COMMENTARIO BIBLICO

Nel capitolo 4 abbiamo visto che Dio è adorato come Creatore, mentre nel capitolo 5 Gesù è adorato come Redentore, ed entrambi i capitoli sono un preludio del capitolo 6: il libro con i 7 sigilli, che solo Gesù ha il diritto di aprire in quanto vincitore. Ma su cosa o chi ha vinto? Il Signore ha trionfato sulla morte e detronizzato Satana, che eliminerà dal creato alla fine del giudizio! Il piano della salvezza è garantito e i santi riceveranno il regno, mentre gli impenitenti saranno eliminati anch’essi. In questo studio vedremo che i 7 sigilli sono paralleli alle 7 chiese; e questo vuol dire che ad ogni sigillo aperto, corrisponde lo stesso periodo di tempo profetico di una delle 7 chiese. Ogni sigillo ha un duplice significato: uno che riguarda la condizione della chiesa o popolo di Dio nel corso della storia, ed uno che riguarda il mondo in generale; poiché tutti i sigilli rappresenta­no anche i segni del ritorno di Gesù. Il primo sigillo viene aperto nel primo secolo d.C. e l’ultimo è il ritorno di Cristo e il rapimento della chiesa. Andiamo ad analizzare e spiegare come il Salvatore apre tutti i sigilli.

1 - IL PRIMO SIGILLO

Il 1° sigillo è parallelo alla prima chiesa, Efeso: 31 – 100 d.C. Ma è anche parallelo ai segni dei tempi che Gesù ha indicato in Matteo 24 – Luca 21 – Marco 13.

Apocalisse 6:1,2 Poi vidi quando l’Agnello aprì uno dei sette sigilli e udii una delle quattro creature viventi, che diceva con voce come di tuono: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli venne fuori da vincitore, e per vincere.

Matteo 24: 4,5 Gesù rispose loro: «Guardate che nessuno vi seduca. Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”. E ne sedurranno molti.

I primi 4 sigilli sono i cavalieri dell’Apocalisse. Iniziamo col decifrare i simboli di Apocalisse 6:1: l’Agnello è Gesù, il libro con i sette sigilli sono profezie relative alla condizione spirituale della chiesa, fino al ritorno del Signore e al rapimento della stessa. Le quattro creature viven­ti (i quattro cherubini), sono simbolo delle quali­tà di Dio e della creazione, oltre al fatto che rappresentano le 4 fasi della vita di Cristo (vedi studio precedente). Il cavaliere col cavallo bianco che vediamo qui, lo ritroviamo anche in Apocalisse 19:11-13: è Gesù, la Parola di Dio; mentre gli altri tre cavalieri che portano la spada (guerra), la fame (carestia) e la mortalità (o pestilenza), sono ca­lamità che, assieme alle belve feroci (falsi profeti e falsi cristi), colpiscono la quarta parte della terra. L’espressione “quarta parte” sta ad indicare che non si tratta di catastrofi universali che distruggono tutto il mon­do, ma di eventi funesti che sono localizzati in varie parte del pianete, i quali saranno sempre più frequenti e sempre più devastanti o catastrofici. Queste calamità che sembrano essere un giudizio di Dio contro la malvagità degli uomini (cfr. Ez 14:12-23; Za 1:7-17; 6:1-8), di fatto sono la conseguenza del peccato e dell’essersi separati da Dio; poiché il Signore non manda mai il male. Quello che stiamo vivendo sono le conseguenza delle nostre scelte ed egoismi, causati dalla sete di potere, denaro e di supremazia, dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri e sono molte le nazioni nel mondo in grande sofferenza e miseria; oltre al fatto che stiamo devastando, inquinando e depauperato vaste aree geografiche. Inoltre, tutte queste calamità alle quali stiamo assistendo, come ad esempio il cambiamento climatico, dovrebbero farci riflettere e meditare per porre un freno alla malvagità umana, invece continuiamo ad accelerare spediti verso il baratro. Questi 4 cavalieri ci dicono qualcosa di specifico sul quale meditare seriamente, e che ritroviamo anche nell’AT in Zaccaria 1:8-10, 6:1-8; anche se, in questo contesto i carri e i cavalli hanno un significato diverso rispetto all’Apocalisse; inoltre, sempre nell’AT il popolo di Dio è paragonato a un cavallo (Isaia 63:11-14, Zaccaria 10:3).

 

Il primo cavaliere ha un cavallo bianco e un arco in mano, e gli viene data una corona da vincitore.

Il primo cavallo rappresenta la chiesa del primo secolo, visto che è bianco, simbolo di giustizia e purezza (Salmo 51:7, Isaia 1:18, Daniele 7:9, 12:10, Apocalisse 7:13-14, 19:8,14). La chiesa apostolica è rivestita della giustizia di Cristo, ha la potenza dello Spirito Santo e la purezza dottrinale. Il cavaliere sappiamo che è Gesù, il quale controlla e cavalca il cavallo, che ovviamente è la chiesa che guida, essendone Egli il capo (vedi Efesini 5:23, Colossesi 1:18). Il cavaliere ha in mano un arco che è simbolo di battaglia, indossa una corona (stephanos) che corrisponde alla Sua vittoria (Ap 2:10; 3:11); il quale avanza senza fermarsi, conquista dopo conquista. Il cavaliere “uscì come vincitore e per vincere” (v. 2); Gesù, concede alla Sua chiesa di mietere vittorie per Suo conto, ossia di predicare al mondo con la potenza dello Spirito Santo il grande mandato: l’evangelo eterno e di vincere anime (Colossesi 1:5-6,23). La scena del primo sigillo descrive la diffusione del vangelo iniziata potentemente alla Pentecoste, grazie alla quale Cristo espande il Suo regno. Gesù è vittorioso, ma non è ancora sovrano totale (sulla terra regna ancora Satana); certo, una battaglia è stata vinta alla croce: la morte sconfitta e Satana detronizzato, ma la guerra non è ancora finita. Il testo di Ap. 6:1,2 descrive il cavaliere al momento della partenza e non a quello dell’arrivo: “Egli partì (uscì fuori)”, quindi il regno deve ancora avanzare, ci sono ancora molti territori da conquistare e molte persone a cui portare l’Evangelo, il lavoro non è ancora finito, ci sono ancora molte persone che non conoscono Gesù è la salvezza. Quando tutti saranno stati raggiuti dal messaggio della salvezza eterna e che Gesù viene per stabile il Suo regno eterno, solo allora Cristo potrà ritornare e conseguire la vittoria finale e definitiva. Matteo 24:14 «E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine». Giovanni vide in un’altra visione il Signore che ritorna cavalcando un cavallo bianco (Ap.19:11-16). Inoltre, Gesù ci ricorda che in questo combattimento spirituale ci troveremo a lottare contro falsi profeti e falsi cristi, e i “lupi rapaci” che si sono sempre infiltrati nella chiesa; i quali erano già presenti nella chiesa nascente, subito dopo la Sua ascensione e saranno presenti anche alla fine dei tempi: ingannando e seducendo molti con le loro false dottrine. Matteo 24:4,5 Gesù rispose loro: «Guardate che nessuno vi seduca. Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”. E ne sedurranno molti.

2 - IL SECONDO SIGILLO

Il 2° sigillo è parallelo alla chiesa di Smirne: 100 – 313 d.C. Ma è anche parallelo ai segni dei tempi che Gesù ha indicato in Matteo 24 – Luca 21 – Marco 13.

Apocalisse 6:3-4 «Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo, udii la seconda creatura vivente che diceva: “Vieni”. E venne fuori un altro cavallo, rosso; e a colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace dalla terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data una grande spada».

Marco 13: 7,8a «Quando udrete guerre e rumori di guerre, non vi turbate; è necessario che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine. Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno».

Il secondo cavallo è rosso e porta la guer­ra nel mondo.

 

Il colore rosso è simbolo di guerra, ma è anche il colore del sangue che verrà versato. Come abbiamo già studiato in Apocalisse 2, la prima chiesa che vede la persecuzione e il martirio è quella di Smirne, tra il II° e III° secolo, dove il sangue versato dai martiri raggiunse il suo apice. La tribolazione e la morte sono i temi principali della lettera alla chiesa di Smirne, in perfetto parallelo con il sangue e la guerra presentati qui nel 2° sigillo. Gesù aveva profetizzato un tempo di tribolazione e grande angoscia nel quale sarebbe passata la Sua chiesa (Giovanni 16:33, Apocalisse 2:9-10). Al cavaliere fu data una grande spada che tolse la pace dalla terra, e questa spada rappresenta il potere civile che perseguitò la chiesa; inoltre è anche simbolo di divisioni interne che vengono causate dai falsi pastori, i quali frantumarono la chiesa e la dottrina (Luca 12:51-52). Gesù aveva predetto che dei falsi discepoli, detti anche la sinagoga di Satana, avrebbero spaccato la chiesa per contrasti dottrinali (Matteo 24:24; 2 Pietro 2:1); non a caso il Signore disse: «Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada» (Matteo 10:34).

La predicazione dell’Evangelo non è stato solo motivo di contrasto e persecuzioni provenienti dall’esterno della chiesa, ma anche dal suo interno e soprattutto all’interno delle famiglie. Matteo 10: 35-37 «Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me». Gesù non sta dicendo che è Lui che porta le lite, la guerra o la persecuzione dentro le famiglie, tutt’altro, ma è a causa di Lui e del Suo Vangelo che molti cristiani avranno delle persecuzione, anche da quelli della propria casa.

Il secondo sigillo descrive inoltre lo scenario che si presenterà poco prima del Suo ritorno, dove le battaglie e le guerre, non saranno solo religiose, saranno soprattutto politiche. Matteo 24:6-7 «Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre… Si leverà nazione contro nazione e regno contro regno…». Solo nel secolo passato si sono viste ben due guerre mondiali, esattamente come profetizzato in questo testo di Matteo 24; dove le vittime del primo conflitto mondiale ammontarono a 47 milioni e quelle del secondo conflitto oltre i 60 milioni di morti. Purtroppo anche oggi si continua a morire sotto le bombe nemiche, poichè nel mondo ci sono oltre 55 guerre in corso.

Gesù disse: «… se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi…» (Giovanni 15:20). Aspettiamoci tempi difficili, perchè le forze del male si stanno coalizzando e si opporranno al Vangelo e alla diffusione dello stesso con estrema veemenza e altrettanta crudeltà, tanto da tramutare un conflitto spirituale in uno bellico, con militari e milizie, fino ad arrivare all’ultima battaglia, quella definitiva. Apocalisse 16: 14,16 «Essi infatti sono spiriti di demoni che fanno prodigi e vanno dai re della terra e del mondo intero, per radunarli per la guerra del gran giorno di Dio Onnipotente…E li radunarono in un luogo in ebraico detto: “Armagheddon”».

 

 

 

3 - IL TERZO SIGILLO

Il 3° sigillo è parallelo alla chiesa di Pergamo: 313 – 538 d.C. Ma è anche parallelo ai segni dei tempi che Gesù ha indicato in Matteo 24 – Luca 21 – Marco 13.

 

Apocalisse 6:5-6 «Quando l’Agnello aprì il terzo sigillo, udii la terza creatura vivente che diceva: “Vieni”. Guardai e vidi un cavallo nero; e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. E udii come una voce in mezzo alle quattro creature viventi, che diceva: «Una misura di frumento per un denaro e tre misure d’orzo per un denaro, ma non danneggiare né l’olio né il vino».

Matteo 24: 7b , 8 «… ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non sarà che principio di dolori».

Il terzo cavallo è nero e porta la carestia

Il terzo cavallo è nero, colore opposto al bianco, che è quello del primo cavallo e che rappresenta la chiesa apostolica, quella vittoriosa e con la sana dottrina. Il bianco come abbiamo visto è simbolo di purezza, giustizia e santità; mentre il colore che descrive la chiesa in questo contesto storico è nero, ed è simbolo di fame e non di lutto, poiché rappresenta una chiesa caduta in basso, corrotta e guidata da falsi discepoli. Sono questi gli anni dove le verità bibliche vengono sostituite con comandamenti, riti e tradizioni umane; quindi una chiesa completamente apostata che non è in grado di sfamare il popolo con la Parola, che, oltre a non conoscere più, la vieta e la osteggia. La carestie che troviamo in questi testi, al tempo della chiesa di Pergamo, simboleggia la carenza della Parola di Dio, e la bilancia in mano al cavaliere serve per pesare e razionare il “cibo”, alimento spirituale e non materiale. Il prezzo citato in questo testo (vv 5,6) è parecchio più alto di quello corrente del tempo; la bilancia pesava “un chenice di frumento per un denaro e tre chenici d’orzo per un denaro” (v. 6), cioè la razione giornaliera di cibo per un denaro che era la paga giornaliera di un bracciante (Matteo 20:2). Con il ricavato di una giornata di lavoro (un denaro), si può comprare solo una misura di frumento o tre misure d’orzo: questo cavaliere, dunque, porta la carestia.

Nella Bibbia ciascuno di questi alimenti ha un significato simbolico preciso:

  • Il grano si riferisce alla Parola di Dio (Deut. 8:3/Matteo 4:4/Giovanni 6:46-51).

  • L’olio è simbolo dello Spirito di Dio (Salmo 45:7/ Zaccaria 4:1-6).

  • Il vino è una metafora del sangue di Gesù (Luca 22:20/I Corinzi 11:25).

Gli insegnamenti della Parola di Dio erano rari in questo periodo della storia della chiesa, poiché soppiantati dalle tradizioni umane e dai riti religiosi che stravolgevano l’insegnamento biblico. La Bibbia fu abbandonata e il popolo fu lasciato senza la Parola di Dio (carenza di grano e orzo), ma Dio continuò ad offrire la salvezza attraverso lo Spirito Santo (olio) e il sangue di Gesù (vino). Se il cavallo bianco rappresentava la predicazione della Parola, quello nero indica il suo contrario, ossia l’assenza. Sono questi gli anni dove la Parola di Dio sparisce, ed il popolo non può accedervi facilmente. La chiese in questo contesto storico è preoccupata più del suo successo temporale, tanto da dimenticare di nutrirsi lei in primis e di nutrire il popolo, spiritualmente parlando. Inoltre notiamo anche per questo cavaliere un riferimento a Gesù; infatti il cavaliere ha una bilancia in mano, e questo è un simbolo di giudizio, come nel caso del re Beltshatsar che fu pesato e trovato mancante (Daniele 5:27).

Nel corso della storia la carestia non è stata solo spirituale, ma anche alimentari. Putroppo ha mietuto milioni e milioni di vittime, in un escalation sempre più incalzante, come riportato in questo link… https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_delle_carestie

  • Facciamo una breve carrellata di alcune di queste carestie. Nel 450-451 d.C. in Italia ci fu una terribile carestia, tanto che molti furono costretti a vendere i propri figli per sfuggire alla morte.

  • In Francia nel 974-975 ci fu una carestia, che uccise un terzo della popolazione francese e la metà dei parigini. Si stima che la Francia nel corso della sua storia abbia vissuto una decina di carestie devastanti, e stiamo parlando di un paese europeo.

  • In Europa tra il 1315-1317 vi fu la grande carestia e non solo in quegli anni, vi furono anche altri periodi drammatici nel corso dei secoli dove la popolazione fu decimata dalla fame e dalla peste nera.

  • In Finlandia tra il 1696-97 si ebbe una carestia così tremenda, che morì il 33% della popolazione.

  • In Irlanda tra il 1841 al 1851 d.C., 1.500.000 persone morirono dopo che una piaga distrusse i campi di patate, all’epoca era alimento base degli irlandesi.

  • In India nel 1943 morirono tre milioni circa di persone a causa della carestia; mentre in Cina sempre nello stesso periodo e per lo stesso motivo, circa tre milioni e mezzo di persone persero la vita.

  • Etiopia e Sudan tra il 1972 e 1990, oltre due milioni di persone morirono per penuria di viveri.

 

4 - IL QUARTO SIGILLO

Il 4° sigillo è parallelo alla chiesa di Tiatira: 538 – 1517 d.C. Ma è anche parallelo ai segni dei tempi che Gesù ha indicato in Matteo 24 – Luca 21 – Marco 13.

Apocalisse 6:7-8 «Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce della quarta creatura vivente che diceva: “Vieni”. Guardai e vidi un cavallo giallastro; e colui che lo cavalcava si chiamava Morte; e gli veniva dietro l’Ades. Fu dato loro potere sulla quarta parte della terra, per uccidere con la spada, con la fame, con la mortalità e con le belve della terra».

Marco 13: 12 «Il fratello darà il fratello alla morte, il padre darà il figlio; i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire».

Il quarto cavallo è giallo e porta la morte

Il colore del quarto cavallo è giallastro, in greco chloros, ed è il tipico colore di un cadavere in decomposizione. Il nome del cavaliere è la Morte, e porta con sé l’Ades (At 2:27), in ebrai­co Sheol (Sl 16:10), che è la tomba o soggiorno dei morti, dove essi riposano (Ec 9:10; Gv 11:11-14). Quindi, questo cava­liere porta la mortalità o la peste, e gli è consentito lo sterminio delle persone con la spada (guerre), la fame (carestia), le malattie e le belve (falsi predicatori e falso vangelo) su un quarto della terra. La buona notizia è che il potere della morte e dell’Ades (tomba) è limitato; poiché Gesù ci rassicura di possedere le chiavi dell’Ades e della morte (Ap 1:18); Egli ci libererà da questa condizione, con la resurrezione e la vita eterna.

Durante l’era apostolica, il Vangelo si diffuse velocemente in tutto il mondo allora conosciuto, poi seguì un periodo di persecuzioni (spada) da parte dell’Impero romano, dalla fine del primo secolo fino all’inizio del quarto, come descritto nel 2° sigillo, parallelo all’epoca di Smirne. Ora con il 3° sigillo, quello  che rappresenta la chiesa del IV e V secolo, c’è la carestia spirituale (fame), e la Bibbia viene occultata al popolo; ed è in questo contesto storico che iniziano i «tempi oscuri», meglio conosciuti come l’oscurantismo papale che caratterizzerà tutto il periodo medioevale. Con il 4° sigillo si descrive in maniera appropriate la morte spirituale della chiesa e il cristianesimo di quel tempo (538-1517), dove la chiesa è portatrice di morte e oppressione. La chiesa perseguiterà, opprimerà e sbranerà (belve), tutti coloro che dal suo punto di vista sono sospetti, condannando tutti gli ereti o infedele (a detta di loro) con supplizi e punizioni corporali, fino alla tortura e al martirio; questo è il tempo delle crociate, dei roghi e della santa inquisizione, guerre di religione e di immunerevoli morti a cusa di una chiesa spiritualmente morta e completamente apostata. Il cavaliere potrebbe essere identificato con il papato che nel medioevo guidava la chiesa, e perseguitava tutti coloro che non accettavano la sua autorità in materia di fede. Se il primo cavaliere è Cristo, il quarto cavaliere è il suo opposto, ossia l’anticristo! Il profeta Daniele, parlando di questo periodo storico di 1260 anni, scrisse riguardo al papato: “Perseguiterà i santi dell’Altissimo… i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo” (Daniele 7:25). Poco prima del ritorno di Cristo queste persecuzioni si intensificheranno, e quando l’Anticristo si sarà palesato al mondo come Dio in terra e capo della chiesa, farà nuovamente guerra ai santi dell’Altissimo; ma questa volta si troverà a combattere con Cristo stesso!

2 Tessalonicesi 2:3-10 «Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio. Non vi ricordate che quando ero ancora con voi vi dicevo queste cose? Ora voi sapete ciò che lo trattiene affinché sia manifestato a suo tempo. Infatti il mistero dell’empietà è già in atto, soltanto c’è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo. E allora sarà manifestato l’empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta. La venuta di quell’empio avrà luogo, per l’azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati».

 

In ogni epoca della storia umana ci sono state pestilenze o epidemie, che hanno causato la morte di milioni di persone e continuano a imperversare nonostante i progressi scientifici; basti vedere quello che abbiamo stiamo vivendo con la pandemia.  

  • Nel VI secolo d.C., fece la sua prima comparsa la più spaventosa di tutte le malattie infettive: la peste. La peste bubbonica causò centinaia di milioni di morti in Europa, nel Vicino Oriente e in Asia.

  • Nel corso dei secoli, il vaiolo ha causato più morti di tutte le altre piaghe, fino alla scoperta di un vaccino. Ma anche il morbillo, la sifilide, l’ebola, ect… hanno fatto un numero considerevole di morti.

  • A metà dell’Ottocento fa la comparsa un’altra inquietante malattia: il colera, che in India causò circa un milione di morti tra il 1846-1860, e ad oggi il colera non è ancora stato debellato.

  • Nel 1918 – 20 abbiamo la prima pandemia della storia: l’influenza spagnola, che ha causato milioni di morti…si stima circa 100 milioni.

  • Nel 1981 appare sulla scena l’AIDS che è stata e continua ad essere una delle più devastanti dei tempi moderni. Dall’inizio degli anni ’80 od oggi si sono verificati 37.780.000 milioni di morti.

  • Per non parlare del COVID-19, che secondo l’Oms ha causato 14,83 milioni di morti nel mondo.

5 - IL QUINTO SIGILLO

I primi 4 sigilli descrivono la condizione della chiesa sulla terra, mentre gli ultimi 3 sigilli sono la risposta di Dio a ciò che accade sulla terra.

Apocalisse 6: 9 -11 Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che avevano resa. Essi gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sulla terra?». E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.

Luca 21:12,13; 16-19 Ma prima di tutte queste cose, vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno consegnandovi alle sinagoghe, e mettendovi in prigione, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Ma ciò vi darà occasione di rendere testimonianza…  Voi sarete traditi perfino da genitori, fratelli, parenti e amici; faranno morire parecchi di voi; e sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma neppure un capello del vostro capo perirà. Con la vostra costanza salverete le vostre vite.

Con l’apertura del quinto sigillo vediamo un figura retorica, detta prosopopea (che consiste nel rappresentare cose inanimate o astratte come persone parlanti); come ad esempio, quando Dio dice a Caino: “La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra” (Genesi 4:10).

Giovanni vide i martiri che gridavano sotto l’altare, i quali sono stati uccisi “a motivo della parola di Dio e a motivo della testimonianza che avevano resa” (v. 9), che poi sono le stesse ragioni per cui Giovanni si trova esiliato a Patmos (Apocalisse 1:9). Quando l’apostolo scrive questo, siamo sul finire del primo secolo e i martiri che vede in questa visione non sono ancora venuti all’esistenza, ossia sono persone che sono ancora nate, però usa i tempi verbali al passato, infatti il testo dice che “erano stati uccisi” (v.9). Quindi, queste persone o anime sono un immagine simbolica e non reale, e sono persone che subiscono un martirio a motivo dell’evangelo. L’altare stesso è simbolo di sacrificio, immagine questa che ci ricorda il sistema levitico, dove il sangue sacrificale veniva versato alla base dell’altare dei sacrifici del santuario terreno (Es 29:12; Le 4:7). La morte del popolo di Dio fedele e perseguitato viene qui raffigurata con la stessa immagine del V.T.; poiché molti servi di Dio, nel corso della storia hanno patito l’ingiustizia e la morte a motivo della loro fedeltà al vangelo.

Giovanni vede dunque il sangue dei martiri sparso ai piedi dell’altare che grida vendetta a Dio: «fino a quando?»; una richiesta che ci indica che è stato commesso un crimine per il quale non è stata fatta ancora giustizia. Questi martiri si rivolgono al Padre chiedendo di essere vendicati, ma il Signore dice di pazientare e di aspettare; però nel frattempo, possono ritenersi soddisfatti di aver ricevuto le vesti bianche: «La mia grazia vi basta» (2 Co 12:7-9). Questa domanda la ritroviamo anche in Daniele 8, dopo il profeta vide il potere papale gettare a terra la verità, allora domanda a Dio: «fino a quando?». La risposta di Dio ci mostra che si deve aspettare il giudizio (Daniele 8:9-14). La veste bianca che hanno ricevuto e che ricevono tutti i salvati e fedeli servi e figli di Dio, è la salvezza in Cristo; poiché tutti i salvati hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello. I martiri descritti in questo passaggio di Apocalisse 6, sono coloro che in terra sono stati giudicati come eretici, ma nel giudizio in cielo saranno ritenuti fedeli e sarà loro data una veste bianca, simbolo della giustizia di Cristo e della salvezza. Da notare che la veste è data ai martiri e poi viene loro detto di riposare ancora un po’, e questo significa che per dare luogo al giudizio si deve aspettare di completare o chiudere il numero di coloro che daranno la loro vita per l’Evangelo. Sebbene il contesto nel quale viene aperto il quinto sigillo corrisponda storicamente al tempo della Riforma, fino alla fine dell’Età moderna (1492-1789), durante il quale vennero trucidati milioni di martiri a motivo della loro fedeltà, questo contesto ci riporta comunque alla mente l’esperienza del popolo di Dio nel corso di tutta la storia: da Abele (Ge 4:10) fino ai nostri giorni. Perché altro sangue dovrà essere sparso, soprattutto con le persecuzioni finali ad opera dell’Anticristo, poco prima del ritorno di Cristo. Matteo 24:9 “Allora vi getteranno in tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le genti a cagion del mio nome.”

 

6 - IL SESTO SIGILLO

Il sesto sigillo ha una peculiarità che lo differisce dagli altri sigilli; mentre i primi cinque sigilli sono simbolici, questo è letterale e le cose che descrive accadono nella realtà. Il periodo del sesto sigillo va dal 1755 o 1798 e finisce con il ritorno di Gesù.

Apocalisse 6:12-14 «Poi vidi quando l’Agnello aprì il sesto sigillo; e si fece un gran terremoto; il sole diventò nero come un sacco di crine, e la luna diventò tutta come sangue;  le stelle del cielo caddero sulla terra come quando un fico scosso da un forte vento lascia cadere i suoi fichi immaturi.  Il cielo si ritirò come una pergamena che si arrotola; e ogni montagna e ogni isola furono rimosse dal loro luogo». 

Luca 21: 25 -28 «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e delle onde;  gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande. Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina»

All’apertura del sesto sigillo, si producono fenomeni spaventosi, universali di natura catastrofica che accompagnano il ritorno di Cristo; che sarà un lieto evento per coloro che lo attendono e che lo hanno annunciato e proclamato in ogni dove (Tt 2:13). Per contro sarà funesto per coloro che hanno  rigettato il messaggio della salvezza (Ap. 1:7; 6:15-17). I segni cosmici del sesto sigillo sono quelli predetti da Gesù in Matteo 24:29 “Il sole si oscurerà e la luna non darà il suo splendore e le stelle cadranno dal cielo, e le potenze dei cieli saranno scrollate”, i quali si sono manifestati in alcuni periodi e in alcune zone della terra, mentre gli stessi eventi si manifesteranno al termine della «grande tribolazione» (Ap 7:14) e saranno globali, ossia tutti gli abitanti della terra li vedranno. L’immagine del cielo che si arrotola come una pergamena e le stelle che cadono dal cielo è presa dal libro di Isaia 34:4. Le montagne e le isole saranno rimosse dal loro luogo; il motivo è spiegato nella settima piaga: “Allora ci furono voci, tuoni e lampi, e ci fu un gran terremoto, tale, che da quando gli uomini sono stati sulla terra, non si ebbe mai terremoto così grande e così forte… E ogni isola fuggì e i monti non furono più trovati” (Apocalisse 16:18,20). Pietro parlando del ritorno di Gesù, lo paragona ad un cataclisma (2 Pietro 3:10-12).

Apocalisse 6:15-17 «I re della terra, i grandi, i generali, i ricchi, i potenti e ogni schiavo e ogni uomo libero si nascosero nelle spelonche e tra le rocce dei monti. E dicevano ai monti e alle rocce: “Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello; perché è venuto il gran giorno della loro ira. Chi può resistere?”».

Questa scena ritrae persone di ogni estrazione sociale, in particolare descrive l’élite della società: capi di Stato, re, governanti, banchieri, industriali, scienziati, e molti altri potenti della terra, ect…in uno stato di totale panico e terrore, in cerca di un riparo nel quale nascondersi dallo sconvolgimento totale che è in atto e che precede l’imminente apparizione di Cristo. Queste persone chiedono alle rocce e alle montagne di cadergli addosso, perché non possono sopportare le presenza di Dio e della Sua ira, visto che hanno compreso quello che hanno perso. Per i malvagi che sono viventi, il ritorno di Cristo sarà un fuoco consumante (Ebrei 12:29), e vedono Gesù come un leone; mentre per i salvati è un Agnello, e questi diranno: “Ecco, questo è il nostro Dio: in Lui abbiamo sperato ed Egli ci salverà” (Isaia 25:9). È questo il tempo di fare giustizia e Cristo arriva per «essere glorificato nei suoi santi» (2 Ts 1:10). La scena si conclude con la domanda retorica dei malvagi annichiliti dallo sgomento: «Chi può resistere?» (Na 1:6; Ml 3:2). Nel libro di Sofonia troviamo la risposta a questa domanda, il quale ci dice chi potrà essere risparmiato in quel giorno: sono coloro che cercano il Signore, la giustizia e l’umiltà (Sofonia 2:1-3). Con il prossimo capitolo vedremo qualcosa in più in merito allo stare alla Sua presenza.

 

 

 

7 - IL SETTIMO SIGILLO

Apocalisse 8:1 «Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz’ora».

Nel capitolo 5 abbiamo visto che l’apertura del libro sigillato dipendeva dal successo di Gesù nella Sua missione terrena. Dopo l’ascensione e l’intronizzazione di Gesù, si può ora iniziare ad aprire il libro, che, sigillo dopo sigillo ci conduce alla fine dei tempi e al ritorno di Cristo (6° sigillo) del capitolo 6. Con l’apertura del settimo sigillo, il libro è completamente aperto e il piano della salvezza è concluso: poiché tutti i salvati sono alla presenza di Dio, e siamo nel capitolo 7 (che vedremo con il prossimo studio). Quando l’Agnello apre il settimo sigillo, l’apostolo Giovanni non sente alcun suono, non si sentono lampi, tuoni, voci, canti, dialoghi, ma solo silenzio. In cielo c’è solo silenzio, pace, armonia. Il settimo sigillo ha a che fare con l’incontro della Sposa (chiesa) con lo Sposo (Gesù Cristo), che viene a prendere i suoi per condurli nella Gerusalemme celelste. Questo è il tempo della risurrezione dei giusti e la traslazione in cielo dei viventi e dei resuscitati.

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