COMMENTARIO BIBLICO

Il capitolo 10 è un interludio tra la sesta e settima tromba. Come abbiamo già visto, la sesta tromba è un giudizio di Dio che colpisce la falsa cristianità, che troviamo alla conclusione del capitolo 9. Il capitolo 10 ci mostra il piano di Dio per il rimanente finale, che è quello di predicare l’ultimo messaggio o annuncio del Vangelo eterno a ogni creatura prima del ritorno di Gesù. Per comprendere bene Apocalisse 10, è necessario avere letto e analizzato Daniele 10 e 12, e Ezechiele 2:8-10; 3:1-4; poiché i brani presentano aspetti complementari o paralleli.

 

 

1- L'ANGELO DEL PATTO

Apocalisse 10: 1-3 «Poi vidi un altro angelo potente che scendeva dal cielo, avvolto in una nube; sopra il suo capo vi era l’arcobaleno; la sua faccia era come il sole e i suoi piedi erano come colonne di fuoco. Egli aveva in mano un libretto aperto e posò il suo piede destro sul mare e il sinistro sulla terra;  poi gridò a gran voce, come un leone ruggente; e quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire le loro voci». 

La visione si concentra su un essere celeste potente, diverso dagli altri angeli che erano apparsi poco prima, ossia da quelli che trattengono i quattro venti (cap. 7:1), e da quelli che suonano le sette trombe (cap. 8:2), o dall’angelo davanti all’altare (cap. 8:3) e da quelli presso il fiume Eufrate (cap. 9:14). Questo “angelo” (messaggero) si può identificare come Cristo stesso, per via della descrizione che segue. Nell’Antico Testamento, Gesù è chiamato “l’Angelo del patto” o Messaggero del Patto (Malachia 3:1), il quale  appare fisicamente in diversi episodi dell’A.T. Gesù scese avvolto o  circondato da nuvole o con nuvole come un carro (Dn. 7:13; Salmo 97:1-2; 104:3; 1Tes. 4:17). L’arcobaleno sul capo lo vediamo anche nel capitolo 4 di Apocalisse, posto intorno al trono di Dio (Ez.1:26-28). L’arcobaleno è il segno del patto eterno di Dio con gli uomini; poiché Egli salverà ogni peccatore penitente dalla distruzione. Il volto di Gesù come il sole ci ricorda la trasfigurazione (Matteo 17:2), ma anche l’episodio delle conversione di Paolo, folgorato dalla luce di Cristo (Atti 22:7-9); lo stesso Giovanni all’inizio dell’Apocalisse dice che il Suo volto è come il sole (Apocalisse 1:16). I piedi come colonne di fuoco richiamano altre descrizioni di Gesù (Daniele 10:6, Apocalisse 1:15) o di Dio (Ezechiele 1:27). Anche il gridare come un leone ruggente ci ricorda Dio che ruggisce come un leone nell’A.T. (Osea 11:10, Gioele 3:16, Amos 3:8). La posizione che assume, mettendo “il suo piede destro sul mare e il sinistro sulla terra” (v. 3), ci ricorda la Sua autorità e potenza, infatti Egli disse: “Ogni potestà Mi è stata data in cielo e sulla terra” (Matteo 28:18). Trovandoci tra la 6a e la 7a tromba, quindi, negli ultimi giorni della storia umana, vediamo Gesù esortare e guidare il Suo popolo nel dare l’ultimo messaggio che deve raggiungere ogni angolo della terra, tutti lo devono conoscere. Matteo 24:14 «E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine».

2- IL LIBRETTO

Apocalisse 10:2 «Egli aveva in mano un libretto aperto e posò il suo piede destro sul mare e il sinistro sulla terra»

L’angelo teneva nella mano un libretto aperto; la parola greca biblaridion, letteralmente vuol dire piccolo libro o libretto. Questo libretto non può essere il libro sigillato con i 7 sigilli del capitolo 5; poichè è aperto e questo significa che il suo contenuto non è occultato (sigillato), quindi di facile lettura o intendimento. Solitamente le porzione della Bibbia che vengono sigillate, sono delle profezie temporali. Daniele 12:4 «Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà». La profezia di Apocalisse 10 si fonda su quella conclusiva del libro di Daniele. In Daniele 12:5-12 vediamo che Michele (l’uomo vestito di lino) interrogato sui tempi del compimento delle pro­fezie, giura che bisogna aspettare i tre tempi e mezzo (Dn 12:7); inoltre menziona altre due indicazioni temporali: 1.290 e 1.335 giorni (vv. 11,12). I tre numeri si riferiscono allo stesso periodo di tempo, ma da tre prospettive diverse. La persecuzione dei tre tempi e mezzo o 42 mesi o 1260 giorni, ha duplice applicazione: una storica e una futura.

Daniele 12:7 «Questo durerà un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo; e quando la forza del popolo santo sarà interamente spezzata, allora tutte queste cose si compiranno». In questo contesto si riferisce a quella futura, ossia a quando apparirà l’Anticristo finale. Ma chi è che in passato ha perseguitato i santi dell’Altissimo, e chi li “spezzerà” in futuro? Sarà sempre lo stesso personaggio o meglio quello che rappresenta! Il testo di Daniele 11 e Daniele 7 e 8, parlano della persecuzione del popolo di Dio che sarebbe durata fino al tempo della fine. In Daniele 7 è scritto che il piccolo corno: «Egli proferirà parole contro l’Altissimo, perseguiterà i santi dell’Altissimo… i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo» (Daniele 7:25). La persecuzione sotto il dominio del papato durò effettivamente 3 anni e mezzo profetici, cioè per 1260 anni (vedi studio Daniele 8 e Apocalisse 13). Questo periodo profetico terminò nel 1798, anno nel quale il papato subì una ferita mortale di cui parla l’Apocalisse 13:3, ma, sempre nello stesso capitolo si profetizza la guarigione di questa ferita e la rinascita della 5° testa di Apocalisse 17.

Apocalisse 17: 8-12 «…meraviglieranno vedendo la bestia perché era, e non è, e verrà di nuovo. Qui occorre una mente che abbia intelligenza. Le sette teste sono sette monti sui quali la donna siede. Sono anche sette re: cinque sono caduti, uno è, l’altro non è ancora venuto; e quando sarà venuto, dovrà durare poco. E la bestia che era, e non è, è anch’essa un ottavo re, viene dai sette e se ne va in perdizione. Le dieci corna che hai viste sono dieci re, che non hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potere regale, per un’ora, insieme alla bestia 14 Combatteranno contro l’Agnello e l’Agnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il Re dei re; e vinceranno anche quelli che sono con lui, i chiamati, gli eletti e i fedeli».

Questo ultimo Impero mondiale o Nuovo Ordine Mondiale sarà formato da 10 nazione che saranno guidate dall’Anticristo finale. Questa coalizione perseguiterà il popolo di Dio, per 3 anni e mezzo letterali, adempiendo così Daniele 12:7. Poi, quando avranno ricevuto un regno e potere, attaccheranno Cristo stesso e la sua chiesa in modo diretto.

Anche per i 1290 giorni il discorso non cambia, ci sono due applicazioni una storica e una posta nel futuro, e ci sarà sempre la presenza dell’anticristo.

Daniele 9:26-27 «Dopo le sessantadue settimane il Messia sarà messo a morte e nessuno sarà per lui. E il popolo di un capo che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua fine verrà con un’inondazione, e fino al termine della guerra sono decretate devastazioni. Egli stipulerà pure un patto con molti per una settimana, ma nel mezzo della settimana farà cessare sacrificio e oblazione; e sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore, finché la totale distruzione, che è decretata, sarà riversata sul devastatore». Storicamente l’abominazione della desolazione è la profanazione del santuario terreno o tempio di Dio a Gerusalemme ad opera di Antioco Epifanio IV, durata per oltre tre anni, dal 168 al 165 o da 167 a 164 a. C. Daniele 8: 13,14 «Poi udii un santo che parlava, e un altro santo disse a quello che parlava: “Fino a quando durerà la visione del sacrificio continuo e la trasgressione della desolazione, che abbandona il luogo santo e l’esercito ad essere calpestati?”. Egli mi disse: “Fino a duemilatrecento giorni; poi il santuario sarà purificato”». Le 2300 sere e mattine corrispondono a 1150 giorni letterali, ossia a 3 anni 2 mesi circa, e questo è successo storicamente con la purificazione del tempio, avvenuta 1150 giorni dopo la profanazione. Però, la Bibbia ci avvisa che quanto è successo nel passato si ripresenterà alla fine dei tempi con il sorgere dell’anticristo, il quale si siederà nel tempio di Dio (corpo di Cristo o chiesa), si mostrerà come Dio e profanerà il tempio (chiesa o popolo di Dio).

2 Tessalonicesi 2 4-7 l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio. Non vi ricordate che quando ero ancora con voi vi dicevo queste cose? Ora voi sapete ciò che lo trattiene affinché sia manifestato a suo tempo. Infatti il mistero dell’empietà è già in atto, soltanto c’è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo.

Daniele 12:11,12 «Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà rizzata l’abominazione della desolazione, passeranno milleduecentonovanta giorni. Beato chi aspetta e giunge a milletrecento trentacinque giorni». Quando apparirà l’anticristo finale e l’abo­minazione della desolazione, passeranno 1.290 giorni, ossia 3 anni e 7 mesi, poi Dio interverrà e si comprenderanno anche i 1335 giorni, che, con tutta probabilità è il tempo dell’ingresso nel Millennio. Le profezie che Daniele dovette sigillare (sim­bolicamente) fino al tempo della fine, vengono comprese in questo tempo, perché il tempo della fine è ora. Il libretto aperto è una porzione profetica della Scrittura, che potrebbe essere proprio il libro di Da­niele, del quale l’angelo aveva detto al profeta di sigillare la profezia fino al tempo della fine (Da 12:4).

 

 

3 - IL DOLCE E L'AMARO

Apocalisse 10: 4-6 «Quando i sette tuoni parlarono, io stavo per mettermi a scrivere, ma udii una voce dal cielo che diceva: “Sigilla le cose che i sette tuoni hanno dette, non le scrivere”. Allora l’angelo che avevo visto stare in piedi sul mare e sulla terra alzò la mano destra verso il cielo,  e giurò per colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso, la terra e le cose che sono in essa, il mare e le cose che sono in esso, che non vi sarebbe più alcun ritardo».

Che cos’è il mistero di Dio? Paolo in alcune delle sue epistole menziona il mistero di Dio; la parola greca mustērion indica qualcosa di segreto o tenuto nascosto. Romani 16:25 «del mistero che fu tenuto segreto per tutti i secoli passati». Questo mistero è rimasto nascosto fino a quando Dio lo ha rivelato, ed è il piano della salvezza concepito prima della creazione del mondo (1Corinzi 2:7), è menzionato in relazione con l’incarnazione di Cristo (1Timoteo 3:16) e connesso con la predicazione del vangelo ad ogni nazione (Efesini 3:3-6). Colossesi1:26-27 «che fu tenuto nascosto da secoli e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai Suoi santi, ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria». Gesù alza la mano verso il cielo e giura per il Creatore che non c’è più indugio (lett.: tempo), perché non appena verrà suonata la settima tromba, si compirà il mistero di Dio. La parola «tempo», in greco kronos, indica un tempo cro­nologico; compiuti dunque i tempi di Daniele (1.260, 1.290 e 1.335 giorni), non ci sono altre date o periodi di tempo, perché al suono dell’ultima tromba, si compirà il mistero di Dio: la Sua venuta e la salvezza del genere umano.

Apocalisse 10: 8-10 «Poi la voce che avevo udita dal cielo mi parlò di nuovo e disse: “Va’, prendi il libro che è aperto in mano all’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra”. Io andai dall’angelo, dicendogli di darmi il libretto. Ed egli mi rispose: “Prendilo e divoralo: esso sarà amaro alle tue viscere, ma in bocca ti sarà dolce come miele”. Presi il libretto dalla mano dell’angelo e lo divorai; e mi fu dolce in bocca, come miele; ma quando l’ebbi mangiato, le mie viscere sentirono amarezza».

Una voce ordina a Giovanni di farsi dare il libretto che è in mano all’angelo. Prima di andare avanti, dobbiamo leggere la visione di Ezechiele dell’Antico Testamento. Ezechiele 2:8-10 «“Tu, figlio d’uomo, ascolta ciò che ti dico; non essere ribelle come questa famiglia di ribelli; apri la bocca e mangia ciò che ti do”. Io guardai, ed ecco una mano stava stesa verso di me, la quale teneva il rotolo di un libro; lo srotolò davanti a me; era scritto di dentro e di fuori, e conteneva lamentazioni, gemiti e guai». Ezechiele 3:1-4 «Egli mi disse: “Figlio d’uomo, mangia ciò che trovi; mangia questo rotolo, e va’ e parla alla casa d’Israele”. Io aprii la bocca, ed egli mi fece mangiare quel rotolo. Mi disse: “Figlio d’uomo, nutriti il ventre e riempiti le viscere di questo rotolo che ti do”. Io lo mangiai, e in bocca mi fu dolce come del miele».

In questa visione, Ezechiele è invitato a mangiare un rotolo; gli viene spiegato che si tratta di una serie di lamenti, gemiti e guai, ed egli deve mangiare il rotolo perché attraverso la sua boc­ca Dio potrà annunciare queste cose agli uomini, che in questo caso sono per Israele. Ezechiele mangia il rotolo e accetta la missione del Signore, che gli risulta dolce come il miele. Anche a Giovanni come a Ezechiele gli viene detto di mangiare il libretto; però, mentre Ezechiele doveva rivolgersi solo agli Israeliti, Giovanni deve invece predicarlo a tutti, popoli, nazioni, lingue e re. L’apostolo sperimenta che il messaggio risulta dolce al palato, ma appena giunge alle viscere diviene amaro, provocandogli dolo­ri. Questa visione è in parallelo con quella di Ezechiele, ed è una conferma che il libretto aperto in mano all’angelo è una porzione della Scrittura, e come dice il salmista: «Come sono dolci le Tue parole al mio palato! Sono più dolci del miele alla mia bocca» (Salmo 119:103). L’esperienza dell’amarezza di Giovanni si spiega con quello che Gesù aveva profetizzato proprio per questo tempo, e sono i tanti falsi predicatori e profeti che sarebbero sorti tra la sesta e settima tromba e che troviamo in Matteo 24:24, Marco 13:22, Luca 6:22. Molti di questi personaggi, anche se sono state ottime persone e buoni predicatori, però si sono imbattuti in previsioni azzardate e completamente fasulle. Anche diversi movimenti religiosi hanno fissato date che non gli sono mai state “date”, annunciando fantomatici regni di Dio sulla terra o ritorni di Cristo che non si sono mai realizzati.

Basti vedere i fratelli Wesley fondatori del Metodismo, i quali hanno predetto due date. Charles Wesley predisse la fine del mondo per il 1794; mentre suo fratello John Wesley disse che la fine del mondo sarebbe giunta nel 1836.

Subito dopo questi, c’è l’esperienza dei milleriti con il mancato ritorno di Gesù Cristo per il 12 Ottobre1844.

Anche Claas Epp Jr, predicatore Mennonita, predisse che Cristo sarebbe tornato l’8 Marzo 1889.

Ellen G. White la “profetessa” degli Avventisti del Settimo giorno, verso la fine del giugno 1850 predisse che: “Il  mio angelo che mi accompagna, ha detto: il Tempo è quasi finito. Preparatevi, preparatevi, preparatevi…Ora il tempo è quasi  finito… E quello che noi abbiamo imparato in anni, gli altri dovranno impararlo in pochi mesi.” (Early Writings, pag. 64-67). Quei “pochi mesi” non si sono mai realizzati! In una conferenza del 1856 predisse nuovamente che alcuni vedranno il ritorno di Gesù. “Mi sono state mostrate le persone presenti  alla conferenza. L’angelo mi ha detto: “Alcuni saranno cibo per i vermi,  alcuni saranno soggetti alle sette ultime piaghe, alcuni saranno vivi e rimarranno sulla terra per essere trasformati alla venuta di Gesù”. Tesori delle Testimonianze Vol. 1, p. 131. Nessuno di loro passò per le sette piaghe e meno che mai videro il ritorno di Gesù.

Joseph Smith è il fondatore dei Mormoni, il quale predisse nel 1835, che nello spazio di 56 anni sarebbe ritornato Gesù Cristo, ma quando arrivò il 1891 Gesù non ritornò (History of the Church, Vol. 2, pag. 180-182)

Ma anche i testimoni di geova hanno dato varie date, per anni hanno predicato che la generazione del 1914 avrebbe visto il regno di Dio…ovviamente sono tutti morti e non hanno visto nulla. La lista potrebbe continuare, ma questi qui sono più che sufficienti per capire il tempo profetico. Quello che deve far riflettere, sono queste previsioni o aspettative illusorie e ingannevoli che hanno causato molta amarezza e grande delusione, ma non solo: molti si sono allontanati dalla fede.   

Apocalisse 10: 11 Poi mi disse: «È necessario che tu profetizzi ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re».

Che il ritorno di Gesù Cristo è imminente non ci sono dubbi, i segni dei tempi da Lui profetizzati si sono adempiuti quasi tutti, manca solo l’ultimo messaggio da dare al mondo come predetto in Matteo 24:14; ovviamente nessuno conosce il giorno esatto del Suo ritorno, però il Signore ci chiede due cose: una è che perseveriamo nel predicare l’Evangelo ad ogni nazione e popolo, mentre l’altra è di essere pronti per essere traslati al Suo arrivo. E questo perché ogni giorno potrebbe essere quello giusto, quindi, sei pronto? Nella Bibbia l’urgenza non è legata al ritorno di Gesù ma all’oggi e a quello che sei; poiché senza il processo della santificazione nessuno può entrare nel regno di Dio (Ebrei 12:14). Le tue scelte di oggi determinano chi sei veramente e che cosa sarai domani. Ebrei 3:14-15 «Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio, mentre ci è detto: “Oggi, se udite la Sua voce, non indurite i vostri cuori”». Ebrei 10:37-39 «Ancora un brevissimo tempo, e Colui che deve venire verrà e non tarderà. E il giusto vivrà per fede; ma se si tira indietro l’anima Mia non lo gradisce».

 

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