L’ESPERIENZA DELLA SALVEZZA
Dio, nel Suo grande amore e infinita misericordia per l’umanità caduta nel peccato, ha progettato e ideato un piano di salvezza, poiché l’essere umano è impossibilitato a salvarsi da solo e tornare a vivere in eterno. Ed è per questa ragione che è venuto Gesù Cristo uomo, il quale, pur non avendo mai peccato, si è caricato il peccato dell’umanità su di Lui e come “peccatore” muore al nostro posto. Egli ha deciso di prendere su di Sé la colpa dei nostri peccati, affinché potessimo ricevere la Sua giustizia. L’umanità non può in alcun modo riscattarsi dalla sua colpa, non possiamo fare niente con le nostre forze o capacità per comparire giusti davanti a Dio. Solo il sacrificio di Gesù Cristo ci rende giusti davanti ai Suoi occhi; Egli ci vede ora come se noi non avessimo mai peccato, ma non per meriti nostri, ma per quelli di Gesù Cristo, che è stato trattato come noi meritavamo affinché noi potessimo essere trattati come Lui meritava.
Ma cosa dobbiamo fare per salvarci? Nulla! Dobbiamo solo accettare il dono gratuito della salvezza in Gesù Cristo. L’uomo, guidato dallo Spirito Santo si rende conto che non può salvarsi a causa dei limiti della propria natura e del peccato che lo signoreggia; ecco che lo Spirito Santo ci soccorre, quando riconosciamo la nostra colpevolezza, ci pentiamo dei nostri errori ed esercitiamo la nostra fede in Gesù, accettandolo come Signore e Salvatore, allora e solo allora riceviamo il dono della salvezza. Da questo momento abbiamo la certezza della salvezza e non temeremo il giudizio di Dio, poiché il giudizio di condanna o di morte eterna è caduto su Gesù Cristo, il quale si è sostituito a noi. Alla croce c’è stato uno scambio: Gesù si è preso la nostra condanna e ci ha donato la Sua vita eterna. Quindi, la salvezza si riceve per sola fede e questa proviene dalla Parola, ed è un dono immeritato chiamato: Grazia di Dio. Tramite Gesù Cristo siamo giustificati o resi giusti, adottati come figli e figlie di Dio e liberati dalla schiavitù del peccato. Inoltre, lo Spirito ci aiuta nella nuova nascita e nella crescita spirituale o santificazione che è un percorso che dura per tutta la nostra esistenza terrena.
Ma come avviene questo? Lo Spirito ci convince di peccato e di cambiamento, modifica i nostri pensieri, gusti e abitudini errate in accordo alla nostra volontà di voler essere come Cristo, trasformandoci giorno dopo giorno sempre più a Sua immagine e somiglianza. Lo Spirito Santo ci giuda e ci istruisce durante la lettura della Sua Parola, Egli scrive la legge di Dio nei nostri cuori e ci dà la forza per vivere una vita santa e giusta come quello di Gesù Cristo. In questo percorso di fede, se restiamo fedele a Lui diventeremo partecipi della natura divina, poiché riceveremo un corpo glorificato come il Suo. Mentre siamo in attesa del ritorno di Cristo e della trasformazione del nostro corpo da mortale a immortale, siamo chiamati a purificarci e perseverare nella santificazione. Andiamo a vedere tutto questo con qualche dettaglio in più.
In questo studio vedremo:
1 - IL PROPOSITO DI DIO
A. Qual è il proposito di Dio per ognuno di noi?
Efesini 5:25-27«Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata lavandola con l’acqua della parola, per farla comparire davanti a sé gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile»
2Pietro 3:9 «…ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento».
La salvezza eterna è lo scopo ultimo di ogni cristiano e della Chiesa tutta, e questa si ottiene attraverso Gesù Cristo e con un percorso di purificazione; solamente una persone rigenerate e santificate potranno comparire alla presenza di Dio. Poiché abbiamo tutti un problema, ossia siamo peccatori e come tali nessuno di noi potrebbe stare in Sua presenza a causa della nostra natura, abbiamo bisogno di un intervento esterno, di un Salvatore. Come abbiamo già visto nella lezione precedente, il risultato ultimo del peccato è la morte eterna (Romani 6:23). L’apostolo Paolo in questo brano di Romani 6 mette in contrasto la morte eterna con la vita eterna, la quale ci viene offerta in dono e per tanto o si accetta o si rifiuta, ma di certo non si lavora per ottenere un dono, si può solo ricevere o respingere. La morte eterna vuol dire eterna separazione da Dio, ed è il giusto salario per il peccato. Il peccato ci ha separati da Dio e non può esserci vita lontano dall’unica Fonte di vita, ossia Dio. Salmi 36:9 «Poiché in te è la fonte della vita e per la tua luce noi vediamo la luce». L’uomo non ha vita in sé e perciò, separandosi da Dio, non può avere vita eterna; Giovanni scrisse di Gesù: «In Lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini» (Giovanni 1:4). Nessuno può sentirsi escluso dal problema del peccato, siamo tutti peccatori e tutti condannati a morte. Dio, però, ha una soluzione: ha elaborato e ideato un piano per salvarci dalla condanna e poterci donare vita eterna per poter stare in Sua presenza. Il piano della salvezza è Gesù Cristo, il quale venendo in forma umana e morendo al nostro posto ci ha liberati dalla morte e dalla schiavitù del peccato. Gesù si è sostituito a noi ed ha pagato il riscatto della trasgressione della legge. Noi siamo salvati mediante la Sua vita senza peccato e la Sua morte espiatoria. Ma cosa fare per essere salvati? Ma come si ottiene la salvezza? Come si vive la salvezza? In primo luogo è necessario voler essere salvati, in secondo è lasciarsi salvare e guidare dallo Spirito Santo che opererà in noi tutti i passaggi necessari. Il primo passo è il pentimento.
B. Che cosa è il pentimento?
Atti 3:19 «Ravvedetevi dunque e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati, e perché vengano dei tempi di refrigerio dalla presenza del Signore…»
Gesù Cristo promise ai Suoi discepoli lo Spirito Santo, il quale sarebbe stato sempre con loro e con i cristiani di ogni tempo; Egli ci avrebbe testimoniato di Gesù e ci avrebbe convinto di tre aspetti importanti: di peccato, giustizia e giudizio (leggere Giovanni 16:8-11). Quando lo Spirito di Cristo è in noi, si attiva il processo di trasformazione che porterà l’uomo da peccatore carnale a cristiano spirituale. Romani 8:9 «Se lo Spirito di Dio abita in voi, non siete più nella carne ma nello Spirito. Ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, non appartiene a lui». Questo percorso si sviluppa in varie tappe, partendo dalla triste condizione del peccato, passando per la santificazione e infine la glorificazione. Il percorso prevede: il pentimento, la confessione dei peccati, il perdono, la redenzione, la giustificazione, la purificazione, la nuova nascita e la santificazione con la quale otterremo il corpo glorificato.
Alla Pentecoste lo Spirito Santo iniziò la Sua opera, persuadendo le persone del bisogno di un Salvatore e quando chiesero a Pietro come dovevano comportarsi, questi rispose: «Ravvedetevi!» Atti 2:37 Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?». Allora Pietro disse loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Il sostantivo pentimento è la traduzione del termine ebraico nachum, «essere dispiaciuti», «pentirsi». Mentre l’equivalente in greco è, metanoeô, che significa «cambiare opinione», «sentire rimorso». Il pentimento sincero produce un cambiamento drastico e radicale verso Dio e il peccato. Lo Spirito Santo convince il peccatore della gravità del suo peccato, facendogli sorgere il bisogno di essere liberato dal problema e della triste condizione di persona perduta a causa della sua colpa. La conseguenza è che, il peccatore sperimenta il dispiacere di aver trasgredito e desidera prendere le distanze, ossia non vuole più ripetere azioni che lo separano da Dio. Il pentimento suscita in noi una profonda tristezza a causa della nostra miseria morale, della sozzura del peccato e della colpevolezza che è dentro di noi. Pentimento o ravvedimento vuol dire: cambiare modo di pensare, e ciò che prima era giusto ai nostri occhi, ora è peccato, qualcosa di ripugnante da bandire dalla propria vita. Il pentimento è il risultato dell’azione di Dio nel cuore del credente, poiché senza di Lui non proveresti tristezza per i tuoi peccati. 2 Corinzi 7:9-10 «ora mi rallegro, non perché siete stati rattristati, ma perché questa tristezza vi ha portati al ravvedimento; poiché siete stati rattristati secondo Dio, in modo che non aveste a ricevere alcun danno da noi. Perché la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza, del quale non c’è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte». Questa tristezza è preludio della gioia della liberazione che seguirà, poiché la metamorfosi è in atto; il fine è la conversione che è l’inizio una nuova vita.
C. La confessione
Proverbi 28:13 «chi copre le sue colpe non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia»
Il pentimento porta alla confessione dei peccati e all’abbandonano dei comportamenti sbagliati. Il peccatore pentito ritorna a Dio (dal greco epistrophe, «si converte a» Dio). Atti 26:20 «Ma prima a quelli in Damasco, poi a Gerusalemme, in tutta la regione della Giudea e ai gentili, ho annunziato di ravvedersi e di convertirsi a Dio, facendo opere degne di ravvedimento». Il peccatore che vuole essere liberato dal pesante fardello del senso di colpa che l’opprime, deve compiere un passo difficile: umiliarsi davanti a Dio e confessare i propri peccati. La confessione non dovrà mai essere generica o anonima, siamo chiamati a menzionare i peccati o comportamenti peccaminosi uno per uno, cercando di essere il più dettagliati possibile, specifici, e questo non per giustificarci davanti a Dio, ma per vedere la gravità del peccato e iniziare a “lavorarci” sopra per abbandonarli. Ricorda sempre che non c’è errore troppo grande che Dio non possa perdonarti. Il Signore ti dice: «Venite quindi e discutiamo assieme, dice l’Eterno, anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana» (Isaia 1:18). Inoltre, alcuni peccati non devono solo essere confessati a Dio soltanto; se abbiamo commesso degli errori verso il nostro prossimo siamo chiamati a riconciliarci anche con i nostri simili, ma anche a perdonare, sia che il torto lo abbiamo subito o commesso. Matteo 6: 14,15 «Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Un esempio molto bello che troviamo nella Bibbia di persona pentita è Davide, il quale sperimenta un reale pentimento per aver commesso adulterio e omicidio. Convinto dallo Spirito Santo, implorò piangendo la purificazione. Salmo 51:3,4,10 «Riconosco le mie colpe, il mio peccato è sempre davanti a me. Ho peccato contro te, contro te solo, ho fatto ciò ch’è male agli occhi tuoi». «Abbi pietà di me, o Dio, per la tua bontà; nella tua grande misericordia cancella i miei misfatti». «O Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo». L’esperienza di Davide ci dimostra che il perdono di Dio non solo purifica dai peccati ma redime dalla condanna del peccato stesso. Ricordiamoci che il peccatore non può produrre da se stesso il pentimento, perché anche questo è un dono di Dio per mezzo dello Spirito Santo che, attira il peccatore a Cristo in modo tale ch’egli possa sperimentare un vero ravvedimento e un sincero e profondo dispiacere per il peccato commesso.
2 - COSA È LA GIUSTIFICAZIONE PER FEDE?
A. Com’è che Dio ci rende giusti?
2 Corinzi 5:21 «Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui».
Immagina di essere un prigioniero nel braccio della morte, mentre attendi l’esecuzione finale a causa dei tuoi errori, quando improvvisamente arriva il perdono e il pagamento della cauzione e sei di nuovo libero. Ecco, questo è quello che Gesù ha compiuto per ognuno di noi! In Cristo il peccatore pentito non è solo perdonato, ma è anche assolto e dichiarato giusto. Nessun prigioniero può meritarsi o guadagnarsi un simile trattamento, serve un intervento esterno: immeritato e gratuito. L’apostolo Paolo fa notare che Cristo è morto per la nostra giustificazione, Egli è Colui che ci rende giusti, mentre noi eravamo ancora senza speranza, deboli, peccatori, malvagi e nemici di Dio. Romani 5:6-10 Perché, mentre eravamo ancora senza forza, Cristo a suo tempo è morto per gli empi. Difficilmente infatti qualcuno muore per un giusto; forse qualcuno ardirebbe morire per un uomo dabbene. Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. Molto più dunque, essendo ora giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Infatti, se mentre eravamo nemici siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del suo Figlio, molto più ora, che siamo stati riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.
B. Cosa è la giustificazione per fede?
Romani 8: 33,34 «Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi».
Il termine giustificazione deriva del greco dikaioma, che significa: “giusto requisito, atto di giustizia”, e dikaiosis, «giustificazione, rivendicazione, assoluzione». Mentre il termine correlato dikaios significa “giusto”, assolto, giustificato, liberato, reso puro. La parola giustificazione è l’atto divino mediante il quale Dio dichiara giusto il peccatore pentito e lo tratta come tale. La sentenza di assoluzione è la conseguenza della misericordia del Giudice, e non dell’innocenza dell’accusato. La giustificazione è il contrario della condanna. Romani 5:16 «Riguardo al dono, non è avvenuto come per quell’uno che ha peccato, perché il giudizio produsse la condanna da una sola trasgressione, ma la grazia produsse la giustificazione da molte trasgressioni». Romani 8:1«Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù…».
Gesù Cristo, versando il Suo sangue ci ha purificato da ogni peccato e ci ha reso giusti davanti a Dio e alla Sua legge. Ebrei 9:22 «Secondo la legge, quasi ogni cosa è purificata con sangue; e senza spargimento di sangue non c’è perdono». 1Giovanni 1:7 «… e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato». Romani 5:9 «…essendo ora giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui». La morte di Gesù ha giustificato o reso giusto chiunque crede, e questa si accetta per sola fede e non per opere meritorie. Galati 3:11 «E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede». Dio invece di imputarci i nostri peccati o le nostre opere, ci imputa la nostra fede. Il patriarca Abrahamo ubbidì a Dio, perché la grazia gli dette questa capacità; la sua vita di sottomissione fu la conseguenza della giustificazione e non il mezzo. Giacomo 2:23 così fu adempiuta la Scrittura che dice: «Abramo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto come giustizia». La base di questa giustificazione non è nella nostra ubbidienza, ma in quella di Cristo, poiché «con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini… per l’ubbidienza di uno solo, i molti saranno costituiti giusti» (Romani 5:18,19). Cristo dà questa ubbidienza a quei credenti che sono «giustificati gratuitamente per la sua grazia» (Romani 3:24). «Egli ci ha salvato non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia» (Tito 3:5). La giustificazione non si guadagna né si ottiene per mezzo delle nostre opere, ma per la sola fede in quello che Lui ha fatto per noi. Ogni credente viene ricoperto o rivestito della giustizia di Gesù Cristo, come dono gratuito e immeritato (Efesini 2:8; Tito 3:5); il cristiano, essendo dichiarato giusto, è libero dalla colpa del peccato; il pentimento e la confessione danno al peccatore quello di cui ha veramente bisogno: il perdono, cioè la giustificazione!
C. Esempio pratico di persona giustificata.
Zaccaria 3: 3,4 «Or Giosuè era vestito di vesti sudicie e stava ritto davanti all’angelo, il quale prese a dire a quelli che gli stavano davanti: “Toglietegli di dosso quelle vesti sudicie!”. Poi disse a lui: “Guarda, ho fatto scomparire da te la tua iniquità e ti farò indossare abiti magnifici”».
La visione nella quale Zaccaria vede il sommo sacerdote Giosuè illustra splendidamente la nostra condizione e la nostra giustificazione. Giosuè sta di fronte all’angelo del Signore con dei vestiti sudici, che rappresentano le contaminazioni del peccato. Satana, che è presente, reclama con le sue accuse la condanna del peccatore. Giosuè non merita di essere perdonato, esattamente come non lo meritiamo neanche noi. Ma Dio, nella Sua divina misericordia, rimprovera Satana: «Ti sgridi il Signore che ha scelto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone strappato dal fuoco?» (Zaccaria 3:2). Per Dio ogni uomo è prezioso, Gli appartiene e siamo da Lui protetti e custoditi in modo speciale. Il Signore ordina che sia spogliato dei suoi luridi vestiti e che sia rivestito con abiti nuovi, poi dichiara: «Guarda, io ti ho tolto di dosso la tua iniquità e ti ho rivestito di abiti magnifici» (Zaccaria 3:4).
Il nostro Dio misericordioso spazza via le accuse di Satana, giustificando il peccatore tremante, rivestendolo con l’abito della giustizia di Cristo. Come i vestiti luridi di Giosuè rappresentano il peccato, così il nuovo abito rappresenta la nuova esperienza del credente perdonato. Nel processo della giustificazione, il peccato confessato e perdonato è trasferito al puro e santo Figlio di Dio, all’Agnello che porta le nostre colpe. Il peccatore pentito, sebbene immeritevole, è vestito con la giustizia che gli viene imputata da Cristo; questo scambio di abiti, questa transazione divina, è la dottrina biblica della giustificazione. Il credente giustificato ha sperimentato il perdono ed è stato purificato dai suoi peccati.
D. Quali sono le conseguenze della giustificazione?
Romani 8:14-17 «Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio sono figli di Dio. Voi infatti non avete ricevuto uno spirito di schiavitù per cadere nuovamente nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo: «Abba, Padre». Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati».
Dopo aver udito l’evangelo e aver creduto e accettato Gesù Cristo come personale Salvatore, siamo giustificati e ripieni dello Spirito Santo, il quale dimorando dentro di noi ci mostra due cose: che siamo figli di Dio e che siamo da Lui suggellati. Lo Spirito ci viene donato per rassicurarci che siamo figli di Dio, adottati di nuovo nella Sua famiglia, grazie al sacrificio di Gesù. Giovanni 1:12,13 «ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio». Se siamo figli di Dio, siamo anche eredi insieme a Cristo. Efesini 1:13,14 «In lui anche voi, dopo aver udita la parola della verità, l’evangelo della vostra salvezza, e aver creduto, siete stati sigillati con lo Spirito Santo della promessa; il quale è la garanzia della nostra eredità, in vista della piena redenzione dell’acquistata proprietà a lode della sua gloria». Nei tempi passati era uso comune marchiare con un sigillo un bene acquistato, per poterlo riconoscere o per distinguerlo dagli altri; inoltre si apponeva un sigillo anche sulle cose che erano dedicato a Dio. I credenti che vengono sigillati con lo Spirito Santo, hanno un segno che li differenzia dagli altri e dimostra che appartengono al Signore. Lo Spirito Santo è la caparra dell’eredità che ci aspetta in cielo. Quando si versa una caparra ci si impegna a riscattare l’oggetto (o un bene) in tempi futuri; Dio ha versato sui credenti lo Spirito Santo come caparra o garanzia che essi sono Sua proprietà e saranno salvati o riscattati quando Gesù ritornerà.
3- COSA È LA NUOVA NASCITA?
A. Perché Gesù paragona la conversione alla nuova nascita?
Giovanni 3:3-8 Gesù gli rispose e disse: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio». Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?». Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Ciò che è nato dalla carne è carne; ma ciò che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: “Dovete nascere di nuovo”. Il vento soffia dove vuole e tu ne odi il suono, ma non sai da dove viene né dove va; così è per chiunque è nato dallo Spirito».
Gesù, parlando della conversione, la paragona a una nuova nascita. Il Signore ha scelto questa illustrazione per evidenziare come sia impossibile per l’uomo cambiare il proprio cuore o la propria natura da sé; esattamente come è impossibile per ognuno di noi tornare nel grembo materno e nascere di nuovo, allo stesso modo è impossibile per l’uomo nascere dallo Spirito senza l’intervento divino. Inoltre, senza questa rigenerazione non possiamo entrare nel regno di Dio. Ma perché è necessaria una nuova nascita? Perché nasciamo con qualcosa che non possiamo portare nell’eternità, altrimenti non ci sarebbe bisogno di nascere di nuovo! Gesù sta spiegando a Nicodemo che senza un cambiamento interiore e di conseguenza anche uno esteriore della propria esistenza, non si può entrare nel Regno di Dio.
Il Signore chiede a Nicodemo, come a ognuno di noi, un cambio di rotta, un’inversione di tendenza in pratica una conversione, una rottura con il peccato e la vecchia natura carnale che conduce alla morte spirituale e a volte accelera anche quella fisica. E tutto ciò non può mai avvenire con le nostre sole forze, è impossibile all’uomo fare questo, perché da solo non può rigenerarsi, abbiamo bisogno di un aiuto esterno, di una potenza divina che ci aiuti a cambiare vita e a fare scelte moralmente giuste. La nuova nascita è un passaggio importante, vitale; ma perché è necessaria? Perché nasciamo tutti con una natura peccaminosa o carnale tendente all’egoismo, siamo naturalmente propensi a soddisfare il nostro ego con ogni sorta di piacere lecito e meno lecito e non siamo in grado di cambiarla.
Geremia 17:9 «Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?». Geremia 13:23 «Può un etiope cambiare la sua pelle o una tigre le sue striature? Allo stesso modo potreste voi, abituati a fare il male, fare il bene?».
Questa natura carnale incline al peccato ci sbarra le porte del regno di Dio, ed è per questa ragione che abbiamo bisogno di un aiuto esterno, il quale ci guida alla conversione, alla trasformazione: da crisalide a farfalla. Dobbiamo esser rigenerati dalla potenza dello Spirito Santo per compiere quello che noi non potremmo mai. Dobbiamo rivestirci della natura di Dio, quella spirituale. La carne e lo spirito rappresentano due nature opposte che suscitano desideri opposti, producono frutti opposti, conducono a due destini opposti, uno alla vita eterna l’altro alla morte eterna, due nature inconciliabili. Romani 8:12-14 «Così dunque, fratelli, non siamo debitori alla carne per vivere secondo la carne; perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete; infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio». Quando credi a quello che Gesù ha fatto per te, e Lo ricevi nel tuo cuore, inizi a nascere di nuovo, diventi un figlio di Dio.
4 - COSA È LA SANTIFICAZIONE?
A. Cosa è la santificazione?
Romani 6:22 «Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna».
Ebrei 12:14 «Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore».
Quali sono i risultati del pentimento e della giustificazione? La santificazione! Come la conversione è la logica conseguenza del pentimento, allo stesso modo la santificazione lo è della conversione. Il vocabolo santificazione è la traduzione del greco hagiasmos, che significa «santità», «consacrazione», «santificazione», dal verbo hagiazô «rendere santo», «consacrare», «mettere da parte». La persona che si santifica o che è santa, si apparta dal peccato, si separa dal male e si consacra per un uso sacro. 1Pietro 1:15 «ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: “Siate santi, perché io sono santo”». Se la giustificazione è una partenza, la santificazione è il percorso, mentre la glorificazione è la meta. La santificazione è una crescita spirituale progressiva, nella quale siamo in una continua metamorfosi, dove l’obiettivo finale è somigliare a Cristo. Dio, attraverso l’opera dello Spirito Santo che cambia gli esseri caduti e li trasforma nuovamente a Sua immagine, muta la nostra volontà, la nostra mente, i nostri desideri, gusti, abitudini e carattere, in accordo al nostro desiderio di essere come Gesù Cristo. Il lavoro dello Spirito è quello di riprodurre il carattere di Dio nella vita del credente, che è: «Amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo» (Gal 5:22,23). Se non gli opponiamo resistenza, il Signore trasformerà il nostro cuore e la nostra mente secondo la Sua volontà e così, ubbidendo, non seguiremo più i nostri impulsi o istinti peccaminosi, ma seguiremo ogni consiglio o comando di Dio, vivendo la vita che Gesù ha vissuto. Ogni area della nostra vita necessita di un cambiamento costante, purtroppo tutto quello che occupa la nostra mente in negativo ci può dominare e a volte renderci schiavi, ed è per questo che il compito dello Spirito è espellere gradatamente il peccato dalla nostra vita per fare posto a Cristo; infatti sta scritto che dobbiamo fare… «prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo» (2 Corinzi 10:5). Galati 4:19 «… finché Cristo sia formato in voi». La salvezza consta di due fasi: la giustificazione è ciò che Dio fa per noi, mentre la santificazione è ciò che Dio fa in noi. Ma né la giustificazione né la santificazione sono il prodotto di opere meritorie, ma sono dovute solo alla grazia e alla giustizia di Cristo. La giustizia con cui siamo giustificati ci viene attribuita; la giustizia con cui veniamo santificati ci viene donata. La prima ci autorizza a entrare in cielo, la seconda ci rende idonei per restarci.
B. Come ci santifichiamo?
Giovanni 17:17 «Santificali nella verità: la tua parola è verità».
Il credente si santifica immergendosi nella Parola di Dio, ed essendo trasformato dalla stessa. Se leggiamo ogni giorno le Sacre Scritture e meditiamo sulla vita di Cristo, lo Spirito Santo ripristinerà in noi le facoltà fisiche, mentali e spirituali. Romani 12:2 «E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio». Quando frequentiamo e contempliamo il Signore ogni giorno, saremo rigenerati nell’intimo (2 Cor 4:16), avremo la Sua mente (Fil 2:5). 1Corinzi 2:16 «…ora noi abbiamo la mente di Cristo». Tramite la preghiera e lo studio costante e regolare della Parola, cresciamo progressivamente nella relazione con Dio e veniamo mutati a Sua immagine.
5 - COSA È LA GLORIFICAZIONE?
A. Cosa è la glorificazione?
2 Corinzi 3:18 «siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria».
La glorificazione è la trasformazione del nostro corpo, da mortale a immortale, da carnale a spirituale, poiché senza questo cambiamento non potremmo stare alla presenza di Dio per tutta l’eternità. Romani 8:11«Se lo spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi». Paolo ci assicura che Dio ci ha «eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità… affinché otteniate la gloria del Signore nostro Gesù Cristo» (2 Ts 2:13,14). La glorificazione finale è la diretta conseguenza della santificazione conseguita in vita. Il cristiano trasformato o rigenerato dallo Spirito Santo non ha più interessi nelle cose terrene, che vede temporanee o transitorie, la sua mente è rivolta a quelle celeste o eterne. Colossesi 3:1-4 «Se dunque siete risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Abbiate in mente le cose di lassù, non quelle che sono sulla terra, perché voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo che è la nostra vita apparirà, allora anche voi apparirete con lui in gloria». Nella visione biblica l’adozione, la redenzione, o la salvezza sono «già» avvenute nella vita del credente che ha accettato Gesù Cristo come personale Salvatore, però queste si concretizzeranno solo con l’apparire di Gesù Cristo. Anche l’apostolo Paolo che era un uomo di Dio, totalmente consacrato a Lui, verso la fine della sua vita scrive: «Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la meta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù» (Fil 3:12-14).
La santificazione è un processo che dura tutta la vita, ma la trasformazione completa e finale della nostra vita a immagine di Dio avrà luogo al secondo avvento del Signore e non prima. Per questa ragione l’apostolo esortava i credenti a stare saldi nella fede: «Chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere» (1 Corinzi 10:12). Paolo affermava che tutta la creazione aspetta questo evento culminante. «La creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio», aggiungendo che «anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo» (Rm 8:19, 23). Questo evento avrà luogo solo alla fine dei tempi, ossia quando Gesù ridiscenderà dal cielo per la seconda volta. Atti 3:21 «che il cielo deve ritenere fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, dei quali Dio ha parlato per bocca di tutti i suoi santi profeti fin dal principio del mondo». Allora, «anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio» (Romani 8:21). La nostra trasformazione finale sarà compiuta quando l’incorruttibilità e l’immortalità diventeranno nostre, quando lo Spirito Santo restaurerà completamente la creazione originale.
B. Come e quando verremo glorificati?
1 Tessalonicesi 4:14-17 «Infatti, se crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati… perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore».
Al suono dell’ultima tromba, come Gesù appare dal cielo, i santi di ogni tempo verranno resuscitati e i viventi che sono sulla terra saranno trasformati istantaneamente. 1Corinzi 15:52 «in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati»…allora il “corruttibile” verrà rivestito di “incorruttibilità”. 1 Corinzi 15:53,54 «poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l’incorruttibilità e questo mortale rivesta l’immortalità. Così quando questo corruttibile avrà rivestito l’incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito l’immortalità, allora sarà adempiuta la parola che fu scritta: “La morte è stata inghiottita nella vittoria”»...e saremo trasformati nella Sua immagine “di gloria in gloria” (2 Corinzi 3:18).
La gloria di Dio non si riferisce solamente alla luce che avviluppa la Sua persona (1 Timoteo 6:15-16), ma anche al Suo carattere, al Suo onore e alla Sua santità. La Bibbia afferma chiaramente che saremo simili a Lui. 1 Giovanni 3:2 «Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che, quando egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è». La glorificazione ci ammanterà nuovamente di gloria, quella stessa gloria che avevano Adamo ed Eva prima che si vedessero “nudi”, a seguito del peccato. Salmi 104:2 «Egli ti avvolge di luce come di un manto e distende i cieli come una tenda». Quando il Signore Gesù incarnandosi, rivelò sia il carattere di Dio che la Sua santità e gloria, in grazia e verità… «E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell’unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità» (Giovanni 1:14; cfr. 17:1–5). In Gesù Cristo possiamo vedere e toccare con mano il carattere di Dio, chi Egli è veramente; Gesù Cristo rifletteva la gloria di Dio. Colossesi 1:15 «Egli è l’immagine del Dio invisibile…». Come Gesù rifletteva il Padre, allo stesso modo anche noi siamo chiamati a riflettere la gloria del Signore mentre siamo su questa terra, per mezzo della santificazione che lo Spirito attua in noi, per poi essere rivestisti di una gloria futura ed eterna. Lettera ai Filippesi 3:20–21 ci dice che la nostra cittadinanza è in cielo, e quando il nostro Salvatore ritornerà, Egli trasformerà i nostri corpi “affinché sia reso conforme al suo corpo glorioso.” Filippesi 3:21«il quale trasformerà il nostro umile corpo, affinché sia reso conforme al suo corpo glorioso, secondo la sua potenza che lo mette in grado di sottoporre a sé tutte le cose». Saremo perfettamente conformi all’immagine del nostro Signore Gesù, e saremo come Lui, in quanto la nostra umanità verrà liberata dal peccato e dalle sue conseguenze. Il nostro obbiettivo in questa vita è quello di perseguire la santità o santificazione se vogliamo essere glorificati… “E chiunque ha questa speranza in lui, purifichi se stesso, come egli è puro.” (1 Giovanni 3:3).
6 - IMPLICAZIONI PRATICHE
IMPLICAZIONI PRATICHE:
Riconosco che i miei peccati sono una barriera, un muro che mi separa da Dio. Desidero e voglio eliminare questo ostacolo, poiché il peccato è solo fonte di dolori, dispiaceri, tentazioni, dubbi, paure e morte, sia fisica che spirituale. Mi pento e cambio vita, voglio cominciare a riconoscere e confessare ogni mio peccato. Accetto il perdono di Dio, la Grazia che Cristo mi offre, con la quale potrò stare insieme a Lui per tutta l’eternità. Mi impegno a santificare la mia vita, tramite la potenza dello Spirito Santo che opera in me e con lo studio della Bibbia e la preghiera. Desidero e voglio frequentare ogni giorno il Signore per essere trasformato a Sua immagine e somiglianza. Con il perdono e la riconciliazione di Dio, ho la certezza della salvezza ottenuta per i meriti di Cristo, il quale mi ha amato e mi ha giustificato (perdonato) e salvato. Nell’accettare questo dono gratuito, esprimo la mia riconoscenza e gratitudine a Dio per quello che Lui ha fatto per me, salendo sulla croce al posto mio. In attesa del Suo ritorno e della glorificazione del mio corpo mortali a immortali, mi lascio trasformare e guidare dallo Spirito Santo, per somigliare sempre più a Lui ed essere trovato pronto per andare con Lui.
DECISIONI:
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Decido di iniziare il processo della conversione: esame di coscienza, pentimento, confessione e presa di posizione per iniziare il cambiamento.
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Decido di abbandonare tutto ciò che mi separa da Dio.
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Decido di lasciarmi guidare dallo Spirito Santo per eliminare le vecchie abitudini.
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Decido di somigliare a Cristo e di vivere come Lui.
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Decido studiare la Bibbia con regolarità, al fine di conoscerlo sempre meglio e di testimoniare ad altri quello che Gesù ha fatto per me e per tutti.
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Decido di condividere questo link, affinché altri possano conoscere queste verità.
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