I CRISTIANI E LE CRITICHE

 

Prima di entrare nel vivo del tema, secondo la prospettiva biblica e bene conoscere il significato della parola criticare da un dizionario della lingua italiana.

Criticare: 1. Sottoporre a esame critico un autore o un’opera, esprimere su essi il proprio giudizio (e s’intende per lo più sfavorevole): c. un film, un dramma, una dottrina, un’opera d’arte. 2. Biasimare, censurare, trovar da ridire su qualche cosa: il tuo contegno è stato molto criticato; devi sempre c. tutto! ; c’è poco da c.; farsi c., attirarsi il biasimo altrui. (treccani.it)

La critica solitamente ha una connotazione negativa, però in alcuni casi è positiva. Tuttavia, se dobbiamo intervenire su qualche questione, è utile che le nostre critiche siano costruttive e non per inasprire gli animi o per peggiorare la situazione, né tanto meno per infierire. Quando un cristiano si trova di fronte a possibili critiche deve pensare seriamente e biblicamente a quello che dirà o farà.

In questo studio vedremo:

 

1 - QUALI SONO LE MOTIVAZIONI CHE CI SPINGONO A CRITICARE?

PERCHÉ LO FACCIAMO?

Ognuno di noi si crea nella propria mente un personale giudizio su determinati fatti e questioni della vita, ma anche su cose e persone, come è normale che sia. Però può accadere che, a volte pensiamo ad alta voce, esprimendo la nostra personale opinione in maniera sconveniente, criticando in modo negativo e questo risulta offensivo. Ma come mai alcune persone sentono il bisogno di giudicare e criticare gli altri in ogni contesto e situazione? E perché nella maggior parte dei casi si tenta di svalutare l’operato altrui? Secondo alcuni psicologi esiste una spiegazione scientifica che induce alcuni soggetti ad esprimere giudizi negativi e offensivi, a volte senza un reale motivo. Le persone che tendono a criticare continuamente gli altri hanno dei problemi interiori di non poco conto. La critica solitamente viene da coloro che tentano di eclissare i propri difetti e le proprie frustrazioni; queste persone di fondo hanno una bassa autostima e per questa ragione sminuiscono gli altri per ingigantire il proprio ego. Chi è abituato a criticare qualsiasi cosa sempre e solo negativamente, non è una persona felice, e forse è anche invidiosa o gelosa dei “successi” altrui. La critica diventa come uno scudo difensivo, e mentre proiettano le proprie frustrazione sugli altri, si illudono di liberarsene. Queste persone, in genere, sono in difficoltà a mostrarsi per quello che sono e tendono a nascondere le proprie paure. Chi critica cerca solo di eliminare il proprio disagio, e quando tira fuori la propria rabbia, gettando discredito o colpe sugli altri, è perché vuole mostrarsi superiore, invincibili e inattaccabile. Le critiche quando esprimono giudizi pesanti, lesivi e nocivi su cose o persone o sull’operato di qualcuno, sono da evitare sempre e comunque, ma possono essere una cosa buona se fatta a fin di bene.

Filippesi 2:3-4 «non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso. Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri.

Sarebbe buona cosa chiedersi: ma la critica che vado a pronunciare, ha come intento o desiderio quello di aiutare il mio prossimo, oppure lo faccio per appagare me stesso o per mettermi in mostra? Desidero davvero risolvere la questione apportando migliorie, oppure voglio solo togliermi la soddisfazione di avere ragione e poter dire con fierezza: «Te lo avevo detto!». Quali sono le motivazioni che ci spingono ad intervenire e proferire pareri, a volte non richiesti? Se le motivazioni non sono quelle di questo versetto di Filippesi 2, è meglio tacere. La critica fine a se stessa, ossia quella cioè che non tiene conto del bene altrui, ma che taglia come una lama senza pietà, è solo lesiva, offende e fa molto male. Se critichiamo per sentirci soltanto “bene” con noi stessi e ci appaga, non vale nulla, non è affatto costruttiva.

Galati 5:15 «Che se vi mordete e vi divorate a vicenda, guardate che non siate consumati gli uni dagli altri».

Come dice questo versetto: se ci mordiamo a vicenda, in un’interminabile serie di battibecchi, fatto di scambi di accuse e di cinica critica malevola, è folle, deleteria e diabolica. Alla fine non ci saranno vincitori ma solo vinti, siamo perdenti a prescindere. Questa tipo di critica non va esercitata, è distruttiva.

2 - CHE DIRITTO ABBIAMO DI CRITICARE?

HO IL DIRITTO DI CRITICARE?

Se per criticare si intende sentenziare senza muovere un dito in favore del mio prossimo, o fare qualcosa di concreto per aiutarlo a risolvere qualche problema o questione in atto, non abbiamo nessun diritto alla critica. Per contro possiamo esprimere opinioni, suggerimenti, pareri, solo se mostriamo interesse per il buon andamento dei rapporti interpersonali, lavorativi o familiari, con fatti concreti e non con parole vuote; si deve vedere qualcosa di utile: troppo comodo criticare senza far nulla! Le persone se vogliono stare bene con se stesse e con gli altri devono per prima cosa imparare ad evitare i giudizi negativi, soprattutto quelli offensivi o spietati che ledono il prossimo. Prima di aprire bocca è bene prendersi del tempo utile per riflettere su quanto si andrà a pronunciare, soppesando bene le parole; valutiamo attentamente se è opportuno esprimere un giudizio o una critica anche negativa. Inoltre sarebbe utile immedesimarsi nei panni dell’altro, cercando di capire le ragioni o motivazione che spingono una persona a fare o dire determinate cose, e come questa reagirà alle critiche.

Gesù disse in Giovanni 13:15 «Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io».

Ma qual è l’esempio di Gesù? A differenza di noi, Gesù poteva leggere nel cuore delle persone, Egli non era incline alla critica e lo possiamo vedere in moltissimi episodi nei quali ha a che fare con i pubblicani (vedi Matteo Levi e Zaccheo), prostitute e peccatori di ogni genere, come nel caso della donna adultera riportato qui sotto.

Giovanni 8: 3-11 «Allora gli scribi e i farisei condussero una donna colta in adulterio; e, fattala stare in mezzo, gli dissero: «Maestro, questa donna è stata colta in flagrante adulterio. Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?»  Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra.  E, siccome continuavano a interrogarlo, egli, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».  E, chinatosi di nuovo, scriveva in terra.  Essi, udito ciò, uscirono a uno a uno, cominciando dai più vecchi; e Gesù fu lasciato solo con la donna che stava là in mezzo.  Gesù, alzatosi, le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?»  Ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neppure io ti condanno; va’ e da ora in poi non peccare più».

In questo brano possiamo vedere come il Signore non ha criticato, né condannato il comportamento dei farisei nel mettere alla berlina la donna, né quello dell’adultera, anzi ha mediato tra le parti, ristabilendo l’ordine e la giustizia. Il Signore sovente non criticava mai nessuno (salvo alcune eccezione),  per quello che facevano e per come vivevano i peccatori. Gesù senza mai sentenziare, mostrava sempre una via alternativa, e nella maggior parte dei casi le persone cambiavano strada e Lo seguivano. Per contro possiamo vedere episodi come quello del giovane ricco, il quale ha rifiutato l’invito a cambiare vita e seguire il Maestro. Gesù non ha nemmeno criticato chi l’ha tradito, processato e condannato ingiustamente, e neanche coloro che lo schernivano crocifiggendolo, anzi diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Luca 23:34). L’esempio e le azioni di Gesù valgono più di mille parole.

Abbiamo però anche episodi dove Gesù critica aspramente alcuni scribi e farisei, ed anche quando si trova nel tempio, caccia via i mercanti redarguendoli.

Matteo 12:34 «Razza di vipere! Come potete dir cose buone, essendo malvagi? Poiché la bocca parla dall’abbondanza del cuore».

Matteo 23:27 «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché rassomigliate a sepolcri imbiancati, i quali di fuori appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine».

Matteo 23:33 «Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete al giudizio della Geenna?».

Matteo 21: 12-13 «Poi Gesù entrò nel tempio di Dio, ne scacciò tutti coloro che nel tempio vendevano e compravano, e rovesciò le tavole dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombi. E disse loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di orazione”, ma voi ne avete fatto un covo di ladroni».

Molti nel leggere questi brani si creano un’immagine mentale di Gesù arrabbiato, spietato o vendicativo, ma questo non corrisponde al vero. Il Signore aveva a cuore la salvezza di tutti, anche di questa classe di persone, del resto era venuto per questo. Il Signore ha sofferto molto nel vedere uomini e donne ribelli e caparbi nelle loro trasgressioni e indifferenti alla Sua Parola; e ha anche pianto per l’umanità che muore e che non potrà partecipare alle prima risurrezione (Gv11:35).

Noi non siamo chiamati a criticare, condannare o sentenziare giudizi negativi contro nessuno, poiché non siamo Dio e non possiamo leggere i cuori delle persone. Ma come Gesù siamo chiamati a mostrare amore e rispetto per tutti, usando tolleranza, sensibilità, tatto e pacatezza…siamo chiamati a dare il buon esempio mostrando una strada alternativa, esattamente come faceva il Signore. Dobbiamo considerare anche che ogni persona e diversa dall’altra, per cultura, educazione e razza. Inoltre ogni persona nasce con un proprio carattere e modo di pensare e agire, che sicuramente è influenzato dalla cultura, tradizione o abitudini del luogo di provenienza; quindi: non sempre ciò che è giusto per noi lo è anche per gli altri. Facciamo molta attenzione anche a questo, prima di criticare o esprimere giudizi.

 

3 - MI SONO AUTOESAMINATO?

HO ESAMINATO ME STESSO?

Altra domanda da farsi è: ma io sono disposto a riceve le critiche? Se non vogliomo ricevere critiche dagli altri, allora evitiamo di farle. La critica è gradita, accettevole e giusta se proviene da una persona sincera, obiettiva, onesta, umile e rispettabile. Nessuno può apprezzare le critiche da persone ipocrite, egoiste, o da chi è mosso da sentimenti di invidia e gelosia. Chiunque impone i propri pareri e giudizi e non è disposto a cambiare una sola virgola dei suoi comportamenti errati, deve esimersi dal criticare. Esaminiano noi stessi prima di proferire parola.

Matteo 7:1-5 «Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: ‘Lascia che io ti tolga dall’occhio la pagliuzza ’, mentre la trave è nell’occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello ».

 

Altro aspetto importante prima di criticare: CHE COSA STO PER DIRE? E COME LO DICO?

Proverbi 15:1 «La risposta dolce calma la collera, ma la parola pungente eccita l’ira».

Dobbiamo fare molta attenzione non solo a quello che andiamo a pronunciare, cercando di usare parole giuste, ma anche al tono della voce, poiché il modo con cui ci esprimiamo ha il potere di edificare o di distruggere. Le cose che pronunciamo lasciano sempre un segno, nel bene e nel male.

Proverbi 12:18 «Chi parla sconsideratamente è come se trafiggesse con la spada, ma la lingua dei saggi reca guarigione».

Proverbi 16:24 «Le parole soavi sono come un favo di miele, dolcezza all’anima e medicina alle ossa».

4 - LA CRITICA COSTRUTTIVA

QUAND’ È CHE LA CRITICA È COSTRUTTIVA E BUONA?

Luca 17:3: «State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello pecca, riprendilo; e se si ravvede, perdonalo».

La disponibilità a perdonare è una parte della critica costruttiva. Se riprendiamo qualcuno con il giusto amore e tatto, non solo è lecito ma è anche auspicabile e doveroso farlo, ma ad una condizione…Colossesi 4:6 «Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come vi conviene rispondere a ciascuno».

Altro aspetto importante si trova in…Romani 14:1: «Accogliete colui che è debole nella fede, ma non per sentenziare sui suoi scrupoli».

Se vediamo qualcuno che non cammina secondo la Bibbia, o non ha compreso ancora come vivere i principi della fede cristiana, dobbiamo evitare di esprimere pareri o critiche negative, soprattutto in presenza di altre persone; il pettegolezzo è bandito dalla Bibbia. La regola da applicare è sempre la stessa, ossia quella di esercitare la riprensione cristiana, fatta di parole che hanno come intento quello di migliorare o edificare e non di abbattere e distruggere. Cerchiamo di pronunciare parole possibilmente ispirate dallo Spirito Santo e con un timbro di voce soave e confortante.

Tito 2: 6-8 «…mostrando nell’insegnamento integrità, dignità, incorruttibilità, un parlare sano ed irreprensibile, affinché l’oppositore sia svergognato, non avendo nulla di male da dire a vostro riguardo».

Proverbi 9:8,9: «Non riprendere il beffardo, per evitare che ti odi; riprendi il saggio, e ti amerà. Istruisci il saggio, e diventerà più saggio che mai; insegna il giusto e accrescerà il suo sapere».

La persona che ti critica in modo costruttivo, in realtà ti apprezza…. anche se a volte non si esprime sempre nel migliore dei modi. 

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