1- ANNUNCIO DELLA NASCITA DI GIOVANNI BATTISTA

Luca 1:1-4 Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi, come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola,  è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine, illustre Teofilo,  perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate.

L’autore nella sua prefazione cita le fonti da cui ha attinto e sono: gli scritti sulla vita di Cristo e i racconti dei testimoni oculari, dei quali alcuni divennero ministri della Parola, ossia operai a tempo pieno per diffondere la Buona Notizia. La sequenza degli eventi narrati in questo Vangelo non seguono una cronologia o meglio una cronistoria esatta, piuttosto sono elencati seguendo un ordine morale o spirituale in base all’insegnamento che si vuole enfatizzare; Luca si propone di impostare una narrazione, per altro molto accurata, logica, oggettiva ed autorevole. In quanto al personaggio Teofilo al quale è indirizzato questo Evangelo come anche il libro degli Atti degli apostoli, non si hanno sufficienti informazioni; si ipotizza che fosse un alto ufficiale dell’Impero romano, probabilmente un governatore, poiché il suo nome viene preceduto dall’aggettivo “illustre” (in altre versioni: “eccellentissimo”), quindi qualcuno che sicuramente ricopriva una carica importante di rango elevato, e il cui nome significa “colui che ama Dio”. Luca fornisce a Teofilo un documento che confermi l’attendibilità di tutto ciò che riguardava la vita e il ministero del Signore Gesù Cristo, con lo scopo di  garantire la validità delle informazioni raccolte; oltre al fatto che una volta scritto, si sarebbe preservato da alterazioni che la trasmissione orale avrebbe prodotto nel tempo.

Luca 1:5 -13 Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote di nome Zaccaria, del turno di Abìa; sua moglie era discendente d’Aaronne e si chiamava Elisabetta. Erano entrambi giusti davanti a Dio e osservavano in modo irreprensibile tutti i comandamenti e i precetti del Signore.  Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile, ed erano tutti e due in età avanzata. Mentre Zaccaria esercitava il sacerdozio davanti a Dio nell’ordine del suo turno,  secondo la consuetudine del sacerdozio, gli toccò in sorte di entrare nel tempio del Signore per offrirvi il profumo;  e tutta la moltitudine del popolo stava fuori in preghiera nell’ora del profumo.  E gli apparve un angelo del Signore, in piedi alla destra dell’altare dei profumi.  Zaccaria lo vide e fu turbato e preso da spavento.  Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, perché la tua preghiera è stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, e gli porrai nome Giovanni.

Luca comincia il racconto dando delle indicazioni temporali, siamo verso la fine del regno di Erode il Grande il quale regnò dal 37 a.C. fino al 4 a.C. Erode fu il primo di una serie di importanti reggenti, si ritiene che fosse Idumeo discendente degli Edomiti, progenie di Esaù. Questo re era spietato e molto scaltro, amava l’opulenza e le costruzioni edilizie, tra le quali troviamo il Tempio di Gerusalemme che fece ricostruire nel 20 a.C. e che i romani distrussero nel 70 d.C. Al tempo di questo re, sulle colline della Giudea viveva il sacerdote Zaccaria (che significa “il Signore ricorda”) ed Elisabetta (che significa “il giuramento di Dio”), discendenti di Aronne, una coppia avanti negli anni e senza figli, poiché ella era sterile.

Nota: La data di nascita di Gesù (mese e giorno) non è riportata dai Vangeli. Gli studiosi la collocano negli ultimi anni del re Erode il Grande e la datano tra il 7 e il 4 a.C.; visto che la maggior parte degli storici attestano la morte di Erode nel 4 a.C. La tradizionale datazione della nascita nell’anno 1 a.C. è frutto di un errore compiuto nel VI secolo dal monaco Dionigi il Piccolo.

Zaccaria è un sacerdote appartenente al turno di Abìa, uno dei ventiquattro turni organizzati da Davide per il sacerdozio giudaico (1 Cr. 24:10), il quale officiava all’interno del Tempio. Il momento solenne di offrire l’incenso nel luogo santo poteva capitare una sola volta nella vita di un sacerdote, o non capitava affatto; il profumo che egli offriva simboleggiava le preghiere di tutta la nazione giudaica. Zaccaria ha il privilegio di poterlo fare, e mentre offriva il profumo nel luogo santo, avviene qualcosa di sorprendente: appare un messaggero di Dio vicino all’altare dell’incenso, il quale gli conferma che la sua preghiera è stata esaudita. L’angelo Gabriele, oltre a confermargli la nascita di un figlio, gli dice anche come lo avrebbero dovuto chiamare e gli preannuncia cinque aspetti del suo carattere. Il nome Giovanni significa: “Yahweh ha mostrato la Sua grazia”.

  • Tu ne avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno per la sua nascita (14). Essere sterile a quel tempo era considerata una maledizione, una vergogna, in alcuni casi era visto come disapprovazione divina, che solo la nascita di un figlio avrebbe libera la persona dalla gogna. La gioia profetizzata qui non è solo per la madre, ma anche per il popolo d’Israele; molti israeliti credettero alla predicazione di Giovanni: si ravvidero e pentirono ed accettarono anche il battesimo per il perdono dei loro peccati.

  • Perché sarà grande davanti al Signore…(15). Questo figlio sarebbe stato grande davanti (enopiom – “in presenza di” ) al Signore. La “grandezza” di Giovanni consisteva nell’essere separato dal mondo ed appartato per Dio.

  • Non berrà né vino né bevande alcoliche, e sarà pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre; (15). Giovanni fece voto di nazireo o nazireato, rinunciando a bere bevande alcoliche (Nu 6:1-21), fu pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre, ma questo non vuol dire che fosse salvato o convertito prima della sua nascita, bensì che lo Spirito di Dio lo avesse già appartato per prepararlo ad una missione speciale: essere il precursore di Cristo. Solitamente il voto di nazireato era temporaneo, ma alcuni personaggi come Sansone (Giudici 16:17) e Samuele (1 Samuele 1:11) vi furono soggetti sin dalla nascita.

  • Convertirà molti dei figli d’Israele al Signore, loro Dio; (16). Grazie al suo ministero si verificarono innumerevoli conversioni di israeliti al Signore. Chiaramente si tratta del Signore loro Dio, e sapendo che Giovanni fu il precursore del Signore Gesù, la deduzione è ovvia: Gesù è Dio.

  • Andrà davanti a lui con lo spirito e la potenza di Elia…per preparare al Signore un popolo ben disposto» (17). Questo versetto è il compimento dei brani profetici di Malachia 3:1; 4-5,6. Zaccaria comprende bene che suo figlio è “l’Elia” profetico, e lo stesso Gesù Cristo confermerà questo in Matteo 11:10 «Egli è colui del quale è scritto:Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero per preparare la tua via davanti a te“…. 14 Se lo volete accettare, egli è l’Elia che doveva venire». Matteo 11:9. «E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta».

Zaccaria è molto spaventato e comprensibilmente sconvolto dalla promessa dell’angelo Gabriele (il cui nome significa: “il forte di Dio”), poiché riteneva pressoché improbabile che delle persone anziane potessero diventare genitori. Luca 1: 19-20 «L’angelo gli rispose: “Io sono Gabriele che sto davanti a Dio; e sono stato mandato a parlarti e annunciarti queste liete notizie.  Ecco, tu sarai muto, e non potrai parlare fino al giorno che queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole che si adempiranno a loro tempo”». Zaccaria, per aver dubitato perse l’uso della parola; purtroppo l’incredulità chiude la bocca del credente e la mantiene chiusa fino a quando la fede ritorna, per poi prorompere in grida di giubilo, di lode e testimonianza a promessa avvenuta. Mentre accadevano queste cose all’interno del Tempio, il popolo attendeva impaziente all’esterno e quando il sacerdote uscì, dovette comunicare a gesti; allora capirono che doveva aver avuto una visione. Terminato il servizio sacerdotale, Zaccaria ritornò a casa, e non passò molto tempo da quella apparizione che sua moglie rimase incinta! Elisabetta non uscì di casa per cinque mesi e nel suo cuore esultava perché il Signore l’aveva liberata dalla vergogna della sterilità.

2 - ANNUNCIO DELLA NASCITA DI GESÚ CRISTO

Sei mesi dopo riappare Gabriele, però questa volta si mostra ad una giovane di nome Maria che viveva a Nazaret, una città situata in Galilea a nord di Gerusalemme. Questa fanciulla era stata promessa sposa ad un uomo di nome Giuseppe, discendente diretto di Davide con diritto al trono, anche se era un semplice falegname. Il fidanzamento a quel tempo era un legame indissolubile, tanto che poteva essere sciolto solo con un decreto legale simile al divorzio, e per tutta la sua durata non si potevano avere rapporti sessuali. 

Luca 1:28-30 «L’angelo, entrato da lei, disse: “Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te”.  Ella fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio».

L’angelo si rivolge a Maria definendola favorita dalla grazia, ossia colei alla quale il Signore concedeva il privilegio della Sua grazia. Da notare che l’angelo Gabriele non dice che lei era “piena di grazia”, bensì che era stata favorita dalla grazia. Inoltre l’angelo non adorò né venerò Maria e nemmeno la fanciulla fece altrettanto con l’angelo, poiché entrambi erano a conoscenza che le creature non possono ricevere venerazione o adorazione, e meno che mai preghiere.

Luca 1: 31-33 «Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine».

Maria fu turbata dal saluto dell’angelo, chiedendosi cosa significasse, ma egli la rassicurò e le comunicò che Dio l’aveva scelta per essere la madre del Messia, poi pronunciò lo stesso discorso che aveva fatto a Zaccaria: “Non temere… ecco tu … concepirai un figlio” e disse anche come si sarebbe dovuto chiamare il bambino, come per il caso di Giovanni.

Notiamo alcune importanti verità racchiuse nell’annuncio dell’angelo riguardo al Messia:

  • La reale umanità del Messia: nato da donna;

  • La sua deità in quanto Salvatore e Redentore. Il nome Gesù significa: “YHWH è il Salvatore;

  • La Sua grandezza: Egli fu grande, sia come persona che nel Suo operato;

  • La Sua identità: sarà chiamato Figlio dell’Altissimo;

  • Il Suo titolo al trono di Davide: il Signore Dio gli darà il trono di Davide, Suo padre e questo fa di Lui il Messia. L’espressione: “Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine”, allude alla Sua seconda venuta, come Re dei re e Signore dei signori, per regnare eternamente su tutto e tutti.

Maria a differenza di Zaccaria non dubita del messaggio ricevuto, è solo interessata a sapere come questo sarebbe potuto accadere, visto che lei dice espressamente di essere vergine: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?». Il termine “conoscere” nella Bibbia è sinonimo di avere un rapporto sessuale, come si evince anche in Genesi 4:1,25 e Matteo 1:24,25: «E Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie; ma egli non la conobbe, finché essa non ebbe partorito il suo figlio primogenito, al quale pose nome Gesù». Giuseppe non ebbe rapporti sessuali con Maria fino alla nascita di Gesù. L’angelo le rispose che quest’evento sarebbe occorso per intervento soprannaturale dello Spirito Santo; per tanto Colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. Il figlio di Maria sarebbe stato Dio manifestato in carne e questo è il sublime annuncio dell’incarnazione. L’angelo le rivelò inoltre che Elisabetta sua parente, era già al sesto mese di gravidanza: proprio lei, che era sterile! Questo racconto avrebbe rassicurato Maria riguardo al fatto che nessuna parola pronunciata da Dio sarebbe rimasta inefficace.  Isaia 55:11 «così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l’ho mandata». Maria accettò molto volentieri il compito che Dio le aveva assegnato: mettere al mondo il Salvatore; ella si sottomise completamente alla volontà di Dio dicendo: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola» (Luca 1:38). E questo ci insegna qualcosa di molto importante riguardo alla fede in azione.

3 - IMPLICAZIONI PRATICHE

Alla domanda: “Ma tu hai fede?” molti scuotono il capo ondeggiando la testa in modo dubitativo, mentre altri lo muovono energicamente da destra verso sinistra e viceversa, in senso negativo. Sono molti quelli che dicono: “Invidio la vostra fede, io non riesco a credere”. Eppure, tutti noi senza neanche saperlo abbiamo fede! Ti faccio un esempio: quando sali su un treno o aereo, chiedi mai al pilota o al conducente se esiste? O se è capace di portarti a destinazione? Ti fidi e basta, hai la certezza che ti porterà alla meta, hai “fede” in quello che lui farà, anche se non lo conosci e non lo vedi!

Quindi cos’è la fede? Il dizionario Treccani definisce la fede come: “Credenza piena e fiduciosa che procede da intima convinzione o si fonda sull’autorità altrui, più che su prove oggettive o logiche”. In altre parole è: credere in qualcosa o qualcuno, specialmente senza una prova razionale, ma con la certezza che è reale; sapendo che questo “qualcuno”, provvederà o interverrà a nostro beneficio. Per molti la fede è solo una forma di ingenuità, un’abdicazione della ragione, nella quale una persona si lascia trasportare dalle proprie autoconvinzioni, mentre per altri è un salto nel vuoto ad occhi chiusi. Vi sono quelli che vivono la fede come “l’ultima spiaggia”, ossia quando non si hanno più speranze nelle medicina o nella scienza, allora ti affidi al destino, al caso o alla fortuna. Per altri ancora è un anestetico contro la paura o il dolore, e allora ti aggrappi all’irrazionale. La fede, quella autentica non è nulla di tutto questo! La fede è innanzitutto relazione personale con Dio, e piena fiducia in Lui e nel Suo operato. La Bibbia dice chiaramente che la fede è: «certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono» (Ebrei 11:1); ed è importantissima nella vita del credente, poiché senza di essa non possiamo piacere a Dio. Ebrei 11:6 «Ora senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano». La fede è certezza assoluta che Dio esiste e che ricompensa tutti coloro che a Lui si affidano anche se non Lo vedono. La fede è all’opposto del fatalismo, anche perché, il credente interagisce con un Dio che si rivela e risponde, poiché il Signore ama i Suoi figli e provvede per i loro bisogni.

Luca 11:11-13 «E chi è quel padre fra di voi che, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dia invece un serpente? Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione? Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!»

La fede non è semplicemente una credenza, ma è consapevolezza che Dio è con noi e che interverrà sempre a nostro beneficio, e questo non sulla base delle circostanze, ma sulla certezza della fedeltà del Signore che proviene dalle promesse contenute nella Bibbia. Avere fede non vuol dire professare una religione, ma avere una relazione con Dio, in un costante interagire con Lui. Ma da dove proviene la fede? Questa non è qualcosa che possediamo dalla nascita, a volte ci viene trasmessa dai genitori o dal Signore stesso, oppure dalla testimonianza di qualcuno che ha avuto una o più esperienza con Dio, e questo di solito ci sprona a ricercarlo, e ad intraprendere un percorso spirituale per arrivare ad avere un incontro personale con l’Altissimo. La fede prevalentemente proviene dall’ascolto e dallo studio giornaliero della Parola di Dio. Romani 10:17 «La fede dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Dio». La fede è credere e fidarsi di Dio, che abbiamo tutti ma in misura diversa, ed è per questo che la si può alimentare ed aumentare. Ecco perché i discepoli dissero a Gesù, in Luca 17:5 : «Aumentaci la fede!». Gesù rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo sicomoro: “Sradicati e trapiantati nel mare”, e vi ubbidirebbe» (Luca 17:6). La fede aumenta nella misura in cui si fanno esperienze personali con Dio e con la conoscenza della Bibbia.

4 - DOMANDE PER RIFLETTERE E RICORDARE

  • Come si chiama l’angelo e dove sta abitualmente?

  • A chi appare e cosa annuncia?

  • Perché per Zaccaria non è stato facile credere al messaggio?

  • Cosa vuol dire il nome Gesù?

  • Cosa è la fede? Ti è mai capitato di dubitare di Dio?

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