L’inferno nella Bibbia

Quando senti la parola inferno, cosa ti evoca nella mente? Alcuni pensano che sia un luogo dove vanno a finire tutti coloro che in terra non si sono comportati secondo la volontà di Dio, fatto di fiamme di fuoco e sofferenze indicibili per tutta l’eternità. Poi ci sono quelli che pensano sia la dimora dei demoni con forconi appuntiti, pronti a punzecchiare i malcapitati. Mentre ad altri vengono in mente i gironi danteschi, e infine ci sono quelli che pensano che è pura mitologia. Tutte queste ipotesi solitamente arrivano da un retaggio scolastico o da un’educazione pseudo religiosa ricevuta da bambini; poiché la credenza dell’immortalità dell’anima ha portato, come logica conseguenza, a “creare un luogo dove collocare un’anima malvagia”. Ecco come è nata questa dottrina crudele e totalmente anti-biblica che insegna l’inferno eterno e le sofferenze perenni, per punire una vita di peccato della durata forse di alcune decine d’anni, un nulla rispetto all’eternità. Un Dio capace di far soffrire le Sue creature in questo modo non può certo essere presentato come un Dio d’amore e di giustizia; oltretutto che Paradiso sarebbe per i salvati, sapendo o potendo vedere un proprio parente che sta soffrendo in quel modo e per sempre? Ma cosa dice la Bibbia a riguardo? In questo studio cercheremo di fare chiarezza sulle parole e i concetti che troviamo nella Scrittura che trattano quest’argomento.

 

Quali sono le parole che vengono usate come sinonimi di inferno – inferi o inferno eterno?

  • Sceol (ebraico) Ades (greco).

  • Abyssos (greco) Tehòhm (ebraico)

  • Abaddòn (ebraico) Apollion (greco)

  • Geenna (greco)

  • Pyr (fuoco) aiōnion (eterno) in greco

  • Stagno ardente di fuoco e zolfo

Già vedendo questi termini (nelle lingue originali), iniziamo a intravedere qualcosa di interessanti: i primi tre vocaboli non parlano di fuoco e in nessuno dei casi di pene eterne o di sofferenze eterne. Abbiamo certamente delle fiamme di fuoco ed un giudizio di Dio con il quale eliminerà il male e purificherà la terra, ma andiamo per gradi, analizziamoli uno per uno.

In questo studio vedremo:

 

1 - SCEOL- ADES

Che cos’è dunque lo Sceol e l’Ades?

 

La Parola di Dio chiarisce in modo inequivocabile che lo Sceol o Ades è il soggiorno dei morti, la tomba o il luogo della sepoltura, e non allude mai all’inferno di fiamme di fuoco. Vediamo alcuni esempi: 

Giobbe 17: 13,14 «Se aspetto lo Sceol (tomba) come la mia casa, se distendo il mio giaciglio nelle tenebre, se dico al sepolcro: “Tu sei mio padre”, e ai vermi: “Siete mia madre e mia sorella”…».

Pietro usa la parola greca Ades in Atti 2:29-32 come equivalente del termine ebraico Sceol, dopo aver specificato che Davide è ancora nella tomba. L’apostolo applicò quelle parole a Gesù e al Suo sepolcro.

Atti 2:29-32 «Fratelli, si può ben liberamente dire intorno al patriarca Davide che egli morì e fu sepolto; e il suo sepolcro si trova tra di noi fino al giorno d’oggi. Egli dunque, essendo profeta, sapeva che Dio gli aveva con giuramento promesso che dal frutto dei suoi lombi, secondo la carne, avrebbe suscitato il Cristo per farlo sedere sul suo trono; e, prevedendo le cose a venire, parlò della risurrezione di Cristo, dicendo che l’anima sua non sarebbe stata lasciata nell’Ades e che la sua carne non avrebbe visto la corruzione. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; e di questo noi tutti siamo testimoni».

 

Proverbi 30: 16 «Lo Sceol, il grembo sterile, la terra che non si sazia di acqua e il fuoco che non dice mai: “Basta!”».

Per quanto lo Sceol abbia “inghiottito” già miliardi di persone, sembra non essere mai sazio; fin tanto che c’è la morte, esiste anche lo Sceol o Ades per contenere i morti. Quindi lo Sceol o Ades, non è un luogo in una località specifica; piuttosto è la comune tomba del genere umano, il luogo dove la maggioranza del genere umano giace nel “sonno della morte” in attesa di risorgere.

Apocalisse 20 13,14 «E il mare restituì i morti che erano in esso, la morte e l’Ades restituirono i morti che erano in loro, ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda». 

Come si evince da questo testo, la morte e la tomba (Ades o Sceol) saranno gettati nel fuoco; linguaggio simbolico che vuol dire che spariranno dal creato non esisteranno più. La Parola di Dio indica inoltre che nello Sceol o Ades, ci sono anche o coloro che hanno servito è adorato Dio, oltre a quelli che non lo hanno mai servito. Infatti la Bibbia insegna che ci sarà “una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. Atti 24:15. La resurrezione dei morti avverrà dopo la venuta di Gesù Cristo, il quale eliminerà per sempre la morte e di conseguenza il luogo di sepoltura: poiché nel Regno di Dio o Nuova Terra si vivrà per sempre!

Quindi, l’Ades o Sceol NON È INFERNO di fiamme, né luogo di tormenti eterni, ma un luogo di sepoltura comunemente detto: tomba!

2 - ABADDON- APOLLION

Che cos’è dunque Abaddon?

L’ebraico (‘ǎḇaddōn) è una forma intensiva del verbo (abad, “perire”, “distruggere”) Nel testo ebraico originale ricorre cinque volte e in alcuni passaggi appare in parallelo con lo Sceol. In questi versetti Abaddon si riferisce al processo distruttivo che segue la morte, indica la decomposizione o distruzione che avviene nello Sceol che è la tomba. 

Giobbe 26:6 «Davanti a lui lo Sceol è scoperto, Abaddon è senza velo».                       

Proverbi 15:11 «Lo Sceol e Abaddon sono davanti all’Eterno; tanto più lo sono i cuori dei figli degli uomini… ».

Proverbi 27:20 «Lo Sceol e Abaddon sono insaziabili, e insaziabili sono pure gli occhi degli uomini».

Giobbe 31:12 «un fuoco che consuma fino ad Abaddon, e avrebbe distrutto fin dalle radici tutto il mio raccolto».

Leggere il contesto di Giobbe 31, il quale indica l’effetto distruttivo dell’adulterio. Dove il fuoco è una cosa ma i suoi effetti sono altro, la distruzione (Abaddon) è la conseguenza e non il fuoco stesso.

Nel N.T. questo termine è associato ad un re che ha come nome Abaddon e che è  l’angelo dell’abisso.  

Apocalisse 9:1 «Poi suonò la tromba il quinto angelo, ed io vidi una stella caduta dal cielo sulla terra; e a lui fu data la chiave del pozzo dell’abisso».

(la parola “stella” nella Scrittura è sinonimo di angelo, in questo caso è un angelo caduto…un demone o Satana)

Apocalisse 9:11 «E avevano per re sopra di loro l’angelo dell’abisso, il cui nome in ebraico è Abaddon e in greco Apollion».

Qui, in questo capitolo di Apocalisse si descrive una scena distruttiva, per mano di un distruttore.

Quindi, anche in questo caso Abaddon NON È INFERNO di fiamme, né luogo di tormenti eterni, ma un luogo di distruzione o un distruttore!

3 - ABISSO: ABYSSOS - TEHÒHM

Che cos’è dunque l’Abisso?

 

Un luogo immenso nella profondità.  La parola Abisso nell’Antico Testamento ha 5 applicazioni:

  • Oceano primordiale

Genesi 1:2 «La terra era informe e vuota e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso; e lo Spirito di DIO aleggiava sulla superficie delle acque»

Salmo 104:5,6 «Egli ha fondato la terra sulle sue basi; essa non sarà mai smossa in eterno, Tu l’avevi coperta dell’abisso come di una veste; le acque si erano fermate sui monti».

 

  • Acqua sotterranea

Genesi 7:11 «Nell’anno seicentesimo della vita di Noè nel secondo mese, nel diciassettesimo giorno del mese, in quel giorno, tutte le fonti del grande abisso scoppiarono e le cateratte del cielo si aprirono».

 

  • Profondità marine

Giobbe 28 14 «L’abisso dice: “Non è in me”; il mare dice: “Non sta presso di me”».

Isaia 63 :12,13 «che li guidava per mezzo della destra di Mosè con il suo braccio glorioso, che divise le acque davanti a loro per farsi un nome eterno, che li condusse attraverso gli abissi, come un cavallo nel deserto, perché non inciampassero? ».

 

  • Profondità della terra

Salmo 95:4«Nelle sue mani sono le profondità (Tehòhm /Abisso) della terra, e sue sono le alte vette dei monti».

 

  • Luogo di sepoltura

Salmi 71:20 «Tu, che mi hai fatto provare molte e gravi avversità, mi darai di nuovo la   vita e mi farai risalire dagli abissi della terra».

Ezechiele 26:19,20 «Poiché così dice il Signore, l’Eterno: «Quando farò di te una città desolata come le città che non hanno abitanti, quando farò salire su di te l’abisso e le grandi acque ti copriranno, allora ti farò scendere con quelli che scendono nella fossa…».

 

Nel Nuovo Testamento la parola Abisso rimane invariata, conserva le stesse definizioni del V.T., prevalentemente significa profondità marine e designa anche il luogo della dimora dei demoni.

Luca 8 30-33 «E Gesù lo interrogò, dicendo: «Qual è il tuo nome?». Ed egli disse: «Legione». Perché molti demoni erano entrati in lui.  Ed essi lo pregavano che non comandasse loro di andare nell’abisso. Or c’era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte, e quei demoni lo pregarono che permettesse loro di entrare in quelli. Ed egli lo permise loro.  I demoni allora, usciti da quell’uomo, entrarono nei porci, e quel branco si precipitò dal dirupo nel lago ed annegò».

Anche luogo di sepoltura, come abbiamo già visto:

Romani 10: 6,7 «Ma la giustizia che proviene dalla fede dice così: «Non dire in cuor tuo: Chi salirà in Cielo?». Questo significa farne discendere Cristo. Ovvero: «Chi scenderà nell’abisso?». Questo significa far risalire Cristo dai morti».

Inoltre il termine abisso può indicare anche un luogo deserto e silenzioso, lontano dalla presenza di Dio o degli uomini, come l’abisso di Genesi 1:2, ossia come il globo terrestre prima della creazione che era deserto è privo di vita, e questo allude al globo terrestre durante il millennio: deserto e privo di vita e nel quale Satana sarà “incatenato” per mille anni.

Apocalisse 20:1-3 «Poi vidi un angelo che scendeva dal cielo e che aveva la chiave dell’abisso e una gran catena in mano.  Egli prese il dragone, il serpente antico, che è il diavolo e Satana, e lo legò per mille anni, poi lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni, dopo i quali dovrà essere sciolto per poco tempo».

Abisso non si riferisce al “lago o stagno di fuoco”, poiché solo dopo essere stato liberato dall’abisso Satana viene scagliato nel lago di fuoco.

Apocalisse 20:10 «Allora il diavolo, che le ha sedotte, sarà gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli».

La “bestia” ed il “falso profeta” sono anch’essi strumenti di Satana e suoi emissari, i quali salgono da due abissi (metaforici) differenti: uno dal mare l’altro dalla terra.

Apocalisse 11:7 «E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà»

 

NOTA: Nel Linguaggio profetico i termini non sono letterali ma simbolici ed hanno un altro significato:

Mare= Popoli

Bestemmia = esser come Dio

Donna = Chiesa

Bestia= Potere politico e religioso

Qui è descritto un potere politico /religioso che ha come un suo rappresentante un personaggio che pretende di esser Dio in terra, la sua sede è Roma. Mentre l’altro emissario di Satana è dall’altra parte del mondo, in America, e sono tutte quelle false denominazioni protestanti e non che sono sorte in America ed hanno predicato un Falso Vangelo. Le due “bestie” sono anche due poteri politici (studio a parte), destinati ad esser gettati nel lago di fuoco.

Apocalisse 13:1«Poi vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi blasfemi».

Apocalisse 13:11,12  «Poi vidi un’altra bestia, che saliva dalla terra, ed aveva due corna simili a quelle di un agnello (Imita Gesù), ma parlava come un dragone. Essa esercitava tutta l’autorità della prima bestia davanti a lei, e faceva sì che la terra e i suoi abitanti adorassero la prima bestia, la cui piaga mortale era stata guarita».

Apocalisse 17:7,8 «Ma l’angelo mi disse: “Perché ti meravigli? Io ti dirò il mistero della donna e della bestia che la porta, che ha sette teste e dieci corna. La bestia che tu hai visto era e non è più e salirà dall’abisso e andrà in perdizione; e gli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, si meraviglieranno vedendo la bestia che era, e non è, quantunque essa sia”».

Quindi, anche in questo caso l’Abisso NON È L’INFERNO di fiamme, né luogo di tormenti eterni, ma un luogo di tenebre o oscurità e di profondità marine o di terra desolata e vuota!

4 - GEENNA

Che cos’è dunque al Geenna?

 

Un luogo di giudizio, castigo e di distruzione, il quale viene menzionato 12 volte nel N.Testamento. Ad est della città di Gerusalemme vi era una valletta scavata dal torrente Hinnom sul lato sud del monte Sion. Il nome deriva dall’ebraico gē-hinnom che significa appunto, “valle dell’Hinnom”.  In questa valle, i re di Giuda Acaz e Manasse avrebbero praticato il culto del dio Moloch, che prevedeva il sacrificio dei bambini, i quali venivano sgozzati e bruciati in olocausto. Dio per bocca del profeta Geremia preannunciò che nella valle dell’Hinnom, dove venivano immolati e bruciati i bambini, sarebbero stati sepolti e distrutti in massa i cadaveri dei giudei ribelli ed apostati (Geremia 7:32-33;19:2-11); trasformando quel luogo in un luogo di giudizio e di distruzione per il Suo popolo. In seguito il re Giosia impedì che si continuasse a praticare il culto a Moloch, trasformando un luogo di culto idolatrico in una discarica per l’immondizia, nel quale bruciava un fuoco continuo. Quanto dichiara la Bibbia a proposito della Geenna concorda con l’idea tradizionale di fonte rabbinica e di altre fonti: la valle di Hinnom diventò il luogo adibito all’eliminazione dei rifiuti o di corpi, fuori Gerusalemme.

 

Gesù e la Geenna

 

Gesù menziona la Geenna 3 volte nel sermone del monte.

Matteo 5:22 «ma io vi dico: Chiunque si adira contro suo fratello senza motivo, sarà sottoposto al giudizio; e chi avrà detto al proprio fratello: “Raca”, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto: “Stolto”, sarà sottoposto al fuoco della Geenna».

Matteo 5:29 «Ora, se il tuo occhio destro ti è causa di peccato, cavalo e gettalo via da te, perché è meglio per te che un tuo membro perisca, piuttosto che tutto il tuo corpo sia gettato nella Geenna; e se la tua mano destra ti è causa di peccato, mozzala e gettala via da te, perché è meglio per te che un tuo membro perisca, piuttosto che tutto il tuo corpo sia gettato nella Geenna».

Matteo lo menziona come luogo di distruzione totale e completa dell’individuo.

Matteo 10:28 «E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella Geenna». Vedi anche Matteo 18:9.

Gesù rimprovera e condanni i Farisei del Suo tempo come del nostro.

Matteo 23:15 «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché scorrete il mare e la terra, per fare un proselito e, quando lo è diventato, ne fate un figlio della Geenna il doppio di voi».

Matteo 23:33 «Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete al giudizio della Geenna? ».

Gesù esorta a non temere la morte fisica ma quella spirituale (o morte seconda).

Luca 12:5 «Io vi mostrerò chi dovete temere: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna; sì, vi dico, temete lui».

Gesù menziona un “fuoco inestinguibile”.

Marco 9:43 «Ora, se la tua mano ti è occasione di peccato, tagliala; è meglio per te entrare monco nella vita, che avere due mani e andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile». Vedi anche Marco 9: 45 e 47.

Ma cosa è questo fuoco “inestinguibile”? 

5 - FUOCO "INESTINGUIBILE"

 Cos’ è il Fuoco inestinguibile?

 Pyr (fuoco) aiōnion (eterno)  

Matteo 25:46 «Allora dirà anche a coloro alla sinistra: Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli».

Apocalisse 20:10b «E saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli».

Marco 9:47-48 «E se l’occhio tuo ti fa intoppare, cavalo; meglio è per te entrar con un occhio solo nel regno di Dio che aver due occhi ed esser gettato nella geenna, dove il verme loro non muore ed il fuoco non si spegne».

Vi sono nella Bibbia alcune espressioni vanno interpretate correttamente per evitare confusioni. Ecco qui sopra tre testi che vengono solitamente citati a sostegno dell’inferno eterno e dei tormenti eterni.

L’iperbole del fuoco “inestinguibile

Dalla spiegazione precedente relativa all’origine della parola “geenna”, comprendiamo che i termini dei testi suddetti, tradotti in italiano con “eterno” o “secoli dei secoli”, non vanno compresi in senso assoluto, ma in senso relativo (per esempio: Esodo 21:5-6 parla dello schiavo che rifiuta la libertà per amore del suo padrone e della propria famiglia. Il testo conclude: “egli lo servirà per sempre” che in ebraico è appunto “in eterno”, ma ha chiaramente il senso relativo: “finché vivrà”). L’espressione “nei secoli dei secoli” è tradotta dal greco ton aionon – equivalente all’ebraico al yolam – che sono espressioni spesso usate anche in senso iperbolico; nel linguaggio biblico, tali espressioni abbondano. Eccone alcuni esempi:

1- La foresta che brucia in eterno

Ezechiele 21:3 «E di’ alla foresta del mezzodì: Ascolta la parola dell’Eterno!… Ecco, io accendo in te un fuoco che divorerà in te ogni albero verde e ogni albero secco, la fiamma dell’incendio non si estinguerà ».

 Quella foresta non sta di certo bruciando ancora!

 

2 – Sodoma e Gomorra

Giuda 7 «Nello stesso modo Sodoma e Gomorra e le città circonvicine, essendosi abbandonate alla fornicazione nella stessa maniera di costoro ed essendo andate dietro a vizi contro natura, sono poste come un esempio, portando la pena d’un fuoco eterno».

Queste città non stanno di certo bruciando ancora!

Questo passo è molto chiaro a proposito dell’uso comune dell’iperbole presso gli scrittori ebraici, infatti delle città di Sodoma e Gomorra è detto che portano “la pena di un fuoco eterno“. Ora, è chiaro che esse non stanno bruciando attualmente, perché quel fuoco è divampato fino a che c’era qualcosa da bruciare, fino alla distruzione completa (e poi si è estinto), come dice Pietro: “riducendo in cenere le città di Sodoma e Gomorra, le condannò alla distruzione perché servissero d’esempio…” (2 Pietro 2:6).

 

3 – I cadaveri degli empi

Isaia 66:23-24 «Avverrà che, di novilunio in novilunio e di sabato in sabato, ogni carne verrà a prostrarsi davanti a me, dice il Signore. Quando gli adoratori usciranno, vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati a me; poiché il loro verme non morirà, e il loro fuoco non si estinguerà; e saranno in orrore a ogni carne».

Ecco l’espressione di Isaia (che sta parlando dell’instaurazione del Regno di Dio sulla Terra), ripresa da Cristo in Marco cap. 9. Che si tratti di nuovo di un’iperbole, qui è ancora più palese, dato che il profeta parla di cadaveri e, nel Regno di Dio o nuova terra NON ci sono di certo cadaveri letterali, disseminati in giro per il pianeta. Il passo si riferisce evidentemente al momento in cui avverrà la purificazione della terra dal peccato e dai peccatori, quando la santa Gerusalemme discende dal cielo, e i malvagi viventi che sono sulla terra tenteranno di attaccarla, allora del fuoco cadrà dal cielo per purificare la terra. Apocalisse 20:9 «Esse si muoveranno su tutta la superficie della terra e circonderanno il campo dei santi e la diletta città. Ma dal cielo scenderà fuoco, mandato da Dio, e le divorerà».

Gesù aveva parlato di una “nuova creazione” (Matteo 19:28); Pietro dice che aspettiamo “nuovi cieli e nuova terra nei quali abiti la giustizia” (2 Pietro 3:13) e Paolo dice che la creazione aspetta di essere liberata anch’essa dalle conseguenze del peccato che l’hanno rovinata (Romani 8:19-22). Ora, tutto questo è incompatibile con l’idea che i cadaveri degli empi contamineranno per sempre il nostro pianeta che aspetta di essere ricreato e sarà reso altrettanto bello come quello che uscì dalle mani di Gesù Cristo il Creatore e che possiamo vedere in Genesi 1. Quando leggiamo la Bibbia dobbiamo tener conto anche degli stili letterali, come per l’iperbole usata da Isaia, tanto comune nella letteratura dei suoi tempi.

Comunque, questo fuocoaiōnion” (eterno) è sicuramente un fuoco letterale che distruggerà i demoni, Satana e tutti i peccatori; ma non è eternamente acceso e la sua durata sarà tale fin tanto che c’è qualcosa da bruciare, quello che è eterno sono gli effetti e non la durata del fuoco. La Bibbia esclude in modo chiaro e categorico le pene eterne. Gli eletti godranno della vita eterna (e quindi di una ricompensa eterna), i malvagi saranno colpiti da una punizione eterna (e non da un “eterno supplizio”), che e la loro soppressione o distruzione il cui effetto è eterno. Dio ha creato l’uomo affinché vivesse eternamente e non che fosse eternamente punito; quindi o vita eterna o morte eterna, ma mai un’eterna sofferenza che è in netto contrasto con il carattere di Dio che è Amore.

6 - STAGNO O LAGO DI FUOCO

 Che cosa è lo stagno di Fuoco?

Apocalisse 20:15 «E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco».

Matteo 25:41 «Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: “Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli».

È un luogo di distruzione letterale dove il male e il peccato verrà distrutto ed eliminato per sempre dal creato, sparirà per sempre dalla scena e non esisterà mai più.

Isaia 41:11,12 «Ecco, tutti quelli che si sono infuriati contro di te saranno svergognati e confusi; quelli che combattono contro di te saranno ridotti a nulla e periranno. Tu li cercherai ma non troverai più quelli che contendevano con te; quelli che ti facevano guerra saranno come nulla, come cosa che non esiste più».

Abdia 16 «Poiché come avete bevuto sul mio monte santo, così berranno tutte le nazioni del continuo; sì, berranno, ingoieranno e saranno come se non fossero mai state».

Malachia 4:1 «Poiché ecco, il giorno viene, ardente come una fornace; e tutti quelli che operano empiamente saranno come stoppia; il giorno che viene li brucerà», dice l’Eterno degli eserciti, «in modo da non lasciar loro né radice né ramo»

 

 

Quando e come avverrà la distruzione dei malvagi?

2 Tess 2:8 «… che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all’apparire della sua venuta».

Colossesi 3:25 «Ma chi opera ingiustamente riceverà la retribuzione delle cose ingiuste che ha fatte, e non c’è parzialità con alcuno».

La distruzione dei malvagi avviene in due fasi: la prima quando appare Gesù e quella definitiva, dopo i mille anni di giudizio.

Al ritorno di Gesù, al Suo comando le tombe si apriranno e i giusti torneranno in vita per essere rapiti in cielo con  i viventi redenti che sono sulla terra, per incontrare insieme il Signore sulle nuvole del cielo (1 Tess 4: 17).

Che cosa succederà ai malvagi viventi al ritorno di Gesù?

Apocalisse 6:15-17 «E i re della terra, i grandi, i ricchi, i capitani, i potenti, ogni schiavo ed ogni uomo libero si nascosero nelle spelonche e fra le rocce dei monti, e dicevano ai monti e alle rocce: «Cadeteci addosso e nascondeteci dalla faccia di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello, perché è venuto il gran giorno della sua ira; e chi può resistere?».

Apocalisse 20 descrive cosa succede all’inizio, durante e alla fine del Millennio. I giusti saranno risuscitati nella prima risurrezione, chiamata da Gesù la “risurrezione di vita”, che avverrà all’inizio del Millennio (v.4,6): “Beato e santo è colui che ha parte alla prima risurrezione” (v. 6). I malvagi muoiono e l’affermazione: “Ma il resto dei morti non tornò in vita finché furono compiuti i mille anni” (v. 5) è come una parentesi nella narrazione; i malvagi, cioè il resto dei morti, non risusciteranno finché il Millennio non sia finito. Al termine del Millennio avverrà la seconda risurrezione, chiamata da Gesù: “la risurrezione di condanna”. Per mille anni la terra sarà deserta e durante questo periodo si terrà il giudizio dei malvagi che, solo alla fine del millennio, saranno resuscitati per sentire e ricevere la loro condanna.

Cosa accade al termine del Millennio?

Apocalisse 20:7-9 «E quando quei mille anni saranno compiuti, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle per la guerra; il loro numero sarà come la sabbia del mare. Esse si muoveranno su tutta la superficie della terra e circonderanno il campo dei santi e la diletta città. Ma dal cielo scenderà fuoco, mandato da Dio, e le divorerà».

Alla fine dei mille anni, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre i malvagi appena risorti, il cui numero è come la sabbia del mare. Satana li convincerà a muovere guerra contro “il campo dei santi e la diletta città” (v. 9); questa espressione descrive la nuova Gerusalemme, la città nella quale dimorano i salvati, che nel frattempo è scesa dal cielo (cfr. Apocalisse 21:2,10). Satana ingannerà le nazioni inducendole a credere di poter conquistare la nuova Gerusalemme. Lo splendore della nuova Gerusalemme è “simile a quello di una pietra preziosissima” è “la città era di oro pur, simile a cristallo puro” (Apocalisse 21:11,18). L’esecuzione finale del giudizio è una scena solenne e particolare, poiché ogni persona venuta al mondo nel corso della storia umana sarà viva allo stesso tempo; però, la cosa triste è che la maggior parte si troverà fuori dalla nuova Gerusalemme, e “dal cielo scenderà fuoco, mandato da Dio” (Apocalisse 20:9) e i malvagi saranno distrutti. Il giudizio finale decreterà la fine del peccato e causa di ogni dolore. Alla fine del gran conflitto, il male sarà stato solo come un brutto sogno per i salvati, i quali avranno davanti a loro un’eternità felice in assenza del male.

Il trono bianco e lo stagno di fuoco

Apocalisse 20:11-15 «Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro.  E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere.  Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l’Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere.  Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco».

                                                    

Dove si trova lo stagno di fuoco?

2Pietro 3:5-7;10-13 «Ma essi dimenticano volontariamente che per mezzo della parola di Dio i cieli vennero all’esistenza molto tempo fa, e che la terra fu tratta dall’acqua e fu formata mediante l’acqua, a motivo di cui il mondo di allora, sommerso dall’acqua, perì, mentre i cieli e la terra attuali sono riservati dalla stessa parola per il fuoco, conservati per il giorno del giudizio e della perdizione degli uomini empi… Ora il giorno del Signore verrà come un ladro di notte; in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi si dissolveranno consumati dal calore e la terra e le opere che sono in essa saranno arsePoiché dunque tutte queste cose devono essere distrutte, come non dovreste voi avere una condotta santa e pia, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, a motivo del quale i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi consumati dal calore si fonderanno? Ma noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abita la giustizia.

La terra sarà un immenso lago di fuoco nel quale verranno distrutti i malvagi ed il peccato, ma questo lago di fuoco che consuma il peccato e i peccatori apparirà DOPO il Millennio e il giudizio di Dio. Nessun essere creato per quanto malvagio possa essere è in questo luogo in questo momento!

 

Qual è il proposito di Dio per l’empio?

Il proposito di Dio è sempre stato quello di salvare l’uomo da se stesso e da Satana, l’obiettivo di Dio è quello di strappare dalle mani del nemico, dalla morte e dal fuoco finale ogni singola creatura. Il Suo proposito è che tutti vivano in eterno, felici e che abbiamo una vita gioiosa, appagante e abbondante; però non tutti vogliono questo bene.

Ezechiele 33:11 «Di’ loro: Com’è vero che io vivo», dice il Signore, l’Eterno, «io non mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio si converta dalla sua via e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvagie. Perché mai dovreste morire, o casa d’Israele?

Giovanni 10:10 « … ma io sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Luca 9:56 «poiché il Figlio dell’uomo non è venuto per distruggere le anime degli uomini, ma per salvarle». Poi andarono in un altro villaggio».

2Pietro 3: 9 Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni credono che egli faccia, ma è paziente verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento»

 

Cosa accade dopo che il fuoco si spegne?

Salmo 37:9-11;20 «Poiché i malvagi saranno sterminati, ma coloro che sperano nell’Eterno possederanno la terra. Ancora un po’ e l’empio non sarà più; sì, tu cercherai attentamente il suo posto, e non ci sarà più. Ma i mansueti possederanno la terra e godranno di una grande pace… Ma gli empi periranno, e i nemici dell’Eterno saranno consumati e andranno in fumo come grasso di agnelli».

Malachia 4:1 «Poiché ecco, il giorno viene, ardente come una fornace; e tutti quelli che operano empiamente saranno come stoppia; il giorno che viene li brucerà», dice l’Eterno degli eserciti, «in modo da non lasciar loro né radice né ramo».

Questi testi ci mostrano in modo inequivocabile che gli empi saranno consumati da un fuoco che discende dal cielo e che è in grado di distruggere: “anima corpo e spirito”, l’essere nella sua totalità, tanto umani che esseri celesti (angeli caduti) dei quali non resterà nulla. Quando Dio avrà terminato la Sua opera di Giudizio e purificazione del male dalla terra, sparirà il lago di fuoco e la terra sarà pronta per esser ricreata.

2Pietro 3:13 «Ma noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abita la giustizia».

Isaia 65:17 «Poiché ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra, e le cose di prima non si ricorderanno più e non verranno più in mente».

 

Apocalisse 21:1-8 «Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c’era più. E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate». E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse:  «Ogni cosa è compiuta. Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita. Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio. Ma per i codardi, gl’increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda»

7 - LA PARABOLA DEL RICCO E LAZZARO

Spiegazione di un testo controverso- Luca 16:19-31

In questa parabola o racconto allegorico, Gesù narra di un povero (Lazzaro) e di un ricco egoista che, dopo la morte, vanno a finire: il primo “sul seno di Abramo” e il secondo nel soggiorno dei morti fra i tormenti del fuoco. I due luoghi sono separati da un abisso, una voragine che impedisce il passaggio, ma ci si può vedere da un luogo all’altro, tanto è vero che il ricco e Abramo si parlano. La dottrina biblica sullo stato dei morti e sulla dispensazione della vita eterna o della distruzione alla fine dei tempi ci aiuta a comprendere che quel racconto è una “favola” una metafora che Gesù utilizzò per illustrare vivamente un messaggio. Dove, se non in una favola, un povero pieno di ulcere sta sotto la tavola del ricco che banchetta, in attesa delle briciole, mentre i cani gli leccano le ferite? E dove, se non in una favola, il paradiso è separato dall’inferno da una voragine che non impedisce ai perduti e ai salvati di guardarsi reciprocamente? In realtà, Cristo non ha fatto che riprendere dalla religiosità popolare gli elementi essenziali di questa parabola; infatti, ritroviamo questi stessi elementi nella letteratura giudaica contemporanea di Gesù. Inoltre, dal contesto sia interno che esterno al racconto, si comprende che lo scopo di Gesù non era insegnare “lo stato dell’uomo dopo la morte”, bensì il fatto che ognuno determina il suo destino eterno con le proprie scelte nella vita e che queste scelte sono, per chi lo desidera, ampiamente guidate dalla Parola di Dio fino alla salvezza.

Questa parabola rappresenta un notevole aggancio per chi vuole sostenere la sopravvivenza dell’anima dopo la morte. La parabola è un racconto, il più delle volte fittizio, che Gesù utilizza per fotografare nella mente dell’ascoltatore un messaggio particolare. Per molti secoli ha prevalso l’interpretazione allegorica della parabola, in cui ogni dettaglio aveva il suo significato, ma nel secolo scorso, Adolf Jülicher ha demolito questo modo di interpretare sostenendo che nella parabola c’è un pensiero centrale che va messo in risalto. Egli sosteneva con vigore – dice Bruno Corsani – che nella parabola vera e propria un solo punto è pertinente all’insegnamento che vuol impartire o illustrare, mentre i particolari servono unicamente a dare chiarezza o vivacità al racconto, a renderlo più incisivo e credibile; perciò non vanno “interpretati” come se avessero tutti un significato metaforico, ma devono guidare l’ascoltatore a trovare il punto centrale, la situazione che si riferisce alla sua esistenza e alla sua condotta” (B. Corsani, “Introduzione al Nuovo Testamento”, Vol. I, Ed. Claudiana, Torino – pag. 104).

Per interpretare correttamente una parabola è necessario seguire quattro linee fondamentali:

a. Comprendere il pensiero centrale senza lasciarsi offuscare dai dettagli.

b. Tenere conto del contesto immediatamente prima e dopo la parabola.

c. Fare concordare la spiegazione con il testo senza violentarlo.

d. Evitare di stabilire un insegnamento dogmatico partendo da una parabola.

Questo brano di Luca è preceduto dalla parabola del fattore infedele, con la quale Gesù mette in risalto le possibilità offerte dalla vita presente per abbandonare i propri errori. Il fattore infedele si è accorto in tempo della sua condotta indegna, della responsabilità affidatagli dal padrone e così cambia vita. ‘Or i Farisei, che amavano il danaro, udivano tutte queste cose e si facean beffe di lui.’ (Luca 16:14). Allora Gesù racconta la storia di un uomo ricco che vive nell’agiatezza e nello sperpero ed è incurante delle sofferenze del povero Lazzaro che viene a implorare misericordia, ma inutilmente… “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti resuscitasse” (vers. 31). Ecco l’insegnamento centrale; Gesù afferma che tutto si decide qui sulla terra: la nostra vita, la nostra condotta oggi, stabilirà se quella di domani sarà radiosa e piena di felicità oppure se cadrà nel nulla eterno, in una distruzione irrimediabile e definitiva. In questo non può aiutarci un segno particolare proveniente dal cielo… Un segno sufficientemente grande è la Parola di Dio – Mosè e i profeti – ecco il segno per eccellenza! Molti vorrebbero annullare la validità dell’Antico Testamento o della Parola di Dio… Per credere e avere fiducia nel Signore non occorre un miracolo straordinario, un intervento soprannaturale – il nutrimento preferito da una massa di gente la cui fantasia è stata alimentata dal favoloso, dal meraviglioso, dallo straordinario e dall’ignoranza della Parola di Dio – ma uno studio attento e personale per interiorizzare il messaggio dell’amore. In questo brano, Gesù è forse preoccupato della sorte degli uomini dopo la morte? Certamente no! Egli non ha nemmeno voluto presentare un sistema di premi e di punizioni dopo la morte. La difficoltà di questa parabola è che Gesù insegna attraverso un linguaggio chiaramente ispirato a credenze popolari… Infine, non si può stabilire, basandosi su questa parabola, tutta la dottrina della retribuzione dopo la morte o dell’immortalità dell’anima, perché essa tradisce la motivazione profonda per cui Gesù la racconta. È questo un grave errore di ermeneutica, che dimostra quanto sia complesso leggere la Bibbia senza aver fatto ‘tabula rasa’ delle concezioni filosofiche o delle tradizioni religiose seguite da millenni, anche dalla Chiesa di Roma. Se le parabole dovessero servire per stabilire dei punti dottrinali potremmo dire che non importa la salvezza tramite il Cristo, ma è sufficiente il rientrare in sé del figlio prodigo (cfr. Luca 15:11-32); si potrebbe dire che Gesù esalta un comportamento disonesto negli affari (cfr. Luca 16:1-9) e che Dio ascolta le nostre preghiere perché “gli rompiamo la testa” (cfr. Luca 18:1-5). In questa parabola Gesù incontra i suoi ascoltatori sul loro terreno, visto che tra coloro che ascoltavano vi erano alcuni che credevano in uno stato intermedio dopo la vita.

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