torto, dobbiamo perdonare chi ci ha offeso! È necessario fermarsi e dialogare con la persona responsabile del contenzioso, dobbiamo chiarire e perdonare. Però, se il danno o problema lo abbiamo arrecato noi, dobbiamo chiedere scusa e aspettare che l’altro ci perdoni. Per quanto è possibile bisogna eliminare ogni forma di risentimento, amarezza o rancore nei confronti di chi ci ha causato il problema. Il perdono farà svanire ogni turbamento, ansia o angoscia, ristabilisce l’armonia e la serenità. Sicuramente non è facile perdonare, anzi è difficile obbedire a Dio quando la ferita è dolorosa o l’offesa è pesante o grave. Consideriamo però che la mancanza di perdono è un veleno che si diffonde in tutto il nostro corpo. Non possiamo e non dobbiamo trattenere l’amarezza verso una o più persone, perché è come bere del veleno aspettando che muoia l’altro. Il risentimento o la mancanza di perdono è come una goccia d’inchiostro in un bicchiere d’acqua, alla fine macchia tutto il nostro essere. Ascoltiamo cosa disse Gesù ad un uomo a cui gli fu perdonato molto, ma che si rifiutò di perdonare a sua volta.

Matteo 18: 28-35  «Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: “Paga quello che devi!” Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me, e ti pagherò”. Ma l’altro non volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito. I suoi conservi, veduto il fatto, ne furono molto rattristati e andarono a riferire al loro signore tutto l’accaduto. Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?” E il suo signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a quando non avesse pagato tutto quello che gli doveva. Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello».

La mancanza di misericordia e di perdono ci influenza spiritualmente. Perché, oltre a causarci tormento emotivo, ci ostacola nella nostra crescita spirituale e nel servizio a Dio. Rattristiamo e addoloriamo lo Spirito Santo, e ci priviamo del Suo frutto, dando così al diavolo l’opportunità di devastare la nostra vita.

Efesini 4:30-31 «Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione. Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!».

Semplicemente non vale il costo, non lasciamo che il risentimento danneggi la nostra salute fisica e mentale. Se non affrontiamo il  problema, finiremo per essere feriti due volte: prima dall’offesa e poi da noi stessi mentre beviamo il veleno della mancanza di perdono. Quando decidiamo di non perdonare, commettiamo anche un altro errore, perché le questioni irrisolte finiscono per influenzare e coinvolgere altre persone, poiché il risentimento non resta mai confinato tra le persone coinvolte. L’amarezza non si ferma con noi e può intaccare anche altre relazioni, che possono essere i nostri familiari, colleghi di lavoro o le amicizie. Ebrei 12:15 «vigilando bene che nessuno resti privo della grazia di Dio; che nessuna radice velenosa venga fuori a darvi molestia e molti di voi ne siano contagiati». Quando coinvolgiamo gli altri nelle nostre questioni non risolte, oltre a peggiorare ulteriormente la nostra condizione spirituale, danneggiamo anche la loro. Questo perché non è bene che altri ascoltino le nostre critiche, pettegolezzi, lamentele, senso di rivalsa e vendetta, o peggio ancora se assistono a scene poco edificanti. Noi dobbiamo essere di scandalo con il nostro comportamento non cristiano, perché saremo un ostacolo nel loro cammino con Cristo. Quando qualcuno ascolta o assiste ai nostri peccati, di fatto si sta “alimentando” di cose demoniache, e se poi approva o si allea al nostro modo di fare, cade nel peccato con noi.

La mancanza di perdono è completamente in antitesi con il messaggio della croce. Chi non perdona, non può neanche definirsi cristiano; poiché Gesù Cristo ha dato la Sua vita affinché potessimo ricevere il perdono. È veramente presuntuoso e antibiblico pensare che l’offesa o il torto che qualcuno ci arreca sia imperdonabile, mentre i nostri torti contro Dio meritano misericordia. Gesù, quando ha dato istruzioni riguardo a come pregare, ha ribadito quanto sia importante il concetto del perdono vicendevole. Matteo 6:12; 14-15  «rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori …  Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Quando una persona accetta Gesù Cristo come proprio Signore e Salvatore, tutti i peccati pregressi vengono perdonati e cancellati. Però, da quel momento in poi il credente si impegna a camminare come Gesù e ad obbedirgli. Questo però non vuol dire che il peccato sia solo una cosa che riguarda il passato; purtroppo, succede che sbaglieremo anche dopo la conversione. Quindi, qualora abbiamo commesso qualcosa che non è in linea con la condotta che un cristiano deve tenere, visto che sta trasgredendo la legge di Dio, deve pentirsi e ravvedersi nuovamente, e confessare il peccato. Solo allora riceverà il perdono e sperimenterà la nuova purificazione.

1 Giovanni 1:9-10 «Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi».

Così, come noi confessiamo il peccato a Dio, allo stesso modo dobbiamo dialogare con la persona con la quale abbiamo avuto uno screzio o diverbio. Parlare con l’altro equivale a confessare il peccato (il torto subito o fatto) e questo è l’inizio della riconciliazione con il nostro prossimo (ricevere o dare il perdono), esattamente come noi veniamo riconciliati con Dio quando veniamo da Lui perdonati. Ma, se lasciamo che il peccato della mancanza di perdono rimanga, come possiamo aspettarci che il nostro Padre celeste ci approvi? Il Signore nella Sua misericordia ci educa e disciplina ad un cambio di carattere e mentalità. Ebrei 12:7-11 «Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga? Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli. Inoltre abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo forse molto di più al Padre degli spiriti per avere la vita? Essi infatti ci correggevano per pochi giorni come sembrava loro opportuno; ma egli lo fa per il nostro bene, affinché siamo partecipi della sua santità. È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recar gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa».

Quando affrontiamo i problemi irrisolti e il risentimento che proviamo verso qualcuno, è come uscire dalla prigione e riassaporare la libertà.

2 - QUAL È IL RIMEDO?

Quali sono i passi da fare per uscire dalla morsa attanagliante del risentimento?  

 

  • Ravvedersi e pentirsi

Chi subisce un torto, di solito vuole giustizia, ma spesso finisce per essere giustizialista. Quando nutriamo uno spirito vendicativo, del tipo “gliela devo far pagare”, non stiamo riflettendo il carattere di Gesù, ma quello di Satana. Rifletti per un attimo… ma tu vorresti che Dio adottasse lo stesso metodo con te? Certo che no! Quindi, non abbiamo nessun bisogno di dover pareggiare i conti a tutti i costi, anzi, la Bibbia ci consiglia di sopportare e patire il torto o il danno! 1 Corinzi 6: 7b-9 «…Perché non patite piuttosto qualche torto? Perché non patite piuttosto qualche danno? Invece siete voi che fate torto e danno; e per giunta a dei fratelli. Non sapete che gl’ingiusti non erediteranno il regno di Dio?». È comprensibile ed umano volere giustizia, soprattutto se il dolore e l’offesa arrecata è grave. Non è assolutamente facile perdonare, ed è per questo che abbiamo bisogno dell’intervento  dello Spirito Santo in noi, il quale ci aiuterà a cambiare i nostri schemi mentali.

Giovanni 16: 7-8 «Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore (Spirito Santo); ma se me ne vado, io ve lo manderò. Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio».

Lo Spirito Santo in noi, ci convince che siamo in peccato o nell’errore, ci persuade che abbiamo bisogno della giustizia di Dio e non della nostra e ci libera dal giudizio di condanna. Dobbiamo imparare ad affidare il nostro dolore a Dio, chiediamogli di sradicarlo dal nostro cuore e dalla mente. Questo passaggio iniziale è importante, perché senza la presenza dello Spirito Santo in noi non possiamo ravvederci e pentirci veramente. Forse possiamo provare dei rimorsi o dispiaceri, ma non un autentico ravvedimento. Il vero ravvedimento produce un cambiamento radicale.

 

  • Confessare il peccato a Dio e cercare la riconciliazione con l’altro.

La Bibbia dice che in noi non deve risiedere nulla di negativo. Efesini 4:31 «Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!». Dobbiamo riconoscere che la nostra mancanza di perdono è un peccato. Il Signore ti invita a dialogare con Lui, aprigli il tuo cuore e confessa ogni tuo peccato e dolore. Parlare o confessare a Dio i tuoi problemi ti aiuterà tantissimo, perché sperimenterai un sollievo e un pace mai provate prima. Quando consegni al Signore il tuo fardello interiore, proverai un senso di alleggerimento e di libertà che è impagabile. Dopo aver fatto questo, ricordati di ringraziarlo per averti perdonato per tutte le trasgressioni commesse. Inoltre, chiedigli la forza e la capacità di perdonare, e non dimenticare mai di pregare per l’altra persona.

Filippesi 2: 3-4 «Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri».

Questa è una delle cose che troverai più utili nel cambiare il tuo atteggiamento nei confronti di coloro che ti hanno ferito.  Guarda cosa dice Gesù in merito…Luca 6: 28 «benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi oltraggiano». È sorprendente come Dio addolcisca il nostro cuore e cambi i nostri pensieri e gli stati d’animo quando trasformiamo il nostro dolore in preghiera.

 

  • Ama e fai del bene a chi ti vuole male.

Gesù dice: Luca 6:27 «Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano».

Luca 6: 29-36 «A chi ti percuote su una guancia, porgigli anche l’altra; e a chi ti toglie il mantello non impedire di prenderti anche la tunica.  Dà a chiunque ti chiede; e a chi ti toglie il tuo, non glielo ridomandare.  E come volete che gli uomini facciano a voi, fate voi pure a loro.  Se amate quelli che vi amano, quale grazia ve ne viene? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a quelli che vi fanno del bene, quale grazia ve ne viene? Anche i peccatori fanno lo stesso.  E se prestate a quelli dai quali sperate di ricevere, qual grazia ne avete? Anche i peccatori prestano ai peccatori per riceverne altrettanto.  Ma amate i vostri nemici, fate del bene, prestate senza sperarne nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; poiché egli è buono verso gli ingrati e i malvagi.  Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro».

Il Signore ci ricorda che: “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano”, che poi è la regola d’oro: “Tratta gli altri nello stesso modo in cui vorresti che ti trattassero”. Però, tutto questo con le sole nostre forze non riusciamo a realizzarlo, ma con l’aiuto dello Spirito Santo è possibile fare quello che il Signore ci comanda. Siamo chiamati a mostrare gentilezza e benevolenza verso chi ci ha fatto del male, perché questa è la via che il Signore vuole utilizzare per la riconciliazione. Tuttavia, se la nostra benevolenza e perdono non vengono graditi o apprezzati, resta comunque una benedizione per noi che, sostituiamo la nostra amarezza con la gentilezza, la rabbia con la pace, il dolore con la gioia e la serenità che provengono da Dio. Anche se gli altri non ci perdonano, pazienza! Noi però siamo in pace con noi stessi, perché abbiamo agito come il Signore vuole, e per questo siamo da Dio amati, perdonati e riconciliati.

Matteo 5: 9;11-12 «Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio…. Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi».

E tu… hai delle questioni irrisolte che ti stanno lacerando? Sappi che, solo l’intervento di Dio può portare vera pace e serenità duratura nella tua vita. Affida al Signore oggi stesso ogni tuo problema, perché Egli a cura di te. Fermati e parla con il Signore, scarica su di Lui i tuoi pesi e lascialo operare, mentre tu ti predisponi al perdono e alla riconciliazione. Fidati di Gesù e vedrai miracoli!

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