COLOSSESI 2:14

Molti di coloro che si considerano cristiani, hanno purtroppo una visione errata sulla legge di Dio e sui 10 comandamenti, sostenendo che Gesù li ha aboliti, e quindi tolti di mezzo. Per sostenere questa errata conclusione antiscritturale scelgono spesso il passo di Colossesi 2:14. La brutta abitudine di prendere passi fuori contesto per fargli dire quello che non dicono, è sempre cattiva maestra. Molti dei cosiddetti “cristiani”, liquidano la questione sulla legge di Dio opponendo la parola “grazia”, arrivando così ad asserire che la grazia annulla tutta la legge, sia quella cerimonia che quella morale (10 comandamenti), ma non solo, spesso puntando il dito tacciano di legalisti coloro che osservano i comandamenti, dicendo: “Non siamo più sotto la legge ma sotto la grazia”! Ma come vedremo in questo studio non hanno compreso né la legge né la grazia.

 

 

 

 

 

 

 

1- COSA HA INCHIODATO CRISTO SULLA CROCE ?

Cosa è il documento citato in Colossesi 2:14?

Colossesi 2:14 «avendo cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce»

Sono la legge mosaica, i comandamenti o altro? Secondo alcuni il “documento” (cheirògrafon), sono “i comandamenti che ci condannavano”, indicando tutta la Toràh: legge mosaica e legge morale; la quale sarebbe a detta di loro abolita o cancellata, e che Gesù l’avrebbe inchiodata sulla croce. Il vocabolo greco cheirògrafon (χειρόγραφον) significa “documento scritto a mano”, quindi in questo passo biblico non si sta alludendo minimamente a questa errata interpretazione o conclusione che vorrebbe eliminare la legge o i comandamenti; inoltre il “documento scritto a mano” ricorre solo in questo passaggio del NT. Al tempo di Paolo, ma anche fuori dal contesto biblico, era un documento di carattere legale scritto a mano, tipo una cambiale firmata da un debitore, un “pagherò”. Filemone 19 Io, Paolo, lo scrivo di mia propria mano: pagherò io; per non dirti che tu mi sei debitore perfino di te stesso. L’annullamento di tale cambiale veniva effettuato solo dopo che il debito veniva saldato. Il termine cheirògrafon indica “una scrittura che qualcuno ha scritto di suo pugno”, una nota scritta a mano in cui si riconosce che del denaro è stato depositato presso qualcuno oppure prestato da qualcuno ad un altro, e che deve restituire nel tempo pattuito”. Il cheirògrafon non ha nulla a che fare con la legge mosaica; si tratta di una nota di debito, un documento legale. Questo tipo di obbligazioni si riferiscono a decreti, leggi, ordinamenti umani, poiché la parola greca δόγμα (dogma) nella Bibbia corrisponde a decreti umani.

 

 

Ma qual è la funzione della legge di Dio?

 

Visto che la legge non può essere abolita ed è perpetua! Gesù stesso ha affermato che:  Matteo 5:17-18 «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto». Lo scopo della legge, soprattutto quella morale ha come intento quello di indicarci il peccato (Romani 3:20; 7:7), e non di salvare qualcuno per averla messa in pratica. La legge non salva, semmai aiuta al peccatore a non perdere la salvezza acquisita e a camminare in modo santo e giusto. Inoltre è bene ricordare che la legge morale o 10 comandamenti sono il carattere di Dio stesso, che è amore. Le tavole della legge riflettono il carattere di Dio, e come il Signore è santo, giusto e buono, allo stesso modo la Sua Paola o legge è come Lui.

Romani 7:12 «Così la legge è santa, e il comandamento è santo, giusto e buono».

Paolo affermò che il suo Vangelo non invalidava la legge, ma al contrario la confermava. Romani 3:31 «Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge». La legge data a Mosè aveva come solo obiettivo quello di rilevelare lo stato di peccato degli uomini, ossia faceva conoscere loro il male o la trasgressione, e poiché nessuno era in grado di osservare tutta la legge, questa diventava una legge di condanna (Rm 5:20; 7:7; Gal 3:10). Basta che uno abbia peccato almeno una volta nella propria vita da essere privo della gloria di Dio (Romani 3:23), e quindi ha bisogno di un Salvatore e di redenzione, che si ha solo in Cristo per essere dichiarato giusto davanti a Dio e poter ereditare la vita eterna (Romani 3:24). Così la legge di Mosè con tutte le sue prescrizioni che i rabbini avevano aggiunto, ben 613 precetti da osservare, e che nessuno riusciva ad osservare, risultò ancora più aggravante, ma grazie al sacrificio di Cristo le persone sono libere da fardelli che il Signore non ha mai richiesto, e possono ora ereditare la vita eterna (Romani 8:1).  

Alcuni commentari biblici, sul versetto di Colossesi 2:14 vogliono vederci un riferimento alla legge mosaica, e per fare questo comparano questo testo con un versetto che sembrerebbe molto simile e che troviamo in  Efesini 2:15. Le similitudine tra le due epistole ha fatto pensare che “i comandamenti fatti di precetti o prescrizioni” e il “documento fatto di ordinamenti” siano la stessa cosa; tuttavia, è bene notare che le parole greche usate nei testi non sono le stesse. Equiparare il “documento” (cheirògrafon) alla legge morale, come fanno alcuni è totalmente errato, sia teologicamente che linguisticamente; anche perché in Colossesi 2 non si menzionano per nulla i 10 comandamenti e nemmeno la legge mosaica. Esiste anche un altro problema: molti cristiani non fanno un distinguono tra la legge cerimoniale mosaica da quella morale o regale che sono appunto i 10 comandamenti; poiché la prima viene soppiantata dal Nuovo Patto e, l’altra (10 comandamenti) rimane sempre in vigore, infatti la ritroviamo nel NT. Pertanto il “documento” in questione è un “pagherò”, una nota di addebito che la legge produce ma non è la legge stessa.

 

2- CONTESTO DI COLOSSESI 2:11-15

Una buona regola per comprendere un testo della Scrittura è quella di non separare mai il testo dal suo contesto. Paolo ai vv. 11-13 sta spiegando quello che Gesù ha fatto per noi e, coloro che hanno creduto in Lui diventano spiritualmente circoncisi

Colossesi 2:11-13 «in lui siete anche stati circoncisi di una circoncisione non fatta da mano d’uomo, ma della circoncisione di Cristo, che consiste nello spogliamento del corpo della carne, essendo stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti. Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i peccati».

Paolo nei versetti a seguire specifica ai colossesi che i precetti e le consuetudini che i colossesi seguivano prima della loro conversione, sono stati cancellati con la morte del Messia, avendo Egli eliminato le ordinanze o precetti aggiunti a cui si attenevano. Colossesi 2:20-23 «Se dunque siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché vi sottoponete a dei precetti come se viveste nel mondo, quali: «Non toccare, non assaggiare, non maneggiare», tutte cose che periscono con l’uso, secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini? Queste cose hanno sì qualche apparenza di sapienza nella religiosità volontariamente scelta, nella falsa umiltà e nel trattamento duro del corpo, ma non hanno alcun valore contro le intemperanze carnali».

Quando i colossesi si pentirono e furono battezzati, la vecchia natura peccaminosa è stata sepolta nella tomba dell’acqua battesimale e i peccati completamente perdonati, in virtù della fede nel sacrificio del Salvatore. Il peccatore lascia nell’acqua la sua natura peccaminosa per riemergere a nuova vita, divenendo una persona nuova, vivificata e giustificata in Cristo; e tutte le persone rinate sono considerate giuste davanti a Dio. Paolo si riferisce a tutto questo processo come a “una circoncisione non fatta da mani d’uomo”, cioè una circoncisione spirituale. L’argomento in questione è la giustificazione per fede, quindi il  versetto 14 prosegue la frase iniziata alla fine del versetto 13. Così andrebbe letta l’intera frase: “Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, Dio vi ha vivificati con Lui, perdonandovi tutti i vostri peccati; egli ha cancellato il debito contratto (documento) a noi ostile, i cui comandamenti (norme, precetti) ci condannavano”. Chi vuol vedere nel “documento” la cancellazione della legge sta affermando un’eresia, uno perché il documento come abbiamo visto è una nota scritta a mano e non la legge, e due perché i 10 comandamenti sono la legge morale con la quale Dio giudicherà il mondo (Ap.11:19; Gm 2: 8-11). Non è abrogando la legge che si condona la sanzione; facciamo un esempio: se si vuole assolvere un omicida, non lo si fa di certo eliminando dal Codice penale gli articoli che condannano l’assassino. Se eliminiamo la legge di Dio, come potremmo più dire cosa è peccato e cosa no? Romani 4:15 « …ma dove non c’è legge, non c’è neppure trasgressione». Ciò che Paolo sta dicendo è che, con la morte di Gesù, viene cancellata la lista dei nostri peccati, che sono una nota di colpa o di debito, e che abbiamo contratto con una vita peccaminosa dovuta al nostro modo di vivere. Efesini 2: 1-3 «Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati,  ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l’andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell’aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli.  Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d’ira, come gli altri».

Prima della conversione ognuno di noi viveva seguendo le proprie voglie e passioni ingannatrici, eravamo governati dai valori e dagli schemi di questo mondo nel quale impera Satana, traviandoci dal proposito di Dio. Dal momento che abbiamo accettato Gesù e abbiamo intrapreso un nuovo modo di vivere e un cammino che è all’opposto di quello che il mondo ci propone, seguiamo ora la volontà di Dio espressa nella Sua legge, voltando le spalle al peccato, e di conseguenza Dio ha cancellato il debito che avevamo contratto in funzione dei nostri peccati. Il Signore ha annullato (cancellato) il potere del documento (il certificato di debito), che era ostile a tutti gli uomini, poiché condannava a non essere giusti davanti a Dio e che il Signore ha tolto di mezzo, ma è riferito al debito e non alla legge. Gesù portò sulla croce la maledizione della legge che ci condannava, essendo divenuto maledizione per noi (Galati 3:13) e non la legge. Galati 3:10-14 Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica». E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede.  Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse». Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»), affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso. Ma in che senso la legge è una “maledizione”? Nel senso che tramite la legge nessuno può essere giusto davanti a Dio, neanche se riuscisse ad osservare scrupolosamente tutto quello che la legge prescrive, solo in questo senso è una “maledizione”; perchè la legge non può dare la vita eterna al peccatore. La legge in realtà è una grande benedizione, poiché mi rivela il mio stato di peccato e mi conduce verso il Salvatore. Romani 7:7-11 Che cosa diremo dunque? La legge è peccato? No di certo! Anzi, io non avrei conosciuto il peccato se non per mezzo della legge; poiché non avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: «Non concupire». Ma il peccato, còlta l’occasione per mezzo del comandamento, produsse in me ogni concupiscenza; perché senza la legge il peccato è morto. Un tempo io vivevo senza legge; ma, venuto il comandamento, il peccato prese vita e io morii; e il comandamento, che avrebbe dovuto darmi vita, risultò che mi condannava a morte.  Perché il peccato, còlta l’occasione per mezzo del comandamento, mi trasse in inganno e, per mezzo di esso, mi uccise. Galati 3:24 «Così la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede». 

Gesù portò sulla croce i nostri peccati nel Suo corpo (1 Pietro 2:24), causati dalla trasgressione della legge (1 Giovanni 3:4). Cristo pagò il debito richiesto dal documento (la liste dei peccati che mi separavano da Dio, per aver violato la legge o comandamenti), e quando Cristo fu inchiodato sulla croce, il debito è stato saldato e il documento venne tolto  di mezzo. Il documento altro non è che l’atto accusatorio, il debito contratto, in altre parole la lista dei nostri peccati e non la legge o i 10 comandamenti come erroneamente sostengono alcuni.

 

 

 

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