1- GESÙ INIZIA IL SUO MINISTERO
Matteo 3:1-6 «Or in quei giorni venne Giovanni Battista, che predicava nel deserto della Giudea, e diceva: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Questi infatti è colui di cui parlò il profeta Isaia quando disse: «Una voce di uno che grida nel deserto: “Preparate la via a Yahwè, raddrizzate i suoi sentieri”. Or Giovanni stesso portava un vestito di peli di cammello e una cintura di cuoio intorno ai lombi e il suo cibo erano locuste e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la regione adiacente il Giordano accorrevano a lui, ed erano battezzati da lui nel Giordano, confessando i loro peccati».
Giovanni 1:6-8 «Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Questi venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui; egli non era la luce, ma fu mandato per rendere testimonianza della luce».
Giovanni 1:15-28 «Giovanni testimoniò di lui e gridò, dicendo: «Questi è colui del quale dicevo: “Colui che viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me”». E noi tutti abbiamo ricevuto dalla sua pienezza grazia sopra grazia… E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme dei sacerdoti e dei leviti per domandargli: «Chi sei tu?». Egli lo dichiarò e non lo negò, e dichiarò: «Io non sono il Cristo». Allora essi gli domandarono: «Chi sei dunque? Sei tu Elia?». Egli disse: «Non lo sono!». «Sei tu il profeta?». Ed egli rispose: «No!». Essi allora gli dissero: «Chi sei tu, affinché diamo una risposta a coloro che ci hanno mandato? Che dici di te stesso?». Egli rispose: «Io sono la voce di colui che grida nel deserto: Raddrizzate la via a Yahwè, come disse il profeta Isaia». Or coloro che erano stati mandati venivano dai farisei; essi gli domandarono e gli dissero: «Perché dunque battezzi, se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro, dicendo: «Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che non conoscete. Egli è colui che viene dopo di me e che mi ha preceduto, a cui io non sono degno di sciogliere il legaccio dei sandali». Queste cose avvennero in Betabara al di là del Giordano, dove Giovanni battezzava. (Leggere anche Marco 1:1-8 e Luca 3:1-18)
Gesù, inizia il Suo ministerio nell’autunno del 27d.C. Ma come facciamo ad essere così sicuri di questa data? Abbiamo due testi biblici che ci parlano di questa data in modo inequivocabile, il primo lo troviamo in Daniele 9:22-27: le 70 settimane profetiche, ossia 490 anni. L’inizio di queste 70 settimane è nel 457, data che diede l’avvio alla ricostruzione di Gerusalemme e al Tempio (Esdra7:11-26; 9:9); poiché il testo biblico ci dice che dal momento che il decreto di ricostruire Gerusalemme è stato emanato, fino all’apparizione del Messia sarebbero passate 69 settimane, ossia 483 anni. Quindi, partendo dal 457 a.C. e contando 483 anni si arriva al 27 d.C., anno in cui il Messia viene battezzato e inizia del Suo ministero pubblico. L’altro testo che conferma questa data lo troviamo in Luca 3:1-2, nel quale si menziona il battesimo di Gesù avvenuto nel quindicesimo anno di Tiberio Cesare e, dato che l’imperatore cominciò a regnare nell’anno 12 della nostra era, il quindicesimo corrisponde esattamente nell’anno 27 d.C.
Però, prima che Gesù Cristo si palesasse al mondo, il Suo ministero doveva esser preceduto da un precursore che Gli avrebbe spianato la strada, come la profezia di Isaia indicava. Il precursore predetto fu appunto Giovanni Battista, il quale inizia la sua opera di predicazione in un deserto nel territorio a ovest del fiume Giordano. Giovanni non passava di certo inosservato, sia per il suo aspetto, sia per quello che predicava. Il suo abbigliamento era un vestito di pelo di cammello con una cintura di cuoio intorno alla vita, e la sua alimentazione era prevalentemente di locuste e miele selvatico (anche se alcuni commentatori traducono carrube e non cavallette); inoltre, essendo un nazireo non beveva vino né bevande alcoliche. L’abbigliamento indossato non è casuale, infatti ricorda quello del profeta Elia (2 R 1:8) e tale riferimento ai capi di vestiario serviva per comunicare ai Giudei che la missione di Giovanni era simile a quella di Elia (Ml 4:5; Lu 1:17; Mt 11:14; 17:10-12). La gente accorreva da tutta la Giudea, da Gerusalemme e da tutta la regione intorno al Giordano per ascoltare il suo messaggio, che era: «Pentitevi, perché il Regno dei cieli si è avvicinato» (Matteo 3:2), e molti di quelli che accorrevano per sentirlo predicare accettarono il messaggio, compresero che il loro modo di agire e di pensare non era in linea con quello di Dio, per cui dopo un sincero pentimento si fecero battezzare da Giovanni nel fiume Giordano.
Con i farisei e i sadducei le cose andarono diversamente, poiché il Battista sapeva che non erano sinceri, e che professavano una devozione alla legge, ma non a Dio, infatti erano corrotti, settari, ipocriti e presuntuosi; inoltre i sadducei negavano dottrine fondamentali come la resurrezione del corpo, l’esistenza degli angeli e il castigo eterno. Giovanni li redarguisce con parole molto dure, additandoli con: “razza di vipere”, poiché essi fingevano di voler scampare all’ira di Dio, ma non mostravano alcun segno di vero ravvedimento. Il vero pentimento non è un semplice rammarico o dispiacere ma è un cambio di direzione, una svolta a 360° della propria vita; occorre abbandonare i peccati di cui ci si è pentiti e camminare sulla nuova via, vivendo all’opposto di come si è vissuti fino a quel momento. I Giudei invece pensavano che essendo discendenza di Abraamo, questo garantiva loro la salvezza: un passaporto per il cielo; dimenticando però che la grazia della salvezza non si trasmette per nascita naturale e non si eredita. La predicazione di Giovanni non era affatto morbida, egli invitava le persone a gettare via la maschera, affermando che la scure è posta alla radice degli alberi, annunciando che sarebbe iniziata un’opera di giudizio divino; anche Gesù Cristo dirà la stessa cosa ma con parole diverse: «Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco» (Matteo 7:19). Chiunque non porta buoni “frutti” in questa vita, non può entrare nel regno di Dio e il suo destino finale è lo stagno o lago di fuoco.
I Giudei, che attendevano il ritorno di Elia sulla terra e la venuta del Messia (Ml 4:5), chiesero a Giovanni chi fosse veramente e se era lui il Messia atteso, ma egli disse loro: “Non sono io il Cristo”; allora pensarono sarà di certo l’Elia, ma la risposta di Giovanni fu: “Non lo sono” (anche se, di fatto Giovanni era “l’Elia” profetizzato, non era di certo il profeta dell’A.T. tornato in vita, ed è per questo che lo nega). Questa delegazione di sacerdoti mandata a sincerarsi chi fosse Giovanni non demorde, allora gli propongono un’ultima possibilità, poiché memori di una profezia di Mosè che si trova in Deut. 18:15: «Per te il Signore, il tuo Dio, farà sorgere in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta come me; a lui darete ascolto!». I sacerdoti pensarono che Giovanni potesse essere il profeta menzionato da Mosè, ma egli negò loro di essere quel profeta. Le richieste dei sacerdoti e dei leviti si fanno incalzanti; quindi, gli chiesero di palesarsi e di spiegare chi fosse e con quale autorità facesse quelle cose; allora disse loro: “Io sono la voce di uno che grida nel deserto”, citando Isaia 40:3. Giovanni si definì una voce e non un personaggio importante da osannare.
Il Battista era la voce che precedeva la Parola, ossia Cristo, e la Parola era anche YHWH, come Isaia aveva predetto: «Preparate la via a Yahwè, raddrizzate nel deserto una strada per il nostro DIO». Nei tempi antichi, quando un re doveva viaggiare per vedere il suo regno, da una località all’altra, era preceduto da qualcuno che aveva il compito di verificare la strada e di eliminare eventuali avvallamenti. Giovanni Battista usa questa stessa immagine dandogli un significato spirituale: dovevano prepararsi a ricevere Gesù nella loro vita, e la preparazione consiste nel riconoscersi peccatori e ravvedersi dai peccati; poiché a causa del peccato e dell’allontanamento da Dio, il popolo era diventato come un deserto arido e sterile. Inoltre, indicando Gesù affermava in modo implicito che è Dio: «Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo». Solo Dio può togliere il peccato, redimere e salvare! Isaia 60:16 «… e riconoscerai che io,Yahwè sono il tuo Salvatore e il tuo Redentore, il Potente di Giacobbe».
2 - IMPLICAZIONI PRATICHE
Cosa ci insegna questo racconto di Giovanni Battista?
Proverbi 28:13 «Chi copre le sue colpe non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia».
Il messaggio e la missione di Giovanni (“l’Elia” profetico) è valida anche per noi oggi, poiché Gesù Cristo sta per ritornare e per tanto se vogliamo andargli incontro, dobbiamo “spianargli la strada”, e questo vuol dire che dobbiamo eliminare dalla nostra vita qualsiasi cosa che ci impedisca di incontrarlo e riceverlo. È necessario fare un inventario della nostra condizione spirituale attuale, e se siamo in passivo dobbiamo porvi rimedio, ma come? Con un reale pentimento e una confessione dettagliata dei nostri peccati e, con l’aiuto e la potenza dello Spirito Santo eliminarli per non ripeterli più; solo così Egli potrà venire a regnare su di noi come Re e noi potremo regnare con Lui. Ma non solo, dobbiamo anche prodigarci ad aiutare altri a fare altrettanto: indicandogli l’Agnello di Dio e il Suo glorioso ritorno; poiché siamo tutti parte dell’Elia profetico, e siamo sempre in missione. Apocalisse 1:6 «che ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti al suo Dio e Padre, a lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen».
3 - PERLE BIBLICHE
Perché il battesimo di Giovanni differisce da quello di Gesù Cristo?
Giovanni 3:30 «Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca».
Giovanni Battista dopo aver concluso la sua missione si apprestava a uscire di scena, ma prima che questo accadesse ha voluto specificare la differenza che c’era tra il suo ministero e quello del Messia. Giovanni battezzava con acqua, e questo era simbolico, un segno esteriore di avvenuto ravvedimento, ma di fatto non era in grado di purificare o rigenerare un individuo. Questa cerimonia seppur sincera, restava incompleta ed è per questo che indicava il Messia o Agnello di Dio, il quale avrebbe completato l’opera. E mentre lui e la sua missione iniziavano ad eclissarsi gradatamente fino a scomparire del tutto, quella del Messia iniziava a sorge e svilupparsi potentemente; inoltre sarebbe stata di portata maggiore, poiché Egli avrebbe battezzato con lo Spirito Santo e con il fuoco. Il battesimo con lo Spirito Santo segue il battesimo d’acqua ed è diverso dal battesimo con il fuoco. Il primo è un battesimo di ravvedimento, salvezza e santificazione, mentre il battesimo con il fuoco è di giudizio. Tutti coloro che realmente credono nel Signore Gesù godono del battesimo di acqua e di Spirito, mentre il battesimo con il fuoco è destinato a tutti gli increduli. Secondo alcuni, il battesimo dello Spirito Santo e il battesimo del fuoco sarebbero concetti equivalenti, poichè l’espressione “battesimo con il fuoco” richiamerebbe le lingue di fuoco che si posarono sui discepoli quando lo Spirito Santo discese alla Pentecoste, e nonostante il fuoco è un simbolo dello Spirito Santo, il battesimo del fuoco ha un significato diverso. Alla luce di diversi testi biblici, come ad esempio: Matteo 3:12 « Egli ha il suo ventilabro in mano, ripulirà interamente la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con fuoco inestinguibile»; possiamo dedurre che il fuoco in questione è un fuoco di condanna e giudizio. In Matteo 3, il Signore è descritto come Colui che usa un ventilabro, il quale solleva in aria il grano trebbiato per essere mondato dalla pula. Il grano che ricade al suolo rappresenta i veri credenti che sono raccolti e portati nel granaio, quindi messi in salvo. La pula che il vento disperde lontano dal grano, rappresenta gli increduli che saranno raccolti anch’essi e bruciata con fuoco inestinguibile. Il fuoco rappresenta il giudizio, ed è ragionevole concludere che il battesimo con il fuoco è un battesimo di giudizio.
4 - DOMANDE PER RIFLETTERE E RICORDARE
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In quale data Gesù inizia il Suo ministero?
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Quali profezie lo attestano?
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Quale missione viene affidata a Giovanni e perché?
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Qual era l’abbigliamento e l’alimentazione di Giovanni?
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Perché Giovanni non beveva alcolici?
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Che differenza c’è tra il battesimo di acqua, Spirito e fuoco?
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