L’ESPERIENZA DELL’ESSERE DISCEPOLI

Gesù, con la Sua morte sulla croce ha sconfitto la morte e trionfato sulle forze del male. Il Signore, durante il Suo ministero terreno ha guarito e liberato moltissime persone affette da mali e malattie con le quali i demoni possono tediare gli uomini. Gesù ha soggiogato gli spiriti demoniaci, ha distrutto il loro potere e reso certo il loro triste destino. Il Signore comandava e sottometteva i demoni alla Sua autorità e la Sua vittoria è anche la nostra vittoria, poiché il Salvatore ha conferito ed investito i Suoi discepoli di tali capacità e autorità sulle forze del male che cercano di tentarci, dominarci e rovinarci la vita; anche noi possiamo cacciare via il maligno, liberare e guarire nel Suo Nome. Quando perseguiamo la santificazione, consacrandoci ogni giorno, veniamo liberati dal peso delle azioni passate e da ogni spirito di schiavitù, perché un cristiano ripieno di Spirito Santo non vive più nell’oscurità o nella paura delle potenze del male, e non persiste nemmeno nell’ignoranza e nell’insensatezza di vivere nel peccato. Un vero discepolo di Gesù Cristo si impegna a crescere all’altezza del Suo Maestro, poiché riflette e imita il Suo carattere. Un discepolo autentico si nutre ogni giorno della Sua Parola, medita su di essa, prega, loda e proclama il Nome di Gesù Cristo a chiunque incontra sul suo cammino ed è sempre impegnato nella testimonianza o evangelizzazione. Tutti i discepoli sono chiamati a partecipare alle riunioni ecclesiali e nell’adorazione comunitaria, i quali si impegnano anche nel servizio caritatevole verso il prossimo: senza tetto, carcerati, malati e chiunque ha bisogno di ricevere amore e carità, ma anche un semplice sorriso o un abbraccio. La presenza di Gesù al nostro fianco renderà benedetta e proficua ogni nostra giornata e attività, alla Sua gloria.

 

 

 

In questo studio vedremo:

 

1 - LA VITA INIZIA CON LA MORTE

A.  Quali sono le due morti che producono vita?

Giovanni 12: 25 «Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna».

La Bibbia ci parla di due morti che sono fondamentali: quella di Cristo e quella del nostro Io. La morte di Gesù sulla croce ci permette di avere una nuova vita libera dal dominio di Satana (Col 1:13,14), dalla condanna della legge (Rm 8:1) e dalla morte stessa, unico salario del peccato (Rm 6:23); inoltre con la morte di Cristo l’umanità viene riconciliata a Dio. Questa nuova vita in Cristo rende libere le persone dalla schiavitù del peccato e dalla morte eterna, mentre con la morte dell’Io, il credente abbandona le vecchie abitudini peccaminose per divenire progressivamente come Gesù Cristo e a vivere come Lui. Se Gesù non fosse morto sulla croce il problema del peccato e della morte non sarebbe nè risolto, nè vinto, e Satana e le sue forze demoniache sarebbero vittoriose, ma di fatto sono state sconfitte: Cristo ha trionfato su Satana! Colossesi 2:15 «avendo quindi spogliato le potestà e i principati, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in lui». Grazie alla croce, Satana è stato desautorato e privato di qualsiasi potere sul popolo di Dio; almeno fino a quando i cristiani continueranno a confidare in Colui che ha ottenuto la vittoria. Il male non ha più alcun potere sui credenti che sono passati dal regno delle tenebre al regno della luce (Col 1:13); così, la croce di Cristo che è uno strumento di morte, diventa paradossalmente uno strumento di vita e di vittoria di Dio sul male stesso. Alla croce tutti i peccatori vengono riconciliati e le differenze appianate, diveniamo un solo popolo di santi, e non c’è più nessuna distinzione di razza, colore, lingua, sesso, ricchi o poveri; tutti sono fratelli e tutti sono figli di Dio e discepoli del Redentore. La croce invita tutti a gustare la dolcezza della vita in Cristo, l’esperienza della grazia e di far parte della famiglia di Dio (Ef 2:14-16). Una volta che siamo stati riconciliati con l’Eterno, si avvia il percorso della crescita spirituale che inizia con la nuova nascita, prosegue con la santificazione e si conclude con la glorificazione o vita eterna nel regno di Dio.

 

 

 


B. Perché è importante la morte dell’Io?

Galati 2:20: «Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me»

Senza la morte del nostro Io, altrimenti detta del “vecchio uomo”, non può esserci la nuova nascita e la crescita in Cristo. Romani 6:6-11 «Il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato… fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù». La vita cristiana non comincia con la nascita, ma con la morte. Gesù enunciò questo principio con una similitudine che applicò a Se stesso e ad ogni persona che avrebbe creduto in Lui: «Se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto» (Gv 12:24). La vita cristiana non è un aggiustare o migliorare la vita precedente, ma una totale trasformazione del vecchio modo di vivere, e questo può avvenire solo se facciamo morire il peccato che regna nella nostra carne, solo allora iniziamo a vivere veramente; ma perché questo avvenga è necessario l’intervento dello Spirito Santo, poiché noi non siamo in grado di modificare o trasformare nulla. Fino a quando l’Io non muore e il vecchio uomo non viene crocifisso, non c’è nessun inizio. Galati 2:20 «Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me».

2 Corinzi 5:17 «Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove»

Gesù ha sottolineato e ribadito quanto sia importante crocifiggere ogni giorno il nostro Io, altrimenti non possiamo seguirlo e non possiamo fregiarci dell’appellativo di cristiani; inoltre non possiamo e non dobbiamo farci un vangelo a modo nostro o un cristianesimo come più ci piace, c’è un solo modo ed è quello che Gesù ha indicato: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16:24; Lc 9:23). Nella vita cristiana la morte del proprio Io non è una possibilità, un’opzione, bensì una necessità, una tappa imprescindibile. Quando permettiamo allo Spirito Santo di lavorare in noi perderemo gradatamente le vecchie abitudini peccaminose senza sforzo o fatica alcuna, e non saremo più propensi o attratti a compiere azioni che violano la legge di Dio, anzi agiremo come Gesù. Succede qualcosa di straordinario nelle vite delle persone ripiene di Spirito Santo, quando queste accettato Gesù come loro Salvatore e Maestro. Vediamo alcuni esempi biblici: Simone che esitava sempre, diventa Pietro il coraggioso; Saulo il persecutore, diventa Paolo il proclamatore perseguitato; Tommaso il dubbioso, diventa credente e missionario, ect. Tutti noi cambiamo abitudini e carattere, ad esempio: il fumatore lascia la sigaretta, l’alcolista la bottiglia, l’adultero diventa fedele, il ladro diventa onesto, e via discorrendo. L’amor proprio e l’egoismo lasciano il posto all’affetto e all’altruismo fraterno. Non c’è più posto per il peccato nel cuore dei veri discepoli, anche se qualche caduta potrà ancora avvenire lungo il cammino. 

2 - COME SI CRESCE IN CRISTO?

A. Vivere una nuova vita.

2 Giovanni 8,9 «Fate attenzione a non perdere il frutto delle cose compiute, ma fate in modo di riceverne una piena ricompensa. Chi va oltre e non dimora nella dottrina di Cristo, non ha Dio; chi dimora nella dottrina di Cristo, ha il Padre e il Figlio».

Nel mondo cristiano vi è un aspetto poco compreso sulla crescita in Cristo e sull’essere veri discepoli, poichè si pensa che una persona salvata per fede è affrancata dall’osservare la legge di Dio o dal compiere le opere. Molto spesso si sente dire: “siamo sotto la grazie e non sotto la legge!”. Ma, anche se è vero che nessuno sarà salvato perché ha osservato in modo ligio tutti i comandamenti, non per questo non metterà in pratica la volontà di Dio. È indiscusso che la salvezza si ottiene per sola fede, sola grazia, solo Cristo; ma è altresì vero che un cristiano deve osservare la legge (morale) e compiere le opere, come dice Paolo in questa epistola… Efesini 2:10 «Noi infatti siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo». Le opere che compiamo solo la diretta conseguenza di salvezza ottenuta, e non per ottenerla, poiché chi è salvato per grazia è naturalmente portato ad osservare i Suoi comandamenti e ad agire come Cristo, e fare le cose che Lui stesso ci ha comandato di compiere. Giacomo 2:17,18 «Così è pure della fede; se non ha le opere, per se stessa è morta. Ma qualcuno dirà: “Tu hai la fede, e io ho le opere»; mostrami la tua fede senza le tue opere e io ti mostrerò la mia fede con le mie opere”».

La grazia è costata a Dio la  vita di Suo Figlio, e questa grazia seppur gratuita non significa grazia a buon mercato; purtroppo molti accettano il sacrificio di Cristo con superficialità o con troppa faciloneria, senza ponderare quali implicazioni comporta. Può accadere che vi siano persone che si sono veramente contristate dei loro peccati, pentite e battezzate… ma tutto finisce lì, non danno seguito alla loro crescita. Purtroppo molti rifiutano tutto il resto, ossia la santificazione e la trasformazione del carattere che prevede l’abbandono di abitudini o comportamenti non cristiani; inoltre alcuni si rifiutano di servire in chiesa o di prodigarsi per il prossimo, e meno che mai escono a fare evangelizzazione o discepolato. Quando siamo carenti di opere caritatevoli e sistematicamente senza voglia di leggere e studiare la Scrittura o di pregare, dobbiamo dubitare che la salvezza o conversione abbia avuto luogo; perché un vero cristiano è un servo sottomesso, solerte ed ubbidiente. Siamo stati chiamati a servire e compiere azioni concrete che dimostrano che Gesù vive in noi, e se questo non avviene vuol dire che stiamo camminando secondo la carne o per soddisfare le nostre voglie e desideri; quindi, non siamo ancora dei veri credenti (Romani 8:5–8). 1 Giovanni 2:4 «Chi dice: “Io l’ho conosciuto”, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui». Vi sono anche quelli che dicono: “Ma io credo in Dio” o “credo in Gesù”, però non credo nella chiesa e nelle istituzioni; altri affermano: “Ho fatto la preghiera di pentimento, lo studio biblico, e il pastore mi ha confermato che sono stato salvato”. Ma tutto questo non è sufficiente, serve la trasformazione nel cuore, non basta solo “credere”, anche i demoni credono, ma non per questo sono convertiti o salvati! Giacomo 2:19 «Tu credi che c’è un solo Dio. Fai bene; anche i demoni credono e tremano». La salvezza produce un radicale cambiamento di stile di vita, un pentimento e una trasformazione totale della propria esistenza, la conversione è per l’appunto un’inversione di percorso.

Bonhoeffer scriveva: «La grazia a buon prezzo è annunzio del perdono senza pentimento, è battesimo senza disciplina di comunità, è santa Cena senza confessione dei peccati, è assoluzione senza un personale ravvedimento. La grazia a buon prezzo è grazia senza discepolato, grazia senza croce, grazia senza il Cristo vivente, incarnato».

Essere un discepolo significa accettare di seguire Gesù, vivere come Lui e operare per Suo conto, e questo non è una cosa da poco e nemmeno un gioco, poiché comporta: impegno, costanza, perseveranza, sacrifici, e non sempre è una strada in discesa, anzi a volte si devono patire o sopportare, vessazioni, ostilità, critiche, persecuzioni e problemi vari. Crescere in Cristo vuol dire crescere in maturità spirituale, affinché giorno dopo giorno si assomiglia sempre più a Cristo. Un vero discepolo lascerà la propria strada e percorrerà la via che il Signore ha tracciato per lui, mettendo in pratica la Sua volontà, e come diceva l’apostolo Paolo, che esortava i credenti: «a non ricevere la grazia di Dio invano» (2 Cor 6:1). Vediamo ora quali sono le caratteristiche di una vita veramente cristiana, e quali sono i segni distintivi di un vero discepolo.

3- CARATTERISTICHE DEL VERO DISCEPOLO (1 parte)

1. Una vita ripiena di Spirito Santo

Giovanni 14:17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce; ma voi lo conoscete, perché dimora con voi e sarà in voi.

La vita cristiana inizia con la nuova nascita ad opera dello Spirito Santo, come Gesù disse a Nicodemo: «Se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3:5). Lo Spirito Santo ci ammaestra, trasforma e ci schiude le verità della Scrittura, rivelandoci cose che la sapienza umana non può conoscere o intendere. Giovanni 14:26 «ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto». Egli è lo Spirito della verità (Gv 14:17), ed è Colui che ci guida in tutta la verità (16:13) e ci rende capaci di comprendere e adempiere la volontà di Dio. 1 Corinzi 2: 13,14 «Di queste anche parliamo, non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito Santo, esprimendo cose spirituali con parole spirituali.  Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano spiritualmente».

Lo Spirito Santo è Colui che ci convince quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio (Gv 7,8). Senza questo convincimento non riusciremmo a vedere alcuni peccati e senza lo Spirito non saremmo capaci di eliminarli e sfuggire al giudizio di Dio; poiché la Sua potenza ci cambia e ci rende figli e figlie di Dio (Rm 8:14). Quando diveniamo figli di Dio rigettiamo i vecchi modi di pensare e di agire, cambieremo il modo di relazionarci con Dio e con il nostro prossimo. I veri credenti non si soffermeranno più su pensieri peccaminosi e nemmeno in luoghi o contesti dove il peccato regna. Essere ripieni di Spirito ci rende liberi, e la Sua potenza potrà essere esercitata attraverso di noi in modo che portiamo frutto alla gloria di Dio. La vita di un vero discepolo di Cristo sarà caratterizzata dalla presenza e potenza dello Spirito Santo che lo conduce in una vita di studio, preghiera, servizio, testimonianza e vera adorazione; poiché ogni discepolo ha ricevuto dallo Spirito Santo uno o più doni spirituali con i quali servire nella chiesa e fuori da essa.

1 Corinzi 6:19,20 «Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale voi avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio».

 


2. Una vita d’amore e di unità.

Giovanni 17:21 «affinché siano tutti uno, come tu, o Padre, sei in me e io in te; siano anch’essi uno in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato».

Un altro tassello che compone il puzzle del vero discepolo è una vita all’insegna dell’amore e dell’unità, poiché è una vita di riconciliazione con Dio e con i propri simili. Non c’è crescita cristiana senza amore ed unità. Laddove amore e l’unità prevalgono, tutti i muri che dividono gli uomini crolleranno giù e con essi anche le barriere di razza, nazionalità, sesso, casta, colore e tutti gli altri motivi di divisione saranno eliminati nella vita della persona che ha sperimentato la nuova nascita e una nuova spiritualità e umanità. Ogni dissidio, screzio, diatriba o problema tra le persone si dissolveranno nell’amore reciproco ed unitario. L’amore e l’unità costituisce il nucleo centrale del Vangelo, ed è Gesù stesso si è espresso in tal senso nella preghiera sacerdotale «che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi…» (Gv 17:21). Inoltre, disse anche: «Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri» (Gv 13:34). Ciò significa che l’amore non discrimina, non isola e non erige barriere, ma al contrario è inclusivo e abbraccia tutti e arriva persino ad amare anche i nemici; ed è da questo tipo d’amore che «dipendono tutta la legge e i profeti» (Mt 22:37-40). Un vero discepolo di Cristo possiederà questo tipo d’amore che è il fondamento dell’unità cristiana.

 

3. Una vita di studio.

2 Timoteo 3:15 «e che sin da bambino hai conosciuto le sacre Scritture, le quali ti possono rendere savio a salvezza, per mezzo della fede che è in Cristo Gesù».

Come il cibo è nutrimento e sostentamento per il corpo, allo stesso modo lo studio della Scrittura alimenta e fortifica lo spirito. Ogni essere vivente ha bisogno di nutrimento adeguato e costante, ed anche per la crescita spirituale necessitiamo di questa costanza. Ma dove si trova il cibo spirituale? Le fonti principalmente sono due: una è la comunione con Dio e l’altra è studio della sua Parola che è accompagnato dalla preghiera. Gesù Cristo disse: «Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio» (Mt 4:4). Com’è che Gesù ha vinto ed affrontato le Sue battaglie contro Satana? Con un “Stà scritto”, che è l’arma con la quale ha screditato, smentito e fatto fuggire il nemico. Anche noi dobbiamo fare allo stesso modo, conoscendo bene la Scrittura. Salmo 1: 1-3 «Beato l’uomo che non cammina nel consiglio degli empi, non si ferma nella via dei peccatori e non si siede in compagnia degli schernitori, ma il cui diletto è nella legge dell’Eterno, e sulla sua legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato lungo i rivi d’acqua, che dà il suo frutto nella sua stagione e le cui foglie non appassiscono; e tutto quello che fa prospererà». Paolo scrive: «Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona» (2 Tm 3:16,17).

Volete conoscere e crescere nella comprensione della verità e della sana dottrina? Volete sapere ciò che Dio ha riservato per noi oggi e nel futuro? Studiate la Scrittura ogni giorno, con diligenza e perseveranza. Avvicinatevi ad essa con molta preghiera, poiché non c’è altro modo per conoscere la volontà di Dio e ricevere tutte le risposte di cui abbiamo veramente bisogno!

4- CARATTERISTICHE DEL VERO DISCEPOLO (2 parte)

4. Una vita di preghiera 

Marco 11:24 «Perciò vi dico: tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete».

Un altro aspetto del discepolato è una vita di preghiera. Se la Parola di Dio è vero alimento che nutre la nostra vita interiore, la preghiera è il respiro dell’anima, senza di essa la vita interiore si atrofizza e muore. La preghiera non è solo parlare con Dio, ma è soprattutto saper ascoltare quello che Lui ha da comunicarci. La preghiera dovrebbe essere mantenuta sempre sottoforma di dialogo e mai di monologo, bisogna imparare a fermarsi e ascoltare le risposte di Dio. L’orazione è aprire il cuore a Dio lasciando fluire tutti i nostri pensieri e ragionamenti verso di Lui come ad un amico e, se non abbiamo particolari problemi è bene inginocchiarsi in un totale abbandono, per poi rialzarsi pienamente rafforzati dalla Sua potenza, ammantati di consolazione e ricchi di rivelazione. Paolo considerava la preghiera fondamentale nella vita cristiana e nella crescita spirituale tanto che elenca sei principi da non dimenticare mai: «Pregate in ogni tempo», pregate «per mezzo dello Spirito», pregate «con ogni preghiera e supplica», pregate e «vegliate», pregate «con ogni perseveranza» e «pregate per tutti i santi» (Ef 6:18). 1 Tessalonicesi 5:17 «non cessate mai di pregare». Quando dobbiamo pregare in presenza di altre persone, evitiamo le preghiere troppo lunghe e non facciamo come il fariseo (Lc 18:11), che pregava per esibirsi. Inoltre, evitiamo di ripete formule preconfezionate o preghiere di ruotine. La preghiera efficace è quella dove ci mettiamo a nudo davanti a Dio e ci lasciamo inondare dal Suo Spirito e dal Suo amore, nella quale ringraziamo, lodiamo ed intercediamo per i bisogni del nostro prossimo. La preghiera eleva, rafforza e nobilita l’anima.

Dunque, perché la preghiera quotidiana è così importante?

1. Con la preghiera quotidiana consentiamo a Dio di interagire con noi, poichè lo coinvolgiamo in ogni aspetto della nostra vita. Quando rendiamo il Signore partecipe di ogni nostra azione o pensiero, avremo anche le giuste direttive e i giusti consigli.

2. La preghiera quotidiana ci consente di ringraziare il Signore per le Sue amorevoli cure nei nostri confronti; tramite essa gli esprimiamo la  nostra gratitudine e riconoscenza.

3. La preghiera quotidiana ci permette di alleggerirci di qualche peso: quando confessiamo un peccato e gli chiediamo aiuto per eliminarlo, oltre a trovare il perdono abbiamo anche la libertà.

4. La preghiera quotidiana è lode e adorazione. Tramite le nostre orazioni riconosciamo che il Signore ha il controllo della nostra vita.

 

 


5 Una vita che porta frutti.

Matteo 7:20 «Li riconoscerete dunque dai loro frutti»

Il portare frutto è un aspetto importante nella vita di un vero discepolo e nella crescita cristiana. Gesù ha specificato che ogni discepolo che dimora in Lui porta molto frutto, altrimenti viene potato. Giovanni 15:1-4 «Io sono la vera vite e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie via; ma ogni tralcio che porta frutto, lo pota affinché ne porti ancora di più.  Voi siete già mondi a motivo della parola che vi ho annunziata. Dimorate in me e io dimorerò in voi; come il tralcio non può da sé portare frutto se non dimora nella vite, così neanche voi, se non dimorate in me». Il termine “dimorare” significa vivere in Lui e per Lui, ossia, continuare a rimanere nella condizione di persona salvata che cammina con il Signore e agisce per Suo conto, e non per ottenerne un merito. Portare frutto vuol dire: ubbidire, agire e vedere l’opera delle proprie mani. L’assenza di frutto nella vita del credente è un segnale che dimostra che non stiamo dimorando in Cristo, non stiamo vivendo secondo la Sua volontà e non stiamo lavorando con Lui e per Lui. Gesù disse: «Io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore» (Gv 15:10). L’ubbidienza di Gesù al Padre non è una sottomissione cieca e legalistica, ma la conseguenza del dimorare nell’amore del Padre. L’intima relazione tra il Padre e il Figlio è basata solo sull’amore ed è questo amore che ha condotto il Figlio ad accettare la volontà del Padre e a sperimentare la croce. Gesù paragona questa relazione d’amore esistente tra il Figlio e il Padre come esempio della relazione che dovrebbe intercorre tra i discepoli e il loro Salvatore. Come la relazione con il Padre è stata caratterizzata dall’ubbidienza, allo stesso modo la relazione dei discepoli con Gesù dovrebbe essere fondata sull’ubbidienza. «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti» (Gv 14:15).

 

6. Una vita di battaglia spirituale.

Efesini 6:12 «Il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere».

La vita cristiana è una battaglia continua, un cammino non facile. La Bibbia afferma che Satana e i suoi angeli lavorano indefessamente per ostacolare e impedire che i discepoli prosperino nella loro vita cristiana (Ap 12:17);  il diavolo stesso «va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare» (1 Pt 5:8). Veniamo coinvolti in un conflitto che è reale e pericoloso, nel quale abbiamo a che fare con forze soprannaturali. Ma poiché il male è più forte di noi, possiamo contare sulla protezione divina e di quella degli angeli, i quali si prodigano nel servizio dei figli di Dio, liberandoli e proteggendoli dal male. Salmo 91:11-13 «Poiché egli comanderà ai suoi Angeli di custodirti in tutte le tue vie. Essi ti porteranno nelle loro mani, perché il tuo piede non inciampi in alcuna pietra. Tu camminerai sul leone e sull’aspide, calpesterai il leoncello e il dragone». La vittoria sulle tentazioni di Satana si ottiene con impegno costante e ognuno di noi si deve impegnare personalmente in questa lotta, perché nessun altro può farlo al nostro posto. Dio non ci ha lasciati soli in questo conflitto, Egli ci ha garantito la vittoria in e con Cristo Gesù (1 Cor 15:17), e ci ha fornito l’armatura con la quale combattere. Però questa armatura la dobbiamo indossare noi, ed anche in questo caso nessuno lo potrà fare al nostro posto.  Paolo ne descrive gli elementi: la cintura della verità, la corazza della giustizia, le calzature dello zelo dato dalla buona novella della pace, lo scudo della fede, l’elmo della salvezza, la spada dello Spirito e l’invincibile potenza della preghiera (Ef 6:13-18). Protetti da questa armatura e dall’invincibile potenza dello Spirito, non possiamo che vincere il combattimento.

Inoltre, il Signore ha anche autorizzato e abilitato i Suoi discepoli a scacciare le forze del male e liberare le persone possedute da demoni. Matteo 10: 7,8 «Andate e predicate, dicendo: “Il regno dei cieli è vicino”. Guarite gli infermi, mondate i lebbrosi, risuscitate i morti, scacciate i demoni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».  Luca 10:19,20 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male. Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

 

 


7. Una vita di adorazione e testimonianza

Matteo 28:19,20 «Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente. Amen».

La missione che Gesù ha affidato alla Chiesa è quella di rendergli testimonianza, proclamare l’evangelo e battezzare le genti. La mansione principale del discepolo è discepolare. Inoltre, il Signore disse ai Suoi discepoli che per compiere questo mandato avrebbero ricevuto potenza dall’alto, lo Spirito Santo li avrebbe aiutati e capacitati per questo compito.  Atti 1:8 «Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all’estremità della terra». Tutto questo iniziò subito dopo l’ascensione di Gesù Cristo e terminerà con il Suo ritorno.

Se osserviamo la chiesa nascente di Atti 2, possiamo vedere che era accompagnata dalla costante presenza e potenza dello Spirito Santo. La Chiesa si diffondeva rapidamente e le varie comunità erano in costante crescita, sia spirituale che numerica. Le case diventavano centri di evangelizzazione e di comunione fraterna nella quali adorare, studiare le Scritture, pregare, cantare e lodare Dio tutti insieme. Ma anche nel condividere il cibo, le proprietà o beni, nell’uscire per le strade a testimoniare, guarire e liberare le persone dagli spiriti immondi (At 5:41,42; 6:7). Atti 2:42-47 «Essi erano perseveranti nel seguire l’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere. Ed erano tutti presi da timore; e molti segni e miracoli si facevano per mano degli apostoli. Or tutti coloro che credevano stavano insieme ed avevano ogni cosa in comune…E perseveravano con una sola mente tutti i giorni nel tempio e rompendo il pane di casa in casa, prendevano il cibo insieme con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. E il Signore aggiungeva alla chiesa ogni giorno coloro che erano salvati».

Questo esempio di vera chiesa e vero discepolato è un monito per noi oggi, se vogliamo essere una vera chiesa, dobbiamo crescere nei rapporti interpersonali e nella comunione fraterna, nell’adorazione, studio e preghiera. Più ci conosciamo e frequentiamo, più coopereremo e saremo spronati e abilitati dallo Spirito Santo a servire e  testimoniare. Gesù disse:«Come il Padre ha mandato me, così io mando voi» (Gv 20:21). La vita cristiana non è una vita chiusa in se stessi o isolati dal resto della fratellanza, ma al contrario è una vita spesa in costante comunione fraterna, nel servizio e nella testimonianza. Ebrei 10:24,25 «Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all’amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno». Noi viviamo per adorare, servire, guarire, liberare, testimoniare, battezzare, e per fare questo abbiamo bisogno di ricevere potenza dall’alto ogni giorno. Tito 3:5 «egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo». La vita in Cristo è crescere individualmente e corporativamente, nell’attesa del Suo ritorno e della salvezza eterna nel Suo regno. La chiesa sulla terra è la porta del cielo, dove il canto, la lode, la preghiera sono i mezzi stabiliti da Dio per preparare un popolo per l’adorazione eterna.

5 - IMPLICAZIONI PRATICHE

IMPLICAZIONI PRATICHE:

Mi impegno ad essere un vero discepolo di Gesù Cristo, voglio imitare e riflettere il Suo carattere. Mi voglio nutrire ogni giorno della Sua Parola e meditare su di essa, pregare, lodare e proclamare il Nome di Gesù Cristo a chiunque incontro nel mio cammino. Mi voglio impegnare nella testimonianza o evangelizzazione, partecipare alle riunioni ecclesiali e nell’adorazione comunitaria, nel servizio caritatevole verso i bisognosi: senza tetto, carcerati, malati e chiunque ha bisogno di ricevere amore e carità. Voglio essere come il mio Maestro, ripieno di Spirito Santo e della Sua potenza!

 

DECISIONI:

  • Decido che non voglio più una natura di peccato o carnale, ma una spirituale e santa.

  • Decido di conoscere meglio Gesù, e di accettarlo come Signore e Salvatore.

  • Decido di consentire allo Spirito Santo di iniziare in me un’opera di trasformazione: liberandomi dal peccato e dalla sua schiavitù.

  • Decido di impegnarmi nel servire il Signore in chiesa e fuori da essa.

  • Decido di condividere il link di questo studio, per far conoscere ad altri le verità bibliche.

 
 
 

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