1- LA CONTESA DEI DISCEPOLI
Giovanni 3: 22-35 Dopo queste cose, Gesù venne con i suoi discepoli nel territorio della Giudea, e là rimase con loro e battezzava. Or anche Giovanni battezzava in Enon, vicino a Salim, perché là c’era abbondanza di acqua; e la gente veniva e si faceva battezzare, perché Giovanni non era ancora stato gettato in prigione. Sorse allora una discussione da parte dei discepoli di Giovanni con i Giudei intorno alla purificazione. Così vennero da Giovanni e gli dissero: «Maestro, colui che era con te al di là del Giordano, a cui hai reso testimonianza, ecco che battezza e tutti vanno da lui». Giovanni rispose e disse: «L’uomo non può ricevere nulla, se non gli è dato dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Io non sono il Cristo, ma sono stato mandato davanti a lui”. Colui che ha la sposa è lo sposo, ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ode, si rallegra grandemente alla voce dello sposo; perciò questa mia gioia è completa. Bisogna che egli cresca e che io diminuisca. Colui che viene dall’alto è sopra tutti; colui che viene dalla terra è della terra e parla della terra; colui che viene dal cielo è sopra tutti. Ed egli attesta ciò che ha visto e udito, ma nessuno riceve la sua testimonianza. Colui che ha ricevuto la sua testimonianza ha solennemente dichiarato che Dio è verace. Infatti colui che Dio ha mandato, proferisce le parole di Dio, perché Dio non gli dà lo Spirito con misura. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha vita eterna, ma chi non ubbidisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio dimora su di lui».
La prima parte del capitolo 3 di Giovanni ci mostra la testimonianza del Signore nella città di Gerusalemme; mentre dal versetto 22, fino alla fine del capitolo vediamo il ministero di Cristo in Giudea. Ovviamente, anche in questa regione venne proclamata la buona notizia e, quando la luce della verità illumina i cuori, le persone si battezzano. In questa località non c’erano solo i discepoli di Cristo che battezzavano, vi era anche Giovanni battista, il quale era intento a predicare il messaggio di ravvedimento accompagnato dai suoi discepoli. Giovanni (l’apostolo) specifica anche il perché il battista si trova a Enon… là c’era molta acqua; questo particolare è significativo, perché il battesimo autentico è per immersione totale.
In quel tempo la popolarità di Giovanni battista cominciava a scemare, la folla che prima gli si radunava intorno diminuisce sempre più e, quando Gesù venne da Gerusalemme al Giordano, il popolo si raccolse intorno a Lui per ascoltarlo; cosicché i discepoli di Giovanni diminuivano, mentre quelli di Gesù crescevano costantemente. Molti di quelli che erano accorsi per ascoltare il Salvatore venivano per essere battezzati, e sebbene Gesù non battezzasse, approvava che i suoi discepoli lo facessero. I discepoli di Giovanni provavano gelosia per quello che stava accadendo e per la crescente popolarità di Gesù; tanto che alcuni di loro presero a discutere con un giudeo a proposito della purificazione. Probabilmente il termine purificazione qui fa riferimento al battesimo, e la questione sollevata era se il battesimo dei discepoli di Gesù fosse migliore di quello di Giovanni. Quale battesimo era più efficace o di maggior valore?
I discepoli di Giovanni andarono a chiedere spiegazioni: «Maestro, colui che era con te di là dal Giordano, e al quale tu rendesti testimonianza, eccolo che battezza, e tutti vanno a lui» Giovanni 3:26. Sebbene Giovanni sapeva che la sua missione stesse per concludersi, non provava nessuna delusione, nè orgoglio o risentimento, anzi disse ai suoi discepoli che era giusto che ciò accadesse, tanto da esortare anche loro a seguire Gesù. Se avesse provato invidia o gelosia non avrebbe fatto altro che fare il gioco di Satana, avrebbe sparso il seme della discordia e del malcontento, ostacolando così la missione del Messia. Giovanni era un uomo ripieno dell’amore divino, poiché era umile, sincero e guidato dallo Spirito Santo, diede una risposta con duplice valenza. Riferendosi al Signore spiegò che i successi del Salvatore erano un segno dell’approvazione di Dio; mentre riferendosi a se stesso, spiegò che non aveva mai aspirato a essere famoso o importante. Egli ribadì semplicemente di non possedere nulla che non gli fosse stato dato dal cielo. «L’uomo non può ricever cosa alcuna, se non gli è data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Io non sono il Cristo; ma son mandato davanti a lui» Giovanni 3:27-28. Questo insegnamento vale anche per noi oggi: non abbiamo alcun motivo di inorgoglirci e metterci in mostra o di esibirsi davanti agli altri, siamo tutti servi dell’Altissimo e come tali dobbiamo stimarci ed aiutarci reciprocamente. Un vero discepolo è umile, remissivo e sottomesso all’autorità divina, ed è sempre pronto a cedere il testimone ad un altro.
Giovanni 3:29 «Colui che ha la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, si rallegra grandemente alla voce dello sposo»
Giovanni si presentò come l’amico dello sposo, ossia colui che doveva annunciare la venuta dello sposo, e questa è una figura tipica dei matrimoni ebraici. Lo sposo è Gesù Cristo e la sposa sono i futuri credenti (chiesa), che non appartengono all’amico dello sposo, ma allo sposo; quindi, era giusto che il popolo seguisse Gesù anziché il battista e, quando lo sposo incontra la sposa, la missione dell’amico finisce, il suo compito si è esaurito. Anche nell’A.T. Israele era definito la sposa di Yahweh. Giovanni non fu amareggiato né dispiaciuto nel vedere che i suoi seguaci lo lasciassero, anzi era felice di poter ascoltare anche lui la voce dello sposo. Egli si rallegrava nel vedere che l’attenzione di tutti era focalizzata su Gesù Cristo e la sua gioia era nel contemplare gli uomini che onoravano e glorificavano Cristo.
Giovanni 3:30 «Bisogna che Egli cresca, e che io diminuisca».
Queste parole sono la sintesi e lo scopo del ministero di Giovanni, che era quello di indirizzare gli uomini e le donne verso il Salvatore e quando questo sarebbe occorso, doveva eclissarsi; poiché Colui che viene dall’alto è sopra tutti. Questa dichiarazione metteva in luce la posizione suprema del Signore in contrasto con quella di Giovanni che è nettamente inferiore, poiché egli proviene dalla terra e come tutti i mortali parla come uno che è della terra. Gesù essendo di origine divina, parlava con l’autorità di Figlio di Dio e di cose celesti. Solo Gesù Cristo poteva dire: «Cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato» (Giovanni 5:30). Giovanni precisò: «Egli rende testimonianza di quello che ha visto e udito, ma nessuno riceve la sua testimonianza» (Giovanni 3:32). Il termine nessuno non è da intendersi in senso assoluto, visto che alcuni ricevettero le parole del Signore Gesù e furono battezzati. Giovanni stava considerando l’umanità in senso generale, quindi, profetizzò che la maggioranza delle persone avrebbe rifiutato gli insegnamenti del Salvatore; purtroppo sono sempre troppo poche le persone che sono disposte ad ascoltare e accettare Colui che salva dai peccati.
Giovanni 3:36 «Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna…».
Non c’era bisogno di discutere quale fosse il battesimo migliore, se quello di Cristo o quello di Giovanni a purificare dal peccato; poiché senza il Cristo, il battesimo, come ogni altra cerimonia, è una forma priva di valore e, solo la grazia del Cristo può dare vita all’uomo. Giovanni 3:36 «Chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita». Giovanni aggiunge anche che… Dio non dà lo Spirito con misura. Cristo fu unto e ripieno dallo Spirito Santo di Dio in misura tale che nessun uomo lo avrebbe eguagliato. Ebrei 1:9 «Tu hai amata la giustizia e hai odiata l’iniquità; perciò Dio, l’Iddio tuo, ha unto te d’olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni». Gli uomini possono essere anch’essi ripieni e guidati dallo Spirito Santo nel ministero che svolgono, ma nessuno ebbe mai un ministero così pieno di Spirito Santo come quello del Figlio di Dio.
Giovanni 3:36 «… chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui».
Dio ha dato a Cristo il potere di concedere la vita eterna a tutti coloro che credono in Lui. Questo versetto ci spiega chiaramente come si ottiene la salvezza per grazia: credere in Gesù Cristo. Per contro chi non ascolta né riceve il Signore nel suo cuore, non avrà la vita e l’ira di Dio rimane su di lui. Il senso della nostra vita è racchiuso in questo versetto, siamo noi che stabiliamo il nostro destino eterno: se accogliamo Gesù Cristo come nostro Signore e Salvatore, avremo la vita eterna; se lo respingiamo, non solo non godremo della vita eterna, ma saremo soggetti all’ira di Dio, che si tramuta nella morte eterna.
Dopo questi avvenimenti, Gesù decise di ritirarsi in Galilea, anche perché essendo un uomo di pace non desiderava di certo creare malcontenti e dissidi.
2 - IMPLICAZIONI PRATICHE
Questo brano del vangelo di Giovanni ci insegna varie lezioni. La prima è sicuramente in questa frase: “Bisogna che Egli cresca, e che io diminuisca” (Giovanni 3:30). Un vero servo di Gesù Cristo non attirerà mai l’attenzione su di sé, non cercherà onori e gloria per la sua persona, ma esalterà e glorificherà Cristo in ogni momento della sua vita. Dobbiamo portare le persone verso il Salvatore e non verso di noi, come fece Giovanni Battista nell’indicare il Signore: «Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!» (Giovanni 1:29). Chi umilia se stesso ed eleva Cristo, sarà da Gesù elevato Isaia 66:2 «…Su chi dunque volgerò lo sguardo? Su chi è umile, ha lo spirito contrito e trema alla mia parola». Nel campo di Dio non c’è spazio per le gelosie, invidie e altre forme di egocentrismo, visto che tutti beneficiamo della presenza dello Spirito di Dio e, ognuno serve il Signore nella sua area di competenza con i doni ricevuti. Siamo tutti chiamati a rallegrarci di questo e della missione che abbiamo da svolgere nel mondo, avendo tutti gli occhi su Gesù e non sui nostri simili. Gioiamo insieme a coloro che sono ministri e pastori, dei quali il Signore si serve per spandere il Suo profumo e la luce della verità in un mondo di tenebre, senza avere nessuna forma di invidia o gelosia per le migliaia di conversioni che questi operai ottengono; poiché tutto accade per opera dello Spirito Santo e non per le capacità o sapienza umana.
1Corinzi 2:5 «affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio».
I discepoli di Giovanni nel fissare troppo l’attenzione sul loro maestro, persero di vista che egli era solo uno strumento temporaneo nelle mani di Dio e, quando videro Gesù e i suoi discepoli che crescevano furono gelosi e scontenti. Lo stesso pericolo esiste in ogni tempo e ambito religioso. Quando Dio chiama un uomo o più persone a compiere una certa opera in una determinata area, può accadere che questi operai vengano spostati o che si esaurisca il loro tempo o le loro competenze o capacità, quindi, il Signore chiama altri a continuare il lavoro. Il successo dell’opera dipende solo da Dio e mai dalle persone e, coloro che ripongono la loro fiducia nell’uomo commettono un grosso errore, perché non dobbiamo mai dipendere da nessuno, ma solo dal Signore. L’opera di Dio non deve esaltare l’uomo né deve portare la sua firma, ma solo quella del Signore, il quale si serve di strumenti umani per realizzare i Suoi piani; inoltre ognuno di questi operai riceverà la sua ricompensa a tempo debito. Tutti coloro che sono disposti a umiliarsi e a dire come Giovanni Battista: “Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca”, riceveranno la corona della vita. Matteo 25:23 «Il suo padrone gli disse: “Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”». A volte è necessario fare un passo indietro e cedere il posto ad altri… più Dio e meno Io.
3 - DOMANDE PER RIFLETTERE E RICORDARE
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In quale località si svolge quest’episodio?
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Perché Giovanni il battista si trova a Enon?
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Perché nasce una contesta tra i discepoli di Giovanni e quelli di Gesù?
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Cosa risponde Giovanni ai suoi discepoli?
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Perché Giovanni si definisce “l’amico dello sposo”?
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Quale insegnamento traggo da questo brano del vangelo?
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