Salmo 23: 1-5 «Il Signore è il mio pastore: nulla mi manca. Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme. Egli mi ristora l’anima, mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome. Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza. Per me tu imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo; la mia coppa trabocca. Certo, beni e bontà m’accompagneranno tutti i giorni della mia vita; e io abiterò nella casa del Signore per lunghi giorni».
Ci sono pastori che si sono trovati a dover assistere ad una scena insolita e alquanto spiacevole, ossia dopo che una pecora ha partorito un agnello, questa non lo riconosce e lo rifiuta. Ci sono svariate ragioni per cui una pecora agisce in quel modo, e se l’agnello viene restituito alla madre, questa può anche fargli del male o ignorarlo completamente, abbandondolo a un triste destino. Una volta che una pecora rifiuta uno dei suoi agnelli non cambierà mai idea.
Questi agnellini tengono la testa così in basso da sembrare malformati, come se avessero un peso sul loro collo; ma in realtà è il loro spirito che è abbattuto. Questi agnelli vengono chiamati “bummer lambs”, e se il pastore non interviene prontamente, quell’agnello morirà, rifiutato e solo. Allora, sai cosa fa il pastore?
Si prende cura del nascituro, lo porta in un posto sicuro, al caldo e lo nutre amorevolmente con un apposito biberon. In alcuni casi è necessario avvolgerlo con delle coperte e portarselo al petto in modo che l’agnellino rifiutato possa sentire il respiro ed il battito cardiaco del pastore.
Quando l’agnello è cresciuto ed è abbastanza forte, il pastore lo rimette nel campo con il resto del gregge. Quella pecora non dimenticherà mai come il pastore si è preso cura di lui quando sua madre lo ha rifiutato. Quando il pastore chiama il gregge, indovina chi corre da lui per primo? La pecora rifiutata! È lei la prima a conoscere intimamente la voce del pastore! Questa storia ci ricorda la similitudine usata da Gesù in Giovanni 10: 3 «… e le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori».
Non è che l’agnello rifiutato accorre perché è stato amato di più, ma solo perché conosce intimamente chi lo ama. Purtroppo, molti di noi hanno avuto esperienze simili…siamo stato delusi, rifiutati, violati, disprezzati, abbandonati e derisi; ma Gesù è il buon Pastore, e Lui si prende cura di noi se glielo permettiamo! Egli è Colui che provvede ad ogni nostra esigenza o necessità, e ci tiene vicini al Suo cuore in modo che possiamo sentire il suo battito, il Suo calore. Possiamo sentire e vedere quanto ci ama. Anche l’apostolo Pietro ci esorta ad andare dal buon Pastore così come siamo, poiché…1Pietro 5:7 «gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi».
La vita ci riserva momenti difficili e forse anche drammatici, ma a Dio nulla sfugge. Egli si è chinato sul nostro dolore, ha contato tutte le nostre lacrime, vede la nostra sofferenza e ha pietà di noi. Possiamo stare certi che Egli interverrà, poiché siamo profondamente amati dal buon Pastore; Dio l’ha promesso, e molti profeti come Isaia e Davide lo hanno scritto. Isaia 49: «15,16 Una donna può forse dimenticare il bimbo che allatta, smettere di avere pietà del frutto delle sue viscere? Anche se le madri dimenticassero, non io dimenticherò te. Ecco, io ti ho scolpita sulle palme delle mie mani…».