1- LA PRIMA PASQUA E LA PURIFICAZIONE DEL TEMPIO

Giovanni 2:12-22 Dopo questo, egli discese a Capernaum con sua madre, i suoi fratelli e i suoi discepoli; ed essi rimasero lì pochi giorni. Or la Pasqua dei Giudei era vicina, e Gesù salì a Gerusalemme. E trovò nel tempio venditori di buoi, di pecore, di colombi, e i cambiamonete seduti;  fatta quindi una frusta di cordicelle, li scacciò tutti fuori del tempio insieme con i buoi e le pecore, e sparpagliò il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò le tavole,  e ai venditori di colombi disse: «Portate via da qui queste cose; non fate della casa del Padre mio una casa di mercato». Così i suoi discepoli si ricordarono che stava scritto: «Lo zelo della tua casa mi ha divorato». Allora i Giudei risposero e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?».  Gesù rispose e disse loro: «Distruggete questo tempio e in tre giorni io lo ricostruirò». Allora i Giudei dissero: «Ci son voluti quarantasei anni per edificare questo tempio, e tu lo ricostruiresti in tre giorni?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.  Quando poi egli fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva loro detto questo e credettero alla Scrittura e alle parole che Gesù aveva detto.

Finita la festa nunziale a Cana, Gesù scese a Capernaum con la Sua famiglia e i Suoi discepoli. Ma perché Gesù si reca a Capernaum? Anche se la Bibbia non ci fornisce una spiegazione precisa, possiamo comunque dedurre da altri episodi che troviamo nei Vangeli, che questa è una città di rilievo e una postazione base nel ministero di Gesù; inoltre, molti dei suoi discepoli provenivano da Capernaum e dintorni, e dato che dovevano passare per quel luogo, il Signore ha modo di predicare la Buona Novella e di compiere dei miracoli anche lì. E questo ci insegna che, ovunque ci troviamo, anche se siamo solo di passaggio, non dobbiamo mai desistere dal predicare l’Evangelo e dare una buona testimonianza o compire qualche azione caritatevole; poiché ad ogni tappa del nostro percorso sulla terra, ci sarà sempre qualcuno che ha bisogno di sentire l’annuncio della salvezza; oltre al fatto che non è mai casuale l’incontro con coloro che devono ricevere il messaggio.

Il Signore e i suoi discepoli dopo essersi trattenuti alcuni giorni lasciarono la città per recarsi a Gerusalemme, nella quale celebrare la Pasqua. Questa città riceve la prima testimonianza dal Signore, il quale iniziò e concluse il Suo ministero pubblico con la purificazione del tempio nel periodo della Pasqua (Giovanni racconta la prima purificazione, mentre gli altri Vangeli narrano quella alla fine del ministero; cfr. Mt 21:12-13; Mr 11:15- 18; Lu 19:45-46). La Pasqua era la festa annuale che commemorava la liberazione dei figli d’Israele dalla schiavitù in Egitto, il passaggio del mar Rosso, il viaggio nel deserto e, infine, l’arrivo nella terra promessa nella quale viene celebrata la prima Pasqua (Esodo 12). Questa festa viene ricordata ogni anno nel mese di Nisan e ogni giudeo devoto deve salire a Gerusalemme per celebrare la più solenne delle festività giudaiche, cosicché anche il Signore non fece eccezione, salì per partecipare alla festa. Giunti al tempio i discepoli rimangono sbalorditi nel vedere Gesù agire in un modo insolito, poiché il tempio era stato profanato e trasformato in un mercato. Secondo la Legge mosaica, gli israeliti che si recavano al tempio nel periodo pasquale dovevano portare con sé un animale da offrire in sacrificio, e coloro che fossero sprovvisti dell’olocausto potevano acquistare buoi, pecore o colombi sul posto. Inoltre vi erano anche i cambiavalute che svolgevano liberamente la loro attività, affinché gli stranieri potessero cambiare la loro valuta con la moneta in corso a Gerusalemme, e poter  pagare la tassa al tempio; ovviamente i cambiavalute ci speculavano sopra.  Il profeta Malachia aveva predetto che Gesù (Angelo del patto) sarebbe venuto all’improvviso per purificare la religione (Ml 3:1-3) e così avvenne!

Gesù al vedere il tempio trasformato in un grande mercato, ha una santa indignazione, quindi, annoda delle cordicelle e fa una sferza, che ovviamente non ha usato contro nessuno, ma che gli è servita come segno d’autorità. Come Gesù si mise ad agitare la frusta davanti a se, iniziò a cacciare via i mercanti e gli animali fuori dal tempio rovesciando anche le tavole dei cambiavalute. Poi ordinò ai venditori di colombi di portare via ogni cosa, e di non fare della casa di Suo Padre una casa di commercio. Quando i discepoli videro ciò che stava accadendo, si ricordarono del  Salmo 69:9 Poiché lo zelo della tua casa mi ha divorato, e gli oltraggi di chi ti oltraggia sono caduti su di me. Questo passo della Scrittura profetizzava lo zelo fervente che Gesù aveva per le cose sacre di Dio; allora compresero che il Signore era fermamente determinato a ristabilire la vera adorazione e il culto a Yawhè. I Giudei indignati gli chiesero con quale autorità facesse quelle cose? Gli domandarono anche un segno visibile che dimostrasse che Lui era il Messia atteso! In altre parole è come se gli dicessero: “Se sai fare qualcosa di straordinario, faccelo vedere e noi crederemo in te”. Il Signore rispose e disse: distruggete il Tempio ed io in tre giorni lo faccio risorgere. I Giudei non compresero il senso del discorso, poiché non erano interessati alle cose spirituali ma a quelle materiali e l’unico tempio a cui pensarono fu il tempio di Erode che sorgeva a Gerusalemme, e che era stato edificato in quarantasei anni. Non riuscivano proprio a comprendere la risposta di Gesù, anche perché nessun uomo sarebbe stato in grado di ricostruirlo in tre giorni; ovviamente Gesù non alludeva al tempio di Erode ma al Suo corpo che era il tempio in cui abitava la pienezza della deità. Solo qualche anno più tardi, dopo che lo ebbero messo a morte, i discepoli compresero che i tre giorni di cui aveva parlato il Salvatore era il Suo corpo, che rimase nel sepolcro tre giorni e tre notti prima di risorgere. Anche questa profezia si adempì e molti si ricordarono le parole che Gesù aveva pronunciato loro e credettero. Da questo brano possiamo apprendere che: anche se incontriamo nella Bibbia verità difficili o testi di non facile comprensione, non dobbiamo mai dispeare, perché il Signore a tempo debito ce li renderà comprensibili, anche se al momento della lettura sembrano essere un mistero. 

2 - PERLE BIBLICHE: IL TEMPIO

Perché Dio ha voluto la costruzione di un Tempio?

 

Il Signore parlò a Mosè e gli chiese di costruire un santuario, poiché Dio voleva dimorare in mezzo al Suo popolo, e per ben due volte ribadisce di eseguire i lavori con accuratezza e precisione secondo il modello che gli è stato mostrato in visione (Esodo 25:8,9;40). Il primo santuario israelita era mobile e si poteva smontare e trasportare (tenda di convegno o tabernacolo), poi divenne fisso (tempio). Il primo tempio in muratura fu costruito da Salomone nel X secolo (970931 a.C.).  Questo tempio fu completamente distrutto da Nabucodonosor re dei babilonese, nel 586 a.C.  Il secondo Tempio fu costruito al ritorno dall’esilio babilonese a partire dal 536 a.C. e fu terminato nel mese di marzo del 515 a.C. Venne riconsacrato il 21 novembre del 164 a.C. da Giuda Maccabeo  dopo la profanazione ad opera di Antioco IV Epifane re dei Seleucidi. Il Tempio di Erode fu soltanto un ampliamento del secondo, il quale fece iniziare i lavori verso il 19 a.C. e terminarono nel 64 d.C., ma fu distrutto dall’Imperatore Tito nel 70 d.C., e di quel tempio resta solamente il muro occidentale di contenimento, detto comunemente Muro del Pianto. Il santuario terreno raffigurava il piano della salvezza per grazia che era già stato stabilito ancor prima che Adamo ed Eva peccassero, poiché Cristo si era offerto come Agnello sacrificale. Dio diede ad Israele un legge perenne: i dieci comandamenti o legge morale, che non doveva essere confusa con la legge cerimoniale che era transitoria. Questa legge morale doveva essere custodita in un’arca e posta nel luogo santissimo, poichè il santuario terreno era diviso in tre parti: il cortile eterno, il luogo Santo e il luogo Santissimo.

 

Descrizione del santuario terreno

 

Il cortile esterno

Questo cortile era un recinto rettangolare e misurava cento cubiti di lunghezza per cinquanta di larghezza (circa 52,50 x 26,25 m.), una superficie di 1.350 metri quadrati. Questo cortile era circondato da una palizzata con l’ingresso posto a oriente. Nel cortile vi era un altare dei sacrifici, dove veniva bruciato l’agnello offerto per il peccato e subito dopo vi era la conca di rame piena d’acqua, che serviva per le abluzioni sacerdotali che precedevano il servizio prima di entrare nel santuario; infine, il santuario vero e proprio, costituito da una grande tenda a due scompartimenti: il luogo Santo e il luogo Santissimo, divisi da una pesante tenda.

Il luogo Santo

La tenda era una costruzione lunga 30 cubiti (m.15,75) e larga (m.5,25). Le pareti erano formate da assi di legno di acacia ricoperte di lamine d’oro. La copertura era un tetto formato da quattro strati di pelli sovrapposte. Il luogo Santo era separato dal Santissimo da una tenda di lino ritorto. Nel luogo Santo vi era un candelabro a sette braccia che era di oro e sempre acceso giorno e notte. La tavola dei pani di presentazione era in legno di acacia ricoperta d’oro, essa conteneva i 12 pani senza lievito che venivano sostituiti ogni sabato al cambio della muta sacerdotale. Infine, davanti alla tenda che dava accesso al luogo Santissimo vi era l’altare dei profumi, fatto di legno d’acacia ricoperto d’oro, nel quale venivano bruciati i profumi ogni sera e mattina. Nel luogo Santo potevano entrare solo i sacerdoti.

Il luogo Santissimo

Era situato nel secondo scomparto e diviso dal luogo Santo da una pesante tenda. Conteneva l’arca del Patto, dentro la quale erano conservate le due tavole della legge (i 10 Comandamenti), una ciotola di manna e la verga di Aronne. L’arca era un cofano di acacia ricoperto d’oro dentro e fuori, lungo due cubiti e mezzo (m.1,25), largo ed alto un cubito e mezzo (cm 0,75 x 0,75)  Sul coperchio dell’arca vi erano due cherubini di oro massiccio che, insieme al coperchio si chiamavano propiziatorio. In questo luogo poteva entrare solo il Sommo sacerdote e solamente una volta all’anno.

Quale era il ruolo del sacerdote e del sommo sacerdote?

I sacerdoti erano suddivisi in 24 classi diverse, composte da uomini che provenivano da tutto Israele, i quali svolgevano due servizi: uno quotidiano e uno annuale, e quest’ultimo a conclusione dell’anno religioso.

I riti quotidiani

Il servizio quotidiano si svolgeva prettamente nel cortile e nel luogo santo; esso comprendeva sacrifici sia individuali che per la nazione. Nel sacrificio per la nazione, ogni mattina e ogni sera si offriva un agnello di un anno senza difetto e macchie, accompagnato a un decimo di fior di farina impastato con olio di oliva e vino (Esodo 29: 38-42; Numeri 28:3-15). Mentre per l’espiazione dei peccati individuali vi erano altri sacrifici. Ogni  ebreo che aveva commesso peccato, doveva compiere un rito in vista del perdono: portare un agnello senza difetto all’interno del santuario, poggiare le mani sul capo dell’agnello e confessare il suo peccato. Dopo aver traferito simbolicamente il peccato sull’agnello, lo uccideva con le proprie mani e questo aveva un valore spirituale molto impattante: una vittima innocente moriva al suo posto. Il sangue della vittima sacrificale era poi portato dentro il tabernacolo dal sacerdote, il quale lo spruzzava sul velo di separazione tra il luogo santo e il luogo santissimo e ne metteva un po’ sui corni dell’altare dell’incenso (Levitico 4:5-7), mentre l’agnello veniva in parte mangiato e in parte bruciato sull’altare dei sacrifici. Con questo gesto simbolico, il sangue del sacrificio era accettato per coprire la trasgressione della legge di Dio.

Il rito annuale

Il ciclo delle cerimonie annuali terminava con una festa di dieci giorni, l’ultimo di questi giorni era chiamato Yom Kippur o Giorno delle Espiazione, detto anche giorno della purificazione del santuario.

Cosa ci rivela il Santuario?

Il Santuario ha un’applicazione alla vita cristiana attuale, poiché il significato degli oggetti, dei riti, e delle feste ci indicano come possiamo essere salvati noi credenti dell’epoca odierna. Le tre parti del santuario: cortile, luogo Santo e Santissimo, rappresentano tre fasi del piano della salvezza. Il cortile è il luogo della riconciliazione (pentimento, confessione e giustificazione); il luogo Santo rappresenta la santificazione, l’adorazione e l’intercessione; infine il Santissimo rappresenta la comunione con Dio e glorificazione o vita eterna.

1 Cosa rappresenta il cortile?

Il cortile oltre alla riconciliazione può rappresentare la Bibbia, terreno nel quale si muove un cristiano. Mentre la porta del cortile rappresenta Cristo. Giovanni 10:9 «Io sono la porta; se uno entra per mezzo di me, sarà salvato; entrerà, uscirà e troverà pascolo».

2 Cosa rappresenta il luogo Santo?

Il luogo Santo può rappresentare la vera chiesa di Dio.

 –  La tavola dei pani  rappresenta la Parola di Dio e la comunione giornaliera che abbiamo con il Signore. Giovanni 6:48 «Io (Gesù Cristo) sono il pane della vita».

 – Il candelabro rappresentare lo Spirito Sano, la luce spirituale e la testimonianza. Matteo 5:14 «Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può essere nascosta». Come discepoli di Gesù, predichiamo il Vangelo del Signore, portando la Sua Luce in giro per il mondo che è immerso nelle tenebre.

– L’altare dei profumi rappresenta le preghiere dei santi. Il Signore prende le nostre preghiere e le unisce alla Sua giustizia, ai Suoi meriti per renderle accettevoli a Dio. L’intercessione di Cristo in cielo per te, significa che: ogni volta che confessi un peccato a Dio, Egli presenta i meriti del Suo sangue versato in tuo favore e ti perdona. Ebrei «7:25 per cui egli può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro».

3 Cosa rappresenta il Santissimo?

Nel luogo Santissimo c’era l’arca con i Comandamenti, che rappresenta il carattere di Dio e la Sua persona. Il fatto che noi possiamo entrare alla Sua presenza, simboleggia il nostro incontro con Lui, che si realizzerà al ritorno di Gesù Cristo.

3 - IMPLICAZIONI PRATICHE

La chiesa è descritta nella Bibbia come «l’edificio di Dio» o «il tempio di Dio», il cui fondamento e architetto è Gesù Cristo, e nella quale dimora lo Spirito Santo. La metafora del corpo di Cristo (chiesa) come tempio di Dio sulla terra, enfatizza l’importanza dell’unità, sacralità e santità del luogo, ma non solo come tempio comunitario, ma anche come tempio individuale, dove ogni persona è tempio di Dio a sé stante. 1 Corinzi 3:16,17 «Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?»; inoltre, Paolo dice anche: «Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui». Il nostro corpo è dimora dello Spirito Santo, per tanto abbiamo il dovere di mantenerlo pulito e adorno,  sia esteriormente che interiormente, poichè Dio non abita in un tempio fatiscente o malandato. 2 Corinzi 6: 15-18 «E quale armonia c’è fra Cristo e Belial? O che parte ha il fedele con l’infedele? E quale accordo c’è tra il tempio di Dio e gli idoli? Poiché voi siete il tempio del Dio vivente, come Dio disse: “Io abiterò in mezzo a loro, e camminerò fra loro; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo”. Perciò “uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’immondo, ed io vi accoglierò, e sarò come un padre per voi, e voi sarete per me come figli e figlie, dice il Signore Onnipotente”».

 

Ma come possiamo purificare il nostro tempio e il corpo di Cristo (chiesa) prima della Sua venuta?

Il Signore ha promesso che, lo Spirito Santo in noi avrebbe compiuto questa purificazione in accordo alla nostra volontà di voler cambiare. Nella vita di ogni credente devono cadere due piogge di Spirito Santo o doppia unzione. La prima pioggia di Spirito porta al ravvedimento e conduce alla salvezza e santificazione; mentre la seconda pioggia abilita nella testimonianza e nel compiere segni e prodigi, fino alla glorificazione. Giacomo 5:7 «Or dunque, fratelli, siate pazienti fino alla venuta del Signore; guardate come l’agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra con pazienza, finché abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione». Un esempio biblico lo possiamo vedere con i discepoli i quali hanno sperimentato le due piogge di Spirito. Giovanni 20:22 «E, detto questo, soffiò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo”». Poi Gesù disse ai discepoli di non allontanarsi da Gerusalemme perché avrebbero ricevuto il battesimo dello Spirito Santo, il quale li avrebbe resi idonei per l’evangelizzazione e per compiere miracoli.  Atti1:8 «Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra». Atti 2:3 «E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro».

 

Quali insegnamenti possiamo trarre da questi brani?

 

Troppo spesso dimentichiamo che il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo. 1 Corinzi 6:19 «Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale voi avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi?». Proprio come Gesù esigeva che il tempio di Gerusalemme fosse mantenuto pulito, integro e puro, anche noi dobbiamo evitare di contaminare il nostro tempio (corpo) con i cibi spazzatura, bevande alcoliche o dannose, sostanze tossiche come il fumo o le droghe. Evitiamo anche d’inquinare la nostra mente con tutto quello che Satana può contaminare o manipolare per poi istillarlo nel nostro cervello e, uno dei canali più usati per modificare il nostro pensiero è la musica e la televisione, ma anche con l’uso errato dei social e con la visione di film pornografici, horror o violenti; evitiamo anche le letture frivole e poco edificanti, il gossip e qualunque cosa che non da gloria a Dio. Chiediamoci sempre: ma Gesù guarderebbe questo film?…leggerebbe questo libro?… perderebbe il Suo tempo sui social? Visto che Gesù non perderebbe il Suo tempo preziose con cose profane, volgari o immorali, evitiamole anche noi! Cerchiamo anche di avere cura dell’aspetto esteriore, perché un cristiano deve riflettere al mondo il carattere e la persona di Gesù Cristo; per tanto vestiamoci in modo decoroso e modesto, evitiamo gli abiti sensuali o appariscenti. Eliminiamo dalla nostra vita le mode come i tatuaggi, trucchi, piercing, unghie colorate e qualsiasi altra cosa che attira attenzione ed imbratta il “tempio”; poiché i nostri corpi non ci appartengono, sono per uso sacro e nobile, per cui dobbiamo usarli degnamente, e se questo non avviene, dobbiamo chiedere al Signore aiutarci a cacciare via i pensieri malsani e le tentazione. Dobbiamo perseverare nel chiedere la purificazione, affinché possiamo pensare e vivere come Gesù. Quando ogni singolo credente compie questa trasformazione o purificazione del proprio tempio, allora la chiesa sarà rinnovata e pura e, solo allora arriverà la seconda pioggia di Spirito Santo o ultima Pentecoste, che porterà a termine l’opera di Dio sulla terra; inoltre solo una chiesa purificata e santa potrà incontrare Gesù Cristo al Suo apparire. Efesini 5:27 «per far comparire la chiesa davanti a sé gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa ed irreprensibile».

 

 

4 - DOMANDE PER RIFLETTERE E RICORDARE

  • In quale città si reca Gesù e i Suoi fratelli dopo essere stati a Cana per la festa nunziale?

  • Perché Gesù e i discepoli si recano anche a Gerusalemme?

  • Perché Gesù è indignato per quello che vede nel tempio, e cosa fa?

  • A cosa si riferisce Gesù quando dice di ricostruire il tempio in tre giorni?

  • Perché anche noi dobbiamo purificare il nostro “tempio”?

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