COMMENTARIO BIBLICO

Con il capitolo 7 e il primo versetto del cap. 8 di Apocalisse, si conclude la profezia dei sette sigilli (5:1-8:1). Nel 6° sigillo abbiamo visto due categorie di persone: i malvagi, che sono viventi al ritorno di Gesù, i quali invocano la morte: «E dicevano ai monti e alle rocce: “Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello”» (Ap 6:16); mentre nel capitolo 7 vediamo l’altra categoria di persone che sono i salvati o 144.000, i quali sono anch’essi viventi al momento del ritorno di Gesù e saranno traslati in cielo senza sperimentare la morte. I 144.000 sono la risposta alla domanda di Apocalisse 6 del 6° sigillo: «Perché è venuto il gran giorno della sua ira; e chi può resistere?» (Ap 6:17). Questi sono coloro che possono stare in piedi alla presenza di Dio: i «144,000» (7:1-8) e «la grande folla» (7:9 – 8:1).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1- IL SIGILLO DI DIO

Apocalisse 7:1-3 «Dopo questo, vidi quattro angeli che stavano in piedi ai quattro angoli della terra, e trattenevano i quattro venti della terra affinché non soffiassero sulla terra, né sul mare, né su alcun albero. Poi vidi un altro angelo che saliva dal sol levante, il quale aveva il sigillo del Dio vivente; e gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso di danneggiare la terra e il mare, dicendo: “Non danneggiate la terra, né il mare, né gli alberi, finché non abbiamo segnato sulla fronte, con il sigillo, i servi del nostro Dio”».

Iniziamo con la spiegazione dei quattro angeli ai quattro angoli della terra che trattengono  i quattro venti, che ovviamente è un immagine simbolica. I quattro angoli sono i quattro punti cardinali, per cui è un evento che deve coinvolgere tutta la terra, come si evince dai capitoli 15 e 16, nei quali vediamo gli angeli che versano le 7 coppe che rappresentano le ultime 7 piaghe. Quando questi venti saranno rilasciati sulla terra si abbatteranno le 7 piaghe finali che colpiranno e distruggeranno ogni cosa, ma prima che questo avvenga, i servi di Dio saranno sigillati sulla fronte con il sigillo del Dio e saranno risparmiati dagli eventi funesti che si riversano sulla terra. La stessa immagine e lo stesso simbolo: venti = distruzione, lo ritroviamo anche in Geremia  49:36-37.

Ma cosa è il sigillo di Dio? E come vengono sigillati gli uomini?

 

Nei tempi antichi, quando si apponeva un marchio a fuoco su un animale, era per rivendicarne la proprietà; il sigillo era un simbolo impresso che indicava sia il proprietario che la proprietà. Il senso della sigillatura simbolica nel Nuovo Testamento è che «Il Signore conosce quelli che sono suoi» (2 Ti 2:19). Questa visione di Giovanni non è nuova nella Bibbia, anche il profeta Ezechiele ne ebbe una simile e che troviamo in Ezechiele 9:1-11, dove la distruzione è rappresen­tata da sei guerrieri, mentre l’intervento salvifico di Dio è illustrato da un uomo con un calamaio che appone un segno sul­la fronte di coloro che devono essere  risparmiati dalla distruzione. Questa visione ci ricorda anche il testo di Esodo12:12-13, dove l’angelo sterminatore risparmiava le case segna­te dal sangue dell’agnello.

Il sigillo di Dio è lo Spirito Santo che viene ad abitare nel credente alla conversione e lo guida durate tutta la vita, come si evince da questi versetti: 2 Corinzi 1:22; Efesini 1:13; 4:30. Paolo insegnò che lo Spirito Santo sigilla il credente alla nuova nascita come caparra o garanzia della redenzione finale…e per estensione il sigillo acquisisce anche il senso di fedeltà ai comandamenti di Dio. Quando Mosè istruì il popolo d’Israele sull’osservanza dei 10 dieci comandamenti, disse al popolo di legarseli figurativamente alla mano e di tenerli sulle loro fronti. La fronte rappresenta i pensieri e la mano rappresenta l’azione (Deut. 6:1-9). Quando la legge di Dio è nella mente del credente, allora anche le sue parole e le azioni saranno in armonia con essa; poiché questa è l’opera dello Spirito Santo nella vita del credente: farti vivere una vita santa. In Ebrei è scritto: «Questo dunque sarà il patto che farò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore, Io porrò le Mie leggi nella loro mente e le scriverò nei loro cuori» (Ebrei 8:10). Chi dimora in Gesù osserva i comandamenti, perché Gesù vive la Sua vita attraverso di noi (Galati 2:20), e questo vuol dire avere “la mente di Cristo” (1Corinzi 2:16).

L’ultima generazione di cristiani sulla terra si distinguerà dal resto dell’umanità, poiché, nonostante le avversità e le persecuzioni che subiranno per aver rifiutato il marchio della bestia, persistono nel vivere una vita in conformità con la Parola di Dio, e su di essi verrà posto il sigillo di Dio. Questa generazione di credenti potranno incontrare il Signore perché sono rimasti fedele a Lui anche a costo della vita, e nonostante molti di loro hanno vissuto tra stenti, privazioni e patimenti, hanno comunque mantenuto una comunione stretta con il Salvatore e si sono santificati costantemente. Ebrei 12:14 «Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore». Paolo disse: «per farvi comparire davanti a sé santi, irreprensibili e senza colpa, se pure perseverate nella fede, essendo fondati e fermi senza essere smossi dalla speranza dell’evangelo» (Colossesi 1:22-23). La condizione per ricevere il sigillo è: perseverare nella fede ad ogni costo, essere inamovibili e avere il carattere di Cristo. La santificazione è un aspetto molto importante per incontrare Dio e poter stare in Sua presenza nel giorno in cui appare nel cielo. Nel libro di Malachia troviamo una domanda simile a quella che troviamo qui in Apocalisse 6, e dice: «Ma chi potrà sostenere il giorno della Sua venuta? Chi potrà rimanere in piedi quando Egli apparirà? Perché Egli è come un fuoco d’affinatore, come la soda dei lavandai. Egli siederà come chi affina e purifica l’argento; purificherà i figli di Levi e li affinerà come oro e argento» (Malachia 3:2-3).  Malachia si riferisce alla seconda venuta di Gesù Cristo, e coloro che potranno sostenere il giorno del ritorno di Gesù, sono quelli che sono stati purificati dallo Spirito Santo. Il Signore è raffigurato come Colui che affina e purifica i Suoi figli come l’affinatore purifica l’argento. L’affinatore si siede di fronte al fuoco e guarda il pezzo d’argento nel fuoco e, quando vede la sua faccia riflessa nel pezzo di argento, allora comprende che quello è il momento giusto per tirarlo fuori dal fuoco. Quando Gesù vedrà la Sua immagine riflessa sui 144.000, quello è il momento giusto per discendere e portare con Sé i segnati o sigillati, togliendoli dalla terra.  

2- I 144.000 E LA GRANDE FOLLA

Apocalisse 7:4-8 «E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: 144,000 segnati di tutte le tribù dei figli d’Israele:  della tribù di Giuda dodicimila segnati; della tribù di Ruben dodicimila; della tribù di Gad dodicimila; della tribù di Aser dodicimila; della tribù di Neftali dodicimila; della tribù di Manasse dodicimila; della tribù di Simeone dodicimila; della tribù di Levi dodicimila; della tribù di Issacar dodicimila; della tribù di Zabulon dodicimila; della tribù di Giuseppe dodicimila; della tribù di Beniamino dodicimila segnati».

Giovanni sente il numero di coloro che erano sigillati: 144.000. Su questa cifra alcuni sostengono che è un numero letterale, mentre altri che è simbolico; noi propendiamo per la seconda opzione. Questa cifra si ricava dalla seguente operazione: 12 x 12 x 1000 = 144.000. Il numero dodici è un simbolo del popolo di Dio: le tribù di Israele, e il numero che indica la chiesa edificata sulle fondamenta dei dodici apostoli (Ef 2:20); quindi i 144.000 sono la totalità del popolo di Dio. Ma quello che veramente conta non è sapere se questa cifra è letterale o simbolico, ma poter essere annoverati tra questi. Le ragioni per cui riteniamo che è i 144.000 sono un numero simbolico, lo si evince nel capitolo stesso, il quale menziona le 12 tribù d’Israele, e questo non significa che saranno ebrei di nazionalità, perché un vero giudeo è colui che lo è nel cuore (Romani 2:28-29) e chi appartiene a Cristo è progenie di Abrahamo (vedi Galati 3:29).  Le dodici tribù elencate in Apocalisse 7 non sono letterali, anche perché oggi non esistono più; inoltre la lista delle tribù che troviamo in questo capitolo differisce da tutte le altre liste delle tribù d’Israele presenti nel resto della Bibbia, ad esempio: Ruben, e non Giuda dovrebbe essere menzionato come primo. La tribù di Giuseppe non esisteva ma Giuseppe appare nella lista delle tribù due volte tramite i suoi figli, Efraim e Manasse (vedi Genesi 48:5); eppure in Apocalisse 7 Giuseppe è menzionato tra le tribù. In questa lista troviamo i nomi di Levi e Giuseppe al posto di Efraim e Dan, conosciute in modo particolare per la loro idolatria e infedeltà (vedi Giudici 18:30-31, Osea 4:17, 5:3). In Apocalisse 7 vediamo che i nomi dei figli di Giacobbe non sono menzionati in ordine di nascita e per queste ragioni è ovvio pensare che l’elenco delle tribù non è storico bensì spirituale. Ma allora qual è il motivo per cui vengono elencati i nomi di queste tribù? Perché c’è un messaggio nascosto nel significato dei nomi, i quali sono messi in questo ordine perché compongono una frase che rappresenta l’esperienza spirituale dei 144.000:

> Giuda: io loderò il Signore
> Ruben: ha guardato su di me
> Gad: mi ha concesso una buona sorte
> Asher: sono felice
> Neftali: la mia lotta
> Manasse: mi fa dimenticare
> Simeone: Dio mi ascolta
> Levi: unito a me
> Issacar: mi ha comprato
> Zabulon: abitazione
> Giuseppe: Dio mi aggiungerà
> Beniamino: figlio della sua mano destra

Qui è descritta l’esperienza spirituale dei 144.000: “Io loderò il Signore perché ha guardato su di me e mi ha concesso una buona sorte. Sono felice perché della mia lotta Dio mi sta facendo dimenticare. Dio mi ascolta ed è unito a me. Mi ha comprato un’abitazione. Dio mi darà il Figlio della Sua destra”.

Apocalisse 7:9-12 «Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano. E gridavano a gran voce, dicendo: «La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all’Agnello». E tutti gli angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo:  «Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l’onore, la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen».

Giovanni, se prima aveva sentito il numero di coloro che sono sigillati, che è 144.000; ora vede con i propri occhi “una grande folla che nessuno poteva contare”(v. 9), che rappresenta la moltitudine dei salvati di ogni epoca. Alcuni sostengono che la grande folla sono i 144,000, mentre altri sostengono che sono un gruppo diverso, e sono quelli che sono stati resuscitati e non traslati come i 144.000; ma poco importa chi siano queste persone, se siano i salvati resuscitati da ogni epoca, oppure i 144.000 del tempo finale, quello che conta veramente è la loro rivendicazione di salvezza, simboleggiata dalle vesti bianche che indossano che è la perfetta giustizia di Cristo, concessa loro per grazia; ed è per questo che possono stare in Sua presenza e potranno avere accesso ai nuovi cieli e alla nuova terra. Giovanni in questa visione fu portato nel futuro e vide tutti i redenti della storia umana, provenienti da ogni angolo della terra, mentre stanno davanti a Dio Padre e all’Agnello (Gesù), lodano il Signore per la salvezza ottenuta. Essi hanno vesti bianche perché hanno vinto (Apocalisse 3:5) e le palme che hanno nelle mani sono anch’esse un simbolo di vittoria.

 

 

3 - LE PROMESSE DI DIO

Apocalisse 7:13-17 «Poi uno degli anziani mi rivolse la parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono venute?» Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di loro.  Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».

Tutti i salvati sperimentano nella loro vita, chi più chi meno delle difficoltà, avversità, persecuzioni e tribolazioni varie (Giovanni 16:33, Atti 14:22, 1Pietro 4:12-13); però la generazione finale, quella dei 144.000, sperimenterà un tempo di grande tribolazione che è una distretta senza precedenti nella storia umana (Daniele 12:1). Coloro che saranno vivi durante il tempo della crisi finale e del marchio della bestia, vedranno le 7 piaghe una dietro l’altra. I 144.000 per la grazia di Cristo (sangue dell’Agnello) sono salvati (lavato le vesti), i quali saranno trasformati a Sua immagine e rifletteranno il carattere di Gesù, ossia vivono, pensano e agiscono come Lui. Dio ha per loro delle promesse speciali, che sono riprese dal libro di Isaia (vedi Isaia 25:8, 49:10). “Essi non avranno più fame né sete” (v. 16); questo perché nel mondo ci sarà una spaventosa carestia di cibo e di acqua durante la crisi finale, e poiché i 144,000 non possono né comprare né vendere (Apocalisse 13:17), perché non hanno il marchio della bestia, è probabile che soffriranno per questo motivo; anche se, il loro pane e la loro acqua saranno comunque provvisti da Dio e non mancheranno del necessario (Isaia 33:16). I 144.000 vivranno durante il tempo delle 7 piaghe finali, però è bene rimarcare che non saranno colpiti da queste piaghe, ad esempio: la 4° piaga è il sole che brucia gli uomini (Apocalisse 16:8-9), anche se i 144.000 saranno protetti, patiranno comunque per il caldo eccessivo durante questa piaga…“Non li colpirà più né il sole né arsura alcuna” (v. 16). I 144.000 non soffriranno più fame, sete e caldo nel regno di Dio, perché Gesù “li pascerà e li guiderà alle vive fonti delle acque” (v. 17); Gesù li condurrà al fiume dell’acqua della vita (Apocalisse 22:1), e “Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi” (v. 17), poiché Dio rimuoverà ogni cosa che causa dolore (Apocalisse 21:4). Dio ricompenserà ogni suo fedele servitore per le difficoltà, privazioni e per le prove che hanno dovuto affrontare durante la vita terrena; il Signore ricompenserà con una misura che surclassa abbondantemente le afflizioni subite. Questa promessa è anche per te oggi: «Io ritengo, infatti, che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi” (Romani 8:18). Quando vedrai con i tuoi occhi il Signore e il regno di Dio, non potrai che dire: Non è stato un sacrificio troppo costoso dover passare attraverso tutte queste sofferenze e tribolazioni pur di essere nel regno di Dio e vivere l’eternità. Ne è valsa proprio la pena!

I 144.000 li ritroveremo nel capitolo 14, dove analizzeremo quali sono le principali caratteristiche di coloro che ne faranno parte. E tu…vuoi farne parte? Organizzati e sbrigati, perchè il tempo è finito!

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